Assemblea degli azionisti 2025, Intesa Sanpaolo si conferma la prima banca fossile italianaIntesa Sanpaolo, la più importante banca italiana, continua ad aumentare i suoi
finanziamenti e investimenti a favore di petrolio e gas. Nel giorno della sesta
assemblea degli azionisti consecutiva a porte chiuse, l’istituto di credito
torinese ha risposto alle domande scritte presentate da ReCommon di fatto
ribadendo il suo forte e incessante impegno in favore del comparto fossile.
Nel 2024, i finanziamenti a carbone, petrolio e gas da parte del Gruppo Intesa
Sanpaolo sono aumentati del 18% e ammontano a 11 miliardi di dollari. Anche gli
investimenti sono in crescita: a gennaio 2025 sono saliti del 16% rispetto al
gennaio 2024, per un totale di 10 miliardi di dollari. ENI si conferma come la
multinazionale più finanziata da Intesa Sanpaolo tra quelle con i maggiori piani
di espansione nell’estrazione di energie fossili su scala globale. Anche SNAM,
colosso europeo nel trasporto di gas, entra con forza negli interessi della
prima banca italiana, con un innalzamento del 60% negli investimenti e quasi un
raddoppio (96%) dei finanziamenti nel 2024 rispetto all’anno precedente.
Di fatto Intesa Sanpaolo non ha risposto in maniera adeguata alle domande poste
da ReCommon sui numerosi progetti fossili sostenuti, ribadendo che non intende
apportare significativi aggiornamenti sulle sue policy relative al carbone e
all’oil&gas, nonostante numerosi competitor europei si stiano muovendo con più
coraggio nella direzione di ridurre il sostegno al comparto fossile: le francesi
BNP Paribas e Crédit Agricole, per esempio, dall’anno scorso hanno smesso di
comprare bond nel settore oil&gas, mentre l’olandese ING ha interrotto i
finanziamenti alle compagnie con nuovi progetti di estrazione di petrolio e gas
e dall’anno prossimo smetterà di finanziare nuovi progetti per terminal di
esportazione del GNL.
Tuttavia, le linee guida che si è data la banca torinese impedirebbero
finanziamenti a progetti in Paesi dove sono in atto conflitti armati, come in
Mozambico, dove Intesa Sanpaolo potrebbe entrare a sostegno dei nuovi impianti
per l’estrazione del gas al largo della costa e su terra promossi da ENI, che
rispondono rispettivamente al nome di Coral North FNLG e Rovuma LNG. Anche su
questo punto però non c’è chiarezza, mentre vale la pena rammentare che l’altro
principale istituto di credito italiano, UniCredit, già dal 2023 aveva
dichiarato che non finanzierà Rovuma LNG e lo scorso ottobre si è chiamato fuori
anche da Coral North FNLG, progetto che attualmente è in attesa di chiudere
l’accordo di investimento e su cui Intesa invece non si è mai espressa
nonostante le sollecitazioni da parte di numerose organizzazioni della società
civile internazionale.
I progetti per l’estrazione del gas nella provincia settentrionale del Mozambico
di Cabo Delgado hanno contribuito a esacerbare una situazione già profondamente
segnata dal conflitto in atto promosso da milizie islamiste, che finora ha
provocato oltre 4mila vittime e circa un milione di sfollati.
«Intesa Sanpaolo dovrebbe prendere posizione pubblicamente evitando di
finanziare nuovi progetti di estrazione e liquefazione in Mozambico, considerata
anche la profonda crisi che sta attraversando il Paese, e fare così un passo in
controtendenza rispetto ai grandi investimenti nel settore del GNL degli ultimi
anni e al forte sostegno a Eni che proprio in Mozambico è capofila dei progetti
Coral North FLNG e Rovuma LNG» ha dichiarato Susanna De Guio di ReCommon.
«Ci sorprende inoltre che le assemblee degli azionisti della più importante
banca italiana continuino a svolgersi a porte chiuse, azzerando la
partecipazione democratica che noi di ReCommon abbiamo esercitato attraverso lo
strumento dell’azionariato critico» ha dichiarato Daniela Finamore di ReCommon.
Re: Common