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GENOVA: NUOVA VITTORIA DEI PORTUALI, NESSUNO SBARCO PER LA NAVE CARICA DI ARMAMENTI. RITIRATO LO SCIOPERO, “NON LAVORIAMO PER LA GUERRA”
Mobilitazione per la Palestina e contro la logistica delle armi. A Genova questa mattina i portuali del collettivo Calp, insieme al sindacato Usb, hanno annunciato che tre container contenenti materiale bellico, destinati a La Spezia e trasportati dalla nave Cosco Pisces, non verranno sbarcati nè a Genova nè a La Spezia. La compagnia Evergreen ha deciso di farli rientrare direttamente verso l’Estremo Oriente, dove erano stati inizialmente caricati. La decisione segue le ampie proteste portate avanti dai lavoratori portuali in questi mesi presso gli scali liguri: “questa decisione rappresenta un risultato concreto dell’azione sindacale e della pressione esercitata da USB, che aveva proclamato 24 ore di astensione dal lavoro per il 5 agosto al terminal PSA Genova Prà”, scrivono i Calp che ribadiscono con forza: “non lavoreremo per la guerra“. Da Genova Josè Nivoi, portuale dei Calp e di Usb. Ascolta o scarica.
ANGOLA: FORTI PROTESTE ANTIGOVERNATIVE A SEGUITO DELL’AUMENTO DEL CARBURANTE, 5 MORTI
Angola. Sono salite a cinque il numero di persone morte a Luanda, capitale dell’Angola, a seguito dello sciopero nel settore dei trasporti per l’aumento del 33% del carburante e da cui sono seguite forti manifestazioni antigovernative. L’ondata di protesta ha portato migliaia di persone in strada a bloccare il traffico, scontri con la polizia, e saccheggi di negozi. Dopo una guerra civile decoloniale durata 40 anni, l’Angola è divenuto il secondo produttore di petrolio dell’Africa subsahariana, dopo la Nigeria. Ha visto una forte crescita nei primi anni del 2000 grazie – tra gli altri – ai suoi rapporti economici con la Cina, ma sconta ora le conseguenze di anni di recessione, con aumento di disoccupazione e povertà. La questione del prezzo del carburante è la goccia che ha fatto traboccare un sotteso ma crescente malessere della popolazione? Su Radio Onda d’Urto Cornelia Toelgyes vicedirettrice di www.africa-express.info. Ascolta o scarica.
ROMA: PERQUISITI ATTIVISTI E ATTIVISTE DEL MOVIMENTO PER IL DIRITTO ALL’ABITARE, “VOGLIONO CRIMINALIZZARE L’EMERGENZA CASA”
Nella giornata di martedi 29 luglio tre attiviste e attivisti del Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma hanno subito la perquisizione della propria abitazione e del proprio luogo di lavoro con il sequestro dei cellulari, dei computer e di materiale cartaceo di varia natura. “Un’operazione con uno spropositato dispiegamento di personale dei Carabinieri e della Digos”, scrive il movimento romano “sovradimensionata rispetto ai capi d’accusa contestati dalla PM” e che tenta di rendere illegale il sistema della solidarietà messa in campo dalla realtà di lotta per la casa nella Capitale con il solito schema di criminalizzazione attraverso la teoria secondo cui le occupazioni a scopo abitativo abbiano come obiettivo un sistema di racket, come titolano oggi i giornali di destra romani. “Si introduce un clima di sospetto e di criminalizzazione in grado di creare un’oggettiva accusa sia nei confronti del Movimento e di chi tratta con esso le vicende legate all’emergenza abitativa romana”. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Margherita, del Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma. Ascolta o scarica.
Il fallimento del consorzio sarebbe il fallimento di tutti’: l’appello del Collettivo ex Gkn
Il Collettivo di Fabbrica sulla costituzione del consorzio. Appello per un nuovo flashmob l’11 agosto sera “Un nuovo strumento di politica industriale pubblica”. Il Collettivo di Fabbrica ex Gkn commenta la nascita ieri del consorzio di sviluppo industriale della Piana … Leggi tutto L'articolo Il fallimento del consorzio sarebbe il fallimento di tutti’: l’appello del Collettivo ex Gkn sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
Diniego del visto per lavoro subordinato dall’Ambasciata d’Italia ad Abidjan. Il TAR Lazio sospende e ordina il rilascio del visto
A seguito del rilascio del nulla osta al lavoro subordinato da parte della Prefettura competente, l’Ambasciata d’Italia ad Abidjan negava il visto al richiedente, cittadino del Burkina Faso, motivando il diniego con il fatto che il Paese d’origine non rientrava tra quelli previsti dal Decreto Flussi e per il sospetto di un tentativo di elusione delle norme sul ricongiungimento familiare. Il lavoratore proponeva ricorso e il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio accoglieva l’istanza cautelare, ordinando il riesame della pratica. L’Amministrazione, in ottemperanza all’ordinanza del Tribunale, procedeva quindi al rilascio del visto richiesto, chiedendo contestualmente la cessazione della materia del contendere. T.A.R. per il Lazio, ordinanza n. 1522 del 7 marzo 2025 La difesa del ricorrente, tuttavia, insisteva per la condanna dell’Amministrazione al pagamento delle spese. T.A.R. per il Lazio, sentenza n. 8921 dell’8 maggio 2025 Si ringrazia l’Avv. Lindita Tushaj per la segnalazione e il commento.
Poste Italiane e il regalo del Governo: prescrizione anticipata, diritti negati
Proprio mentre Poste Italiane potrebbe trovarsi ad affrontare una valanga di ricorsi per ore di lavoro non pagate, il Governo italiano cerca di introdurre una modifica legislativa che, se approvata, complicherebbe notevolmente la vita dei lavoratori che intendono reclamare i … Leggi tutto L'articolo Poste Italiane e il regalo del Governo: prescrizione anticipata, diritti negati sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
Uffizi, presidio contro l’appaltatrice tedesca Dussmann: “Salari da fame nei musei statali”
La mattina di sabato 19 luglio, presso il piazzale degli Uffizi a Firenze, lavoratrici e lavoratori di Dussmann si sono riuniti in presidio insieme a USB Firenze, Mi Riconosci? e Workers in Florence per denunciare le proprie condizioni lavorative. Dussmann, … Leggi tutto L'articolo Uffizi, presidio contro l’appaltatrice tedesca Dussmann: “Salari da fame nei musei statali” sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
DOPO 225 GIORNI, OPERAI E OPERAIE STANADYNE VINCONO LA VERTENZA. C’È L’ACQUIZIONE DELL’AZIENDA BRESCIANA
Fuori dalla Stanadyne di Castenedolo (BS) operai e operaie in presidio permanente. Dentro, in conferenza stampa, i vertici di Confindustria, assessorato al Lavoro di regione Lombardia, la Fiom Cgil e il sindaco di Castenedolo. Con questo evento di annuncio acquisizione si è chiuso il cerchio della vertenza alla fabbrica Stanadyne durata 225 giorni, da quando l’azienda produttrice di iniettori per motori a inizi dicembre 2024 aveva annunciato in modo unilaterale la chiusura a 100 lavoratori e lavoratrici. C’è dunque una nuova società che si occuperà dell’acquisizione di Stanadyne: costituita da New Diesel, controllata totalmente dal gruppo tedesco Hatz, e per il 51% da un soggetto fisico di cui non è stato al momento reso noto il nome. Un primo bilancio con Barbara Basile, Fiom Cgil di Brescia.  Ascolta o scarica. Giovedì mattina, sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, all’interno dello Spazio Approfondimenti delle ore 11 le voci di operai e operaie raccolte dalla redazione durante la conferenza stampa.   
MILANO: CHIUDE SENZA PREAVVISO STORICA AZIENDA ZAF, LASCIATI A CASA 50 OPERAI. PRESIDIO E SCIOPERO DELLA FIOM
La Zaf, storica azienda milanese di Zibido San Giacomo da 70 anni di proprietà della famiglia Zentile, ha avviato ieri, senza alcun preavviso, una procedura di cassa integrazione straordinaria per cessazione d’attività. La fabbrica, che occupa 50 dipendenti, produce scaffalature metalliche per grandi magazzini. Negli ultimi anni ha visto un calo degli ordinativi e il susseguirsi di amministratori “mentre quello di cui non c’è stata traccia sono stati gli investimenti indispensabili per la continuità produttiva”, denuncia la Fiom. All’annuncio dei licenziamenti e della chiusura del sito i lavoratori sono scesi in sciopero con la Fiom Cgil e hanno organizzato un presidio. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Emanuela Morosi, Fiom Milano. Ascolta o scarica.
Napoli: disoccupati in piazza contro la trappola del click day
Dopo lunghe lotte era previsto per il 10 luglio l’avvio delle procedure – il cosiddetto “click day” – per l’assunzione delle platee di disoccupati e disoccupati storici nell’ambito di lavori di pubblica utilità. Il sistema informatico si è bloccato subito dopo l’avvio della piattaforma, rendendo per ore impossibile l’accesso, e lasciando poi fuori definitivamente una buona parte dei disoccupati e delle disoccupate organizzati, nulla di fatto, insomma, per le centinaia di persone che si erano date appuntamento all’esterno della prefettura per affrontare la procedura. E' esplosa la rabbia in un corteo organizzato durante il quale nuovamente è scesa in campo la repressione poliziesca con cariche e l'arresto di un compagna e un compagno che processati e condannati per direttissima sono stati poi liberati. Ne parliamo con un compagno del Laboratorio Politico Iskra