A scuola e nel Parlamento la Germania anticipa scenari di guerra
Leggiamo con una certa preoccupazione la proposta del ministro dell’Interno
tedesco Alexander Dobrindt (CSU) di fissare nelle scuole, per i più grandi, una
lezione di due ore atte a prepararsi a scenari di emergenza, compresa una
possibile guerra.
La sua proposta è appoggiata dai Verdi che suggeriscono di coinvolgere nella
formazione, oltre le scuole, l’intera popolazione tedesca. Se verrà approvata,
ci auguriamo non prosegua sulla stessa linea della Polonia dove, con le stesse
motivazioni, nelle scuole sono stati inseriti gradualmente dei corsi
paramilitari (leggi qui e qui).
Intanto nel Bundestag, il parlamento tedesco, su iniziativa del ministro della
Difesa Pistorius si sta discutendo un piano per accrescere le forze armate che
prevede già dal 2026 un questionario obbligatorio per chi compie diciotto anni,
nel quale tra le altre informazioni si dovrà indicare la propria disponibilità,
o meno, a svolgere il servizio militare. Per il piano Pistorius la visita di
leva dovrebbe diventare obbligatoria già dal 2027 ma l’arruolamento resterebbe
su base volontaria, almeno per ora.
Una settimana fa, sempre in Germania, a Erding, si è svolta una simulazione
militare tra le strade cittadine! La gente non era stata informata e ha vissuto
momenti di angoscia. La polizia è intervenuta e ha sparato ferendo in modo lieve
un uomo. Solo in seguito le cose sono apparse più chiare: si trattava di
un’esercitazione militare e l’uomo colpito è un soldato dell’esercito tedesco.
Quanto accaduto è rappresentativo della tendenza che ci sta travolgendo. Come si
può accordare l’uso di una città per scopi di questo tipo?
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università si è
costituito per denunciare questa penetrazione arrogante e indisturbata delle
logiche militari nell’istruzione, nelle agende legislative italiane e europee,
nella cultura, nell’immaginario collettivo. La direzione presa dalla maggioranza
politica è quella della corsa al riarmo. La nostra forza sta nelle persone e
nelle associazioni che vogliono resistere a tutto questo.
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