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Stop Rearm Europe: Al via “Comuni per la Pace e contro il riarmo”
“Al via l’iniziativa ‘Comuni per la Pace e contro il riarmo”, la nuova fase della mobilitazione sui territori della campagna europea ‘Stop rearm europe’ volta ad attivare e coinvolgere, attraverso la presentazione di ordini del giorno e delibere d’iniziativa popolare, cittadini ed enti locali contro l’aumento delle spese militari previsto dal Piano di riarmo europeo e dalla decisione presa di in sede Nato di destinare il 5% del Pil degli Stati Ue alla Difesa e all’industria degli armamenti”. Lo annunciano i promotori italiani della Campagna europea “Stop Rearm Europe” (https://stoprearm.org/), Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia, che lo scorso 21 giugno a Roma ha visto oltre 100mila persone in piazza con la manifestazione nazionale ‘No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo’. “L’attuazione del Piano di riarmo Ue e l’aumento al 5% del Pil per le spese militari indicato dalla Nato incideranno sulle risorse destinate ai Comuni con ulteriori tagli ai servizi pubblici e alla spesa sociale, fino a comprometterne la funzione pubblica e sociale. – spiegano – Proponiamo quindi che in ogni Comuna venga votata una delibera che schieri l’Ente Locale per la Pace e contro ogni politica di riarmo. Ogni investimento negli armamenti rende, in termini occupazionali, solo 3.000 posti per ogni miliardo, mentre, a parità di investimento, renderebbe 8.000 posti nel settore ambientale, 12.000 nel settore sanitario e 14.000 nel settore dell’istruzione. Ad oggi sono già 15 miliardi complessivi le risorse sottratte ai Comuni a causa del Patto di Stabilità, attraverso il blocco delle assunzioni di personale e l’azzeramento delle possibilità d’investimento, e la Legge di Bilancio 2025 ha già previsto un ulteriore taglio di complessivi 1,3 miliardi per il periodo 2025-2029. In vista della prossima legge di bilancio, l’autunno che verrà sarà il più ‘bollente’ degli ultimi decenni in termini di lotta e mobilitazione in Italia e in Europa”. https://stoprearmitalia.it/wp-content/uploads/2025/07/cs-Comuni-contro-riarmo.pdf   Roma, 10 luglio 2025   Leggi il testo dell’odg su https://stoprearmitalia.it/ https://stoprearmitalia.it/wp-content/uploads/2025/07/ODG_per_Consiglio_Comunale.pdf   Rete Italiana Pace e Disarmo
Stop Rearm Europe: Al via “Comuni per la Pace e contro il riarmo”
“Al via l’iniziativa ‘Comuni per la Pace e contro il riarmo”, la nuova fase della mobilitazione sui territori della campagna europea ‘Stop rearm europe’ volta ad attivare e coinvolgere, attraverso la presentazione di ordini del giorno e delibere d’iniziativa popolare (https://stoprearmitalia.it/comuni-contro-il-riarmo/), cittadini ed enti locali contro l’aumento delle spese militari previsto dal Piano di riarmo europeo e dalla decisione presa di in sede Nato di destinare il 5% del Pil degli Stati Ue alla Difesa e all’industria degli armamenti”. Lo annunciano i promotori italiani della Campagna europea “Stop Rearm Europe” (https://stoprearm.org/), Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia, che lo scorso 21 giugno a Roma ha visto oltre 100mila persone in piazza con la manifestazione nazionale ‘No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo’. “L’attuazione del Piano di riarmo Ue e l’aumento al 5% del Pil per le spese militari indicato dalla Nato incideranno sulle risorse destinate ai Comuni con ulteriori tagli ai servizi pubblici e alla spesa sociale, fino a comprometterne la funzione pubblica e sociale – spiegano – Proponiamo quindi che in ogni Comuna venga votata una delibera che schieri l’Ente Locale per la Pace e contro ogni politica di riarmo. Ogni investimento negli armamenti rende, in termini occupazionali, solo 3.000 posti per ogni miliardo, mentre, a parità di investimento, renderebbe 8.000 posti nel settore ambientale, 12.000 nel settore sanitario e 14.000 nel settore dell’istruzione. Ad oggi sono già 15 miliardi complessivi le risorse sottratte ai Comuni a causa del Patto di Stabilità, attraverso il blocco delle assunzioni di personale e l’azzeramento delle possibilità d’investimento, e la Legge di Bilancio 2025 ha già previsto un ulteriore taglio di complessivi 1,3 miliardi per il periodo 2025-2029. In vista della prossima legge di bilancio, l’autunno che verrà sarà il più ‘bollente’ degli ultimi decenni in termini di lotta e mobilitazione in Italia e in Europa”. Redazione Italia
Appello di Stop Rearm Europe per una manifestazione a Camp Derby sabato 19 luglio
Camp Darby è un luogo dove ogni giorno passa la guerra. Convogli carichi di armi partono da qui per alimentare conflitti in tutto il mondo. Non è solo un deposito: è il simbolo di un sistema che sceglie la guerra per gestire le crisi, controllare le risorse, regolare i rapporti tra paesi, non con la ricerca di nuovi equilibri, compromessi, cooperazione, ma con la potenza distruttiva delle armi ed il sacrificio dei territori e delle comunità. Diciamo no alla guerra. La guerra è distruzione, morte, disumanizzazione. E’ espressione estrema del patriarcato, della volontà di dominio che si spinge fino all’annientamento dell’altro da sé. E’ distruzione del diritto internazionale, alimentata da logiche di potenza e interessi egemonici. E’ economia di guerra, nelle mani di poche grandi concentrazioni di capitale, contro i bisogni e i diritti della stragrande maggioranza delle popolazioni. La guerra è sempre un fallimento umano e politico. Diciamo sì alla pace. Una pace concreta, che si costruisce tra le persone, attraverso la giustizia sociale e scelte che mettono al centro la vita. Una pace duratura che si realizza attraverso la smilitarizzazione e il disarmo dei  territori. Diciamo sì alla riconversione a usi civili della base di Camp Darby, NO alla costruzione di nuove basi militari sul nostro territorio. Diciamo no al genocidio. Il genocidio del popolo palestinese si consuma ogni giorno sotto gli occhi di chi si dichiara impotente, ma continua a garantire armi e sostegno politico a Israele. Decine di migliaia di vittime, per lo più donne e bambini, centinaia di migliaia di feriti e dispersi, una popolazione affamata, bombardata, privata di ogni diritto. Diciamo no alla cancellazione dei popoli, all’occupazione coloniale, all’annientamento di chi resiste. Diciamo sì alla solidarietà concreta tra i popoli. Si alla  cancellazione degli accordi economici e militari tra Italia ed Israele. Sì al diritto all’autodeterminazione, sì alla memoria, sì alla possibilità per ogni comunità di vivere, di esistere, di raccontare la propria storia senza essere schiacciata. Una solidarietà che si costruisce stando dalla parte di chi lotta per la libertà. Diciamo no al riarmo. Camp Darby è il segno di come i territori vengano piegati agli interessi del riarmo. La Toscana rischia di diventare un hub logistico militare della guerra globale. L’Italia continua ad aumentare la spesa militare sottraendo risorse a scuola, sanità, lavoro, ambiente. Ogni euro speso in armi è un euro rubato alla vita. Il riarmo non è difesa: è un affare per pochi e un pericolo per tutti. I Paesi NATO hanno deciso, su richiesta degli Stati Uniti, di portare la spesa militare al 5% del PIL entro il 2035, mentre l’Unione Europea rilancia il piano “Readiness 2030”, con 800 miliardi di euro per il riarmo collettivo. Una corsa folle che sceglie la guerra come priorità. Diciamo no alla sudditanza del governo del nostro paese e dell’Europa a questa follia. Diciamo sì a un investimento radicale per la vita. Sì a scuole pubbliche e gratuite, a una sanità universale, a salari dignitosi, a politiche per la casa, al rafforzamento del welfare, per una vita libera e dignitosa per tutte e tutti. Sì a una vera transizione ecologica, la cui urgenza è evidente agli occhi di tutti, ma viene invece follemente svuotata e rinviata in nome del primato del riarmo. Sì a un’economia che metta al centro la cura delle persone, delle relazioni, della natura, non le armi. Il nostro no è netto, ma vogliamo ripartire dai nostri sì. Vogliamo portare a Camp Darby le nostre voci, i nostri corpi, per affermare che un altro mondo è possibile e necessario. Sarà una giornata per costruire legami, come quelli con la lotta della ex-GKN per una reindustrializzazione dal basso e la riconversione ecologica. Il 19 luglio sarà una giornata per affermare obiettivi e valori opposti a quelli di chi vive di guerra. La guerra parte da qui. La pace deve partire da noi. Redazione Italia
Controvertice europeo per la pace e la giustizia
Contemporaneamente alla mobilitazione no riarmo di Roma, in Europa il 21 giugno si tiene un importante summit pacifista in vista del vertice NATO. Questo Controvertice NATO del 21 giugno 2025 si svolgerà all’Aia, nei Paesi Bassi, uno dei centri simbolici del diritto internazionale. Proprio in questa città hanno sede istituzioni come la Corte Internazionale di Giustizia e la Corte Penale Internazionale, che dovrebbero incarnare i principi di giustizia e risoluzione pacifica dei conflitti. Scegliere l’Aia per un controvertice europeo sulla pace non è casuale: significa ribadire che la vera sicurezza non si costruisce con le armi, ma con il rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e della dignità di tutti i popoli. In questo luogo carico di significato, si terranno incontri, dibattiti e azioni simboliche per dire no al militarismo e sì a un’Europa di pace. Cosa è stato organizzato  Mentre i leader della NATO si preparano a riunirsi per discutere del riarmo, una risposta dal basso prende forma. Sabato 21 giugno 2025, all’Aja, si terrà il Controvertice europeo per la pace e la giustizia, un grande momento di convergenza tra attivisti, ricercatori, politici, artisti e cittadine e cittadini impegnati per un’Europa disarmata, cooperativa e solidale. Organizzato come alternativa pubblica e trasparente al vertice della NATO che si svolgerà nei giorni successivi, il Controvertice vuole essere uno spazio aperto di confronto, riflessione critica e proposta concreta. Un luogo in cui analizzare il ruolo della NATO nel mondo contemporaneo, smascherare le logiche belliciste che guidano le agende internazionali e costruire insieme una cultura della pace. Anche Peacelink partecipa a questo evento. Gli obiettivi  Il programma della giornata prevede workshop, plenarie, momenti artistici e di azione simbolica. L’obiettivo è duplice: da un lato, condividere conoscenze e fare rete tra movimenti di diversi paesi europei; dall’altro, immaginare e progettare alternative alle narrazioni dominanti che giustificano l’aumento delle spese militari, la corsa agli armamenti e l’uso della forza come strumento di risoluzione dei conflitti. In un tempo segnato da guerre e da crescenti tensioni internazionali, il Controvertice dell’Aia vuole riportare al centro del dibattito pubblico le parole “pace”, “giustizia” e “democrazia”. Non come slogan, ma come orizzonti politici concreti, da costruire giorno dopo giorno, con coraggio e creatività. Il sito web Per chi vuole un’Europa che non costruisca muri né basi militari, ma ponti di cooperazione e solidarietà, l’appuntamento è sabato 21 giugno all’Aia. Per un altro mondo possibile. Per un’altra Europa necessaria. Per saperne di più “Counter-Summit for Peace and Justice“, all’Aja Qui trovate il programma (cliccate le varie sezioni per espanderle) https://thehaguepeace.org/tegentopcoalitie/en/programme/       Peacelink Telematica per la Pace
21 giugno a Porta San Paolo: insieme fermiamo la follia della guerra
NO GUERRA, RIARMO, GENOCIDIO, AUTORITARISMO STOP REARM EUROPE Stiamo vivendo in un incubo, ogni ora peggiore. Siamo sull’orlo dell’intervento diretto degli Usa nella guerra scatenata da Israele contro l’Iran. In Iran e in Israele, la popolazione civile è sotto le bombe. E intanto si scopre che l’Agenzia Internazionale AIEA non aveva mai detto che l’Iran stesse costruendo armi nucleari. A Gaza l’esercito israeliano ha fatto 144 morti e 560 feriti in un solo giorno, e l’esercito israeliano continua a fare strage fra chi è in fila per il pane. A Kiev una notte di bombardamenti ha fatto 21 vittime. Il mondo intero è con il fiato sospeso. In Europa, il cancelliere tedesco Merz ha dichiarato che “Israele sta facendo il lavoro sporco per noi”. Il Parlamento Europeo approva la possibilità di usare i fondi del PNRR per le armi. Il governo italiano vuole istituire una riserva militare di 10.000 persone addestrate e pronte a combattere. La prossima settimana, la NATO imporrà ai paesi europei di spendere il 5% del PIL in armamenti, e di militarizzare la scuola, la formazione, l’economia e la società. Noi uniamo le forze contro questa follia. E’ dalla guerra, dall’ingiustizia, dallo sfruttamento che dobbiamo difenderci, non da altri popoli o da altri paesi. Vogliamo vivere in pace, nei diritti, nella democrazia. Vogliamo una Europa, una Italia, una società e una economia disarmata, fuori dalla logica dei blocchi militari, vogliamo il disarmo. I conflitti vanno risolti con la politica, la diplomazia, il diritto internazionale. Sabato 21 giugno a Roma da Porta San Paolo al Colosseo Sabato uniremo con convinzione e passione le nostre diverse lotte, le nostre diverse culture, identità, appartenenze. Solo insieme possiamo alzare una barriera efficace contro la guerra, il riarmo, il genocidio, l’autoritarismo. Solo insieme possiamo superare la paura, sconfiggere la rassegnazione, costruire uno spazio accogliente che possa accogliere ogni persona che non sopporta più di vivere in questo mondo ingiusto, crudele e sbagliato. Il 21 giugno è solo l’inizio, di un percorso e una lotta comune e necessaria. La manifestazione è promossa dai promotori italiani dell’appello europeo Stop Rearm Europe: Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Arci, Attac Italia, Transform Italia e ad oggi conta 469 adesioni di organizzazioni sociali, sindacali e politiche. Trasporti I mezzi di trasporto organizzati con il contributo delle organizzazioni aderenti e delle persone partecipanti per arrivare alla manifestazione da tutta Italia non bastano a soddisfare le richieste di partecipazione, che aumentano di ora in ora. Chiediamo a ciascuna persona, a ciascun collettivo di fare il possibile e l’impossibile, per arrivare comunque a Roma. Ne va della vita e del nostro futuro. Il corteo partirà da Porta San Paolo (Piazzale Ostiense) alle ore 14:00. Il concentramento è facilmente raggiungibile dalle due stazioni principali (Termini e Tiburtina) con collegamento diretto attraverso la Metro B (direzione Laurentina, fermata Piramide). I pullman possono sostare per lo scarico dei passeggeri in via Marco Polo, nei pressi di Porta San Paolo. Per l’accesso in città dei pullman è previsto il ticket di ingresso turistico. Una volta finita la manifestazione sarà possibile raggiungere i pullman tramite la linea B della Metro (Circo Massimo la fermata che rimarrà aperta per il deflusso) e raggiungere il parcheggio stabilito con il vettore. Il percorso e la composizione del corteo Il percorso si snoderà lungo via della Piramide Cestia, Piazza Albania, Viale Aventino, Piazza di Porta Capena, Via di San Gregorio e arriverà al Colosseo – Via Clelio Cibenna – angolo via Claudia. Il corteo sarà aperto da un grande camion attrezzato, da due striscioni del comitato promotore e da due grandi bandieroni della pace e della Palestina. Lungo il corteo, saranno posizionati altri camion attrezzati con amplificazione. Uno di questi sarà un media center organizzato dalla Rete No Bavaglio che curerà le riprese, la diretta e i collegamenti con radio e media locali. Tra gli aderenti ci sarà anche Disability Pride Italia, una realtà che promuove i diritti civili delle persone con disabilità e ne persegue la piena inclusione sociale, e che contribuirà a rendere il corteo più accessibile e inclusivo. Gli interventi durante il corteo saranno tradotti in LIS (Lingua dei Segni Italiana) e saranno disponibili mezzi con posti a sedere per persone con mobilità ridotta. Die-in al Colosseo All’arrivo al Colosseo, le amplificazioni trasmetteranno un audio di 4 minuti. Viene da Gaza, è il rumore delle bombe su Gaza registrato dall’ingegnere del suono palestinese Oussama Rima. E’ stato montato, e ci è stato regalato, dalla campagna catalana Unsilence Gaza – coordinata da NOVACT, nostri alleati nella campagna europea Stop Rearm Europe. NOVACT. Ci hanno regalato l’audio mandandoci questo messaggio: “La campagna Unsilence Gaza é nata per denunciare un doppio silenzio: il silenziamento della popolazione palestinese che soffre un genocidio e il silenzio del potere. Già Hanna Arendt denunciava che i peggiori orrori dell’umanità non sono stati tanto colpa delle minoranze che li hanno fatti ma dalle maggioranze che sono rimaste silenziose, che hanno preferito non fare niente, e così i nostri governi, complici”. Al suono delle bombe, la manifestazione diventerà un gigantesco die-in. Chiediamo a tutti e tutte di portare con sé un lenzuolo, possibilmente bianco, o qualcosa per sdraiarsi per terra. Interventi Gli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni sociali, sindacali e politiche aderenti si svolgeranno dal camion di apertura, sin da Piazzale Ostiense e lungo tutto il percorso del corteo. Saranno mandati in diretta su social e media, e registrati. Al Colosseo, alla fine del corteo e dopo il die-in, il camion di apertura ospiterà alcuni brevi interventi: Stefania N’Kombo, Clara Archibugi, Rosa Lella a nome del comitato promotore-organizzatore, Katerina Anastasiou, co- coordinatrice della campagna europea Stop Re-Arm Europe, in collegamento dal contro-vertice a L’Aja Omar Suleiman, rappresentante della Comunità Palestinese di Napoli e della Campania Parisa Nazari, attivista iraniana di Donna Vita Libertà Italia, Francesca Fornario, giornalista attivista. Il coordinamento del palco sarà fatto da Rete No Bavaglio. Invito alla sottoscrizione per la manifestazione In ultimo, grazie Grazie a chi ha aderito, grazie a chi parteciperà, grazie a chi sta aiutando la partecipazione, l’organizzazione, la logistica. Grazie a tutti coloro che stanno amplificando la nostra comunicazione. Grazie alle personalità che hanno aderito e ci hanno aiutato con video-appelli alla partecipazione, fra cui il premio Nobel Giorgio Parisi. Grazie agli artisti e alle artiste che ci hanno regalato loro opere per aiutare la mobilitazione. Solo insieme possiamo farcela. E ce la faremo. Ci vediamo in piazza sabato, Porta San Paolo Roma. Il comitato organizzatore Redazione Italia
10, 100, 1000 piazze per la pace
Donne per la pace e per un futuro senza violenza Il 26 giugno saremo in ogni territorio con una mobilitazione diffusa per amplificare voci che si oppongono alla guerra, per creare spazi di confronto, pensiero e azione. Perché la pace non è un’utopia lontana, né un fatto privato o diplomatico. La pace è una pratica collettiva, un atto politico quotidiano, un bene comune da costruire insieme – qui e ora. Siamo donne attive in molte città italiane, da nord a sud, impegnate nei movimenti per la pace, il disarmo, la giustizia sociale e ambientale. Da questo impegno condiviso nasce uno spazio politico autonomo e femminista che intreccia territori, saperi e pratiche di resistenza alla guerra e alla cultura della violenza. Una trama plurale, in divenire, radicata nei luoghi e capace di visione, che riconosce nell’esperienza delle donne – nei corpi che si mettono in gioco, nelle parole che si sottraggono alla retorica del nemico e ai linguaggi del patriarcato – una forza di trasformazione. Viviamo un tempo in cui la guerra viene normalizzata, giustificata, persino celebrata. La violenza bellica è tornata a essere linguaggio ufficiale delle relazioni internazionali, strumento di potere, fondamento dell’economia globale. Ogni giorno nella Palestina sotto occupazione e assedio siamo di fronte a ciò che Stéphanie Latte Abdallah ha definito futuricidio: la distruzione sistematica di esseri umani, delle condizioni minime per vivere, immaginare un domani, tramandare memoria e speranza. Ogni giorno assistiamo alla devastazione di vite e territori provocata dall’invasione russa dell’Ucraina, (dal recente attacco all’Iran, ndr), così come al protrarsi di conflitti dimenticati in Sudan, Congo, Siria, Yemen, Myanmar e in molte altre aree del mondo. Guerre diverse, ma con radici comuni: una politica fondata sul dominio, sullo sfruttamento delle risorse e sull’indifferenza verso la vita umana e del pianeta. A questa logica opponiamo pensiero e pratiche di pace. Rifiutiamo la semplificazione binaria dell’amico/nemico, la retorica dell’intervento armato, l’idea che la pace possa essere imposta con le armi. La guerra non è un’eccezione: è un dispositivo strutturale di potere, parte integrante di un sistema economico e politico che trae profitto dal disastro e dalla paura. «La forza è ciò che fa di chiunque le sia sottomesso una cosa», scriveva Simone Weil, e questo processo di spossessamento, che colpisce i corpi e le vite lo vediamo accadere ogni giorno, in ogni area di guerra, ma anche nelle nostre città, dove il linguaggio bellico invade la politica, l’informazione, la scuola, la cultura. Denunciamo l’ideologia della forza, la militarizzazione delle istituzioni, l’espansione dell’industria bellica, l’asservimento della politica estera e dei media a una narrazione che semplifica, censura, distorce. Come sosteneva María Zambrano, infatti, può dirsi veramente umana solo una politica capace di ascoltare il pianto. Una politica che non rimuove il dolore, che non sacrifica le vite in nome della patria o della sicurezza, ma che sceglie la responsabilità, la cura, la giustizia. In questa oscurità, come spazio di donne in relazione e costruzione collettiva, cercheremo di ascoltare, interrogare, dissentire, riaprire le domande che la guerra tenta sempre di soffocare, a partire dalla convinzione che sia necessario un impegno per una trasformazione profonda, per smilitarizzare la società e le menti, per ridare senso alla convivenza. La data del 26 giugno è stata scelta per rientrare nella settimana di mobilitazione europea indetta da Stop ReArm Europe A Palermo l’appuntamento è Giovedì 26 a piazza Massimo, ore 18/20. Redazione Palermo
Stop Rearm Europe: superate l 440 adesioni al corteo del 21 Giugno
Abbiamo superato le 440 adesioni al corteo che il 21 giugno partirà da Piazzale Ostiense alle 14:00 per finire al Colosseo. E cresce di ora in ora la partecipazione, da tutta Italia e da Roma. Siamo una marea di persone e organizzazioni che da sempre e ogni giorno lottano per disarmare il nostro Paese, l’Europa e il mondo, per fermare tutte le guerre e i conflitti, le occupazioni, le ingiustizie, lo sfruttamento, il patriarcato, la repressione, per la democrazia, il lavoro, i diritti, la giustizia sociale e climatica e la pace. Ciascuno a suo modo, ciascuno con i suoi strumenti. Ma questo è un momento troppo tragico e pericoloso. E per fermare i mostri della guerra, del genocidio, del riarmo, dell’autoritarismo, per impedire la guerra globale abbiamo bisogno di unire le forze, mettere insieme ciò che ci unisce, riconoscerci gli uni con gli altri e lottare insieme. Lo stiamo facendo, e ogni giorno si aggiunge un tassello. Nei giorni scorsi il cardinale Matteo Zuppi, nella sua introduzione alla sessione straordinaria del Consiglio Episcopale permanente della CEI, ha ribadito il “no” della Chiesa Cattolica a tutti i livelli al piano Rearm Europe. Una presa di posizione molto importante, per la nostra lotta. Sempre ieri, il movimento delle donne iraniane “Donna Vita Libertà” ha annunciato la sua partecipazione al nostro corteo per dire che la guerra di Israele all’Iran non è in loro nome. Lo grideremo insieme in piazza, il loro “not in my name” è anche il nostro. Dalla campagna Unsilence Gaza di Barcellona, che fa parte della campagna europea Stop Rearm Europe di cui la nostra convergenza ne è una componente, ci è arrivato un audio di 4 minuti, registrato da un ingegnere del suono palestinese, con il rumore delle bombe su Gaza. E su quel suono, al Colosseo faremo un gigantesco die-in sdraiandoci a terra. La Rete No Bavaglio per la libera informazione realizzerà durante la manifestazione un media center itinerante, che fornirà la diretta del corteo, in collegamento con radio, media e social. Artisti e artiste ci stanno regalando loro opere per aiutare la comunicazione per la manifestazione. Non c’è lo spazio per nominare tutte le adesioni, le collaborazioni, tutto l’impegno che sta costruendo questa coalizione. E’ un’impresa collettiva, partecipata, dal basso. La nostra coalizione è dall’inizio aperta a chi si riconosce nei suoi contenuti, nel metodo, negli obiettivi. Ma la convergenza è una libera scelta responsabile, e ovviamente non può essere imposta a nessuno. Sabato a Roma ci sarà anche un altro corteo, frutto di un percorso diverso, che esprime una differente sensibilità e collocazione. E’ una decisione che rispettiamo. E in ogni caso, il 21 giugno a Roma si alzeranno forti tante voci contro la guerra, il riarmo e la guerra. Lo stesso accadrà in altre parti d’Europa, nelle iniziative legate alla campagna Stop Rearm Europe. Lo stesso sta accadendo in questo periodo in tante mobilitazioni sociali, politiche e sindacali, dalle iniziative territoriali contro la guerra a quelle per Gaza, dagli scioperi sindacali agli embarghi contro le armi dei portuali in Europa e in Italia. Sono tutte espressioni, anche diverse, di una lotta necessaria in questi giorni drammatici e nella prossima fase. Fermiamo la guerra, il riarmo, il genocidio e l’autoritarismo. Fermiamo Israele e la guerra mondiale. Il corteo del 21 giugno è solo l’inizio di un percorso lungo che faremo insieme per fare da argine collettivo alla follia di questo mondo ingiusto e sbagliato. Ci vediamo a Porta S. Paolo il 21 giugno alle ore 14 Redazione Italia
Fermiamo la guerra globale, verso il 21 giugno tutta la mobilitazione possibile
E’ SEMPRE PIU’ GUERRA Israele ha attaccato anche l’Iran, compiendo una ennesima e intollerabile violazione della legalità internazionale. Con l’attacco israeliano e la risposta iraniana si è aperto un nuovo tragico fronte di guerra. Il rischio di escalation è altissimo. La guerra può diventare globale. Grazie alla mobilitazione internazionale si sono aperte incrinature, tardive e timide ma significative, nel sostegno al genocidio a Gaza. E, mentre cresce lo sdegno e l’impegno dell’opinione pubblica internazionale per Gaza, Netanyahu con l’attacco all’Iran prova a ricomporre a suo favore il blocco occidentale. Sta trascinando il mondo in guerra. Sono ore drammatiche. E’ una deriva inaccettabile. Non si può stare a guardare. Abbiamo l’obbligo di fermare la guerra, va fermato il genocidio, il riarmo, vanno fermati il sistema e la cultura di guerra, la deriva autoritaria. Gli interessi economici e strategici dei Governi e dei poteri che scelgono il riarmo e la guerra sono contro l’umanità. Israele fa ciò che vuole perché Usa ed Europa glielo permettono: questa complicità deve finire. Alla guerra fra Israele e Iran va posto fine, ora. Si stanno svolgendo sit-in e manifestazioni promosse da diverse organizzazioni e reti. Invitiamo a realizzarli nella forma ‘verso la manifestazione nazionale del 21 giugno a Porta San Paolo, Roma’. E invitiamo tutti e tutte alla mobilitazione. IL 21 GIUGNO FACCIAMO DA ARGINE ALLA FOLLIA Questa tragica escalation è un motivo in più per fare il possibile, in tutti i territori, per garantire la massima partecipazione al corteo del 21 giugno. Il 21 giugno abbiamo la possibilità e il dovere di offrire insieme un punto di riferimento saldo e forte non solo agli attiviste e alle attiviste, ma alle tante persone che guardano con paura, orrore e preoccupazione ciò che sta accadendo, e a coloro che non si arrendono alla cultura e alla pratica della guerra sempre più pervasiva e devastante. Il 21 giugno abbiamo una occasione per alzare insieme la voce e dire che si sta varcando una soglia di non ritorno: questa follia va fermata, da chiunque abbia la possibilità e gli strumenti per opporsi all’orrore. Il 21 giugno è solo l’inizio: a casa non possiamo tornare, con il mondo che ci circonda. Questa coalizione raccoglie ormai più di 400 aderenti, continueremo insieme. prossima riunione: giovedì 19 giugno ore 15:00 a questo link: https://arci-it.zoom.us/j/87287145196?pwd=5bbW8f5x9fQ1bdlmkN6gfb8xYYsYNF.1 Vi invitiamo a riempire questo file condiviso (ancora assolutamente provvisorio, dove mancano ancora tantissime cose) per comunicare informazioni su pullman, posti in treno e altri mezzi di trasporto organizzati: https://docs.google.com/document/d/12OzQ6uu5gAaPrABOEEjPN3rDh2SelbHijHn2ne72yCE/edit?tab=t.0 Per inserire le informazioni sul documento condiviso inviate la richiesta per modificare il file: aprite  il file e cliccate su “Richiedi accesso in modifica” Redazione Italia
Il 21 giugno una grande manifestazione a Roma contro il riarmo – anzi, forse due
Dal 24 al 26 giugno 2025 si terrà in Olanda il prossimo vertice NATO, che punta sul rafforzamento bellico dell’Alleanza, mentre il 21 giugno, alla vigilia, si terranno due contromanifestazioni, una a L’Aia, sede del vertice, l’altra in solidarietà a Roma. Anzi, nella capitale si rischia che ci siano due contromanifestazioni lo stesso giorno alla stessa ora sullo stesso tema: NO alla corsa al riarmo – la solita sinistra che si spacca, si direbbe. Anche se ora sembra che questa eventualità si possa scongiurare. Infatti, Potere al Popolo (PaP) ha annunciato una manifestazione No Riarmo a Roma per il 21/6 in una assemblea pubblica del 13 aprile e ha dato subito il preavviso in Questura.  La formazione Stop Rearm Europe in Italia, invece, ha annunciato il 5 maggio una propria manifestazione a Roma (che era già nell’aria da tempo, tuttavia) e ha lanciato una sua pagina web in questi giorni. Per scongiurare la sovrapposizione di due manifestazioni, all’assemblea PaP, aperta al pubblico, tenutasi sabato scorso (24/5) a Roma al Cinema Aquila, molti partecipanti hanno chiesto al partito di rinunciare alla propria iniziativa e di unire le forze in campo. (Il video dell’assemblea appare sulla pagina Facebook di Potere al Popolo). Michela  Arricale (Giuristi Democratici e PaP) ha esortato la sala stracolma a “fare uno sforzo [per ottenere] un tavolo di confronto sui nodi principali…  puntiamo su una piazza, ma ognuno con le proprie rivendicazioni.  Dividiamo il palco, ma non dividiamo le piazze.” Anche esponenti di altre formazioni della sinistra hanno perorato la causa dell’unità. Walter Tucci del PCI ha chiesto di “trovare due o tre punti di convergenza che consentano una mobilitazione unitaria.”  Franco Russo di Rifondazione Comunista ha poi aggiunto che “La nostra piattaforma non verrà capito dal popolo se noi andiamo da soli in un corteo separato”.  Ugo Mattei, di Generazioni Future, ha ricordato alla platea che nella guerra di liberazione, i partigiani comunisti hanno lottato insieme a forze politiche anche molto diverse da loro. Alla fine, Giorgio Cremaschi, capofila dello schieramento più intransigente, ha riconosciuto che sarebbe “meglio se ci fosse una sola manifestazione… ma,” ha aggiunto, “a patto che siamo tutti d’accordo per dire: 1. No ad ogni genocidio e sì alla rottura delle relazioni con Israele; 2. No ad ogni riarmo, sia nazionale, sia della NATO, sia dell’UE; 3. No alle politiche economiche liberiste.” Il rappresentante di ARCI (che fa parte della campagna Stop Rearm Europe) ha poi teso un ramoscello d’ulivo prospettando l’eventualità di un solo corteo con due piattaforme diverse. Ci sarà un’intesa tra le due formazioni anche per determinare chi sarà sul palco?  Lo sapremo nei prossimi giorni; già PaP parla, in un  editoriale su  Contropiano , di andare “nelle prossime settimane a verificare le varie possibilità.” Intanto il Coordinamento Nazionale No Nato ha diramato sul suo sito un appello a Potere al Popolo e ai promotori della campagna Stop Rearm Europe, che viene riportato di seguito: 21 giugno a Roma: serve un corteo unitario! La spirale della Terza Guerra Mondiale può e deve essere fermata solo attraverso una decisa e continua lotta contro la partecipazione del nostro Paese ai conflitti in corso, contro il sostegno allo Stato sionista d’Israele, deciso più che mai a continuare lo sterminio del popolo palestinese, contro le politiche di riarmo dell’UE e della NATO. Negli scorsi mesi c’è stata un’ampia e sana reazione popolare e di forze politiche, sociali, sindacali alle politiche guerrafondaie che il governo Meloni promuove al soldo degli USA e dei vertici UE. Una reazione che ha vissuto nelle centinaia di iniziative di base diffuse nel Paese in ogni città e provincia, nelle mobilitazioni di piazza e presidi, nella giornata del 5 aprile a Roma promossa dal M5S, che ha visto una partecipazione popolare ampia e variegata, il 12 aprile a Milano in solidarietà con il popolo palestinese, che ha visto 50.000 persone in piazza, il 25 aprile in cui in molte città si è animata e sviluppata la contestazione ai tentativi di delegittimare il 25 aprile legittimando lo sterminio a Gaza e l’invio di armi in Ucraina. Il prossimo 21 giugno a Roma sono state convocate due mobilitazioni nazionali: una, convocata da Potere al Popolo e altri organismi che hanno lanciato questa data a seguito dell’assemblea del 13 aprile scorso a Roma; l’altra, convocata dai promotori della campagna “Stop rearm Europe” che risponde ad un appello di numerosi organismi europei ed è stata lanciata pubblicamente in una riunione internazionale, partecipata da oltre 90 organismi, lo scorso 5 maggio. I firmatari di questo appello ritengono che due piazze per il prossimo 21 giugno a Roma siano inevitabilmente disgreganti e dispersive per l’ampio e diffuso fermento popolare che cerca un riferimento e momenti di lotta unitari per scendere in piazza contro la guerra: per questo una frammentazione sarebbe inaccettabile. Per questo motivo l’appello esplicito ai promotori delle due mobilitazioni è quello di dialogare e convergere per confluire in una piazza unica, che raccolga e valorizzi il malcontento e la volontà di protesta e riscossa di larga parte della popolazione del nostro Paese. Una piazza unica, plurale, in cui ogni organismo possa portare i propri contenuti, bandiere, simboli e slogan al fine di rilanciare ulteriormente la lotta per fermare la Terza Guerra Mondiale in tutte le forme in cui si manifesta! Per una mobilitazione popolare, unitaria e di riscossa! Chiediamo a ogni organismo e singolo che intende sottoscrivere tale appello di farlo circolare e comunicare la propria adesione scrivendo a coordinamentonazionalenonato@proton.me Firmatari: Coordinamento Nazionale No Nato Brigate Verdi Generazioni Future Resistenza Radicale – azione nonviolenta Tavolo Uniti contro la guerra – Napoli Patrizia Morciano – Lecce AsSUR – Associazione Scuola Università e Ricerca Roberto Villani – Direzione nazionale PRC, Comitato Politico Nazionale PRC Coordinamento della Marcia della Pace Tivoli Guidonia Coordinamento per la Pace Milano Peacelink Rete No War Collettivo Millepiani Arezzo ANVUI Elena Coccia, Avvocatessa, Napoli La Fucina per la Nonviolenza – Firenze Francesca Anna Perri, medico emergentista (Sanitari per Gaza Nazionale) Aldo Infantino , Angelo Giacomazzi, Antonella Pedrini, Giuseppe Lobascio, Maria Guido (Sanitari per Gaza Veneto) Matteo Rosellini, RSA USB Worsp di Pisa Marco Lenzoni RSU/RLS coordinamento regionale USB-Sanità Toscana Roberta Leoni, insegnante Fulvio Grimaldi, giornalista Sandra Paganini Sinistra Libertaria Movimento Login Rete Mobilitazione Globale Pace Giuseppe Felici Rosario Marra Patrick Boylan
Dl Sicurezza: Stop Rearm Europe, il 31/05 in piazza per democrazia
Tappa mobilitazione verso il 21/06 per Gaza, contro autoritarismo e militarizzazione. Domani, sabato 31 maggio, a Roma, parteciperemo alla manifestazione nazionale contro il Decreto legge Sicurezza con lo striscione ‘Verso il 21 giugno, Stop Rearm Europe, Per Gaza – No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo’ perché autoritarismo e militarizzazione si alimentano a vicenda, in quanto aspetti delle stesse politiche liberticide. Con il dl Sicurezza in Italia si rischia una deriva antidemocratica, in quanto, come segnalato dal Consiglio d’Europa, questo provvedimento limita i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica, e, come rilevato dalle Nazioni Unite, lede i diritti umani. Dobbiamo tutelare i diritti civili e scongiurare la criminalizzazione del dissenso e del conflitto sociale. Il corteo del 31/05 è una tappa fondamentale della mobilitazione verso la manifestazione nazionale ‘No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo’, che si terrà il prossimo 21 giugno a Roma alle ore 14 a Porta San Paolo (Piazzale Ostiense) e che in Italia ha già raccolto oltre 300 adesioni di reti, gruppi, organizzazioni politiche e sociali, arrivando fino ad oltre 1.500 sigle in Europa. Per chi il 31/05 vorrà unirsi allo spezzone ‘Stop Rearm Europe’, l’appuntamento è alle ore 13:30 all’Hotel Napoleon, a Piazza Vittorio, 105”. Lo dichiarano i promotori italiani della Campagna europea “Stop Rearm Europe” (https://stoprearm.org/), Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac, Transform Italia). . Redazione Italia