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Mozione IC “Sauro-Errico-Pascoli” di Napoli contro discriminazione, segregazione e colonizzazione del popolo palestinese
Il Collegio Docenti dell’IC “Sauro-Errico-Pascoli” si dichiara CONTRO la politica di discriminazione, segregazione e colonizzazione che lo Stato di Israele utilizza nei confronti del popolo palestinese e che viola i principi e i dettami del diritto internazionale e le risoluzioni ONU sui Diritti Umani. Oggi in particolare, di fronte ai massacri ed al genocidio in atto nella striscia di Gaza ad opera dell’esercito israeliano, vogliamo evidenziare questa posizione in modo chiaro, aderendo alla campagna internazionale “Spazi Liberi dall’apartheid israeliana” che promuove la creazione di una rete di strutture pubbliche e private libere da ogni forma di discriminazione. Questi luoghi, che prendono ispirazione dalla lotta contro l’apartheid in Sudafrica, e rappresentano una Rete oggi attiva in diversi paesi del mondo, sono contro l’occupazione militare e le politiche di apartheid in Palestina come in ogni parte del globo, e si impegnano a non contribuire in alcun modo alle gravi violazioni delle libertà fondamentali del popolo palestinese. Come Istituzione scolastica impegnata da sempre nella lotta contro ogni tipo di razzismo, discriminazione e segregazione e ispirata, com’è doveroso che sia, ad educare le giovani generazioni ai valori di rispetto, solidarietà, giustizia, spirito critico, propri della nostra Costituzione, intendiamo quindi prendere posizione rispetto al genocidio in atto, impegnandoci a non restare in silenzio ed a continuare nella nostra missione di costruttori di pace e dialogo tra le persone ed i popoli. Napoli, 13/05/2025 Mozione-PalestinaDownload
Il patriarcato precede la colonizzazione
STUDIARE LA MASCOLINITÀ È COMPRENDERE IL POTERE. STUDIARE GLI STUPRI DI GUERRA È RICONOSCERE LA VIOLENZA COME ULTIMA RISORSA DISPONIBILE PER COLORO CHE NON POSSONO “PROVARE” IL LORO POTERE IN ALTRI MODI. STUDIARE IL PATRIARCATO È RIPENSARE LA STORIA E METTERE IN DISCUSSIONE L’AFFERMAZIONE CHE IL PATRIARCATO SIA UN’INVENZIONE DELLA COLONIZZAZIONE: IL PRIMO HA SECOLI DI STORIA, ANCHE SE LA COLONIZZAZIONE, NON C’È DUBBIO, L’HA INTENSIFICATO E RICONFIGURATO. APPUNTI DI UNA CONVERSAZIONE CON L’ANTROPOLOGA FEMMINISTA ARGENTINA RITA SEGATO Messico, Chiapas (Selva Lacandona). Foto di Massimo Tennenini -------------------------------------------------------------------------------- Invitata dal Coordinamento di Scienze Umane dell’UNAM e dal Programma Universitario di Studi sulla Democrazia, Giustizia e Società (PUEDJS), l’antropologa e scrittrice Rita Segato ha tenuto una conversazione pubblica nella quale ha condiviso alcune delle chiavi del suo recente pensiero. L’incontro, realizzato nel quadro dell’ottantesimo anniversario del Consiglio Tecnico delle Scienze Umane, ha visto la partecipazione di Miguel Armando López Leyva, coordinatore delle Scienze Umanistiche; John M. Ackerman, direttore del PUEDJS; Amneris Chaparro, titolare del Centro di Ricerche e Studi di Genere, e Leticia Flores Farfán, coordinatrice del Corso di Laurea in Studi di Genere. Il potere della parola “Nominare è tracciare la rotta della storia”, ha detto Rita Segato all’inizio della sua conversazione all’UNAM. Con umorismo e critica, la pensatrice femminista, nota a livello internazionale per i suoi studi su genere, violenza e colonialità, ha aperto uno spazio di riflessione collettiva che è stato, nelle sue parole, un esercizio di pensiero vivo. “Le discipline umanistiche sono le più potenti che ci siano, anche se ci fanno credere il contrario. Creando vocabolario, scegliendo quali esperienze nominare e quali no, le scienze umane disegnano il percorso della storia. Sono più importanti della politica“. Una vita tra le lingue Anche se è argentina, Segato ha costruito la sua carriera accademica in Brasile, che ha segnato profondamente la circolazione della sua opera. “Nessuno legge in portoghese. Ci sono pochissimi lettori. È come se ci fosse una riserva di mercato teorica: se uno si chiama John Smith, lo traducono; se si chiama Juan Pérez, no”. In questo senso, ha apprezzato profondamente che la sua parola abbia trovato risonanza in tanti paesi dell’America Latina e, in particolare, in Messico. Da Tilcara, nella valle di Humahuaca, dove vive con il suo compagno, Segato ha difeso uno sguardo critico e decolonizzatore della teoria e della pratica accademica. Per questo, quando è stata invitata all’UNAM, ha proposto che il formato fosse quello di una conversazione aperta: “Quando converso penso meglio, penso cose che prima non avevo pensato”. È importante sottolineare che la sessione si è tenuta nell’ambito del “Seminario permanente (Re)pensando la democrazia nel XXI secolo” del PUEDJS. Frontiera delle civiltà “Il Messico non è il confine tra il Messico e gli Stati Uniti. È il confine tra un’intera civiltà e il nord”, ha detto con enfasi. Nella sua visione, il Messico ha una posizione geopolitica e simbolica unica nel continente: “È il paese più importante dell’America Latina, e lo dico sempre. Ha un ruolo chiave nella disputa civile che stiamo vivendo”. Questa affermazione non è solo geografica: è politica. Per Segato, la storia dei popoli dell’America Latina è attraversata da molteplici forme di colonialismo e il Messico, con la sua ricchezza culturale, storica e demografica, è un attore centrale nella disputa per il senso dell’umano. Mascolinità, il suo tema di studio Anche se ampiamente nota come femminista, Segato ha chiarito che il suo oggetto di studio non è la femminilità, ma la mascolinità come forma strutturale del potere; “comprenderla è capire il potere, il patriarcato è la struttura fondante di tutte le forme di espropriazione, di valore, di prestigio”. -------------------------------------------------------------------------------- LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI RAUL ZIBECHI: > Demolire il mandato di mascolinità -------------------------------------------------------------------------------- Da questa prospettiva, ha messo in discussione le teorie che affermano che il patriarcato è stato un’invenzione della colonizzazione: “Non può essere sostenuto né dai dati antropologici né dalla storia. Il patriarcato precede la colonizzazione, anche se questa l’ha intensificato e riconfigurato”. Attraverso esempi etnografici, ha spiegato come le “case degli uomini” -spazi di formazione maschile nelle diverse culture tribali – esistevano nei cinque continenti, molto prima del contatto coloniale. Dallo stupro alla guerra Uno dei concetti più profondi e trasformativi di Segato è quello del mandato di mascolinità, che ha spiegato come si è evoluto dalla sua idea iniziale del “mandato di stupro”, che descrive l’esigenza di dimostrare la mascolinità attraverso la violenza sessuale. “Abbiamo intervistato molti giovani condannati per stupro in Brasile. Tutti ripetevano una narrazione: dovevano provare qualcosa, dimostrare qualcosa agli altri. Quel qualcosa è la mascolinità”. Secondo Segato, la violenza è spesso l’ultima risorsa disponibile per coloro che non possono “provare” il loro potere in altri modi. “Sempre meno uomini hanno accesso ad un patrimonio, ad un posto nell’economia. Allora non resta che la violenza”. Con acutezza, umorismo e impegno, Rita Segato ha lasciato una lezione profonda: nominare, scrivere, parlare non sono atti neutri. Sono atti politici che modellano il futuro. -------------------------------------------------------------------------------- Fonte: Desinformémonos (traduzione di Comune). Publicado originalmente en Gaceta UNAM -------------------------------------------------------------------------------- LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI CRISTINA FORMICA: > Lasciarsi alle spalle il patriarcato -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Il patriarcato precede la colonizzazione proviene da Comune-info.
Il popolo MAPUCHE la terra la difende, non l’accende!
Urgente: Criminalizzazione del Popolo Mapuche in Argentina Chiamata alla solidarietà internazionale Abbiamo bisogno urgentemente dell’attenzione e dell’appoggio internazionale perché si visibilizzino le violazioni dei diritti umani che si stanno attualmente producendo contro il popolo mapuche nella patagonia, in argentina. In questi giorni enormi incendi hanno devastato migliaia di ettari di boschi e distrutto case. Le uniche persone che si sono mosse sono state quelle delle brigate comunitarie autorganizzate visto che il governo argentino non ha fatto nulla. Adesso, invece dell’appoggio queste stesse comunità si scontrano con una brutale repressione. Lo stato ha lanciato una campagna di criminalizzazione. contro il popolo mapuche e le persone volontarie del servizio di Vigilanza del Fuoco. (*) accusandol3, senza alcuna prova, di aver causato gli incendi. (*) i pompieri in Argentina sono volontari Cosa sta succedendo: video condiviso da Moira Millan, sottotitoli in italiano a cura di Patricia e Mari * Detenzioni e retate arbitrari: Molte comunità indigene, comprese persone anziane residenti, sono state oggetto di retate senza testimoni ufficiali. La polizia ha piazzato armi e materiali infiammabili nelle loro abitazioni per incolparle. ● Detenzioni in corso: Il pompiere volontario Nicolás Heredia è in carcere accusato di reati inventati con “prove” basate solo su testimoni non ufficiali. ● Persecuzione giudiziaria: Victoria Nuñez Fernandez, donna mapuche de Lof Pillán Mahuiza, è stata condannata a due mesi di custodia cautelare in carcere nonostante non esistano prove che la relazionino a reati. ● Militarizzazione e repressione: Le forze di sicurezza argentine, compresa la GEOP (Gruppo Speciale di Operazioni di Polizia antiterrorismo), si sono dispiegate per reprimere e intimidire le comunità indigene con azioni che ricordano le tattiche delle dittature militari del passato. Tutto questo fa parte di una strategia più ampia per screditare le persone delle comunità indigene che difendono la terra e per proteggere le industrie dell’estrattivismo a scapito dei diritti di chi su quelle terre vive. È ciò che abbiamo visto in Palestina, in Brasile e nel mondo intero, dove si accusano falsamente i popoli indigeni e oppressi di reati che non hanno commesso per giustificare la violenza dello Stato contro di loro. Abbiamo urgente bisogno di: ● Copertura mediatica internazionale per rendere evidente la persecuzione e le accuse fabbricate contro il popolo Mapuche. ● raccogliere adesioni internazionali di solidarietà per le irruzioni poliziesche e militari nella provincia di CHUBUT, ARGENTINA utilizzando questo modulo ● Pressione Legale e Politica da parte di organismi internazionali per esigere la liberazione delle persone detenute arbitrariamente e la fine della criminalizzazione della resistenza Indigena. Condividiamo questa informazione, diffondiamo nelle reti e spazi che attraversiamo, chiediamo giustizia. Il popolo Mapuche difende la sua terra, non la incendia. documentario sulla storia del popolo mapuche di Mari Casalucci, Valeria Patané, Ramon Gaete. Per favore, mettetevi in contatto se avete bisogno di altri particolari o se si desidera ampliare e approfondire questa urgente richiesta. Grazie per la vostra solidarietà Questo il comunicato che abbiamo tradotto e che data febbraio 2025 ma vogliamo ricordare quanto proprio la comunità del lof Paillan-Mahuiza ha fatto e proprio per rigenerare il bosco natio originario ed evitare gli incendi. Siamo assolutamente orgogliosi di aver partecipato alla campagna testimoniata da questo nostro articolo. Riferimenti e contatti: ● Moira millán ● XR Argentina ● Presentes Latam ● Sisas Medio ● Mujeres Indígenas ● Resumen Latinoamericano News about this: ● CELS – Criminalización de brigadistas y hostigamiento a comunidades indígenas ● Agencia Presentes – Violentos allanamientos a comunidades mapuche y a una radio comunitaria de Chubut ● ANRed – Actividades en todo el país contra los incendios y la criminalización de brigadistas y comunidades mapuche foto di copertina di Mari, settembre 2024 ************** RADIOSONAR.NET SI BASA SULL’AUTOFINANZIAMENTO. SE VUOI AIUTARCI A CONTINUARE A TRASMETTERE, PUOI EFFETTUARE UNA DONAZIONE ATTRAVERSO IL NOSTRO CONTOCORRENTE O PAYPAL