Cyber Summer: come la Polizia di Stato “occupa” i centri estivi
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apprendiamo che il 1° luglio 2025 è stata inaugurata a Roma la seconda edizione
del progetto dal titolo “Cybersummer – La Polizia di Stato accanto ai giovani
per una rete più sicura”.
Neanche in estate, dunque, il processo di penetrazione delle forze dell’ordine
(in questo caso) nell’ambito educativo si ferma. Si legge infatti nella
presentazione della campagna della Polizia Postale che essa è rivolta ai ragazzi
e alle ragazze che “frequentano centri estivi e altri luoghi di aggregazione
alternativi alla scuola, è stata ideata per stare accanto ai ragazzi durante
l’estate, quando – liberi dagli impegni scolastici – trascorrono più tempo
online”.
L’ennesimo spazio educativo viene dunque sottratto al personale civile
competente per essere gestito da personale in divisa. Quando le scuole sono
chiuse, ecco che sono i centri estivi il luogo in cui le e i giovanissim*
vengono intercettat* tramite un progetto che chiaramente conquista consensi
anche tra i genitori, sempre più preoccupati da pericoli in rete sicuramente
esistenti, ma decisamente enfatizzati da chi si fa carico di contrastarli.
Il progetto è realizzato dalla PS attraverso la rete dei Centri Operativi per la
Sicurezza Cibernetica ed è destinato a fare tappa in diverse città, toccando
temi come “cyberbullismo, adescamento, furti di identità digitali, e più in
generale i rischi connessi all’uso dei social e delle piattaforme”.
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
abbiamo più volte denunciato l’intrusione di personale in divisa in ambito
educativo e ribadiamo con forza che le questioni relative alla sicurezza (in
questo caso in rete) deve essere affrontato in chiave pedagogica da chi ha gli
adeguati strumenti, e non semplicemente utilizzando i rischi della rete come
spauracchio a cui contrapporre una logica securitaria.
É evidente il nesso tra normalizzazione della presenza dei militari in contesti
che dovrebbero essere estranei alle loro attività e quella “cultura della
difesa” che procede sul “doppio binario” costituito dalla creazione di nemici
esterni e interni che solo una logica bellicista da un lato e repressiva
dall’altra sembra (questo è il messaggio della propaganda) poter sconfiggere.
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università lavora
anche per ricordare che la vera sicurezza si regge su due pilastri: la giustizia
e la pace.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università