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Antisemitismo e sionismo reale. Riflessioni sui progetti di legge in corso di esame presso le due Camere – di Gianni Giovannelli
E si perdona per certo ogni offesa ma sempre pur nella memoria resta, e così l’uno all’altro contrappesa.   Luigi Pulci (Morgante, Cantare decimo, Ottava 95)   Il Consiglio Europeo ha approvato già in data 6 dicembre 2018 la risoluzione n. 15.213, esortando gli stati membri che non l’hanno ancora fatto ad approvare la definizione [...]
Decreto Delrio su antisemitismo e antisionismo: svolta repressiva anche del PD
L’INCEDIBILE ASCESA DELLA EQUIPARAZIONE TRA ANTISIONISMO E ANTISEMITISMO. L’ENNESIMO DECRETO DI LEGGE DI STAMPO REVISIONISTA PER APRIRE UNA NUOVA CACCIA ALLE STREGHE…QUESTA VOLTA DA PARTE DEL PARTITO DEMOCRATICO CON GRAZIANO DELRIO. Incalcolabili sono i danni recati dalla parentesi renziana a capo del Partito Democratico, danni che poi portano alcuni nomi e cognomi con posizioni in politica estera analoghe, o fotocopia, di quelle delle destre. A volte tornano sotto i riflettori distinguendosi con l’inutile servilismo verso lo Stato di Israele, presentando una proposta di legge che equipara l’antisionismo all’antisemitismo, superando a destra i parlamentari di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Il Disegno di Legge, presentato da Graziano Delrio, denominato “Disposizioni per il rafforzamento della strategia nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, e per la prevenzione ed il contrasto all’antisemitismo e delega al Governo in materia di disciplina degli interventi relativi ai contenuti antisemiti diffusi sulle piattaforme online di servizi digitali” già dal titolo fa capire il fine della iniziativa: un controllo repressivo che riguarderà scuole, università, realtà sociali e i social destinatari della campagna securitaria (clicca qui per le info). Il disegno di legge segue i classici copioni sperimentati in qualche trasmissione televisiva, narrare la piaga dilagante dell’antisemitismo, dell’odio verso gli ebrei condito da rigurgiti razzisti. E così gli autori del genocidio, i sionisti, in un colpo solo diventano le vittime. E la fonte da cui attingere dati e informazione non è certo super partes, parliamo del monitoraggio operato dal Centro di documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) (https://www.osservatorioantisemitismo.it/), vicino ad ambienti sionisti e da anni attivo nel catalogare ogni espressione di odio contro gli ebrei che spesso e volentieri vengono confusi con i fautori del sionismo. Peccato che tra le segnalazioni si possa ritrovare anche un semplice adesivo di solidarietà con la Palestina affisso alla fermata dei bus o all’ingresso di una mensa. La narrazione parla di un incremento degli episodi antisemiti molti dei quali non sarebbero tracciati giusto a drammatizzare ulteriormente la situazione.  Leggiamo testualmente: «Le evidenze raccolte non sono solamente allarmanti da un punto di vista quantitativo, essendo rilevante l’esame qualitativo della tipologia degli atti segnalati, consistenti, tra l’altro, in invettive e stereotipi antisemiti nella realtà virtuale e nella vita quotidiana, in particolare nelle istituzioni scolastiche e universitarie. Si ravvisano altresì minacce a persone ed istituzioni ebraiche, atti di discriminazione (si pensi a esponenti politici e giornalisti cui è stata resa impossibile la partecipazione agli eventi pubblici) e persino alle aggressioni fisiche in luoghi pubblici». Avete letto bene? In Italia radio, giornali e tv sarebbero occupati da antisemiti, giornalisti e politici, manipoli di razzisti si aggirerebbero per le città nel solo intento di impedire l’esercizio di parola agli ebrei recendo loro violenza verbale e fisica. La verità è che le reti Mediaset e la Rai sono sistematicamente occupate da esponenti del centrodestra con posizioni filoisraeliane, parliamo di oltre il 90% degli ascolti televisivi, aggiungiamo i giornali nelle mani di pochi gruppi editoriali e schierati a destra o, se su posizioni del centro sinistra, vicino alle posizioni governative in materia di politica estera. Vittimismo o strategia del complotto? Continuando a leggere il disegno, l’equiparazione tra antisionismo e antisemitismo si fa sempre più forte fino a denunciare un’autentica persecuzione degli ebrei ai quali sarebbe impedito di manifestare la loro stessa religione e identità. Negli ultimi anni da parte dei movimenti solidali con la causa palestinese non c’è stato alcun gesto contro simboli ebraici e sinagoghe, al contrario gli episodi di aggressione ai danni di attivisti filopalestinesi risultano innumerevoli. La narrazione vittimista è funzionale a descrivere una realtà falsata, le grandi adesioni alle mobilitazioni contro il genocidio possono essere avversate non criminalizzando i milioni di partecipanti, ma facendo credere che nel Paese il germe del razzismo antisemita sta prendendo corpo, il passaggio successivo sarà la criminalizzazione di tutti i solidali e gli antisionisti trasformati in odiatori da tastiera al pari di chi lancia invettive senza costrutto assalito dall’odio instillato dalle dichiarazioni avventate di politici senza memoria. E tra gli odiatori chi ritroviamo? Una lunga sequela di nemici che vanno dai movimenti sociali ai sindacati, dagli intellettuali non allineati agli islamici tout court, tutti accomunati da odio ed aggressività. Ma qual è il fine di questo disegno di Legge? Leggiamo dal testo: «Il presente disegno di legge si pone l’obiettivo di adattare la disciplina vigente in ambito digitale e formativo, recando misure volte a prevenire e contrastare le nuove forme di antisemitismo nonché a rafforzare efficacemente l’attuazione della Strategia nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, elaborata nel quadro di quella europea dal Coordinatore nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri». Incredibile la descrizione del propagarsi dell’odio antisemita che, secondo questo disegno di legge, sarebbe una minaccia pericolosa alla democrazia e alla libertà. Passando in rassegna il testo si va dalla delega al Governo per l’adozione – entro sei mesi – di uno o più decreti legislativi, volti a disciplinare in modo organico il contrasto all’antisemitismo online (il che fa presagire il controllo della rete stessa, la chiusura di bollettini, siti, pagine social e riviste di orientamento antisionista), fino alla tutela e della libertà della ricerca e di insegnamento in ambito universitario, come se l’autentica minaccia all’università non fosse rappresentata dalla Bernini e dai suoi provvedimenti che andranno ad espellere migliaia di ricercatori. Il vero obiettivo di questo disegno è la normalizzazione del controllo nelle scuole e nelle università a partire dalla sorveglianza dell’operato dei docenti, istaurando un clima repressivo e di soffocante controllo pur celandosi dietro al sommo «valore della conoscenza ed il principio della libera manifestazione del pensiero, nella fondamentale ottica del reciproco rispetto e del confronto civile» (Cass. civ. 28853/2025). E dopo l’alza bandiera arriveranno le buone azioni contro l’antisemitismo, spingendo le scuole a segnalare tutte le iniziative intraprese a sostegno di queste indicazioni con tanto di segnalazioni alle forze di polizia e al Ministero di ogni azione e opinione che possa configurarsi come antisemita. E ancora una volta si va a confondere antisemitismo con antisionismo. Chiunque criticherà l’operato di Israele verrà tacciato di istigatore dell’odio razziale alla stessa stregua di un nazista. Se questo è il disegno di legge partorito dalla fervida immaginazione di un parlamentare del PD, la prossima mossa del centrodestra sarà quella di venirci a prendere a casa per portarci in qualche carcere. Occorre fermare oggi questa follia; occorre fermarli con le ragioni, le azioni propositive e le argomentazioni di cui siamo capaci, è ormai un dovere etico e civile. Federico Giusti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università -------------------------------------------------------------------------------- Se come associazioni o singoli volete sostenerci economicamente potete farlo donando su questo IBAN: IT06Z0501803400000020000668 oppure qui: FAI UNA DONAZIONE UNA TANTUM Grazie per la collaborazione. Apprezziamo il tuo contributo! Fai una donazione -------------------------------------------------------------------------------- FAI UNA DONAZIONE MENSILMENTE Apprezziamo il tuo contributo. 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Ma quanto fa schifo il PD!
L’onorevole Piero Fassino è andato in Israele a proclamare la grande democrazia di quello Stato genocida. Intanto due bambini venivano assassinati da uno dei tanti killer dell’IDF. La loro colpa era di aver oltrepassato là linea gialla della finta pace. Cercavano legna da ardere, perché nelle tende di Gaza si […] L'articolo Ma quanto fa schifo il PD! su Contropiano.
Non in nostro nome! Incontro a Milano con il Rabbino Dovid Feldman
Mercoledì 3 dicembre presso l’Università Statale si è svolto un interessante incontro con il Rabbino Dovid Feldman di New York, di passaggio a Milano dopo aver partecipato venerdì scorso 28 novembre alla manifestazione a Genova e sabato 29 a quella di Roma a favore della Palestina, sempre sfoggiando una kefiah al collo. Purtroppo i tempi per ottenere l’autorizzazione all’evento da parte dell’Università erano troppo stretti e gli organizzatori, il Prof. Antonio Violante e Alessandro Corti, hanno optato per tenere comunque l’incontro davanti all’Università. Erano presenti diverse decine di persone e molti passanti incuriositi si sono fermati per ascoltare. Il Rabbino Dovid Feldman appartiene al movimento Neturei Karta International, un gruppo religioso ebraico ortodosso che non riconosce l’autorità e la stessa esistenza dello Stato di Israele, in base all’interpretazione del giudaismo e della Tōrāh. I seguaci, concentrati principalmente a Gerusalemme, sono circa 5.000, ma sono presenti anche a New York, a Londra e in Canada. Nonostante le ridotte dimensioni la Neturei Karta  ha esercitato una notevole influenza nei dibattiti sulla relazione tra ebraismo e sionismo. I suoi membri non commerciano con banconote israeliane, non si uniscono alla riserva dell’esercito dello Stato ebraico, obbligatoria per i cittadini israeliani adulti, non cantano l’inno nazionale, non celebrano il Giorno dell’Indipendenza di Israele e non pregano nel luogo più sacro al giudaismo: il Muro del Pianto. Intrattengono rapporti con le autorità palestinesi e il mondo arabo e contestano ai sionisti la strumentalizzazione dell’Olocausto. Il movimento fu fondato nel 1938 a Gerusalemme da ebrei appartenenti all’antica comunità ortodossa stanziata da molte generazioni in Palestina. Gli antisionisti più radicali si raccolsero attorno ai Neturei Karta. Secondo questi la terra oggi occupata dallo Stato di Israele apparteneva a coloro che la abitavano da secoli: arabi, a qualunque confessione appartenessero ed ebrei che vivevano nelle terre palestinesi prima dell’affermarsi della colonizzazione. Il Rabbino Feldman ha tenuto il suo pacato e  lucido discorso in inglese. Non è sembrato vero poter udire una voce ebraica così autorevole e chiara nel definire lo stato attuale delle cose e le responsabilità dello Stato di Israele, nel genocidio del popolo palestinese, definendo criminali gli atti compiuti. Il rabbino ha insistito nel distinguere i concetti di ebraismo e sionismo, arrivando a dire: “ Il sionismo è proibito dalla religione ebraica. Il creatore del mondo ci ha mandato in esilio e ci ha proibito di lasciare tale esilio con il nostro potere umano. Lasciare l’esilio da soli sarebbe una ribellione contro Dio e quindi gli ebrei che credono in Dio non possono sostenere il sionismo. Ciò è ancora più vero alla luce del fatto che il progetto sionista è stato intrapreso a spese di molte persone innocenti e ha comportato la sottrazione della loro terra e delle loro proprietà, l’uccisione di molti di loro e l’espulsione degli altri senza che avessero alcuna colpa.” Il rabbino ha inoltre enumerato i vari pericoli dell’equiparare l’antisionismo all’antisemitismo, definendolo un crimine contro la verità, perché crea la falsa impressione che ebrei e sionismo siano una cosa sola. Si tratta di una profanazione del nome di Dio, poiché implica che gli ebrei si siano ribellati a Dio. Inoltre questa stessa nozione porta le persone a indirizzare erroneamente la loro opposizione politica ai crimini dello Stato di Israele verso tutti gli ebrei del mondo. La definizione di antisemita in realtà rischia di scatenare l’antisemitismo là dove tenta di mettere a tacere la rivendicazione palestinese, causando un effetto boomerang e portando molte persone a etichettare tutti gli ebrei come sionisti. In conclusione, afferma il rabbino, l’attribuzione del termine antisemita a chi si oppone al sionismo e allo stato di Israele è sbagliata e criminale. Voci come questa dovrebbero poter risuonare ovunque per fare chiarezza e giustizia di tanta confusione e iniquità che pervade i dibattiti e le nostre relazioni. Era presente anche il giovane Assessore del Municipio 1 Lorenzo Pacini, che ha salutato ed espresso solidarietà e posizioni davvero coraggiose rispetto al dramma palestinese e la questione sionista, in evidente contrasto con le opinioni e le dichiarazioni dei suoi colleghi. Un incontro emozionante per la chiarezza, la pulizia, la moralità e l’umanità che questo religioso ha saputo portare e trasmettere. Loretta Cremasco
Lo sfregio alla sinagoga di Monteverde è una provocazione contro la pace
Il Comitato Monteverde per la Pace esprime massima solidarietà alla comunità ebraica romana, offesa dall’atto vandalico compiuto nel cuore della notte tra domenica e lunedì 1° dicembre da ignoti incappucciati che hanno sfregiato la targa in ricordo del piccolo Stefano Gaj Tachè, vittima dell’attentato dell’82 al Tempio maggiore di Roma, posta all’ingresso della sinagoga del quartiere Monteverde a Roma. Viviamo in un momento storico in cui tutti i piani sembrano confondersi: legittima e auspicabile opposizione alle politiche genocidarie dello Stato d’Israele, l’appartenenza alla religione ebraica che nulla ha a che fare con il fanatismo messianico che anima l’oppressione e la violenza contro il popolo palestinese sia a Gaza che in Cisgiordania, l’accusa di antisemitismo, mai sopito in Europa, strumentalmente evocato dalle forze reazionarie per contrastare il legittimo sdegno suscitato nel mondo dal genocidio in atto del popolo palestinese. Come Comitato per la pace abbiamo partecipato alla manifestazione antifascista indetta dall’Assemblea autonoma di Monteverde che si è svolta pacificamente domenica 30 novembre scorso, con la partecipazione di molti giovani, per protestare contro le ripetute aggressioni di stampo squadrista e sionista nel nostro quartiere e auspichiamo che i responsabili dell’atto vandalico siano al più presto individuati a seguito delle indagini in corso. Roma – Monteverde, 2 dicembre 2025 Redazione Italia
Due o tre cose su quanto accaduto a Monteverde
-------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Domenica 30 novembre per le strade di Monteverde, a Roma, malgrado uno schieramento poliziesco imponente, si è svolto un colorato e popolare corteo, con tanti giovanissimi, promosso dall’Assemblea Monteverde Antifascista e da realtà del quadrante Roma Sud contro le aggressioni sioniste avvenute nel territorio e contro il genocidio. Durante la notte presso la Sinagoga di Monteverde, come ormai noto, è stata imbrattata la targa in ricordo di Stefano Gaj Taché, il bambino ucciso durante l’attentato terroristico del 1982 fuori dalla Sinagoga di Roma. A proposito di quanto accaduto e dell’odioso racconto dei media mainstream, scrive Assemblea Monteverde Antifa: “Il 30 novembre si è svolto il corteo contro le aggressioni sioniste nel nostro quartiere e il genocidio in Palestina, indetto dall’assemblea di Monteverde Antifascista e dalle realtà del quadrante di Roma Sud. Un corteo partecipato da tantissime giovani, realtà sociali e persone del quartiere e non solo. Un corteo comunicativo e di denuncia anche degli effetti dell’economia di guerra sulle nostre vite. Purtroppo questa mattina (lunedì 1, ndr) abbiamo appreso dalle diverse notizie apparse in rete che, durante la notte, è stata imbrattata la targa in ricordo di Stefano Gaj Taché, presso la Sinagoga. Come assemblea territoriale di Monteverde sentiamo impellente la necessità di discostarci chiaramente da questo gesto e di condannarlo con fermezza. Esprimiamo la nostra sincera vicinanza alla comunità ebraica del nostro quartiere. Riteniamo intollerabili le accuse che ci sono state rivolte da testate giornalistiche che, oltre a non conoscere la situazione nel nostro territorio e i valori che caratterizzano la nostra assemblea, non hanno esitato un minuto a puntarci il dito contro. Anche perché tale gesto scredita e vanifica il lavoro collettivo di costruzione della piazza. Questi giornali non solo mistificano la realtà, ma scelgono deliberatamente di raccontare alcuni fatti piuttosto che altri: nessun articolo sul corteo trasversale, colorato e popolare che ha attraversato le strade del nostro quartiere o le nostre chiare parole tanto contro il sionismo che contro l’antisemitismo. L’incredibile manipolazione mediatica a cui assistiamo è solo uno dei tanti sintomi di una narrazione egemone malata, che non riesce a distinguere la religione dalla politica e così facendo manipola l’opinione pubblica. A partire dai massacri del popolo palestinese fino alla complicità del governo italiano. Essere antifasciste significa combattere ogni tipo di discriminazione e razzismo. A partire dall’antisemitismo. Contro ogni fascismo, sempre. [Assemblea Autonoma di Monteverde]” -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Due o tre cose su quanto accaduto a Monteverde proviene da Comune-info.
Collettivo Monteverde Antifascista: incredibile manipolazione mediatica sugli eventi accaduti nel quartiere
All’indomani del corteo antifascista e antisionista che ha attraversato le strade del nostro quartiere, apprendiamo dalle diverse notizie apparse in rete stamattina che durante la notte è stata imbrattata la targa in ricordo di Stefano Gaj Taché, bambino che perse la vita nell’attentato alla sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982.  La targa, situata all’esterno della sinagoga del nostro quartiere, è stata coperta con vernice nera spray e, a distanza di pochi metri è stato scritto “Monteverde antifascista antisionista”. Come assemblea territoriale di Monteverde sentiamo impellente la necessità di discostarci da gesti di odio e intolleranza che infanghino qualsiasi tipo di monumento religioso e la memoria dei morti, specie se bambini. Esprimiamo per questo la nostra sincera vicinanza alla comunità ebraica del nostro quartiere, ribadendo il valore del dialogo e della convivenza tra tutte le persone che lo abitano. Ci teniamo a sottolineare che nella costruzione del corteo non si è mai pensato di avvicinarsi alla sinagoga per evitare di ledere le sensibilità della comunità che la vive, ma anche per evitare di essere strumentalizzati dalla narrazione della stampa italiana mainstream. Nessuna persona, né dell’assemblea né del corteo si é resa protagonista di tale gesto che scredita e vanifica il lavoro collettivo di costruzione della piazza. Inoltre, la sinagoga di Monteverde è rimasta blindata dalle camionette delle forze dell’ordine fino a circa le 9:30, ben due ore dopo della fine del corteo. Riteniamo intollerabili le accuse che ci sono state rivolte da testate giornalistiche che, oltre a non conoscere la situazione nel nostro quartiere e i valori che caratterizzano la nostra assemblea, non abbiano esitato un minuto a puntare il dito contro chi manifesta per la Palestina. Questi giornali di importanza nazionale non solo mistificano la realtà, ma scelgono deliberatamente di raccontare alcuni fatti piuttosto che altri: nessun articolo che abbiamo letto stamattina riguardava il corteo trasversale, colorato e popolare che ha attraversato le strade del nostro quartiere ieri, in cui è stata continuamente ribadita sia la condanna del sionismo in quanto progetto politico, che la condanna ferma di ogni antisemitismo. Saremo sempre al fianco dei popoli oppressi: oggi con la Palestina, ieri con il popolo ebraico perseguitato dai nazisti e dai fascisti. Questi articoli screditano chi ogni giorno si batte contro il genocidio in corso in Palestina e contro la complicità del nostro governo con il governo sionista di Israele. La critica alle politiche e alle responsabilità di uno Stato non è mai un attacco a una fede religiosa, né alle comunità che la vivono. L’incredibile manipolazione mediatica a cui assistiamo è solo uno dei tanti sintomi di una narrazione egemone malata, che non riesce a distinguere la religione dalla politica e così facendo manipola l’opinione pubblica, continuando a ignorare la continua e convinta complicità del nostro Paese nel genocidio palestinese. Monteverde è antisionista e antifascista, ed essere antifasciste significa combattere ogni tipo di discriminazione come l’antisemitismo, cosa che abbiamo sempre fatto e continueremo a fare. Redazione Roma
La repressione ai danni di chi si esprime e si attiva per la Palestina
Il presente articolo – che nasce a seguito di un’iniziativa sul DDL Gasparri organizzata in data 11 novembre 2025 da USB Pisa e Cambiare Rotta Pisa – si pone l’obiettivo di analizzare certe preoccupanti tendenze repressive nei confronti di chi si esprime e si mobilita in solidarietà con il popolo […] L'articolo La repressione ai danni di chi si esprime e si attiva per la Palestina su Contropiano.
La definizione di antisemitismo dell’IHRA, il Ddl Gasparri e non solo
Il presente articolo – che nasce a seguito di un’iniziativa sul DDL Gasparri organizzata in data 11 novembre 2025 da USB Pisa e Cambiare Rotta Pisa – si pone l’obiettivo di analizzare certe preoccupanti tendenze repressive nei confronti di chi si esprime e si mobilita in solidarietà con il popolo […] L'articolo La definizione di antisemitismo dell’IHRA, il Ddl Gasparri e non solo su Contropiano.