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Riflessioni sulle rivolte negli Stati Uniti di giugno 2025
A Roma, alla Casa di Quartiere di Quarticciolo, martedì 1\07 si terrà un dibattito con un professore dall'università di San Francisco e con compagni da Chicago per confrontarsi sulle rivolte di inizio giugno negli USA contro le deportazioni e il razzismo sistemico. In studio abbiamo avuto un ospite con cui abbiamo ripercorso quei momenti di rivolta e riflettuto sugli spazi di lotta che essi hanno aperto.  Di seguito il link delle "lezioni seguite alle battaglie di Los Angeles" lette ai microfoni: https://illwill.com/fire-and-ice  Di seguito il comunicato dell'iniziativa:  Nell’ultimo mese, diverse città statunitensi sono state attraversate da manifestazioni e rivolte contro i violenti blitz dell’l’ICE (Immigration and Customs Enforcement), l’agenzia federale responsabile delle deportazioni. Di fronte alle remigazioni forzate la risposta spontanea delle comunità è stata quella di ostacolare le retate, bloccare le deportazioni nei luoghi di lavoro e nei quartieri. Sotto lo slogan “Fuck ICE” le manifestazioni si sono diffuse in tutte le metropoli statunitensi, scendendo in strada con coraggio e determinazione, attaccando i centri di detenzione dei migranti e le stazioni di polizia. Nelle proteste, la questione migratoria si è intrecciata con la solidarietà alla Palestina e a un generale rifiuto di Trump e della retorica MAGA, restituendo la realtà di un paese tutt’altro che pacificato. Di tutta risposta l’amministrazione Trump ha continuato a mostrare il pugno duro, schierando la Guardia Nazionale per reprimere le proteste. In questo ciclo di rivolte, come già accaduto in quelle successive all’omicidio di George Floyd e alla mobilitazione di Black Lives Matter, a emergere non è solo la rabbia verso il dominio del fascismo tardo capitalista, incarnato oggi da Trump, ma la spinta verso una trasformazione radicale del presente, che passa dall’abolizione della polizia all’autogestione delle comunità. Per comprendere le rivendicazioni e le specificità di queste rivolte parleremo con James Martell (San Francisco State University) e *. Ci vediamo Martedì 1 luglio alle ore 18 alla Casa di Quartiere di Quarticciolo (Via Trani 1)
La battaglia di Los Angeles e le manifestazioni “No Kings” negli Usa
L’INIZIO DELLE MANIFESTAZIONI A LOS ANGELES Dal 6 giugno la popolazione della città californiana è insorta contro le deportazioni operate dalla Immigration and Customs Enforcement (ICE), il distaccamento della polizia statunitense incaricato di catturare, spesso illegalmente e senza mandato, le persone considerate come irregolari, per poi imprigionarle e cacciarle dal Paese senza la garanzia del rispetto dei loro diritti fondamentali. L’ICE è ribattezzata la “migra”, abbreviazione di migración, un termine in lingua spagnola per riferirsi all’ente statale deputato al controllo dei movimenti degli esseri umani attraverso le frontiere. “Chinga la migra”, dove chinga significa “fotti”, è la parola d’ordine delle proteste. Le prime proteste sono cresciute, e nei giorni che sono seguiti la mobilitazione ha preso forme moltitudinarie, con decine di migliaia di manifestanti che hanno sfilato nella città e in tutto il Paese. In risposta, l’esecutivo ha mobilitato la Guardia nazionale, accentuando la tensione e i conflitti nella città. Il video-racconto di Luca Celada per DINAMOpress. LA RIVOLTA SI ESTENDE IN TUTTO IL PAESE Sabato 14 giugno in decine di migliaia hanno sfilato nelle città statunitensi per manifestare contro la repressione e il governo autoritario di Donald Trump. Le mobilitazioni hanno toccato decine di città, tra cui Los Angeles, l’epicentro della rivolta. Le e i manifestanti hanno intonato cori contro il presidente e hanno ribadito che non c’è pace senza giustizia e che nessuna persona può essere considerata illegale su una terra rubata, sottolineando la matrice colonialista dello Stato. Il video-racconto di Luca Celada per DINAMOpress Immagine di copertina di Luca Celada SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo La battaglia di Los Angeles e le manifestazioni “No Kings” negli Usa proviene da DINAMOpress.
USA: SI ALLARGANO LE PROTESTE “CONTRO L’IDENTITARISMO ESTREMO DEI MOVIMENTI DI DESTRA” CHE VOGLIONO DEPORTARE I MIGRANTI. INTERVISTA A LUCA CELADA
Braccio di ferro tra Donald Trump e il governatore della California Gavin Newsom, che ha annunciato una seconda causa contro la decisione dell’amministrazione Trump di dispiegare altri 2mila uomini della Guardia nazionale e 700 marines per le rivolte di Los Angeles. Da tre giorni la città californiana è teatro di rivolte e scontri per le politiche anti-migratorie trumpiane e che stavano portando a raid ed espulsioni a tappeto. Nelle ultime settimane le operazioni della polizia hanno portato all’arresto di centinaia di persone: all’origine delle retate di migranti, che hanno fatto esplodere le proteste, c’è un netto cambio di strategia imposto dalla Casa Bianca, scontenta dei numeri ritenuti ancora troppo bassi di migranti arrestati e deportati ad gennaio ad oggi. Nel frattempo, le proteste contro l’ICE – l’agenzia governativa incaricata di dare la caccia, casa per casa, ai migranti per deportarli – si allargano. Manifestazioni e scontri si sono verificati a San Francisco, con 150 arresti. Cortei a in Texas (a Austin, dove sono state arrestate almeno 10 persone), Boston, New York, Atlanta, Seattle, Dallas, Louisville e tante altre città degli Stati Uniti. Il collegamento da Los Angeles con Luca Celada, giornalista del quotidiano Il Manifesto. Ascolta o scarica
Impressioni dalla Francia in fiamme
Scoppiata dopo l’assassinio per mano poliziesca di Nahel, un ragazzo di 17 anni, la recente sommossa in Francia ha mostrato livelli d’intensità forse superiori alle notti della collera del 2005. A differenza di vent’anni fa, infatti, la rivolta delle banlieues ha superato i confini delle periferie francesi, segno di una rabbia sempre meno confinata, nonché di un certo “savoir faire” affinatosi… Source
Salonicco, polizia assassina: un’ipotesi di rivolta.
Quattordici anni dopo l’omicidio di Alexis Grigoropoulos, la polizia di Salonicco spara e uccide Kostas, un sedicenne colpevole di non aver pagato venti euro di benzina. Oggi come allora la rabbia esplode e incendia varie parti della città, coinvolgendo la comunità Rom – cui Kostas apparteneva – e altri solidali, in un duro scontro che non risparmia la polizia. Con un compagno che da anni… Source