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ALBANIA: ‘INSIEME’ ENTRA IN PARLAMENTO PER “PORTARE LA VOCE DEI PIÙ DEBOLI E DELLA CLASSE LAVORATRICE”
Ampia vittoria del Partito socialista del premier Edi Rama alle elezioni parlamentari che si sono svolte domenica 11 maggio in Albania. Secondo i risultati ufficiali diffusi, i socialisti hanno ottenuto il 52,1% contro il 34,2% della destra di Sali Berisha. Per Edi Rama, il cui partito ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi, inizia quindi il quarto mandato alla guida del paese delle aquile. Restano ancora da conteggiare poche schede provenienti dai residenti all’estero, che non cambieranno in maniera sostanziale i risultati attuali. Entra in parlamento per la prima volta anche “Insieme” – Lëvizja Bashkë – giovanissimo partito politico nato come movimento dal basso e a sinistra. Alfred Bushi, esponente di “Insieme” nuovamente ai nostri microfoni, ha sottolineato come la campagna elettorale di Edi Rama sia stata vuota di contenuti. Il primo ministro “ha usato la sua influenza, il controllo sui media e il clientelismo” per consolidare il proprio potere. Lëvizja Bashkë ha svolto una campagna elettorale praticamente senza budget e mettendo l’accento sui problemi reali dell’Albania: “un paese in cui il salario minimo si aggira intorno ai 400 euro, la pensione minima intorno ai 100 euro, il costo della vita è largamente inadeguato agli stipendi, i servizi pubblici e la sanità non funzionano, un paese da dove centinaia di migliaia di persone sono emigrate”. Il seggio in parlamento ottenuto da Lëvizja Bashkë sarà occupato da Redi Muçi, che avrà il compito di proseguire le lotte del movimento “dando la priorità alle persone coraggiose, preparate e non corrotte”. Redi Muçi, già ospite ai nostri microfoni per commentare l’accordo Italia-Albania per la costruzione del lager per migranti, è un giovane professore alla facoltà di geologia ed è stato uno dei fondatori del partito. Avrà il non facile compito di “portare in parlamento le voci dei più deboli e della classe lavoratrice”. Il collegamento da Tirana con Alfred Bushi, esponente di Lëvizja Bashkë – Insieme. Ascolta o scarica
Aeronautica militare nei libri per l’infanzia…e al Parlamento chiede più risorse
Il 28 marzo di due anni fa l’Aeronautica militare italiana celebrava il suo centenario e l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università è stato testimone della macchinosa campagna pubblicitaria che fuori e dentro le scuole ha imposto un passato di gloria e ha proiettato verso un futuro di avventure aerospaziali. Ci chiediamo, tra le altre cose: sarà per questo che nel 2023 Elon Musk figurò tra i partecipanti del forum politico Atreju? Oltre alle proficue collaborazioni con il mondo industriale e della ricerca accademica, l’aeronautica militare è entrata nel mondo dell’editoria per bambini. Era infatti presente al Salone del Libro di Torino con libri di ogni formato e tipo, storie a fumetti e anche libri accessibili a bambini con difficoltà di lettura, quindi stampati in braille nero e con scritte in rilievo. Alle sue riviste specialistiche e collane per adulti si aggiungono quindi storie di velivoli, di battaglie aeree, di personaggi noti e meno noti destinate a lettori molto piccoli di età. Ci sembra utile ricordare anche lo spot tv del piccolo Ruggero (Roger) trasmesso in quei mesi proprio per celebrare il centenario dell’aeronautica militare. Con una imbarazzante fusione di riferimenti militari in un quadretto romantico e sottofondo musicale adrenalinico, viene presentata la storia di un bambino che vuole diventare pilota di aerei e che una volta adulto accoglie una giovane ragazza con lo stesso sogno ad una mostra sulla tecnologia del volo.  Mentre tutto questo veniva portato al pubblico, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Luca Goretti riferiva in Parlamento sulla costosa ma mirabile dotazione di strumenti aeronautici militari italiani sui quali non possiamo permetterci di arretrare: il velivolo di addestramento T-346 autentico fiore all’occhiello dell’ingegneria aerospaziale nazionale, la nostra partecipazione al programma internazionale JSF (Join Strike Fighter) che ci permette di avere nostri F-35, la sorveglianza dei cieli europei in perfetta sincronia con oltre 100 velivoli dell’alleanza atlantica sul fianco orientale della NATO,  velivoli per il rifornimento in volo, velivoli a pilotaggio remoto. Con tutta l’autorità possibile invitata i ministri a salvaguardare questi risultati, e incrementarli in tempi rapidi.  Questo spirito di governo ci atterrisce, ecco perché denunciamo come sospetta la presenza delle Forze Armate non solo nelle scuole, ma anche negli ambienti ricreativi per bambini, e denunciamo come pericolosi i contenuti che inneggiano alle guerre e al valore militare. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università tenta con il suo lavoro di interporsi tra le emittenti di propaganda e il pubblico disattento o poco informato. Vediamo intellettuali embedded e rappresentanti di governo sminuire e infantilizzare anche le contestazioni più argomentate. Ma l’opinione pubblica è contraria alla guerra e con tenacia continua a organizzare presidi per la pace, in numerose città, e questo ci conforta. Continueremo a scrivere e denunciare i piccoli e grandi segni del processo di militarizzazione della società in atto.  Scriveteci a osservatorionomili@gmail.com per segnalare eventi che vedano la cultura militare entrare negli spazi dell’infanzia e della formazione, seguite i nostri social Facebook, Instagram, X, parlate del nostro lavoro ai vostri contatti e il prossimo 16 maggio se siete a Roma venite a trovarci allo Spin Time o seguite su Zoom il nostro convegno nazionale.  Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università