Tag - Lavoro

Dai musei alla piazza: prosegue la battaglia per i diritti nel settore culturale
La mattina di domenica 7 settembre, presso il piazzale degli Uffizi a Firenze, lavoratrici e lavoratori di Dussmann si sono riuniti in presidio insieme a USB Firenze, Mi Riconosci? e Workers in Florence per denunciare ancora una volta le proprie … Leggi tutto L'articolo Dai musei alla piazza: prosegue la battaglia per i diritti nel settore culturale sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
Firenze culla dello sfruttamento. Cena a sostegno dei e delle lavoratrici in appalto della cultura
I servizi di pulizia, la sicurezza ai metal detector, l’accoglienza della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e di ben sedici musei statali fiorentini sono prevalentemente esternalizzati, e vengono gestiti dall’azienda tedesca Dussman. Alcun* lavoratrici e lavoratori in appalto della Biblioteca … Leggi tutto L'articolo Firenze culla dello sfruttamento. Cena a sostegno dei e delle lavoratrici in appalto della cultura sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
GLOBAL SUMUD FLOTILLA: INCONTRO A GENOVA CON MUSIC FOR PEACE, CALP E USB. LANCIATO IL 22 SETTEMBRE LO SCIOPERO GENERALE
Ampia partecipazione all’assemblea pubblica, svoltasi giovedì 11 settembre, a Genova. L’incontro promosso da Global Sumud Flotilla, lavoratori portuali, sindacato Usb e dall’associazione Music for Peace era stato lanciato con il messaggio “se bloccano la Flotilla blocchiamo tutto”. Un nuovo appuntamento per continuare a sostenere la missione umanitaria che è partita anche da Genova dopo la raccolta di 200 tonnellate di generi alimentari e che ora si prepara a partire dalla Sicilia in direzione Gaza per cercare di portare gli aiuti alla popolazione palestinese nonostante il blocco navale di Israele. In occasione dell’incontro svoltosi presso il circolo dell’Autorità Portuale, Usb ha annunciato lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata del 22 settembre 2025. L’intervento di Guido Lutrario, segretario nazionale di Usb. Ascolta o scarica. L’intervento di Riccardo Rudino dei Calp. Ascolta o scarica.
Salute e genere nella migrazione: vulnerabilità costruite
Le donne rappresentano circa la metà della popolazione migrante a livello globale, eppure l’immigrazione femminile continua ad essere meno approfondita rispetto a quella maschile, pur presentando vulnerabilità specifiche legate alla condizione di genere.  Tali vulnerabilità, spesso evocate dalle istituzioni, vengono raramente descritte per quello che sono realmente: la vulnerabilità non è una condizione ontologica, ma il risultato concreto di politiche escludenti, leggi inadeguate e servizi inefficienti. La combinazione di discriminazione intersezionale e vulnerabilità sistemica rende le donne migranti uno dei gruppi più a rischio di marginalizzazione nell’Europa contemporanea 1. Questo articolo si occuperà di delineare la rilevanza del genere in ambito migratorio quando si affronta il tema della salute. Risulta dunque essenziale analizzare l’ordinamento giuridico italiano per valutare quanto lo Stato sia effettivamente garante del diritto alla salute, in particolare per le donne migranti 2. Ma cosa si intende per salute? L’organizzazione mondiale della sanità la definisce come “una condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non esclusivamente l’assenza di malattia o infermità 3”. La Costituzione italiana all’art. 32 stabilisce che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, garantendo cure gratuite agli indigenti e vietando trattamenti sanitari obbligatori se non previsti dalla legge e nel rispetto della dignità umana. Il diritto alla salute, in quanto universale ed equo, è garantito anche agli individui irregolari attraverso l’accesso alle cure urgenti o essenziali, ovvero quelle prestazioni che non possono essere rinviate senza mettere in pericolo la salute o aggravare una malattia 4. Nell’esperienza concreta invece, si osservano profonde crepe sull’universalità del sistema, forti discrepanze nell’accesso ai servizi sanitari, gli ostacoli variano e si moltiplicano a seconda di fattori come età, etnia, religione, disabilità, istruzione, alfabetizzazione, orientamento sessuale o status giuridico. Le barriere linguistiche, culturali, religiose e giuridiche, unite a una forte disomogeneità territoriale nei servizi sanitari, rendono spesso inaccessibili i diritti sopra delineati. Ad esempio, le donne immigrate irregolari solo nel caso in cui siano in un accertato stato di gravidanza hanno diritto ad un permesso di soggiorno temporaneo, valido dal sesto mese di gravidanza fino al sesto mese di vita del/della bambino/a, che permette loro di iscriversi al SSN per quel periodo.  I PERCORSI DI ACCESSO DELLE DONNE MIGRANTI IN EUROPA E LE POSSIBILI CONSEGUENZE SULLA SALUTE I dati del Dossier Statico Immigrazione 5 mostrano che una larga parte dell’immigrazione femminile in Italia avviene attraverso il ricongiungimento familiare 6. Tuttavia, molte donne intraprendono autonomamente il percorso migratorio, senza il supporto di familiari o partner. Il loro percorso si distingue dalla componente maschile per alcune specifiche caratteristiche poiché, il più delle volte, è segnato da esperienze di violenza, sfruttamento, stupri, tratta, abusi e ricatti di varia natura a partire dal Paese d’origine, fino alle nostre città che le continuano a coinvolgere e ricattare. Le donne sole spesso vengono inglobate nel mercato del lavoro di cura, regolare o irregolare, settori ad alta usura fisica e bassa tutela contrattuale. Anche il procedimento del ricongiungimento familiare può però trasformarsi in una trappola per molte donne, legate al partner non solo economicamente ma anche giuridicamente. Questa dipendenza rende più difficile denunciare eventuali abusi e forme di segregazione sociale, mettendo a dura prova la loro salute psico-fisica. Le donne che accedono a questo canale entrano stabilmente nei sistemi sanitari dei Paesi europei, rendendo urgente una risposta strutturata e non solo emergenziale alla loro salute.  Anche la percezione della salute delle donne è generalmente diversa da quella degli uomini. La relazione tra genere e salute si potrebbe facilmente chiarire attraverso questa frase: “Il tipo e il ritmo di lavoro degli uomini minaccia la loro vita, mentre il tipo e il ritmo di lavoro del lavoro domestico femminile mette a rischio la qualità della vita delle donne 7”.  La percezione del lavoro domestico è, per cause indubbiamente patriarcali, notevolmente distorta poiché sottovaluta la pesantezza e la pericolosità, sia sul piano emotivo che psicologico, nonché in termini di inclusione sociale, di quel genere di professione, soprattutto se praticato da una donna migrante con un passato e un presente di violenze, traumi e segregazione.  Per l’uomo, immigrato e non, un importante fattore di rischio riguarda il lavoro, in quanto la componente migrante maschile è considerata in primis come risorsa economica; la donna invece è da sempre presa in considerazione in quanto moglie e madre, e, se facente parte del mercato del lavoro, come lavoratrice domestica, quindi, non a rischio. Questo viene confermato anche dal fatto che la protezione sanitaria specializzata che la donna ottiene è principalmente legata alla sfera della salute riproduttiva, alla gravidanza. Come sostiene infatti anche Francesca Alice Vianello, professoressa di sociologia del lavoro all’Università di Padova, la donna migrante viene spesso affiancata alla sola immagine di donna legata alla riproduzione biologica e di tutto l’insieme di professioni in Italia ancora genderizzate. La donna in Italia è utile unicamente a “produrre e riprodurre gli individui e la qualità della loro vita socio relazionale 8”, relegandola sempre più ad una sfera emotiva, astratta, poco tangibile e riconoscibile, che non ha nulla a che vedere con la produttività economica.  CORPO COME STRUMENTO DI EMANCIPAZIONE E LUOGO DI SOFFERENZA Le studiose Veronica Redini e Francesca Alice Vianello, parlano inoltre della centralità del corpo: un corpo doppiamente protagonista, sia come strumento di lavoro che come luogo dove la fatica si manifesta. È un corpo che cura, ma che spesso non può curarsi adeguatamente; un corpo che denuncia, attraverso dolori e malattie, la propria condizione di marginalità sociale ma che non viene riconosciuto, se non come riproduttivo 9. Le donne migranti, frequentemente, non sono adeguatamente informate sui propri diritti e sulle risorse sanitarie disponibili. Le differenze culturali si riflettono in vari aspetti della loro vita, inclusi gli stili di vita familiare, le pratiche quotidiane, le credenze e le modalità di interazione con i servizi sanitari. Queste differenze nascono da concezioni diverse del concetto di salute, dalle esperienze pregresse in altri sistemi sanitari e dalla conoscenza di pratiche tradizionali o alternative. La rappresentazione del corpo e della mente, il significato di “normalità” e le preferenze per determinati rimedi variano significativamente tra le diverse culture 10. In conclusione, parlare della salute delle donne migranti non può ridursi alla “sola” questione della violenza: affrontare questa realtà richiede un cambiamento di paradigma nelle politiche europee e nazionali, occorre superare la neutralità apparente delle leggi e costruire strumenti giuridici e sociali capaci di riconoscere la complessità delle identità e delle esperienze. Occorre, inoltre, non perpetuare le violenze già enormemente subite da soggettività femminili, riconoscendo i loro corpi e gli spazi che attraversano, investendo in una comunicazione chiara e inclusiva, che garantisca l’accesso e l’informazione adeguata a tutte le persone, non limitandosi a considerare il benessere relegato solo ad una dimensione fisica ma anche mentale, superando i confini delle case in cui vivono segregate. 1. Si veda i report: Il doppio ostacolo delle donne straniere nel percorso di emancipazione – Openpolis, 8 marzo 2024; Donne migranti protagoniste, ma svilite. Lo studio – Integrazionemigranti.gov.it, 23 febbraio 2023 ↩︎ 2. L’espressione ‘donna‘ si riferisce esclusivamente alle persone socializzate come tali, senza tener conto dell’identità di genere individuale di ciascun individuo ↩︎ 3. Preambolo alla costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, entrato in vigore il  7 aprile 1948 ↩︎ 4. Legge n. 833/1978 ↩︎ 5. Scheda di sintesi del Dossier ↩︎ 6. Direttiva 2003/86/CE ↩︎ 7. Tognetti Bordogna, 2008. ↩︎ 8. Francesca Alice Vianello, Veronica Redini, Federica Zaccagnini, Il lavoro che usura. Migrazioni femminili e salute occupazionale, 2022. ↩︎ 9. Ibidem. ↩︎ 10. Veronica Redini, Francesca Alice Vianello, Il dibattito socio-antropologico sulla salute delle e dei migranti, 2020 ↩︎
[2025-09-17] Tech Work Coalition - Log Out @ Roma @ Villetta Social Lab
TECH WORK COALITION - LOG OUT @ ROMA Villetta Social Lab - Via degli Armatori, 3 (mercoledì, 17 settembre 18:30) Mercoledì 17 settembre torniamo con il Logout di TWC Roma, il ritrovo per tech workers che vogliono incontrarsi dopo lavoro: un'occasione per socializzare, conoscersi, parlare del nostro lavoro e come organizzarci nei prossimi mesi!
“Te, nome di polvere e stella”, una poesia di Yuleisy Cruz Lezcano
Ho scritto questa poesia per dare voce a un dolore spesso invisibile, quello degli uomini e delle donne che lavorano la terra, nelle campagne di Cerignola (FG) 1 e oltre, e che troppo spesso trovano la morte in silenzio, schiacciati da macchine che dovrebbero nutrirci.  Il grave incidente del 28 agosto, che ha tolto la vita a un uomo africano alla guida di un trattore ribaltatosi, è solo l’ultimo di una lunga serie di tragedie che colpiscono chi coltiva la terra.  La poesia vuole andare oltre i fatti, sfidare il silenzio che circonda queste morti e restituire dignità a chi, come “Te”, perde la vita senza un nome, senza un riconoscimento, destinato a diventare solo un’ombra nel racconto collettivo.  Con immagini simboliche e metafore, ho cercato di trasformare il dolore in un grido sommesso, per ricordare che dietro ogni incidente c’è una storia umana, una radice che affonda lontano, un destino spezzato che non può più essere ignorato. Yuleisy Cruz Lezcano 2 TE, NOME DI POLVERE E STELLA Te, il tuo nome non ha suoni udibili,  è una ferita che non chiama,  una sillaba di morte consonante,  un battesimo dato dalla terra,  sottovoce, sotto zolla, sotto peso. Te, destinato a una stella inesplosa d’agosto,  che il cielo ha dimenticato di nominare.  Radice d’Africa sei, e radice che non urla,  sei la fiamma che non chiede di ardere. Un trattore ti ha inghiottito come fa il buio col fiato,  ti ha preso la schiena, l’orizzonte,  ti ha restituito solo al silenzio. Lui, Te, e l’Altro,  morti che già si conoscono  come le note dello stesso spartito,  ognuna una cicatrice nel campo,  ognuna una pagina stracciata dal sole. Nessuno doma la zattera d’attesa  su cui salpate ogni mattina.  Nessuno ferma le tempeste impetuose  che rapiscono il respiro e il nome. Sei caduto come un ramo spezzato  prima della primavera,  e nessuna mano ha fermato il gelo. Il fiume Ofanto, testimone cieco,  ti ha visto sparire,  ma non saprà mai raccontarti. Te, hai lasciato il cuore appeso a un ramo,  e nessuno lo ha raccolto. 1. Leggi la notizia su Foggia Today ↩︎ 2. Yuleisy Cruz Lezcano è una poetessa, scrittrice, attivista e professionista della salute, nata a Cuba e residente a Marzabotto, in provincia di Bologna. Laureata in Scienze Biologiche e successivamente in Scienze Infermieristiche e Ostetriche presso l’Università di Bologna, ha saputo coniugare una solida formazione scientifica con una profonda sensibilità umanistica ↩︎
LOMBARDIA: “INFERNO TRENORD”, DAI DISSERVIZI ESTIVI ALLA RIPRESA DEGLI SCIOPERI. LA DENUNCIA DI EUROPA VERDE
Europa Verde Brescia denuncia in un comunicato, le inefficienze gestionali di Trenord, in particolare nei mesi estivi. Soltanto nel mese di giugno “Trenord ha soppresso 6.500 treni in Lombardia ben prima dell’avvio dei lavori estivi che hanno coinvolto molte linee ferroviarie e reso l’estate infernale per turisti e pendolari. Le inefficienze gestionali di Trenord “rimangono nonostante l’arrivo di oltre 200 treni nuovi”. Così migliaia di bus sostitutivi hanno allungato a dismisura i tempi di percorrenza per i viaggiatori. Dati i disagi, molti di loro, secondo Europa Verde Brescia, abbandonano il treno per riprendere a viaggiare in automobile. Non se la passa meglio il personale. Il sindacato SGB ha proclamato uno sciopero dalle ore 21.00 di giovedì 4 settembre, alle ore 18:00 di venerdì 5 settembre. Lo sciopero, informa l’azienda, potrà generare ripercussioni al servizio regionale, suburbano, aeroportuale e la lunga percorrenza di Trenord. “Gli scioperi sono almeno 12 ogni anno” come ci ha spiegato Dario Balotta, portavoce di Europa Verde Brescia. Ascolta o scarica
4/5 settembre torniamo a scioperare
> Dalle 21:00 del 4 settembre alle 18:00 del 5 settembre è in calendario uno > sciopero ferroviario, proclamato dall’Assemblea Nazionale PdM/PdB e dal > sindacato SGB. -------------------------------------------------------------------------------- L’iniziativa costituisce l’undicesima azione nata dalla base dei lavoratori riuniti nell’Assemblea Nazionale PdM/PdB, per contrastare una normativa di lavoro ormai insostenibile. L’obiettivo: un orario che garantisca salute e sicurezza a chi ogni giorno lavora sui treni. -------------------------------------------------------------------------------- UN CONTRATTO CHE PEGGIORA LE CONDIZIONI Il recente contratto firmato dalle solite organizzazioni sindacali, sempre più distanti dai lavoratori, ha aggravato le condizioni invece di migliorarle: Non solo sono rimaste * Prestazioni giornaliere di 10/11 ore * Fino a tre notti settimanali ai merci * Riposi fuori residenza ridotti a sole 6/7 ore … e tutte le altre, tante, criticità irrisolte ma sono stati addirittura introdotti * l’agente solo anche di notte: * sui treni viaggiatori (dalle 4:00 alle 5:00) * sui treni merci (“equipaggio misto”, con un solo macchinista per tutta la notte) -------------------------------------------------------------------------------- PERCHÉ SCIOPERIAMO È fondamentale che lo sciopero — e quelli che seguiranno — registri un’ampia partecipazione, non basteranno i 2 spiccioli – tra l’altro parecchio meno del dovuto – a far passare l’idea che il personale dei treni si sia rassegnato. Solo così potremo ribadire, con sempre più forza, che è urgente invertire la rotta e restituire dignità al lavoro ferroviario. La redazione di Ancora In Marcia Scarica le norme tecniche L'articolo 4/5 settembre torniamo a scioperare proviene da Ancora in Marcia!.
LOTTE OPERAIE: SABATO 6 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE SUDD COBAS A FORLÌ CONTRO CAPORALATO E SFRUTTAMENTO
Non si placano le proteste dei lavoratori della filiera Gruppo 8 a Forlì e a Cesena. L’azienda vuole delocalizzare gli stabilimenti romagnoli, dai quali escono prodotti di lusso brandizzati Made in Italy. Da tempo il sindacato Sudd Cobas aveva denunciato lo sfruttamento spietato degli operai e delle operaie, ottenendo adeguamenti contrattuali e salariali. Oggi però l’azienda è intenzionata a chiudere e andarsene in Cina, ragione per la quali Sudd Cobas ha organizzato una manifestazione per sostenere i lavoratori Gruppo 8: appuntamento questo sabato 6 settembre a Forlì, con partenza ore 15.30 da piazzale della Vittoria. Ripercorriamo le ultime vertenze e ricordiamo i motivi della mobilitazione di sabato con Riccardo del sindacato Sudd Cobas. Ascolta o scarica Sulla situazione dei lavoratori nel settore della moda e il modello “sfrutta e scappa”, Al Jazeera aveva realizzato un reportage nelle fabbriche di Prato. I Sudd Cobas stanno organizzando proiezioni collettive del reportage della TV qatarina con lavoratori e lavoratrici.
FRANCIA: “CRISI DI REGIME”, IL GOVERNO PONE LA FIDUCIA SULLA MANOVRA ECONOMICA. IL 10 SETTEMBRE “BLOQUONS TOUT”!
In Francia il premier francese Francois Bayrou chiederà la fiducia all’Assemblea Nazionale sulla legge di bilancio che dovrà essere votata l’8 settembre. Sullo sfondo della possibile crisi, lo spauracchio dell’aumento del debito pubblico, giudicato già insostenibile dalle Istituzioni Europee. Soluzione ipotizzata dal governo è una manovra economica lacrime e sangue per ridurre debito e deficit. Francois Bayrou ha detto ieri, rivolgendosi ai deputati, che saranno chiamati a scegliere tra responsabilità e caos. Grandi manifestazioni sono previste per il 10 di settembre al grido di “Bloquons tout” – blocchiamo tutto. In collegamento dalla Francia, Vladimir Nieddu, membro del movimento popolare per la salute e de la France Insoumise. Ascolta o scarica