PKK: ANNUNCIATO LO SCIOGLIMENTO DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E LA FINE DELLA LOTTA ARMATA
Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il Pkk, ha annunciato di avere tenuto a
inizio maggio il 12/mo congresso, che ha deciso di sciogliere la struttura
organizzativa e porre fine alla lotta armata. Il Pkk in una dichiarazione
scritta ha dato quindi sostanza all’appello lanciato a febbraio dal leader
Abdullah Ocalan (da 26 anni rinchiuso nell’isola carcere di Imrali) per una
soluzione politica e non militare del conflitto pluridecennale con Ankara.
Da capire ora la risposta di Erdogan, visto che tra le condizioni del Pkk c’è la
possibilità che sia lo stesso Ocalan a condurre la nuova fase politica, fuori
dal carcere, con contestuale disarmo in tre fasi, vigilato da esponenti delle
Nazioni Unite. Fuori dalla Turchia, sono molti altri i Paesi – Siria, Iraq e
Iran in particolare – che saranno in qualche modo coinvolti dalla svolta
politica della lotta di liberazione, curda ma non solo, così come delineata dal
“nuovo paradigma” confederale dello stesso Ocalan.
Nella mattina di lunedì 12 maggio ne abbiamo parlato con Michele della redazione
e Murat Cinar, giornalista turco che vive in Italia e nostro collaboratore.
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Di seguito, la traduzione del comunicato dell’agenzia di stampa filo-curda, Anf,
tradotto dalla redazione di Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica
Tradotto da
https://anfenglishmobile.com/kurdistan/pkk-final-declaration-activities-under-the-pkk-name-have-ended-79294
Il 12° Congresso del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) ha rilasciato
la seguente dichiarazione: “Il processo avviato dalla dichiarazione del leader
Abdullah Öcalan il 27 febbraio, e ulteriormente plasmato dal suo ampio lavoro e
dalle sue prospettive multidimensionali, è culminato nel 12° Congresso di
Partito, convocato con successo tra il 5 e il 7 maggio.
Nonostante gli scontri in corso, gli attacchi aerei e di terra, il continuo
assedio delle nostre regioni e l’embargo del KDP, il nostro congresso si è
svolto in condizioni di sicurezza in condizioni difficili. A causa di problemi
di sicurezza, il congresso si è svolto contemporaneamente in due luoghi diversi.
Con la partecipazione di 232 delegati in totale, il 12° Congresso del PKK ha
discusso di leadership, martiri, veterani, struttura organizzativa del PKK e
lotta armata e costruzione di una società democratica, culminando in decisioni
storiche che segnano l’inizio di una nuova era per il nostro movimento di
libertà.
Cessano tutte le attività sotto il nome del PKK
Il 12° Congresso straordinario ha valutato che la lotta del PKK ha smantellato
le politiche di negazione e annientamento imposte al nostro popolo, portando la
questione curda a un punto in cui può essere risolta attraverso la politica
democratica. Ha concluso che il PKK ha compiuto la sua missione storica. Su
questa base, il 12° Congresso ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa
del PKK e di porre fine alla lotta armata, con il processo di attuazione che
sarà gestito e guidato dal leader Apo [Abdullah Öcalan]. Tutte le attività
condotte sotto il nome del PKK sono state quindi terminate.
Il nostro partito, il PKK, è emerso come movimento per la libertà dei curdi in
opposizione alle politiche di negazione e annientamento radicate nel Trattato di
Losanna e nella Costituzione del 1924. Influenzato dal socialismo reale al suo
inizio, ha abbracciato il principio dell’autodeterminazione nazionale e ha
portato avanti una lotta legittima e giusta attraverso la resistenza armata. Il
PKK si è formato in condizioni dominate da politiche aggressive di negazione,
annientamento, genocidio e assimilazione dei curdi.
Dal 1978, il PKK ha condotto una lotta per la libertà volta a garantire il
riconoscimento dell’esistenza curda e a stabilire la questione curda come realtà
fondamentale della Turchia. Grazie al successo di questa lotta, il nostro
movimento ha realizzato una rivoluzione di resurrezione per il nostro popolo,
diventando un simbolo di speranza e di vita dignitosa per i popoli della
regione.
Negli anni ’90, periodo di grandi conquiste per il nostro popolo, il presidente
turco Turgut Özal iniziò a cercare una soluzione politica alla questione curda.
In risposta, il Leader Apo dichiarò un cessate il fuoco il 17 marzo 1993, dando
il via a una nuova fase. Tuttavia, il collasso del socialismo reale,
l’imposizione di tattiche di tipo brigatista alla nostra strategia di guerra e
l’eliminazione di Özal e della sua squadra da parte dello Stato profondo hanno
sabotato questa iniziativa. Lo Stato intensificò le sue politiche di negazione e
annientamento, intensificando la guerra. Migliaia di villaggi sono stati
evacuati e bruciati; milioni di curdi sono stati sfollati; decine di migliaia
sono stati torturati e imprigionati; e migliaia sono stati uccisi in circostanze
sospette.
In risposta, il Movimento per la Libertà crebbe sia in termini di dimensioni che
di capacità. La guerriglia si diffuse in tutto il Kurdistan e in Turchia.
L’impatto della guerriglia portò il popolo curdo a sollevarsi in rivolte di
massa (serhildan), trasformando la guerra nell’opzione principale per entrambe
le parti. L’escalation bellica che ne derivò non poté essere invertita e gli
sforzi del leader Apo per risolvere la questione curda con mezzi democratici e
pacifici alla fine fallirono”.
Ricostruire le relazioni turco-curde è inevitabile.
Il processo è entrato in una fase diversa con la cospirazione internazionale del
15 febbraio 1999. In questo processo, uno degli obiettivi principali della
cospirazione, una guerra curdo-turca, è stato impedito grazie ai grandi
sacrifici e agli sforzi del leader Apo. Nonostante fosse stato detenuto nel
sistema di tortura e genocidio di Imralı, ha persistito nella ricerca di una
soluzione democratica e pacifica alla questione curda. Per 27 anni, il leader
Apo ha resistito al sistema di annientamento di Imralı, vanificando la
cospirazione internazionale. Nella sua lotta, ha analizzato il sistema
statalista dominato dagli uomini e guidato dal potere e ha sviluppato un
paradigma per una società democratica, ecologica e orientata alla libertà delle
donne. In questo modo, ha materializzato un sistema di libertà alternativo per
il nostro popolo, le donne e l’umanità oppressa.
Il leader Apo, riferendosi al periodo precedente al Trattato di Losanna e alla
Costituzione del 1924, in cui le relazioni curdo-turche divennero problematiche,
ha proposto un quadro per la risoluzione della questione curda basato sulla
Repubblica Democratica di Turchia e sul concetto di Nazione Democratica, fondato
sull’idea di una Patria Comune e di popoli co-fondatori. Le rivolte curde nel
corso della storia della Repubblica, la dialettica curdo-turca lunga 1000 anni e
i 52 anni di lotta per la leadership hanno dimostrato che la questione curda può
essere risolta solo sulla base di una Patria Comune e di una cittadinanza
paritaria. Gli attuali sviluppi in Medio Oriente, nell’ambito della Terza Guerra
Mondiale, rendono inoltre inevitabile la ristrutturazione delle relazioni
curdo-turche.
Il nostro popolo comprenderà lo scioglimento del PKK e la fine della lotta
armata meglio di chiunque altro e si assumerà i doveri di quest’era.
Il nostro onorato popolo, che ha aderito al percorso della leadership e del PKK
per 52 anni a caro prezzo, opponendosi a politiche di negazione, annientamento,
genocidio e assimilazione, sosterrà il processo di pace e di una società
democratica in modo più consapevole e organizzato. Crediamo fermamente che il
nostro popolo comprenderà la decisione di sciogliere il PKK e porre fine al
metodo della lotta armata meglio di chiunque altro e si assumerà le
responsabilità dell’era della lotta democratica, basata sulla costruzione di una
società democratica. È di vitale importanza che il nostro popolo, guidato da
donne e giovani, costruisca le proprie auto-organizzazioni in tutti gli ambiti
della vita, si organizzi sulla base dell’autosufficienza attraverso la propria
lingua, identità e cultura, si autodifenda di fronte agli attacchi e costruisca
una società democratica comunitaria con spirito di mobilitazione. Su questa
base, crediamo che i partiti politici curdi, le organizzazioni democratiche e i
leader d’opinione adempiranno alle loro responsabilità per promuovere la
democrazia curda e la nazione democratica dei curdi. Grazie all’eredità della
nostra storia di libertà, lotta e resistenza, e alle decisioni del XII Congresso
del PKK, il percorso politico democratico si svilupperà con maggiore forza e il
futuro dei nostri popoli progredirà basandosi su principi di libertà e
uguaglianza. I poveri e i lavoratori, tutti i gruppi religiosi, le donne e i
giovani, i lavoratori, i contadini e tutti i segmenti esclusi rivendicheranno i
propri diritti e svilupperanno una vita comune in un ambiente giusto e
democratico.
Invitiamo tutti a unirsi al processo di pace e di società democratica.
La decisione del nostro Congresso di sciogliere il PKK e porre fine al metodo
della lotta armata offre una solida base per una pace duratura e una soluzione
democratica. L’attuazione di queste decisioni richiede che il Leader Apo conduca
e guidi il processo, che il suo diritto alla politica democratica sia
riconosciuto e che vengano stabilite solide e complete garanzie legali. In
questa fase, è essenziale che la Grande Assemblea Nazionale della Turchia svolga
il suo ruolo con responsabilità storica. Allo stesso modo, invitiamo il governo,
il principale partito di opposizione, tutti i partiti politici rappresentati in
parlamento, le organizzazioni della società civile, le comunità religiose e di
fede, i media democratici, i leader d’opinione, gli intellettuali, gli
accademici, gli artisti, i sindacati, le organizzazioni femminili e giovanili e
i movimenti ecologisti ad assumersi la responsabilità e ad unirsi al processo di
pace e di una società democratica.
Il coinvolgimento delle forze socialiste di sinistra turche, delle strutture
rivoluzionarie, delle organizzazioni e degli individui nel processo di pace e di
una società democratica eleverà la lotta dei popoli, delle donne e degli
oppressi a un nuovo livello. Ciò significherà il raggiungimento degli obiettivi
dei grandi rivoluzionari le cui ultime parole furono: “Lunga vita alla
fratellanza dei popoli turco e curdo e a una Turchia pienamente indipendente!”.
Con il Socialismo della Società Democratica che rappresenta una nuova fase nel
processo di pace e di una società democratica e nella lotta per il socialismo,
il movimento democratico globale avanzerà e un mondo giusto e paritario
emergerà. Su questa base, invitiamo l’opinione pubblica democratica, in
particolare i nostri compagni che guidano la Global Freedom Initiative, ad
ampliare la solidarietà internazionale nel quadro della teoria della modern ità
democratica.
Invitiamo le potenze internazionali a riconoscere le proprie responsabilità
nelle politiche di genocidio che durano da un secolo contro il nostro popolo, a
non ostacolare una soluzione democratica e a contribuire costruttivamente al
processo.
Annunciamo il martirio di Ali Haydar Kaytan e Riza Altun
Il nostro 12° Congresso del PKK, convocato su appello della nostra leadership,
ha proclamato il martirio di Fuat-Ali Haydar Kaytan, uno dei quadri dirigenti
del nostro partito, martirizzato il 3 luglio 2018, e del compagno Riza Altun,
martirizzato il 25 settembre 2019. Su questa base, ha riconosciuto il compagno
Fuat-Ali Haydar Kaytan, uno dei quadri dirigenti fondatori del PKK, come simbolo
di “Lealtà al Leader, Verità e Vita Sacra”, e il compagno Riza Altun, uno dei
primi compagni del Leader Apo, come simbolo di “Libertà e Cameratismo”.
Dedichiamo il nostro storico XII Congresso del Partito a questi due grandi
compagni martiri che ci hanno guidato dall’inizio del nostro Movimento per la
Libertà fino a oggi con la loro lotta ininterrotta. In loro nome, rinnoviamo la
nostra promessa a tutti i martiri della lotta e affermiamo il nostro impegno a
realizzare i sogni della compagno martire di Pace e Democrazia Sırrı Süreyya
Önder.