Elizabeth Gonzales James / Messico e nuvole
Le cento vite di Antonio Sonoro di Elisabeth Gonzales James è un romanzo western
attraversato, come una vena d’oro, dal realismo magico, differenziandosi così
dalla classica proposta di genere. La scrittrice usa come innesco narrativo,
ispirandosi liberamente, la storia vera del bisnonno e da questa potenziale
scintilla esplosiva struttura il libro mescolando la più crudele malvagità alla
sua necessaria redenzione.
Chi è Antonio Sonoro? Il romanzo in inglese porta il titolo di The Bullet
Swallower, tradotto alla lettera in italiano, “Colui che ingoia proiettili” ed è
questo il soprannome del primo personaggio che incontriamo in un incipit quasi
cinematografico, il Mangiapallotole, El Tragabalas. Il libro si sviluppa in un
preciso arco temporale, dal 1895 fino ad arrivare al 1964, e Antonio a fine 1800
è l’ultimo di una stirpe di minatori, banditos, di sfruttatori, nato con l’oro
negli occhi e una pistola in mano. «Alferez Antonio Sonoro era nato con l’oro
negli occhi e le pagliuzze gli bruciavano così tanto che sbatteva le palpebre in
continuazione e portava sempre in tasca una fiala di soluzione salina. Dei
quattro fratelli Sonoro era l’unico a recare quel segno, e i suoi genitori lo
consideravano una benedizione, una prova incontestabile del favore divino.»
Antonio vive rubando, non ha ricchezze né speranze, nella sua baracca con la
moglie, i figli e il fratello Hugo, osserva da lontano le rovine della vecchia
hacienda di famiglia, immagine spietata e vera del passato disumano dei suoi
avi. Tutto cambia quando, verso Houston, durante un assalto con il fratello
viene fermato e quasi ucciso dai Texas Rangers e da questo fatto il destino
esige la prima rata di redenzione, ma il Mangiapallottole alterna piani di
vendetta per l’uccisione del fratello a sogni di riscatto e salvezza.
La seconda parte del romanzo è ambientato nel 1964: Jamie Sonoro, nipote di
Antonio, è una star del cinema, vive a Città del Messico con la moglie, i figli
e il padre Juan Antonio. Il figlio di Jamie viene punto da uno scorpione e si
offre per aiutare la famiglia Sonoro, un personaggio arcano ed enigmatico,
Remedio, una figura tutt’altro che secondaria, l’alone che lo avvolge
sembrerebbe quello di chi traghetta le anime dall’aldilà.
La vita di Jamie si complica ancor di più quando apprende – grazie a una donna
che gli dona un libro intitolato La Storia Ignominiosa della Famiglia Sonoro
dall’antichità ai giorni nostri – che Remedio ha sempre gravitato nelle
generazioni, in tutti questi anni, nella sua famiglia. «Sai, la Bibbia dice che
i figli pagheranno per i crimini dei genitori.»
Dalla trama si evince, come evidenziato sopra, che non si può ridurre questo
romanzo al solo genere western; vi sono sì tutti gli ingredienti indispensabili:
sparatorie, scenografie azzeccate, tensione narrativa, ma è la parte spirituale,
enfatizzata dal realismo magico nella figura di Remedio, che dona spessore a una
narrazione che è sicuramente quella dell’intrattenimento, pur intensificandosi
per i temi trattati. Il destino e la corsa del tempo, i bivi e i binari che
realmente possono essere paralleli ma che nella parte immaginifica non li sono
mai. La prosa di Gonzales James è sicura, come lo è la struttura di questa saga
famigliare dalle diverse sfaccettature.
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