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Fanon può entrare ma i palestinesi d’Italia no, perché? Perché il palestinese buono è quello morto o rassegnato. Appunti sull’inadeguatezza della sinistra italiana – di Laila Hassan
“La guerra di liberazione non è un'istanza di riforme, ma lo sforzo grandioso di un popolo, che era stato mummificato, per ritrovare il suo genio, riprendere in mano la sua storia e ricostituirsi sovrano” [1]   A 100 anni dalla nascita di Fanon alcune brevi, forse inutili, considerazioni. Se c’è un atteggiamento che in [...]
CPR TORINO: TRA VIOLENZE, ISOLAMENTO PUNITIVO E PROTESTE CON IL CORPO SI LOTTA PER LA LIBERTÀ
  Nel CPR di Corso Brunelleschi a Torino, la violenza quotidiana verso le persone recluse continua senza sosta. Nonostante la riapertura parziale della struttura nel marzo 2024 — dopo le rivolte che avevano portato alla sua chiusura — le condizioni all’interno restano disumane. Tre delle sei aree sono tornate operative, tra cui l’“area rossa”, usata recentemente come zona di isolamento per una sospetta epidemia di scabbia. Proprio in quell’area, a fronte di condizioni insostenibili e isolamento punitivo, alcune persone hanno messo in atto gesti estremi di protesta: due persone tra martedì 7 e mercoledì ‘8 ottobre sono salite sul tetto lanciandosi nel vuoto e riportando gravi ferite. Una terza persona ha attuato questa forma di protesta domenica 12 ottobre. Un gesto fatto con il corpo come unico strumento per reclamare libertà e denunciare l’ingiustizia di essere rinchiusi per il solo fatto di non avere documenti. L’intervista di Radio Onda d’Urto a uno dei compagni dell’assemblea No CPR di Torino. Ascolta o scarica.
San Piero a Grado (PI), domenica 7 settembre: Territori in lotta nella guerra globale
DIBATTITO CON LA GIORNALISTA FUTURA D’APRILE, MOVIMENTO NO TAV, MOVIMENTO NO PONTE E PERCORSO “GUERRA ALLA GUERRA” DOMENICA 7 SETTEMBRE ORE 09.30 AL PRESIDIO DI PACE “TRE PINI” – SAN PIERO A GRADO (PI) L’escalation bellica globale porta con sé un’economia di guerra feroce, visibile in molte forme. Riarmo europeo, riconversione industriale civile-militare, crescita della spesa militare al 5% del PIL sono le sue facce più esplicite e minacciose. La sua aggressione si esprime sui territori sottraendo risorse dai bisogni sociali reali, imponendo infrastrutture come la nuova base militare, impoverendo la popolazione di possibilità economiche, culturali, sociali, schiacciando gli spazi di decisionalità delle comunità tramite disciplinamento, ricatto, militarizzazione della cultura.  L’Italia e le isole sono costellate di grandi opere, infrastrutture militari, energetiche, logistiche per integrare aree di territorio e connettere armi, mezzi, persone, energia, denaro: centinaia di “zone di sacrificio” ci rendono una piattaforma della guerra globale sul Mediterraneo e sono l’altra faccia degli interessi militari, estrattivi e industriali che il nostro Paese interpreta nelle missioni all’estero, dall’Ucraina al Medio Oriente, nella complicità diretta con il genocidio in Palestina, nel supportare il ritorno al nucleare, nei carichi di armi che fornisce a tutto il mondo. Le “zone di sacrificio” sono anche il luogo della resistenza e del potenziale riscatto da questo avvitamento militarista, territori in cui scoprire che ostacolare la guerra dal basso e immaginare un’economia di pace è possibile. Per questo vi invitiamo al dibattito di domenica 7 settembre al Presidio di Pace “Tre Pini” nell’ambito del Campeggio No Base: dallo scenario globale, alle prospettive di lotta territoriali, vogliamo confrontarci su come mettere in discussione questo sistema di economia di guerra e individuare concretamente delle alternative, fondate sui bisogni delle comunità. Sarà uno spazio aperto per mettere in dialogo le lotte e le esperienze, immaginare e arricchire le diverse prospettive di mobilitazione contro la guerra, discutere di cosa significa la pace sui territori e come costruirla unendo le nostre idee e le nostre forze. Qui l’appello completo del campeggio No Base previsto nei giorni 5-6-7 settembre al Presidio di Pace “Tre Pini” a San Piero a Grado!  https://nobasecoltano.it/appello-per-un-campeggio-no-base-territoriale-5-6-7-settembre-al-presidio-di-pace-tre-pini-san-piero-a-grado/
TAV tra milioni, polizia e teatrini: la farsa continua in Prefettura
Mentre si cerca di presentare una Valle pacificata, l’apparato politico-industriale a sostegno dell’opera Tav Torino-Lione si riorganizza attraverso l’ennesimo incontro in Prefettura, volto a rafforzare il controllo poliziesco del territorio […] The post TAV tra milioni, polizia e teatrini: la farsa continua in Prefettura first appeared on notav.info.
Georges Abdallah: “La mia liberazione è parte della lotta per la Palestina”
In un’intervista completa, la prima del suo genere, con Al Mayadeen, l’attivista internazionale Georges Abdallah parla della sua ideologia, degli anni di prigionia, della resistenza e della costruzione dello Stato. L’attivista internazionale Georges Abdallah, liberato dopo 41 anni di carcere in Francia, ha raccontato in un’intervista esclusiva con Al Mayadeen […] L'articolo Georges Abdallah: “La mia liberazione è parte della lotta per la Palestina” su Contropiano.
La marcia No Tav invade i cantieri (VIDEO)
Volevamo una grande manifestazione No Tav, e come sempre la realtà ha superato ogni aspettativa! Oltre 10.000 persone hanno preso parte alla marcia partita nel primo pomeriggio da Venaus, dirette […] The post La marcia No Tav invade i cantieri (VIDEO) first appeared on notav.info.
Fiera delle Armi trasferita da Verona a Parma in cerca di “clima di serenità”, la lotta paga!
La Fiera delle Armi non si terrà più a Verona, ma si trasferirà a Parma per cercare “un clima di maggiore serenità, condizione venuta a mancare nelle ultime due edizioni organizzate a Verona”. E noi, come rete delle Associazioni che hanno organizzato e aderito alla manifestazione “Contro la Fiera delle Armi”, rivendichiamo di essere gli artefici di questo clima poco sereno che si è creato attorno a questa fiera che si è tenuta a Verona negli ultimi anni. Lo rivendichiamo perché durante le ultime stagioni noi eravamo lì a protestare e manifestare e lo abbiamo fatto sfilando nelle vie intorno alla fiera di Verona. Eravamo in centinaia, eravamo con amic*, compagni e compagne provenienti da diverse città dei nord Italia, per gridare tutti e tutte insieme NO alla fiera della morte. Lo abbiamo fatto perché ben consapevoli che dietro gli slogan che richiamano ad eventi sportivi, si nascondevano (e nemmeno troppo) aziende costruttrici di armi da guerra, aziende produttrici di morte, quindi complici di tutte le guerre in corso che stanno devastando questa Terra, che stanno facendo migliaia di morti innocenti, aziende complici del genocidio in Palestina. C’è in corso una terza guerra mondiale a pezzi, e più passano i mesi e più aumentano le aree e i Paesi in guerra, aumentano i bombardamenti, aumenta il numero di morti, aumentano le distruzioni e i popoli annientati da quelle stesse armi esposte in questa maledetta fiera. Un business che si basa su questo: morte e distruzione a cui ci siamo opposti e ci opporremo sempre. Rivendichiamo il fatto di aver mostrato a tutta Italia foto con bambini e bambine mentre imbracciano fucili e pistole come fossero giocattoli (clicca qui), in barba ad un codice etico che perdeva già in partenza il proprio scopo. Foto aberranti e simbolo di una cultura legate alle armi, quindi alla violenza. Foto che sono arrivate fino al Parlamento dove è stata richiesta un’inchiesta parlamentare per capire meglio le nefandezze, il perché c’erano bambini con tanto di armi in mano. Abbiamo espresso con energia la nostra contrarietà a questa complicità abominevole, ad una Fiera delle armi nella nostra città, ma il fatto che questa fiera non si tenga più a Verona rappresenta il minimo sindacale della nostra lotta, una lotta che non chiede di spostarla altrove ma di abolirla completamente, non permettere che in nessun’altra città vengano esposte armi di nessun genere, per impedire che la cultura della guerra sovrasti la cultura della pace, che strumenti di morte, per uomini, donne e animali vengano esposte come fossero trofei, a Verona come a Parma, come in qualsiasi altro posto. Quindi, rivendichiamo l’aver creato un clima poco sereno a Verona intorno alla Fiera delle Armi, un clima che attorno a questa fiera non sarà mai sereno, ovunque e fin quando si farà. * Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università * Laboratorio Autogestito Paratod@s * Ultima Generazione * Rifondazione VR * Osservatorio Migranti Verona * Circolo Pink * Rete Verona per Palestina * Attach * Mediterranea Verona