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Malanotte festival: una fiammella accesa tra Medio Oriente e Tonino Micciché
Torna il festival della Malanotte al camping Eden di Torricella sul Trasimeno, 5, 6 e 7 settembre. Maurizio Favaro, gestore del camping, l’anno scorso disse che “questo festival tiene accesa una fiammella”, perché fra i pochi festival totalmente organizzati dal basso e letteralmente sul bordo del lago, in quanto il camping ha una piccola spiaggia. In mezzo a tanti eventi altisonanti e “rumorosi”, il festival della Malanotte mantiene uno stile “silenzioso”, cioè, raccolto che punta sull’ascolto puro, a tal punto che chi parla, racconta o suona non usa microfoni. Quest’anno il focus è sul Medioriente e su Tonino Micciché, di cui ricorre il cinquantesimo anniversario dalla morte. L’apertura è affidata al “Quartetto liberato” di Pistoia con canti sociali e di protesta; a seguire, dopo cena, sarà proiettato in anteprima nazionale il documentario Il Sindaco della Falchera, in cui Giovanni De Luna racconta Tonino Micciché, di Domenico Leccisotti e Giacomo Ferrante. Il sabato mattina Angelo Maddalena presenta, in anteprima nazionale, Welcome in Siria, delle edizioni Sikè. Nel pomeriggio del sabato Alessandro De Pascale, corrispondente dal Myanmar del quotidiano “il manifesto”, presenterà il libro Guerra e droga (Castelvecchi editore), mentre in serata Murat Cinar, giornalista turco che collabora con “Il manifesto”, racconterà il disarmo del PKK in Kurdistan e le prospettive dei curdi in Siria e nel resto del Medio Oriente. Domenica mattina incontro tematico su “giornalismo sociale e dintorni” e nel pomeriggio incontro con i redattori del collettivo Cronache ribelli, editoria dal basso e con Giuseppe Moscati, curatore della collana Pane e rose dello stesso collettivo. La chiusura è affidata ad Alessio Lega che ci condurrà con narrazioni e canzoni nel cuore della rivolta e dei movimenti di lotta dal basso, con un “inno” a Tonino Miccichè. Potrebbe arrivare a sorpresa Filippo Falcone, autore del libro Morte di un militante siciliano, meridionali nella Torino negli anni Settanta (1999, Lighea). Lo stesso libro, riscritto e aggiornato, uscirà nel 2026 per Meltemi con il titolo: Terroni in città, dalla rabbia operaia all’omicidio Micciché (1968-1975). Questa edizione del Festival chiude simbolicamente il progetto Memoria &Utopia per Tonino Miccichè, promosso da Filippo Falcone e Angelo Maddalena, autore e interprete del monologo teatrale “Tonino Micciché sarai ricordato” (ultima replica al festival R-Evolution Lake, fine giugno 2025, Passignano sul Trasimeno). Il progetto ha compreso, tra le altre cose, l’applicazione della targa della “Via Tonino Miccichè” a Pietraperzia, dopo 14 anni dall’intitolazione, ciò avvenuto nell’ambito del Festival Memoria e Utopia a maggio del 2025 a Pietraperzia, in cui Angelo ha presentato per la prima volta il monologo nel suo paese che è anche quello di Tonino Miccichè.  Programma completo: https://www.instagram.com/malanottefestival/     Redazione Italia
Azione o non azione? Azione!
La luce della luna che si sta alzando profila la corona di montagne che ci circonda e l’aria inizia a farsi frescolina; penso che abbiamo fatto bene a staccare per una mezza giornata e salire quassù. In verità non siamo tanto in alto, a 600mt, e nemmeno in qualche valle austera e solenne: siamo in Val Seriana, siamo venute a trovare un’amica che lavora presso un festival dedicato ai popoli indigeni della Terra. Li abbiamo ascoltati attorno al fuoco sacro – una fiamma che per l’intera durata del progetto non si deve mai spegnere; l’amica ci ha raccontato che quest’anno a causa delle forti piogge è stato molto impegnativo tenerlo sempre vivo. Ogni delegato ha prima presentato la propria gente e poi raccontato sfide e successi che in questo momento storico stanno affrontando nella loro terra d’origine. Il piatto della bilancia continua a pesare molto di più sul negativo che sul positivo; a parte una buona notizia per gli Inca del Perù, la cui lingua quechua è stata riconosciuta come la prima del paese (lo spagnolo è passato secondo), tutti gli altri riferiscono quasi solo di prepotenze e abusi su di loro e sui loro territori. Le storie più tristi ancora oggi arrivano dall’icona di libertà che amiamo tutti: gli Indiani d’America. Tuttavia lo spirito è alto, e oserei quasi dire, battagliero. Di questo parliamo Laura ed io sedute una di fronte all’altra a una tavolata dove ognuno consuma la propria cena. Di fianco a noi una coppia. Mi accorgo che la donna, mia dirimpettaia di sbieco, mi guarda spesso con uno strano sorriso. Entrambi parlano a voce piuttosto alta, e in particolare lei sembra voler marcare certe parole: “canalizzazione” “energie alte” “vibrazioni angeliche” ecc. Noi continuiamo la nostra cena cercando di farci poco caso, senonchè al termine, proprio quando decidiamo di alzarci, veniamo incastrate con il classico attacca-bottone. Mi ritrovo a parlare con l’uomo e Laura con la donna. Capisco al volo che il loro interesse nei nostri confronti è stato suscitato dalla mia borsa palestinese con tanto di spilla “free Palestine”. Con esterrefatta incredulità intendo che “vogliono salvarci”. Non sono simpatizzanti sionisti, anzi lui si premura di prenderemi le mani e cercando di guardarmi fisso negli occhi mi rassicura che sono dalla nostra parte, ma mi spiega che quello che faccio, e milioni di altri esseri umani fanno, lottare nelle strade e in mille altri modi, non serve a niente, anzi abbassa la vibrazione e ritarda il processo. Tutto ciò che occorre è creare pace dentro di sè, che da sola viaggerà nel mondo e aggiusterà il male. Lei, rigorosamente vestita di bianco, sembra inorridita dall’apprendere che addirittura io sono una che va ancora in manifestazione. Un brutto dialogo che ha lasciato l’amaro in bocca, ma mi ha dato da riflettere. Rispetto e ammiro le persone che scelgono di vivere in clausura, in un monastero o in un bosco, cercando la purezza e la spiritualità. Pratico yoga da trent’anni e lo insegno da quasi altrettanti; quelle persone sono, dunque, fari che illuminano la mia strada. E, per quanto il mio approccio ai problemi e alle tragedie del mondo sia diverso, più concreto, più materiale, credo che anche loro diano un loro contributo, in modalità più sottili, alle cause per le quali mi batto andando in piazza o scrivendo e mostrando cartelli di protesta. Qui, però, non siamo di fronte a saggi eremiti. Lei vestita di bianco e lui che mi prendeva le mani sono venuti come noi a un festival, hanno mangiato accanto a noi e come noi si sono bevuti una birra. Se non fosse per il vestito bianco e per il tono ispirato, li si potrebbe scambiare per due comuni borghesi, complici dei problemi e delle tragedie che mi affliggono e che spingono tanti come me all’azione. E non sono i soli; anzi sono rappresentativi di un atteggiamento che caratterizza tutto il mondo “ufficiale” in cui mi muovo. Dove la wellness, la meditazione, il rebirthing e, sì, anche lo yoga sono ridotti a quarti di nobiltà per uomini e donne altrimenti annoiati, a scuse penose per il loro irrefrenabile, quanto ingiustificato, senso di superiorità. “Noi che capiamo queste cose”, “noi che riceviamo ed emaniamo bella energia” possiamo continuare a vivere il nostro privilegio e la nostra indifferenza verso quel che capita – quel che di orribile capita – con un sorriso di sufficienza. Non ho ricette da offrire; ho solo dubbi. Uno di questi è il seguente: perché in mezzo agli Incas e agli Indiani d’America, al festival, non c’era non dico una bandiera palestinese, ma neanche un riferimento al genocidio in atto? Dobbiamo aspettare che il genocidio sia arrivato a compimento per poter finalmente, fra qualche decennio, celebrarne le nuove vittime, le vittime di un’arroganza e di una violenza che sembrano non aver fine? Con tutti i miei dubbi, io non me la sento di aspettare, e continuerò ad andare in piazza. Mantenendo acceso, a fatica se è il caso, il fuoco della mia passione.   di Marina Serina Redazione Italia
Festival “Il Libro Possibile” a Polignano a Mare. Cancellati incontri: no a eventi con Leonardo SpA
Accade che a Polignano a Mare (BA) uno degli eventi culturali più rinomati del sud barese, capace di attirate scrittrici, scrittori e personaggi dello spettacolo, cioè la manifestazione “Il libro Possibile” abbia tra gli sponsor principali, Leonardo SpA, la maggiore industria bellica italiana, compartecipata dallo Stato, produttrice ed esportatrice di congegni di morte in tutto il mondo. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo già denunciato abbondantemente la pericolosa commistione di Leonardo SpA, tramite la sua collaterale Fondazione Leonardo La civiltà delle macchine, con le scuole, in particolare con il Liceo Digitale “Matteucci” di Roma. Abbiamo anche denunciato gli intrecci tra le università pubbliche italiane e la Fondazione Med-Or, altra collaterale di Leonardo SpA, nel cui Consiglio di Amministrazione siedono ancora dodici rettori e rettrici, dopo le dimissioni di Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari. E ancora dall’Università di Bari, che concede il patrocinio alla manifestazione Il Libro Possibile di Polignano a Mare, qualche giorno fa è giunto un gesto simbolico, prezioso nel quadro di una generale indifferenza da parte del mondo accademico. È accaduto, dunque, che il prof. Paolo Ponzio, ordinario di Filosofia e responsabile del Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane dell’Università degli Studi di Bari (DIRIUM), qualche giorno fa abbia deciso di non svolgere gli incontri programmati per protestare contro il coinvolgimento di Leonardo SpA, implicata nelle questione belliche israeliane, in una manifestazione culturale. Ponzio ha pronunciato parole di condanna nei confronti dello sterminio della popolazione palestinese a Gaza, ma anche nei confronti di altri scenari bellici con cui Leonardo SpA fa profitti. Qui il video del discorso di Paolo Ponzio dal suo profilo Facebook, di cui abbiamo riportato uno stralcio significativo: «La filosofia è un viaggio che inizia con la vita e finisce con essa. La filosofia è una scienza della vita e proprio per questo motivo non si può tacere […]. Con tutta la stima per la manifestazione e per chi la organizza, da una mera segnalazione giunge la notizia che tra gli sponsor c’è Leonardo SpA. C’è in atto una decisione culturale e politica allo stesso tempo. Non possiamo accettare finanziamenti da industrie belliche coinvolte nella produzione e nella vendita di armi. La cultura è e deve essere libera, indipendente, capace di dire una parola chiara contro la guerra e a favore della pace incondizionatamente». Ricordiamo anche che nella riunione del Consiglio del 17 giugno scorso il Dipartimento Dirium dell’Università di Bari, di cui Ponzio è responsabile, ha approvato una mozione rivolta direttamente contro il governo israeliano con la quale «si unisce a tutte le voci nazionali e internazionali, di qualsivoglia appartenenza, nazionalità, religione, che condannano lo sterminio, appellandosi al rispetto dei diritti umani all’esistenza, a una vita dignitosa, a un’adeguata alimentazione, alle cure sanitarie, all’istruzione». Ci auguriamo che anche altri intellettuali e accademici, in Puglia come in tutta Italia, possano prendere posizione e rifiutare qualsiasi coinvolgimento dell’industria bellica nelle università e nei luoghi della cultura. Ci auguriamo, tuttavia, che la medesima attenzione sia rivolta anche ad altre aziende coinvolte con i profitti di guerra e alle banche armate, sempre pronte ad operare un brand washing in occasione di manifestazioni culturali. L’elenco delle banche armate è consultabile su questo sito. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Puglia
Roma: Lucha y Siesta verso il FESTIVAL VOCE ARCAICA #2
Una compagna di Lucha y siesta e della Rete Kurdistan ci racconta il programma della serata di martedì 1 luglio in vista della seconda edizione del Festival Voce Arcaica dedicato ad una donna curda.    Di seguito il comunicato:  Il cineforum di martedì 1 luglio sarà benefit per il Festival Voce Arcaica. Ci vediamo dalle 19 con un ricco programma: Aggiornamenti dal Kurdistan Presentazione di VOCE ARCAICA, il festival dedicato alla compagna curda Nagihan Akarsel alle 21 Proiezione del documentario “Tearing Walls Down” (2023) di Şerif Çiçek e Hebun Polat In ricordo di Nagihan Akarsel, attivista, giornalista dell’accademia di Jineoloji nel Kurdistan iracheno, uccisa da un drone turco nell’Ottobre del 2022. L’apericena vegan è in collaborazione con il Centro culturale Ararat  
VERONA: DAL 26 GIUGNO AL 6 LUGLIO NUOVA EDIZIONE DEL FESTIVAL PARATOD@S
Quarta edizione dell’atteso Festival Paratod@s che si tiene tutti i giorni a partire da giovedì 26 giugno fino al 6 luglio, presso l’area verde di via Villa 25 a Verona. Apertura cancelli alle ore 18. Un appuntamento che è espressione delle lotte quotidiane degli attivisti e delle attiviste veronesi, che mette insieme tematiche quali il diritto all’abitare, l’ambiente, la sanità, la guerra, l’antifascismo, la giustizia e il lavoro. Concerti, dibattiti, stand eno gastronomici, teatro, laboratori, cinema e socialità caratterizzeranno le undici serate di festival. Tutte le informazioni e il programma completo disponibili sui canali social del Laboratorio Autogestito Paratod@s. Ai nostri microfoni per presentare il festival Rachele, compagna del Laboratorio Autogestito Paratod@s. Ascolta o scarica
Discorsi Mediterranei | Storie di diritti, migrazioni e solidarietà internazionale
Discorsi Mediterranei è un festival su diritti, migrazioni e solidarietà internazionale, promosso da Arci Cassandra Aps e Ets Associazione culturale Narrazioni cofinanziato da Regione Puglia, Comune di Specchia e Istituto di Culture Mediterranee e sostenuto  da un ampio partenariato pubblico-privato. Spin-off del festival Armonia. Narrazioni in Terra d’Otranto – ideato e organizzato da Narrazioni Ets e giunto quest’anno alla sua 11 a edizione – Discorsi Mediterranei porterà per la prima volta nel Capo di Leuca un’occasione di riflessione approfondita sulle questioni sociopolitiche e culturali del bacino del Mediterraneo, con un approccio intersezionale attento ai legami tra diritti, identità sociali, questioni di genere, contesto ambientale e fenomeni migratori e con un focus sulle nuove narrazioni delle migrazioni e dei Sud globali. Il festival ospiterà alcune delle voci più importanti del panorama nazionale: studios_, espert_, giornalist_, reporter, cooperanti, attivist_ che prenderanno parte ai discorsi – conversazioni aperte al pubblico – e contribuiranno a informare, sensibilizzare, promuovere conoscenza e consapevolezza sui temi e sull’impegno che persone e organizzazioni della società civile mettono quotidianamente nella promozione dei diritti umani. Con la direzione artistica di Mariangela Ciriello e Riccardo Buffelli, Discorsi Mediterranei sarà articolato in tre tappe: una prima a Specchia il 28 e 29 giugno, una seconda a Santa Maria di Leuca il 19 luglio (qui il festival Armonia e Discorsi Mediterranei torneranno ad intrecciarsi), una terza ed ultima tappa a Patù il 6 e 7 settembre. Cartella Stampa Instagram Redazione Torino
[2025-06-19] CRACK! Fumetti dirompenti Edizione Carne , venti anni di fumetti underground, la migliore stampa autoprodotta del pianeta. @ CSOA Forte Prenestino
CRACK! FUMETTI DIROMPENTI EDIZIONE CARNE , VENTI ANNI DI FUMETTI UNDERGROUND, LA MIGLIORE STAMPA AUTOPRODOTTA DEL PIANETA. CSOA Forte Prenestino - via Federico delpino, Roma, Italy (giovedì, 19 giugno 04:00) csoa Forte Prenestino 19-20-21-22 GIUGNO 2025 FORTEPRESSA LA BAGARRE Presentano CRACK! FUMETTI DIROMPENTI CRACK! CARNE FESTIVAL INTERNAZIONALE DI ARTE DISEGNATA E STAMPATA XX ANNI DI CRACK! FESTIVAL Ogni autor3, e ogni lettor3, di fumetto ha sperimentato la pratica di incarnarsi nei suoi disegni e nelle sue storie. Ogni personaggio che viene disegnato porta con sé questa capacità che si trasmette tra chi scrive e disegna e chi legge. Siamo corpi e ci muoviamo sulla carta nel mondo. Sappiamo, perché lo abbiamo imparato nei modi più diversi, a volte dolorosi, che il corpo ha una dimensione pubblica e un’assegnazione nei dispositivi di gerarchia sociale.  Corpi che contano e corpi che non contano. Corpi-persona e corpi-cose. Corpi cui si riconoscono il potere, il diritto di produrre e far valere le proprie rappresentazioni, e corpi che sono solo CARNE. Carni-cose. Su questa assegnazione riflette quest’anno il festival, nello spazio vasto, o forse brevissimo, che separa carnalità da carneficina. C’è una relazione costante fra corpo-carne-morte. In un corpo morto la CARNE, da giunto materiale che tiene assieme le infinite connessioni del corpo, è destinata a un processo di consunzione e putrefazione che le scioglie e le separa. Ma questo avviene anche ad un corpo vivo di un essere non ammesso all’umano: la CARNE è una cosa, destinata ad un trattamento funzionale. Ad essere spartita e distrutta. La Palestina è un paradigma doloroso di questo. CARNE segue le due edizioni precedenti nelle relazioni tra cibo e corpo, gusto e disgusto: vogliamo riflettere sulla carne e sui corpi, sui diritti che incarnarsi può dare o togliere. Se L’umano è un’attribuzione di potere, razzista, suprematista e patriarcale, noi proponiamo di restare CARNE, carne viva e con la disponibilità di scegliere specie e genere. Per recidere la connessione tra non-umanità e irrilevanza dobbiamo decostruire le relazioni di potere che si instaurano, anche nel mondo delle immagini: le nostre visioni mostrano le possibilità della CARNE deviante, mutante. Rivendichiamo la nostra essenza subumana. Questa edizione del festival rappresenta anche un momento particolare nel nostro percorso. Dopo una prima edizione provvisoria e solo romana nel 2003 nasce l’idea di rendere questo incontro tra autoproduzioni un appuntamento aperto orizzontale e annuale. Nel 2005 prende il nome di Crack! fumetti dirompenti e da lì in poi centinaia di presenze vitali hanno riempito i labirintici sotterranei della nostra Madre Fortezza il CSOA Forteprenestino. Per un festival autoprodotto vent’anni di vita sono un tempo impensabile: abbiamo accolto riflessioni, immagini e mutazioni così molteplici e irripetibili da non riuscire ancora a pensare di raccoglierne una storia. Difficile anche solo tenere gli occhi aperti tutto questo tempo. Per questo ci sembra importante oggi più che mai portare un ringraziamento a questa comunità del segno radicale che ha dato, e continua a dare, chiavi immaginarie molteplici per una liberazione del vedere e del vivere. CARNE e esistenze insostituibili: grazie. iil programma completo su https://crack.forteprenestino.net/
Il festival di Emergency: quinta edizione dedicata al tema “La voce”
Il Festival di EMERGENCY torna a Reggio Emilia, da venerdì 5 a domenica 7 settembre, per far sentire la voce di chi vuole costruire una società più giusta. Sarà proprio “la voce” il tema di questa quinta edizione, che porterà nelle piazze della città emiliana giornalisti, filosofi, scrittori, artisti e operatori di EMERGENCY. Tre giorni di incontri e dibattiti, ma anche di musica e spettacoli, per rispondere ad alcune delle seguenti domande: la nostra voce viene ascoltata? Che risonanza ha la voce delle persone – singoli o gruppi – di fronte a chi governa? Quali lotte e quali rivendicazioni di diritti uniscono più voci? Che eco ha la voce di chi rifiuta la guerra? Protagonisti di queste giornate saranno i giornalisti e gli operatori umanitari che sotto le bombe raccontano la verità della guerra; gli attivisti in lotta nonostante il rischio di carcere e violenze; le persone che vogliono avere il diritto di definirsi; i popoli che si riprendono piazze, strade, vie e porti contro repressione, guerra e povertà; i giovani che occupano gli spazi per rivendicare il proprio diritto al futuro… Da oltre 30 anni EMERGENCY li mette al centro della propria attività, curando le vittime di chi sceglie la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali e di chi alimenta la povertà, impegnandosi perché ciascuna voce venga ascoltata, che siano voci in mezzo al mare o sotto le bombe, nelle periferie o nei lager contemporanei, nelle carceri, nelle campagne o nei nuovi ghetti del nostro tempo. GLI APPUNTAMENTI DEL FESTIVAL. Per tre giorni teatri, piazze e luoghi simbolo di Reggio Emilia ospitano le voci di giornalisti, scrittori, storici, filosofi, registi, artisti e attivisti per riflettere e indagare il presente. In Piazza Prampolini gli incontri cardine del Festival, i Dialoghi, per inquadrare i principali temi del nostro tempo con i grandi protagonisti dell’attualità e lo staff di EMERGENCY. In Piazza Casotti in programma, invece, le Domande per pensare: 20 minuti e un relatore per rispondere a domande su temi chiave. Gli ospiti del Festival tornano poi a Un caffè con… per incontrarli in un’atmosfera più informale. La geopolitica internazionale sarà al centro di un nuovo format a cura del fotografo, giornalista e filmmaker Giampaolo Musumeci nel cortile dell’Università di Reggio Emilia. Il cortile di Palazzo Ancini, sede ANPI, ospiterà il ciclo A lezione con EMERGENCY, in cui lo staff dell’ong racconterà il proprio lavoro quotidiano sul campo, e la rassegna Make art, not war per scoprire le molte forme artistiche impegnate nella denuncia della guerra e nella difesa di pace e diritti umani. Torna anche la rassegna in collaborazione con Il Post nel cortile dell’Università di Reggio Emilia. Due gli appuntamenti serali di intrattenimento e musica in Piazza Prampolini, mentre il Teatro San Prospero ospiterà spettacoli teatrali e la proiezione di film e documentari. Si terranno in Piazza San Prospero gli appuntamenti mattutini Al risveglio, che daranno il via alle giornate di sabato e domenica, e quelli di fine giornata con il dj set. Per i più giovani, ma anche per genitori, insegnanti, educatori, tornano, alla Biblioteca Panizzi, incontri, laboratori creativi e letture animate per affrontare i temi del festival a misura dei più piccoli. Per rimanere aggiornati sulle attività di EMERGENCY in Italia e nel mondo: https://www.emergency.it Emergency
[2025-06-13] Contrattacco – Festival di letteratura sociale 2025 @ Parchetto autogestito dal Collettivo Recuperamo
CONTRATTACCO – FESTIVAL DI LETTERATURA SOCIALE 2025 Parchetto autogestito dal Collettivo Recuperamo - via del Pigneto 5f (venerdì, 13 giugno 17:00) Dal 13 al 15 giugno a Roma torna il Festival di letteratura sociale di Edizioni Alegre, un Festival nato nel 2011 su iniziativa di Stefano Tassinari e la rivista “Letteraria”, proseguito negli anni in luoghi diversi ma sempre con l’intento di concatenare riflessioni e immaginario, chi scrive e chi fa militanza politica, suoni e parole, letteratura e conflitto sociale. Anche quest’anno saremo al parchetto autogestito dal Collettivo Recuperamo, un luogo sottratto dagli abitanti alla speculazione e al profitto vicino all’Isola pedonale del Pigneto, in via del Pigneto 5f. Con la collaborazione anche del collettivo Controtempo – FuoriMercato Roma. Parleremo di letteratura working class e della lotta di classe fatta con i libri; racconteremo storie di genitori, figli e pallone; metteremo in scena lo Showpero; discuteremo della crisi dell’Occidente e delle resistenze femministe al liberismo e al genocidio in Palestina.   Ecco il programma VENERDÌ 13 GIUGNO Ore 17.30 – Apertura del bar del parchetto Recuperamo e della libreria del Festival Ore 18.30 – Scritture working class  Presentazione di Risto Reich. Il lavoro del cameriere di Luigi Chiarella (Alegre) Intervengono: Luigi Chiarella (autore) Wu Ming 4 (scrittore) Ore 20.00 – Cena  Ore 21.00 – La lotta di classe con i libri Dialogo tra i libri Questo lavoro non è vita di Dario Salvetti e Gea Scancarello (Fuoriscena) e Malesangue di Raffaele Cataldi (Alegre) Intervengono: Dario Salvetti (operaio ex Gkn, autore) Raffaele Cataldi (operaio ex Ilva, autore) Eliana Como (sindacalista Fiom) Giulio Calella (Alegre) SABATO 14 GIUGNO Ore 18.00 – Apertura del bar del parchetto Recuperamo e della libreria del Festival Ore 19.00 – Storia di genitori, figli e pallone  Presentazione de Il calcio del figlio di Wu Ming 4 (Alegre) Intervengono: Wu Ming 4 (autore) Luca Pisapia (giornalista e autore di “Fare gol non serve a niente”) Luca Di Bartolomei (figlio di Agostino, attivista e scrittore) Nicoletta Zannier (Atletico San Lorenzo) Giuliano Rosciarelli (Pigneto team) Ore 20.30 – Cena Ore 21.30 – Disturbo alla quiete pubblica di Niccolò Fettarappa con accompagnamento musicale di Lorenzo Minozzi. Una veloce chiacchiera sul libro Showpero. Manifesto selvaggio contro il talento di Niccoló Fettarappa e Lorenzo Maragoni (Tlon) e qualche canzone in attesa di essere sbattuti dentro. DOMENICA 15 GIUGNO Ore 17.00 – Apertura del bar del parchetto Recuperamo e della libreria del Festival Ore 18.00 – L’Occidente ai confini della realtà Presentazione del n. 27 di Jacobin Italia  Luciana Castellina (Fondatrice de il manifesto) Djarah Kan (scrittrice) Danilo Corradi (Jacobin Italia) Salvatore Cannavò (Jacobin Italia) Ore 19.30 – Sovversione femminista dell’economia Presentazione di Economia Femminista (Alegre) Intervengono: Marcella Corsi (curatrice dell’edizione italiana del libro) Francesca Coin (condirettrice della collana Feminist) Emily Zendri (Alegre) Ore 20.30 – Cena Ore 21.00 – Resistenze femministe palestinesi Dialogo tra i libri La Palestina è una questione femminista di Nada Elia (Alegre) e  Questa terra è donna di Cecilia Dalla Negra (Astarte) Intervengono: Nada Elia (autrice) Cecilia Dalla Negra (autrice) Francesca Coin (condirettrice della collana Feminist) Chiara Cruciati (il manifesto)
Dinamica: festival itinerante nella città
Il mondo sta cambiando molto più velocemente di quanto avremmo mai potuto immaginare. Un nuovo blocco reazionario è al governo del mondo: il genocidio in Palestina, la guerra come prospettiva della politica internazionale, il riarmo, politiche contro l’autodeterminazione delle persone trans e delle donne cisgender, negazionismo climatico, un nuovo autoritarismo maschile, una politica di deportazioni e razzismo. Il ruolo dell’informazione indipendente e dal basso in questo contesto è ancora più importante per orientarci e costruire spazi di discussione e resistenza. Affronteremo, quindi, questi temi in dibattiti aperti e corali in diversi spazi sociali della nostra città, per incontrarci, entrare in contatto, discutere e non sentirci soli e sole di fronte a questa grande trasformazione. Perché in questo momento abbiamo bisogno di nutrire le nostre comunità solidali, per questo abbiamo voglia di incontrare, conoscere e confrontarci con le nostre lettrici e i nostri lettori, e insieme immaginare strategie di resistenza e supporto. PROGRAMMA: 13 giugno: “Regime di guerra e blocco reazionario al governo del mondo: quali prospettive e strategie di resistenza” al Casale Garibaldi (viale Romolo Balzani 87) alle ore 18:30 La spesa militare mondiale ha raggiunto i 2718 miliardi di dollari nel 2024, con un aumento del 9,4% in termini reali rispetto al 2023 e l’incremento più consistente su base annua almeno dalla fine della guerra fredda (Sipri data). La guerra torna ad essere la nuova prospettiva dominante nelle relazioni internazionali mondiali: ma quello che agli occhi occidentali sembra (quasi) una novità, in alcuni luoghi della Terra è una realtà consolidata da decenni. Il conflitto in Ucraina ha segnato il ritorno di una guerra offensiva in Europa, ma è il genocidio in Palestina a segnare un punto di non ritorno per l’umanità, il crinale dove si compie l’ultimo capitolo del colonialismo di insediamento moderno, del suprematismo e razzismo occidentale. Il regime di guerra consolida governi di destra e autoritari in tutto il mondo, un nuovo blocco reazionario gloable, che prova a ridefinire l’ordine mondiale dal punto di vista economico, sociale, ambientale, intrecciando le linee di sfruttamento tra razza, classe e genere. Di fronte a questo cosa significa oggi affermare una politica di pace, giustizia e libertà? Ne discutiamo con: Vanessa Bilancetti (Dinamopress, moderatrice), Giuliano Battiston (Giornalista), Raffaela Bolini (Arci e camogna no Re-Arm Europe), Chiara Cruciati (Giornalista Manifesto), Eddi Marcucci (Attivista), Francesco Raparelli (Ricercatore in filosofia e attivista). A seguire: aperitivo a sostegno di DinamoPress e Casale Garibaldi e selezione musicale a cura di Dj Shendi Veli 19 giugno: “Si scrive movimento provita, si legge lobby antiscelta: tattiche e strategie di resistenza al neoconservatorismo cristiano” a Lucha Y Siesta (via Lucio Sestio 10) La propaganda antiscelta si insinua e permea sempre di più le istituzioni e i luoghi dedicati alla salute sessuale e riproduttiva rappresentando un pericolo concreto per l’accesso al diritto all’aborto e l’accesso ai percorsi di affermazione di genere nel nostro paese. Discuteremo insieme il modo in cui le associazioni e le lobby antiscelta, cosiddette provita, stanno portando avanti questa battaglia, appoggiate dal governo, e di quali siano le strategie attuabili per contrastare questa guerra ai corpi e sui corpi delle persone trans e delle donne cisgender. Ne discutiamo con: Benedetta Rossi (Dinamopress, moderatrice), Olimpia Capitano (Obiezione respinta), Natascia Grbic (Giornalista), Leone Orvieto (Attivista), Federica Pennelli (Giornalista). A seguire: aperitivo a sostegno di Dinamopress a cura di Lucha Y Siesta e selezione musicale a cura di Dj Santa Feroce 25 giugno: “Estreme destre e regime del maschio: dal globale al locale” al LOA Acrobax (via della Vasca Navale 6) La presa di potere di Trump è stata accompagnata dal supporto di una componente socio culturale che sembra prendere sempre più piede, contraddistinta da antifemminismo, solidarietà tra maschi e disprezzo per tutto ciò che ha a che fare con il genere: la cosidetta “cultura bro”. Quanto questo fenomeno ha un impatto oltre al contesto statunitense? Cosa è già arrivato anche in Europa? Come si relaziona al fascismo “istituzionale” cioè quello della restrizione dello spazio democratico, della tendenza autoritaria-repressiva, delle discriminazioni e della violenza contro le minoranze? Come può l’antifascismo nei territori, costruito dal basso, produrre pratiche culturali e sociali per contrastare questa tendenza? Cosa si sta già facendo e cosa si dovrebbe fare? Ne discutiamo con: Riccardo Carraro (Dinamopress, moderatore), Leonardo Bianchi (Giornalista), Annalisa Camilli, (Giornalista), Assemblea Antifascista Portuense, Assemblea Monteverde Antifascista. A seguire: aperitivo a sostegno di Dinamopress e selezione musicale a cura di Dj Fionn 4 luglio: “Nessun CPR è innocente. Raccontare, supportare, lottare contro il sistema del trattenimento” al circolo Arci Santa Libbirata (via Galeazzo Alessi 96) Negli ultimi mesi i Centri di Permanenza per il Rimpatrio sono tornati al centro del dibattito pubblico, soprattutto in relazione all’accordo Italia-Albania che ha comportato la costruzione di strutture detentive per persone migranti fuori dal territorio nazionale. Se i CPR albanesi evocano scenari distopici, il sistema di trattenimento già attivo in Italia è da tempo segnato da radicali opacità, violenza istituzionale e gravi violazioni dei diritti. Roma ne fa parte: anche qui, come altrove, il trattenimento amministrativo produce isolamento, ricattabilità, invisibilità. Questa iniziativa nasce per fare il punto sullo stato attuale dei CPR, superando ogni gerarchia tra i vari dispositivi: è fondamentale leggerli in modo connesso, come elementi di una stessa infrastruttura repressiva. Durante il dibattito, proveremo ad affrontare collettivamente alcuni dei nodi cruciali del sistema di detenzione amministrativa. Come si racconta il funzionamento dei CPR, nonostante la censura e la mancanza di accesso? Come si supportano le persone trattenute o a rischio di detenzione? Come si costruisce una mobilitazione che sia radicale, concreta, efficace, per la loro chiusura? Su questi e altri interrogativi vogliamo contribuire al dibattito pubblico e dialogare con chi ogni giorno osserva, racconta e si oppone al sistema del trattenimento. Ne discutiamo con: Francesco Ferri (Dinamopress, moderatore), Marika Ikonomu (Giornalista di Domani), Sara Marilungo (STOP-CPR Roma), Chiara Salvini (Infomigrante). A seguire: aperitivo a sostegno di Dinamopress e selezione musicale a cura di (more info soon) 10 luglio: “Impedire la produzione e il consumo di CBD non renderà le nostre città più sicure” con l’Atletico San Lorenzo presso la Casa della Socialità (Via dei Volsci 86), more info soon L’immagine di copertina è di Alberto De Nicola SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress abbiamo attivato una nuova raccolta fondi diretta. Vi chiediamo di donare tramite paypal direttamente sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Dinamica: festival itinerante nella città proviene da DINAMOpress.