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LAVORO: YOOX ANNUNCIA 211 LICENZIAMENTI IN ITALIA, MA I SINDACATI PROMETTONO BATTAGLIA
Yoox-Net-a-Porter – colosso dell’e-commerce per l’abbigliamento di lusso – ha avviato una procedura di licenziamento collettivo che riguarderà 211 lavoratori e lavoratrici impiegate delle sedi italiane. Si tratta di circa il 20% di tutta forza lavoro italiana dell’azienda, ma i posti a rischio sono concentrati soprattutto a Bologna  (160 dipendenti tra gli stabilimenti di Zola Predosa e Interporto) e Milano (51). Filcams, Fisascat e Uiltucs – i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil – annunciano “l’apertura di uno stato di agitazione con un pacchetto di 16 ore di sciopero, ancora da calendarizzare nelle assemblee sindacali che si terranno nei prossimi giorni”. L’azienda – fondata nel 2000 dall’imprenditore Federico Marchetti e poi passata al colosso svizzero Richemont – ha fatto sapere tramite un comunicato che “i licenziamenti si inseriscono in un più ampio piano di riduzione del personale che riguarderà anche la sede britannica e quella statunitense”, e che l’obiettivo è «riassicurare crescita e forza finanziaria dopo anni di declino”. Tuttavia non è stato dato alcun preavviso a lavoratrici e lavoratori che, da un giorno all’altro, si sono così trovati senza stipendio. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Mariano Vendola, funzionario sindacale della Filcams-Cgil Bologna Ascolta o scarica
Minaccia di licenziamento per chi si oppone al traffico di armi
Un delegato dell’USB dell’aeroporto di Montichiari, vicino Brescia, è stato raggiunto da una contestazione disciplinare da parte dell’azienda presso la quale lavora da più di vent’anni, per aver divulgato la notizia di aereo con a bordo missili previsto per lo scorso 25 giugno. La diffusione della notizia aveva portato ad […] L'articolo Minaccia di licenziamento per chi si oppone al traffico di armi su Contropiano.
“Riccardo non mollare …”
Questa è la frase che più volte mi sono sentito ripetere in questi mesi. Ho risposto di stare tranquilli perché avrei mantenuto l’impegno assunto dopo il 29 giugno 2009 per la sicurezza, la verità, la giustizia. Consapevole del fatto che gli avversari sono agguerriti, forti e spregiudicati, ritengo il licenziamento del 7 novembre 2011 una delle “risposte” alla straordinaria mobilitazione che ha visto familiari e cittadini, lavoratori e lavoratrici, impegnati in questa battaglia da quel maledetto 29 giugno. In ogni lotta c’è un prezzo da pagare, il mio licenziamento è uno di questi. Ho sempre dichiarato che questo licenziamento è un’offesa alle Vittime, ai familiari ed alla città di Viareggio, oltre ad essere una vile intimidazione nei confronti di delegati Rls e lavoratori impegnati concretamente e coerentemente sul fronte della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio. Ogni rappresaglia nei confronti di chi si “spende” per questi diritti è un’aggressione all’intera collettività. Il licenziamento era un possibile conto da pagare proprio sulla base dell’esperienza di questi anni in ferrovia. Altri ferrovieri sono stati intimiditi, minacciati, sanzionati con multe, sospensioni, licenziamenti, ma ho ritenuto giusto non sottostare ad alcun ricatto per la memoria delle Vittime ed il rispetto dei loro familiari. La solidarietà individuale e collettiva di tante persone, di familiari delle Vittime, di lavoratori e lavoratrici, di Rsu e Consigli di fabbrica, di Consigli comunali e provinciali, di forze politiche e sindacali, di Associazioni, di cittadini e cittadine, ricevuta fin dal primo giorno del licenziamento, hanno rafforzato la mia convinzione a non mollare e di essere dalla parte giusta. In questi mesi, oltre alla solidarietà, ho incontrato e discusso con tantissime persone che hanno, così, potuto conoscere la strage di Viareggio e che, a loro volta, hanno informato, denunciato, propagandato questa immane tragedia. Per non dimenticare, perché non rimanga impunita, affinché non si ripeta un altro “29 giugno”, è necessario mobilitarsi, organizzarsi e lottare, essere protagonisti nella lotta per la sicurezza nei luoghi di lavoro e sul territorio, ed essere a fianco dei familiari che da 43 mesi soffrono e lottano, lottano e soffrono. Chi si è mobilitato in questi 14 mesi per la mia reintegrazione ha capito perfettamente tutto ciò, ha compreso come si può essere utili e per questo li ringrazio immensamente; per chi ancora non lo ha fatto l’invito è a mobilitarsi assieme ai familiari attivi ed organizzati e all’Assemblea 29 giugno. Diversamente sarebbe un gigantesco regalo ai responsabili della strage di Viareggio. Viareggio, 19 gennaio 2013 Riccardo Antonini Postscriptum: martedì 22 gennaio udienza per la reintegrazione. Presidio dalle ore 10.30 di fronte al Tribunale di Lucca, via Galli Tassi 61, promosso da Assemblea 29 giugno e Associazione “Il mondo che vorrei”. Da Viareggio l’appuntamento è nel piazzale Pam alle ore 09.15