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Consegnate le firme per l’adesione del Comune di Cagliari al boicotaggio di aziende e istituzioni israeliane
Ieri, martedì 20 maggio, abbiamo consegnato 1029 firme che cittadini e cittadine di Cagliari hanno apposto alla petizione popolare che chiede all’amministrazione comunale di dare concretezza alle proprie dichiarazioni aderendo al boicottaggio di aziende e istituzioni israeliane coinvolte nella violazione dei diritti umani nella Palestina occupata. Se le condanne delle condotte genocidarie del regime sionista possono essere importanti sul piano simbolico – soprattutto se consideriamo che abbiamo dovuto assistere a ben più di 18 mesi di orrore prima di vedere timide prese di posizione – queste non bastano certo a scardinare un sistema di oppressione che si alimenta di rapporti commerciali e culturali che gli consentono prosperare sulle terre rubate ai e alle palestinesi. Sono invece necessari atti concreti che portino all’isolamento e alla messa in crisi dell’economia di questo sistema di oppressione, proprio come fu per il Sudafrica negli anni ’80. Il nostro è un comune di medie dimensioni, ma se queste iniziative si moltiplicassero avrebbero un impatto importante. Cittadini e cittadine di Cagliari hanno chiaramente espresso la propria volontà di vedere la nostra città diventare un esempio da seguire e metterla dalla parte giusta della storia. Ci auguriamo che l’amministrazione comunale ascolti le nostre voci e si decida a far seguire alle parole i fatti, cosciente del fatto che alcune situazioni richiedono una presa di posizione radicale e senza compromessi. Claudia Ortu – Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina Redazione Cagliari
A Cagliari, giornata di mobilitazione contro le esercitazioni militari Joint Stars in Sardegna, la propaganda bellica e in solidarietà con la Palestina.
Straordinaria giornata di mobilitazione, ieri sabato 10 maggio, contro le esercitazioni militari in programma con la Joint Stars e la sporca propaganda bellica degli screening pediatrici gratuiti sulla Nave Trieste della Marina Militare ancorata al porto di Cagliari. Scrive su L’Unione Sarda del 10/05/2025, il giornalista Luca Neri: «Una giornata di screening gratuiti per i bambini delle quarte elementari del territorio. Questa volta non succede in un ospedale dell’Isola, ma a bordo della nave Trieste, la più grande imbarcazione costruita per la Marina militare dal Dopoguerra, a Cagliari per l’esercitazione Joint Stars 2025. Quasi 200 i giovanissimi che hanno potuto beneficiare dell’iniziativa, con controlli pediatrici di diversa tipologia, da quelli endocrinologici a quelli oculistici, passando per quelli odontoiatrici e posturologici, grazie anche alle importanti strumentazioni presenti all’interno della nave. Solo una parte delle tantissime richieste arrivate, circa 1000, che hanno reso necessario una distribuzione delle disponibilità tra le diverse scuole della zona. Una collaborazione, quella con le Forze Armate, che l’assessore regionale della Sanità, Armando Bartolazzi, definisce «costante», aprendo anche alla possibilità di nuove iniziative di questo tipo». Questa collaborazione ufficiale, e pure conclamata dall’assessore regionalità alla Sanità, suona come una presa in giro nei confronti della popolazione dell’Isola mentre la sanità pubblica è al collasso; una sponsorizzazione indebita della propaganda bellicista in una terra, quella sarda, martoriata da servitù militari e fabbrica di bombe, come la RWM e dal progetto di nuova colonizzazione energetica. La vigilia Giornata straordinaria, per il numero di manifestazioni e la creatività dei partecipanti. Iniziata la sera precedente con il corteo funebre sotto i portici di Via Roma e con una veglia organizzata sotto il Palazzo del Consiglio Regionale dal “Presidio permanente del Popolo Sardo” di Oristano . Nella notte l’affissione di uno striscione all’ingresso della Fondazione Berlinguer in via Emilia: «FIRMATE IL PATROCINIO E NASCONDETE LA MANO. PD, AVS, Progressisti, Sinistra Futura, Orizzonte Comune, complici dell’occupazione militare. A Foras sa Joint Stars!». Veglia sotto il Palazzo del Consiglio Regionale – foto Youtube Il mattino Al mattino un gommone con issate le bandiere dei Quattro Mori, che voleva uscire dal porto per raggiungere la spiaggia di Calamosca, è stato subito fermato e le persone a bordo identificate. Scrive nella sua pagina facebook l’avvocato Michele Zuddas, che era a bordo del gommone: «Quell’identificazione, quel momento assurdo durato più di un’ora, ha avuto il sapore amaro della repressione sottile. Non urlata, non gridata… ma insinuata, insinuante. Come se fossimo ospiti indesiderati nelle nostre acque. Come se la nostra identità, oggi, fosse un problema. A pochi metri da noi, nel cuore del Golfo degli Angeli, dominava la scena una portaerei. Simbolo mastodontico dell’operazione militare Joint Stars 2025, la più grande esercitazione bellica d’Italia. Un’intera isola trasformata in teatro di guerra. Cieli chiusi, strade militarizzate, porti occupati. E intanto a noi, cittadini sardi e pacifici, si chiede di giustificare una bandiera. Mentre la guerra sfila in parata e si traveste da beneficenza, le voci libere vengono osservate con sospetto». Intorno alle 10:00 del mattino, nella piazza dedicata alle vittime della MOBY DICH, la manifestazione indetta dalle associazioni CSS (Confederazione Sindacale Sarda), Assotziu consumadoris, Sardegna Pulita, con interventi, canzoni contro la guerra e l’installazione di una tenda per gli screening psichiatrici per il personale militare. Sportello sanitario gratuito per militari – foto facebook Di seguito, davanti al porto, il “Presidio Permanente del Popolo Sardo” ha dato via al corteo funebre, con medici e paramedici in camice bianco e numerose donne vestite in nero recanti ciascuna una foto dei bambini e delle bambine massacrati a Gaza. Un gruppo di esse in mezzo ad alcune bare bianche cantava S’attititu, il lamento funebre tradizionale, in questo caso davvero straziante. Raffigurazione straordinaria del crimine perpetuato contro il personale sanitario massacrato a Gaza e le migliaia di bambine e bambin uccisi.  Più delle parole, parlano le immagini. Donne vestite a lutto con immagini di bambini e bambine di Gaza – foto Youtube Striscioni molto eloquenti: «Ci aprono le navi da guerra e ci chiudono i pronto soccorso»; «Mentre la sanità cade a pezzi, voi patrocinate la propaganda delle armi»; «La propaganda delle armi non cura i bambini…li uccide». Dal pomeriggio alla sera Dalle 16:00 del pomeriggio, il raduno in Piazza Costituzione, davanti al Bastione Saint Remy. Intorno alle 17:00 parte il corteo contro le esercitazioni militari e per la Palestina, organizzato dal “Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina”, con diverse centinaia di cittadini e cittadine, con bandiere della Palestina in primo piano. All’arrivo in piazza Matteotti, davanti al Porto in cui ormeggia la Nave Trieste, prima che iniziassero gli interventi, la polizia in assetto antisommossa ha impedito a colpi di manganellate l’accesso al porto a un gruppo di manifestanti. Polizia schierata in assetto antisommossa – foto di Arianna Rasano Tornata la calma, la manifestazione ha proseguito con interventi di alcune operatrici sanitarie, l’infermiera Teresa Concu e la dottoressa Claudia Zuncheddu, che hanno espresso un giudizio critico su un’operazione di propaganda subdola di aiuto “caritatevole” (Joint Stars Charity) espletato su una nave da guerra, quando la salute è un diritto pubblico e universale sancito dalla Costituzione. Diritto in realtà  negato a causa della riduzione della spesa pubblica per la sanità, con tagli di posti letto, di personale, chiusura o depotenziamento dei piccoli ospedali periferici, mentre si decide l’incremento delle spese militari, si continuano a inviare armi a Israele che continua a massacrare le bambine e i bambini nella Sriscia di Gaza. Piazza Matteotti, la parola alle operatrici sanitarie – foto di Pierpaolo Loi L’intervento appassionato di Fawzi Ismail presidente dell’associazione “Amicizia Sardegna Palestina” ha messo l’accento sul fatto che la guerra di distruzione di Gaza e della Palestina non è iniziata il 7 Ottobre 2023, ma è il progetto sionista, che nasce ben prima della Shoah, di occupazione della Palestina e di espulsione dei palestinesi dalla propria terra. I palestinesi, a Gaza e in Cisgiordania, continueranno a resistere, nonostante il mondo resti a guardare senza nulla fare per fermare il genocidio in atto. Un discorso denso e ben articolato difficile da sintetizzare, che ha riscosso l’approvazione delle persone presenti in piazza al grido di Palestina libera! Giovani artiste contro le esercitazioni militari e per la Palestina – foto di Pierpaolo Loi La manifestazione è andata avanti fino alle ore 21:00 con interventi di artisti con la loro musica e le loro canzoni in solidarietà ap popolo palestinese. Pierpaolo Loi
Cagliari, 10 Maggio: Scendiamo in piazza, fermiamo le esercitazioni militari nella nostra terra
Pubblichiamo integralmente il comunicato del “Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina” sulla manifestazione che si terrà a Cagliari il 10 maggio. 10 MAGGIO: SCENDIAMO IN PIAZZA! Il Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina chiama alla mobilitazione popolare: fermiamo le esercitazioni militari in corso nella nostra terra! Non possiamo restare in silenzio mentre l’Italia si rende complice del genocidio in Palestina, partecipando attivamente alla guerra imperialista e alla corsa globale agli armamenti. Lottiamo contro chi occupa militarmente le nostre terre e i nostri mari per testare armi destinate a massacrare popolazioni nei conflitti di oggi e di domani. NESSUNA BASE PER LE VOSTRE GUERRE! Ci opponiamo al piano di riarmo dell’Unione Europea, che arricchisce chi produce strumenti di morte mentre le nostre paghe e pensioni diminuiscono, e si smantellano i servizi pubblici essenziali, a cominciare da scuole e ospedali. Scendere in piazza e lottare significa alzare la voce e spezzare ogni ambiguità, per non permettere a chi fomenta la guerra di trascinarci, senza la minima opposizione, in un conflitto senza ritorno. NON UN EURO PER IL RIARMO! Resistiamo a chi vuole farci pagare il prezzo di guerre che affamano i popoli che le subiscono mentre a noi tolgono la sanità, la scuola e l’università pubbliche trasformando questi diritti in privilegi. Resistiamo alla propaganda bellica diffusa in scuole, università e nei vecchi e nuovi mezzi di informazione. Resistiamo all’ideologia sionista che si insinua nei centri culturali per far sembrare normale ciò che accade in Palestina. Resistiamo a chi depreda la nostra terra, espropriandola e sfruttandola in nome del profitto. Resistiamo alla repressione e alle derive autoritarie di un potere che criminalizza le lotte più efficaci e prova a soffocare ogni voce dissenziente, oggi più che mai con l’ultimo DL sicurezza. Siamo al fianco della resistenza palestinese e degli altri popoli in lotta, contro il genocidio, contro il colonialismo israeliano che continua – impunito – a rubare terra, identità e memoria, per l’autodeterminazione dei popoli. CONTRO IL MASSACRO DEI POPOLI! CONTRO L’ESCALATION VERSO UNA GUERRA GENERALIZZATA, SPINTA DA NATO E UE FUORI L’ITALIA DALLA NATO, FUORI LA NATO DALLA SARDEGNA! PER LA LIBERTÀ DELLA PALESTINA! Redazione Sardigna