Lituania: educare bambini\e all’uso dell’intelligenza artificiale a fini di guerra
Le immagini dei bambini-soldato vengono accompagnate da note di biasimo e di
condanna, da appelli a tutela della infanzia mantenendola lontano dagli scenari
bellici. E solitamente assoldare bambini e ragazzi per la guerra è considerato
riprovevole per la cultura occidentale e i suoi governi, ma questa distanza è
più fittizia che reale, le milizie nel mondo vengono armate dai Paesi
occidentali per spartirsi terre rare, metalli depredando le ricchezze di aree
sconosciute al cittadino occidentale.
Detto ciò, bisogna ricordare l’incessante propaganda di guerra che avviene in
molteplici forme anche con il semplice coinvolgimento di scolaresche in visite
guidate alle basi militari o portandole alle esibizioni dell’aeronautica
militare, facendo loro credere che le sole attività svolte sono quelle di natura
umanitaria.
Il governo lituano ha recentemente annunciato un ambizioso programma di
formazione rivolto anche a bambini\e di età tra gli 8 e i 10 anni al fine di
insegnare loro a costruire e pilotare droni.
Tra l’imbracciare un fucile d’assalto e pilotare un drone verso obiettivi civili
e militari esistono differenze sostanziali?
Ovviamente no, questi programmi sono destinati a moltiplicarsi nei prossimi mesi
nell’ottica di potenziare le capacità di resistenza davanti a eventuali minacce
esterne che si dà per scontato arrivino dalla Russia.
E a quanti obietteranno sulla militarizzazione delle scuole e il subdolo
arruolamento dell’infanzia a fini di guerra è già pronta la replica ossia che
il nemico di turno (la Russia) è già avanti nel coinvolgimento dei giovani nella
ideazione e costruzione di droni kamikaze.
La notizia non ha una fonte certa, non è detto che sia vera dacchè la propaganda
di guerra è avvezza a produrre notizie sensazionali per accompagnare la pubblica
opinione ad assumere le posizioni e gli orientamenti desiderati
La Lituania sta quindi allestendo sotto il vigile occhio di UE e NATO un grande
laboratorio con veicoli aerei senza pilota, un grande piano di addestramento che
non distingue tra civili e militari, tutti e tutte devono servire la patria.
E da qui l’arrivo di nuovi programmi di studio per diffondere conoscenze
tecniche e abituare all’utilizzo della intelligenza artificiale indispensabile
per le armi del futuro.
Formazione tecnica fin dall’infanzia tra aerodinamica, elettronica di base e
lezioni di pilotaggio da remoto, ore di lezioni pratiche e manuali che faranno
credere a piccoli studenti di vivere una esperienza esaltante, da protagonisti
di un videogioco salvo poi scoprire presto di essere direttamente coinvolti in
una guerra sanguinosa.
Parliamo delle competenze denominate STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e
Matematica), le materie da insegnare nelle scuole sono oggetto di profonda
revisione, fin dalla tenera età dovremo fraternizzare e padroneggiare con la
tecnica a fini militari, gli stessi libretti di istruzione dovranno adeguarsi a
questo scopo utilizzando immagini accattivanti, linguaggi semplici e
coinvolgenti. Da qui a tre anni si pensa di avere un centro di controllo per
lanciare droni contro la Russia coinvolgendo direttamente la società civile
sotto forma di progetti educativi e scolastici, di utilizzo delle tecnologie che
si dimostreranno vitali anche a scopi civili.
Centri aperti alla partecipazione di cittadini, scolaresche e militari per
partecipare attivamente a simulazioni di missioni reali con ampio ricorso alla
tecnologia UAV, questa è la realtà della Lituania che da tempo ha allacciato
rapporti con aziende e università capaci di fornire supporto continuo, processi
di formazione e percorsi didattici: “Droni autonomi: la corsa alla guerra
intelligente e le nuove sfide etiche globali”.
Siamo davanti a un modello che presto ritroveremo anche in altri Paesi, un
grande processo di militarizzazione della società adducendo la motivazione che
il Paese deve difendersi dal nemico russo e per farlo è indispensabile entrare
in possesso di tecnologie per l’uso delle quali serve un piano di
alfabetizzazione tecnologica di massa e di adeguamento culturale alla ideologia
di guerra.
La piccola Lituania potrebbe essere il trampolino di lancio per la formazione
dei cittadini all’uso della UAV ossia a una feroce militarizzazione della
società per questo sono favorite le piccole start up attorno a progetti
finanziati da USA, NATO e UE e dai Paesi che svolgono un ruolo dirimente nella
produzione di droni (Israele e Turchia).
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