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Il presidio giornaliero per la Palestina a Cagliari: ne parliamo con Vania Erby, portavoce del Comitato “Can’t stay silent”
Ho incontrato per la prima volta Vania Erby in occasione della manifestazione del Movimento spontaneo per la Palestina “Can’t stay silent”-La corsa dell’indignazione, avendo ricevuto il comunicato stampa con il quale veniva annunciata per il 5 settembre 2025; comunicato pubblicato da pressenza il 2 settembre. Ingegnere, libera professionista in tematiche ambientali, coltiva la passione per lo sport, la corsa in montagna; inoltre, è attivista ambientale e per i diritti umani. Anima e portavoce del movimento. Da dove nasce il tuo impegno per la Palestina e come è sorto il movimento “Can’t stay silent” che quest’estate, a più riprese, ha riempito le strade di Cagliari di migliaia di persone? Ti ringrazio per questa domanda che mi consente di pormi interrogativi importanti. L’impegno civile nasce sempre dal desiderio di vivere in un mondo “ideale” nel quale diritti e doveri dovrebbero essere realmente uguali per tutti, dove la libertà degli individui non dovrebbe essere messa in discussione e dove il diritto alla vita non dovrebbe essere mai violato. L’impegno, per formazione personale, nasce decine di anni fa in relazione a tematiche ambientali, oramai però le evidenze della storia attuale ci raccontano che non è possibile separare le lotte sulla questione climatica dalle lotte per i diritti degli individui. L’impegno civile credo sia una questione di ideali, coscienza, valori e giustizia, valori che si sente la necessità di condividere con i nostri simili. L’obiettivo delle lotte è sempre quello di tutelare il bene comune ed è questo il concetto che le supporta tutte. Negli scorsi mesi le evidenze, visibili in mondo visione, delle atrocità commesse nella striscia di Gaza dal governo israeliano e dallo stato di apartheid, le violazioni dei diritti civili in Cisgiordania, sono stati gli elementi trainanti che hanno smosso le coscienze. Credo che il movimento “Can’t stay silent” sia stato capace in qualche modo di accendere una miccia, di innescare una scintilla che ha permesso di infuocare il cuore dei cagliaritani e di farli scendere in massa nelle piazze della nostra città. Da movimento spontaneo “Can’t stay silent”-La corsa dell’indignazione (era il titolo dato alla prima manifestazione); si è poi trasformato in Comitato e ha collaborato con l’ “Associazione Amicizia Sardegna Palestina” e il “Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina”. Vuoi raccontarci le motivazioni di questo sviluppo. La risposta a questa domanda è semplice e unica: scendiamo in piazza per i diritti dei cittadini, per il diritto inviolabile di tutti i popoli alla libertà, ma scendiamo in loro rappresentanza e non credo sarebbe stato né giusto né possibile farlo senza le persone palestinesi, senza che loro fossero l’anima portante della protesta. L’unione di intenti porta sempre a cose grandi, come poi è accaduto. A Cagliari non ricordo a memoria manifestazioni così imponenti negli ultimi 30 anni. La forza della coesione fa proprio la differenza. L’ultima iniziativa del Comitato “Can’t stay silent”, di cui sei la portavoce, è il presidio quotidiano a Cagliari, in Piazza Yenne, che ha riscosso l’adesione di tante persone. In altre città italiane ci sono presidi periodici, per lo più settimanali, ma di giornalieri, oltre a quello di Cagliari, è conosciuto quello di Milano. Ti chiedo com’è stata la partecipazione (dal 31 ottobre ad oggi)? Dopo la manifestazione nella quale i sindacati si sono uniti, in cui a Roma sono scese in piazza 2 milioni di persone e a Cagliari, io credo, almeno 30.000, per gridare in pace “Palestina libera!”. Dopo che si è raggiunta il 10 ottobre una falsa tregua chiamata pace, gli animi delle persone in Sardegna, ma credo nel mondo intero, si sono riappacificati con quanto i governi occidentali ci hanno voluto far credere. Sappiamo bene però che tutto questo è un grande inganno, che la pace è un grande inganno perché non vera. Israele continua a portare avanti il suo piano genocida, a spostare la linea gialla, continua a radere al suolo le case dei palestinesi a distruggere infrastrutture che con le forti piogge hanno ridotto i campi tendati in un mare di acqua, hanno trasformato i campi in luoghi invivibili. Oggi, Israele sta sterminando il popolo palestinese.  In particolar modo uccide le bambine e i bambini palestinesi, soggetti preferiti di annientamento. Vania Erby (foto Facebook) Mi sono chiesta perché scegliesse prioritariamente i bambini e le bambine; credo che la risposta sia semplice e scontata. I bambini e le bambine rappresentano il futuro; rappresentano, da un lato la speranza di sopravvivenza e dall’altro, per gli israeliani, l’ostacolo alla conquista e al predominio assoluto in terra di Palestina. Oggi noi non ci stiamo, continuiamo a scendere in piazza per i diritti degli indifesi: di bambini donne e uomini che chiedono solo di vivere. Ogni giorno siamo e saremo in piazza Yenne a Cagliari dalle 19:00 alle 20:00 e invitiamo tutti quelli che condividono i nostri principi e la nostra sofferenza ad unirci a noi. Con oggi siamo in piazza da 30 giorni. Tante persone si sono unite a noi in questi 30 giorni, persone che come noi non riuscivano più a tenersi dentro al cuore la sofferenza per questo massacro, persone che hanno deciso che il silenzio non poteva continuare, perché oggi il silenzio uccide più di prima. Non poche persone si sono domandate perché non si è scesi in piazza anche per solidarizzare con le altre popolazioni che nel mondo subiscono guerre altrettanto crudeli, e di cui poco si parla; penso in particolare alle guerre nelle Afriche: Sudan, Mali, Repubblica Democratica del Congo, Sahara Occidentale che vede coinvolta la popolazione Sahrawi, ecc. Certamente, il silenzio uccide in molte parti del pianeta. Per questo abbiamo deciso che ci schieriamo con tutti i popoli che, nel nostro piccolo, vogliamo difendere con la nostra voce, quei popoli che gli stati sovrani hanno deciso di non difendere. Con il presidio di Milano c’è stato qualche contatto; si è creata una qualche sinergia? Le prospettive per il futuro? Fare rete è l’unica cosa che permetterà alla protesta di acquisire coscienza e forza. Circa 40 giorni fa vidi la foto su internet del presidio di Milano ed è lì che ho capito che quella era una buona strada per costruire consapevolezza e sviluppare azioni concrete di dissenso, creare un luogo di discussione, un luogo dove le proteste per i diritti umani violati potessero trovare casa. Sono entrata in contatto subito con la piazza di Milano e spesso ci sentiamo. L’unione fa la forza e non solo a parole. Grazie, Vania per questa tua testimonianza, per il tuo impegno personale e quello del Comitato “Can’t stay silent”, per il presidio quotidiano che animi in piazza Yenne, in solidarietà con la popolazione palestinese della Striscia di Gaza e della Cisgiordania occupata e con tutti i popoli, i diritti dei quali vengono calpestati.   Pierpaolo Loi
Cagliari: solidarietà e vicinanza alle 36 persone indagate nell’operazione “Maistrali”
Esprimiamo solidarietà e vicinanza alle 36 persone indagate nell’operazione “Maistrali”. La Questura di Cagliari continua ad usare l’accusa di “terrorismo” – mossa in questo caso contro 10 delle 36 persone indagate – per criminalizzare e reprimere le lotte contro la presenza militare in Sardegna, come già in passato con la tristemente nota operazione “Lince”. Accuse di terrorismo verso chi protesta mentre i governi imperialisti, Italia in testa, commettono genocidi e crimini di guerra in tutto il mondo. Mentre la NATO e l’Europa marciano a tappe serrate verso la guerra, i “terroristi” sarebbero coloro che si oppongono a questa vergogna. In Sardegna come in Palestina è “terrorista” chi cerca la giustizia e la liberazione, mentre “i buoni” sono gli eserciti e le aziende di armi anche quando violano la costituzione e le leggi dello Stato. A questo si aggiunga l’atteggiamento inaccettabile della stampa che in sprezzo a ogni considerazione deontologica pubblica nomi e cognomi delle persone indagate. La repressione non ci deve intimidire, stringiamoci intorno alle persone indagate, continuiamo a lottare! ⁠ Cagliari, 24 novembre 2024 Il Comitato Sardo di solidarietà con la Palestina e l’Associazione Amicizia Sardegna Palestina Redazione Cagliari
Il movimento di solidarietà con la Palestina in Sardegna si riorganizza e lancia i prossimi appuntamenti
La scorsa domenica 23 novembre, a Bauladu, persone provenienti da tutta la Sardegna si sono riunite in risposta alla chiamata del Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina e dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina per una discussione politica sulla situazione a Gaza e nel Territorio Palestinese Occupato, e sulle responsabilità del nostro popolo e della politica di fronte al genocidio del popolo palestinese. Erano presenti rappresentanti di forze politiche e sindacali e dei tanti comitati spontanei che negli ultimi due anni sono sorti in città e paesi come reazione di umanità e responsabilità nei confronti di un popolo che da decenni mantiene vivo e vitale il concetto di resistenza, anche per tutti e tutte noi. L’assemblea ha deciso di valorizzare le tante esperienze che hanno animato le nostre piazze dando al Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina una struttura fatti di nodi autonomi che metteranno in condivisione pratiche e analisi, per moltiplicare le iniziative e la sensibilizzazione rispetto alle azioni criminali del colonialismo israeliano. L’assemblea ha poi affrontato la questione delle responsabilità della politica rispetto al genocidio e ha sottolineato come questa abbia lasciato negli anni che il nostro territorio venisse utilizzato per facilitare Israele nel suo scopo di eliminazione del popolo palestinese. È stato evidenziato come le basi militari sarde siano da sempre aperte alle esercitazioni dell’esercito israeliano e come dalle nostre strade e porti partano strumenti di guerra che alimentano conflitti e distruzione. Particolare attenzione è stata dedicata alla fabbrica RWM nel Sulcis Iglesiente, che non solo produce ordigni esplosivi, ma ora, attraverso la collaborazione con l’azienda israeliana UVision, contribuisce alla realizzazione di droni killer, rafforzando la macchina da guerra israeliana e rendendo la Sardegna complice di crimini contro il popolo palestinese. L’assemblea ha deciso di intensificare la mobilitazione fino al 16 dicembre, data entro la quale la Giunta regionale dovrà esprimersi sulla concessione della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ex-post allo stabilimento RWM. Chiediamo che la Giunta neghi la VIA, dimostrando rispetto per la volontà del popolo sardo e solidarietà concreta con la Palestina. Chiamiamo quindi tutti e tutte a partecipare ai due importanti appuntamenti a dicembre. Il primo sarà un presidio giovedì 4 dicembre davanti palazzo della Giunta Regionale, in Viale Trento, 69, dalle 08:00 alle 20:00. Il secondo è invece una manifestazione sarda nel territorio di Domusnovas per sabato 13 dicembre. Inoltre, aderiamo allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali di base per il prossimo venerdì 28 novembre contro la finanziaria di guerra e per la libertà della Palestina e parteciperemo al corteo con partenza da piazza del Carmine alle 9.30. La Guerra parte da qui: fermiamola! Cagliari, 24 novembre 2025 Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina Associazione Amicizia Sardegna Palestina Redazione Sardigna
Assemblea Generale Sarda: blocchiamo la guerra, dalla Sardegna alla Palestina
Domenica 23 novembre alla ore 10:00  a Bauladu Il Comitato sardo di Solidarietà per la Palestina e l’Associazione Amicizia Sardegna-Palestina 𝙞𝙣𝙫𝙞𝙩𝙖𝙣𝙤 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙢𝙤𝙫𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙙𝙤 𝙖 𝙧𝙞𝙪𝙣𝙞𝙧𝙨𝙞 𝙞𝙣 𝙖𝙨𝙨𝙚𝙢𝙗𝙡𝙚𝙖 per confrontarsi su un obiettivo molto concreto: come riorganizzare la lotta contro la guerra in Sardegna a partire da una mobilitazione per la chiusura della fabbrica RWM. 𝗗alla 𝗣alestina alla guerra globale Dal 7 ottobre del 2023 tutti i popoli che hanno manifestato al fianco della resistenza palestinese si sono scontrati con gli interessi predatori e criminali degli stati alleati di “Israele”, Stati Uniti ed Europa soprattutto, con l’Italia con un ruolo cruciale. Il messaggio che i governi, di ogni colore politico, hanno dato ai loro popoli è stato chiaro: non smetteremo di uccidere, distruggere e calpestare qualsiasi legge in nome del profitto; se non vi piegate verrete trattati come i palestinesi. Quella che si prepara, con piani di riarmo e corsa agli armamenti, insieme alla sottrazione del territorio per la speculazione energetica, è una guerra guerreggiata, che presto arriverà se noi non la fermiamo. 𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗹’𝗥𝗪𝗠? Il precipitare degli eventi, l’aggravarsi della situazione nazionale e internazionale, ci obbliga a non disperdere i nostri sforzi e a concentrarci su un unico obiettivo. L’RWM in questo momento storico rappresenta il fulcro della guerra imperialista in Sardegna; e disturbando o bloccando la sua produzione possiamo provocare un danno concreto e immediato alla guerra e aiutare immediatamente il popolo palestinese e gli altri popoli in lotta come il nostro. Tutti i movimenti, comitati, associazioni e collettivi che vogliono una Sardegna libera dello sfruttamento e dalla guerra, possono trasformare un copione già scritto in un’occasione di riscatto per la nostra terra e la sua lotta. Serve agire ora, unitə con un unico obiettivo: bloccare la fabbrica della morte. Per adesione e contatti: comitato.sard.palestina@gmail.com IG sard3.con.la.palestina Redazione Sardigna
Stop Rwm: “Valutazione d’impatto ambientale” negativa subito per l’ampliamento dello Stabilimento Rwm
Pubblichiamo il comunicato diffuso ieri, 14 novembre 2025,  dal “Cagliari Social Forum” e dal “Comitato sardo di solidarietà con la Palestina”. GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE A PARTIRE DALLE ORE 9.30 PRESIDIO DAVANTI ALLA SOVRINTENDENZA AI BENI AMBIENTALI IN VIA CESARE BATTISTI, 2 E dalle ore 11.00 davanti alla GIUNTA REGIONALE IN VIALE TRENTO Dichiaravano di non produrre esplosivi, ma non era vero, così la società RWM ha potuto ampliare il suo stabilimento senza la necessaria Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Sappiamo che gli esplosivi e gli ordigni militari prodotti da RWM vengono impiegati nelle peggiori guerre che insanguinano il pianeta, ma i funzionari dei comuni, della Provincia e della Regione Sardegna hanno voluto credere alle false dichiarazioni dell’azienda, sino a quando, a novembre 2021, una sentenza del Consiglio di Stato ha ristabilito la verità: lo stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias produce esplosivi, è a elevato rischio di incidente, e il suo ampliamento doveva essere sottoposto a VIA obbligatoria preliminare. La sentenza del C.d.S. ha annullato le licenze edilizie, quindi i lavori di ampliamento, con i relativi scavi, sbancamenti e costruzioni, che risultano quindi essere abusivi. Anziché demolire le opere abusive e ripristinare lo stato dei luoghi, la RWM ha deciso però, nel 2022, di chiedere una Valutazione di Impatto Ambientale a lavori compiuti (una VIA ex post), interpretandola come una sorta di sanatoria. La VIA ex post è durata tre anni, nel corso dei quali la RWM ha continuato ad apportare ulteriori modifiche al suo stabilimento, vanificando di fatto il procedimento. L’istruttoria per la VIA ex-post dell’ampliamento RWM è ormai conclusa, manca solo il parere finale della Giunta Regionale, che si dovrà comunque esprimere entro la metà del prssimo mese di dicembre, secondo quanto stabilito da una recente sentenza del TAR della Sardegna. A causa delle gravi carenze istruttorie, dovute alle informazioni parziali e lacunose fornite dall’azienda, e dei gravi impatti ambientali comunque emersi, la Valutazione finale per l’Impatto Ambientale dovuto all’ampliamento RWM non potrà che essere NEGATIVO. Fra le tante motivazioni ne ricordiamo alcune. Buona parte degli ampliamenti è stata realizzata in aree a rischio idrogeologico molto elevato, dove, per ragioni di sicurezza, vige il divieto assoluto di edificazione. * Sono stati violati numerosi vincoli paesaggistici che tutelano l’area, senza che fosse mai nemmeno acquisito il parere obbligatorio e vincolante della Soprintendenza di Cagliari in merito all’ampliamento nel suo complesso. * Non è mai stato presentato un progetto unitario e organico del piano di ampliamento, né un elenco completo di tutti gli impatti dovuti alle numerosissime opere realizzate, in termini di scavi, sbancamenti, distruzione della vegetazione, impermeabilizzazione dei suoli, … In queste condizioni la procedura di VIA non può che avere un esito NEGATIVO. In caso contrario si tratterebbe solo dell’ennesimo favore a chi fa profitti fabbricando e vendendo ordigni di morte, oltre che un cedimento alle indebite pressioni governative esercitate in questi mesi. 1. Può una Regione che detiene il primato di servitù militari a livello nazionale concedere una VIA positiva ad una fabbrica di morte che produce armi da esportarle in tutti i teatri di guerra? 2. Cosa succederebbe se il torrente sulle cui rive si affaccia lo stabilimento RWM esondasse ed uscisse dagli argini? 3. Perché credere a un’azienda che dichiara di voler salvare il Sulcis dalla crisi, propagandando a ogni piè sospinto numeri iperbolici per le maestranze alle sue dipendenze, ma che poi risulta avere appena 102 dipendenti assunti? Un’azienda che ricorre sistematicamente al lavoro precario e interinale, pronta a sbarazzarsene appena cala la richiesta di ordigni? Il giorno 20 di novembre non andremo per scontrarci con la Presidente Todde ma per sapere quali sono le intenzioni della Giunta in proposito. Noi continueremo A VIGILARE. L’invito alla partecipazione è rivolto a tutte le associazioni, partiti, sindacati e singoli cittadini che non si vogliono piegare alla logica del ricatto occupazionale e alla logica colonialista che continua a sfruttarci in nome del profitto Cagliari Social Forum COMITATO SARDO DI SOLIDARIETÀ CON LA PALESTINA Redazione Sardigna
Per la Palestina chiudiamo la fabbrica della morte di Domusnovas
Per la Palestina chiudiamo la fabbrica della morte di Domusnovas Venerdì 7 novembre ore 18.00 – Cagliari, via Roma sotto la Regione In Palestina continua il genocidio. Nonostante la tregua Israele bombarda Gaza, il Libano e minaccia di annettere la Cisgiordania. Centinaia di persone continuano a morire perché il mondo, non solo non punisce i criminali, ma supporta apertamente il terrorismo di Israele. La settimana scorsa il TAR ha accolto il ricorso dell’RWM contro la Regione Sardegna, stabilendo un ultimatum: 60 giorni di tempo per pronunciarsi sull’ampliamento abusivo della fabbrica della morte. Una sentenza vergognosa, l’ennesimo schiaffo alla Sardegna da parte di uno Stato italiano che vuole la nostra terra sacrificata sull’altare della guerra e dello sfruttamento. L’RWM, azienda tedesca con stabilimento a Domusnovas, produce ordigni e bombe esportate anche verso Paesi coinvolti in conflitti sanguinosi, come l’Arabia Saudita. Come se non bastasse L’8 ottobre l’azienda tedesca ha annunciato l’ampliamento della produzione di droni killer realizzati in collaborazione con l’Israeliana UVision Air Ltd., partner diretto dell’esercito israeliano nei bombardamenti sulla popolazione palestinese. La connessione è chiara: ciò che viene costruito nella nostra terra contribuisce alla distruzione di altre terre, di altre vite. La Sardegna non può e non deve essere complice del massacro del popolo palestinese. Non possiamo stare fermi, non possiamo più stare in silenzio. Con la Palestina nel cuore, con tutta la sofferenza dei popoli oppressi dobbiamo dire basta, dobbiamo urlare la nostra rabbia e pretendere che la Regione faccia la scelta giusta. Due mesi di mobilitazione ci hanno mostrato quanta forza può avere un popolo unito, che ha spinto la nostra classe dirigente a pronunciarsi sul genocidio in corso e a sventolare sui palazzi del potere la bandiera palestinese. Todde, fai la scelta giusta sull’RWM! Su instagram la Todde si era espressa così rispetto alla Global Sumud Flotilla: «Come Presidente della Regione Sardegna voglio fare a tutti i naviganti un augurio di buon vento e far sentire la vicinanza di una terra che vuole essere, con sempre più determinazione, una terra di pace e solidarietà». E ancora, presentando il progetto “Sardinia Peace Island – building peace, growing futures” ha ribadito che “La pace non è un sogno, è una scelta. E noi, come Regione, scegliamo di essere parte attiva di questa scelta”. Presidente, Giunta e tutta la maggioranza, questo è un appello rivolto a voi, ora è il momento di agire. Dimostrate che le vostre non erano soltanto parole vuote, che siete veramente determinati e determinate a fare della Sardegna una terra di pace e solidarietà. Noi saremo ancora una volta in piazza il 7 novembre, appuntamento ore 18:00 sotto la sede del Consiglio Regionale in via Roma. Siete invitate e invitati a marciare con noi, in modo che possiate dimostrare la concretezza delle parole. Noi saremo lì a pretendere una vostra risposta, quella giusta, che blocchi definitivamente l’espansione della fabbrica della morte. Comitato sardo di solidarietà con la Palestina Associazione amicizia Sardegna Palestina Redazione Sardigna
Cagliari: torna Can’t Stay Silent, la piazza dell’indignazione con un presidio silenzioso in piazza Yenne
Pubblichiamo integralmente il comunicato del Comitato Can’t Stay Silent che promuove a Cagliari, per domani 31 ottobre, un presidio silenzioso in favore del popolo palestinese. #CAN’T STAY SILENT La piazza dell’indignazione Il silenzio uccide ancora una volta. Il 28 ottobre dopo soli 18 giorni di tregua e non di pace, il governo israeliano riprende a bombardare la striscia di Gaza. Scendiamo nuovamente in piazza per creare consapevolezza, informazione, denuncia. Da venerdì inizia la nostra resistenza al fianco del popolo palestinese; occupiamo la nostra città, le nostre piazze con il nostro corpo. Usiamo il nostro silenzio per denunciare pacificamente quanto ancora oggi sta accadendo in Palestina. Costruiamo un cartello di denuncia per i crimini che il governo israeliano sta perpetrando per informare e boicottare lo stato genocida e gli stati complici. Leghiamocelo al collo e scendiamo in piazza in silenzio con bandiere palestinesi e kefiah.  Incontriamoci ogni giorno e alla stessa ora e per un ora stiamo in piedi e in silenzio con la nostra denuncia legata al collo. Da venerdì 31 e fino a quando la Palestina non sarà libera. Ci vediamo alle ore 19.00 a Cagliari in piazza Yenne sotto il monumento e replichiamo per chi non potesse unirsi a noi a Cagliari in ogni città o paese in cui viviamo, organizziamoci.  Il mondo e l’umanità hanno dimostrato che insieme si possono cambiare lo stato delle cose. Facciamoci sentire e lottiamo insieme perché la Palestina continui ad esistere! Comitato Can’t Stay Silent Aderisce il Comitato Sardo di solidarietà con la Palestina Redazione Sardigna
Il Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna e il negato incontro con i manifestanti contro la Rwm, fabbrica di bombe, droni killer e munizioni
Ieri, 17 ottobre 2025, sotto il Palazzo del Consiglio Regionale della Sardegna, si è tenut0 un  sit-in, promosso dal Comitato Sa Paxi , formato da 40 Movimenti, Comitati e Associazioni, per chiedere alla Regione Sardegna di prendere una posizione netta in relazione alla “valutazione d’impatto ambientale” dell’ampliamento  della RWM – Rheinmetall , fabbrica di bombe, droni killer e munizioni di Domusnovas/Iglesias . Il comuncato diffuso alcuni giorni prima affermava: “Chiediamo ai 𝗗𝗲𝗰𝗶𝘀𝗼𝗿𝗶 𝗣𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗶, alla 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗔𝗹𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝗱𝗿𝗮 𝗧𝗼𝗱𝗱𝗲 e alla sua 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮, al 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗖𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗶𝗻𝗶 e ai 𝗖𝗮𝗽𝗶𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲, che hanno tutti gli strumenti per attivare in Sardegna la Lᴇɢɢᴇ 185/90 — sull’esempio di altre Regioni, come la Regione Lazio, che hanno approvato leggi regionali con il medesimo fine — di essere ricevuti in delegazione per conoscere quali azioni, progetti e provvedimenti intendano adottare per la 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗮𝗯𝗯𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗶 𝗯𝗼𝗺𝗯𝗲 𝗥𝗪𝗠 𝗱𝗶 𝗗𝗼𝗺𝘂𝘀𝗻𝗼𝘃𝗮𝘀/𝗜𝗴𝗹𝗲𝘀𝗶𝗮𝘀 in lavori utili per la vita, il benessere dei lavoratori e delle popolazioni del territorio del Sulcis/Iglesiente. Le grandi manifestazioni di questi mesi a favore del popolo palestinese, contro il 𝐠𝐞𝐧𝐨𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐬𝐞𝐫𝐜𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐈𝐬𝐫𝐚𝐞𝐥𝐞, hanno messo in evidenza come i sardi, con in testa centinaia di migliaia di giovani, ripudino lo sterminio e le guerre, che sono alimentate dalle armi sempre più sofisticate e potenti, costruite anche in Sardegna, come da tempo denunciamo, dalla fabbrica RWM di Domusnovas/Iglesias. Non basta manifestare a favore della Pace e per il Disarmo: occorrono 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐫𝐞𝐭𝐞, non più rinviabili, con le quali i Decisori Politici, insieme alla Società Civile Sarda, intraprendano il percorso per riconvertire questa fabbrica d’armi”. Una richiesta d’incontro con le massime autorità, in particolare indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale Comandini, anche per sollecitare la riconversione della fabbrica di morte “in lavori utili per la vita, il benessere dei lavoratori e delle popolazioni del territorio del Sulcis/Iglesiente”. La richiesta non è stata accolta, suscitando notevole sconcerto, ben sintetizzato nel comunicato diramato oggi dalla Rete Warfree: “Il rifiuto del Presidente Comandini di incontrare la delegazione dei partecipanti alla manifestazione svoltasi ieri […] contro l’ampliamento della fabbrica di bombe, droni killer e munizioni Rwm (che si estende ormai sui territori di Iglesias, Domusnovas e Musei), non è di certo un bel segnale per la Sardegna. Foto di Pierpaolo Loi Se il rappresentante massimo del parlamentino sardo non dialoga, a prescindere dalle opinioni che può avere, con chi rappresenta un posizione contraria alla guerra, e all’economia di guerra, diffusa in ogni parte dell’isola, significa che c’è un problema di democrazia che probabilmente ha a che fare con le forti pressioni politico-partitiche che stanno caratterizzando la vicenda Rwm, così come tante altre questioni economiche e occupazionali dell’isola; con spinte dall’alto (governo nazionale), dai lati (forze politiche di minoranza e anche di maggioranza, in Regione) e … dal basso (i cittadini che chiedono a gran voce scelte industriali ed economiche lungimiranti e rispettose della qualità e della vocazione dei territori)”. La mobilitazione continua domani, Domenica 19 ottobre 2025, con una manifestazione di fronte allo stabilimento RWM organizzata da il “Coordinamento STOP RWM” e il “Comitato sardo di solidarietà con la Palestina”. Le motivazioni nel volantino pubblicizzato: “Dal 2010 la società RWM si è installata nel Sulcis per produrre esplosivi ed ordigni da guerra, per conto della multinazionale Rheinmetall, con sede in Germania. Nel 2021 RWM ha stretto un accordo con la società israeliana Uvision, per produrre su licenza i droni killer della serie Hero. Il loro mortifero business alimenta i peggiori teatri di guerra del pianeta: Palestina, Yemen, Ucraina, Kurdistan … Un business talmente lucroso che lo stabilimento di Domusnovas-Iglesias è costretto a lavorare sette giorni su sette e 24 ore su 24. RWM ha avuto bisogno di ampliarlo, rapidamente e senza tanti scrupoli, in violazione di tutta la normativa di protezione dell’ambiente, della sicurezza e della salute umana. Per questa ragione i nuovi reparti, costruiti abusivamente tra il 2018 e il 2021, non sono mai potuti entrare in produzione, tuttavia ci sono enormi pressioni da parte dell’azienda e del governo per ottenere una sorta di sanatoria dalla Regione Sardegna (attraverso la procedura di VIA ex-post)”. BASTA ACCORDI PER LA PRODUZIONI DI ARMI CON SOCIETÀ ISRAELIANE  COINVOLTE NEL GENOCIDIO A GAZA FERMIAMO IL FOLLE RIARMO EUROPEO E L’ESPORTAZIONE DI ARMI VERSO PAESI IN GUERRA NON PIEGHIAMOCI ALLE ESIGENZE DELLA GUERRA E DEL PROFITTO DI CHI FABBRICA ARMI NESSUNA AUTORIZZAZIONE A CHI LUCRA SULLA GUERRA E LA PREPARA, DEVASTANDO L’AMBIENTE NESSUNA AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE POSITIVA PER LA FABBRICA DELLE BOMBE RWM   Pierpaolo Loi
Una notte per Gaza: Corteo e corsa dell’Indignazione
Venerdì torniamo in strada con UNA NOTTE PER GAZA per dire tuttə insieme FERMIAMO IL GENOCIDIO. Occupiamo piazza Costituzione con arte, storia e musica per una Palestina Libera. Venerdì 26 appuntamento fronte palazzo regionale in Via Roma – Cagliari, ore 19:30 Ci incontriamo in via Roma fronte Palazzo Regionale per muoverci in corteo verso il Municipio di Cagliari dove vogliamo consegnare all’Amministrazione comunale una bandiera della Palestina da esporre sul Municipio. Un gesto simbolico ma denso di significato, affinché tutti sappiano che Cagliari sta dalla parte del popolo palestinese.Proseguiremo in corteo passando per via Roma, viale Trieste, via Caprera, inonderemo il Corso Vittorio Emmanuele, piazza Yenne e via Manno sino a piazza Costituzione. In piazza saremo tuttə coinvoltə attivamente nella NOTTE PER GAZA: un sit-in in piazza con musicisti, danzatori e artisti. Insieme cuciremo una grande bandiera patchwork, per ripetere ancora una volta che se ci uniamo possiamo ottenere qualcosa di grande a sostegno della causa palestinese. (Se potete, portate uno scampolo di tessuto di uno dei colori della bandiera) Vi invitiamo a passare tuttə insieme la notte per ricordare che, Gaza e tutta la Palestina, non solo sanguinano ma resistono tutti i giorni da oltre 80 anni. PALESTINA LIBERA! Associazione Amicizia Sardegna Palestina Comitato Can’t stay silent Comitato sardo di solidarietà con la Palestina Redazione Cagliari
Si ripete a Cagliari Can’t stay silent, la corsa dell’indignazione: fermiamo il genocidio
Il 19 settembre si ripete a Cagliari Can’t stay silent, con poco preavviso perché non c’è più tempo: Israele accelera la devastazione per “finire il lavoro”. Venerdì 19 settembre alle ore 18:30 torna “La corsa dell’indignazione” per dire uniti e con un’unica voce FERMIAMO IL GENOCIDIO. Anche questa volta si partirà da via Roma, fronte Consiglio regionale alle ore 18:30, si camminerà (o correrà) fino a piazza Costituzione. Gli organizzatori con l’Associazione Sardegna Palestina e al Comitato sardo di solidarietà alla Palestina si rivolgeranno al Governo regionale: “Chiediamo loro di prendere posizione attraverso azioni concrete”. “Mentre Gaza viene rasa al suolo, mentre la popolazione viene massacrata, affamata e uccisa, dopo che le Nazioni Unite hanno ufficialmente accusato Israele di Genocidio, le nostre istituzioni nazionali continuano a balbettare, mentre sostengono, finanziano e armano di fatto la pulizia etnica”. “Per questo dal nostro governo regionale vorremo una presa di posizione rispetto alla fabbrica di armi che ospitiamo in Sardegna, l’RWM, per chiarire una volta per tutte se opera nel rispetto della costituzione”. Gli organizzatori si rivolgono anche al Comune di Cagliari, come capoluogo di regione, per chiedere  che venga finalmente esposta nella casa di tutti i cittadini e le cittadine, la bandiera di un popolo al quale si vuole negare l’esistenza. Comitato Can’t Stay Silent, Comitato sardo di solidarietà con la Palestina, Associazione Amicizia Sardegna Palestina Redazione Cagliari