Equa, l’app per il consumo critico

Comune-info - Friday, July 11, 2025

In un mercato globalizzato, in cui le filiere produttive sono sempre più opache e distanti, il rispetto dei diritti delle persone, dell’ambiente e degli animali da parte delle imprese spesso non è garantito. Vengono continuamente scoperti comportamenti ai limiti della legalità, così come vere e proprie strategie di social e greenwashing, messi in atto dalle compagnie al solo scopo di preservare la propria reputazione di fronte a una crescente attenzione pubblica alla sostenibilità.

Le etichette ambientali, dai simboli bio alla scala energetica sugli elettrodomestici fino alle svariate certificazioni in circolazione, offrono informazioni preziose, ma spesso parziali e raramente indipendenti. Mancano quasi sempre riferimenti chiari al rispetto dei diritti dei lavoratori, alla trasparenza fiscale, alla sostenibilità della filiera o all’eventuale coinvolgimento in settori controversi. I metodi più completi, come l’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment), restano poco diffusi, complessi da realizzare e quasi assenti sulle confezioni. Illudersi che questi attori economici adottino spontaneamente comportamenti più etici, dunque, è irrealistico.

Il potere di chi consuma

La pressione esercitata dai cittadini consumatori attraverso scelte di acquisto consapevoli può diventare un elemento decisivo per spingere le imprese verso un cambiamento reale. Ed è in questo contesto che si inserisce Equa, la prima app in Italia sul consumo responsabile, pubblicata a luglio 2024 proprio per offrire uno strumento di analisi indipendente e facilmente accessibile che permetta di valutare prodotti e servizi in base ai propri valori, andando oltre la logica del prezzo più basso.

Equa è un’app gratuita (con contenuti extra a pagamento) che valuta le aziende secondo tre macro-criteri – rispetto dei diritti umani, dell’ambiente e del benessere animale – articolati in circa 120 indicatori. Il risultato è un punteggio da 0 a 100, accompagnato da una scheda sintetica, riferimenti alle fonti e informazioni utili per decifrare proprietà e marchi commerciali. Equa è stata ideata e sviluppata dall’associazione non profit Osservatorio sui Diritti Umani ETS.

Un motore di ricerca etico

Disponibile per Android e iOS (basta cercare “Equa” su Google Play o App Store), l’applicazione si presenta di fatto come un motore di ricerca critico: si inserisce il nome di un’azienda e si ottiene una valutazione complessiva, suddivisa per area tematica, con i principali elementi emersi nell’analisi. Oltre al punteggio complessivo, l’app fornisce l’elenco dei brand collegati alla società, la sua struttura proprietaria e un articolo che ne sintetizza il comportamento in ambito sociale e ambientale.

L’utente può consultare gratuitamente tutte le schede inserendo il nome dell’impresa, mentre alcune funzionalità aggiuntive – come la ricerca per categoria di prodotto o l’accesso alle alternative più sostenibili – sono disponibili in abbonamento. Anche per i contenuti premium, comunque, la logica seguita è quella dell’inclusività: si può scegliere tra diversi tagli (da 20 fino a 70 euro all’anno), ma qualunque sia la cifra scelta si avrà accesso a tutti i contenuti a pagamento, così da permettere agli utenti di sostenere il progetto in base alle proprie possibilità.

Oltre all’informazione, Equa propone strumenti per l’azione. In pochi click, infatti, è possibile inviare all’azienda analizzata un messaggio precompilato, via social o email, con richieste di miglioramento o, nel caso di comportamenti virtuosi, con un riconoscimento pubblico. Una forma di pressione diffusa, utile per stimolare cambiamenti e costruire alleanze tra consumatori critici e imprese responsabili.

Come funziona la valutazione

Le analisi toccano, per ciascuna delle aziende considerate, tre macro aree – rispetto dei diritti umani, dell’ambiente, degli animali – a propria volta suddivise in sedici griglie e circa 120 punti.

I ricercatori utilizzano fonti indipendenti e affidabili per valutare vari aspetti del comportamento aziendale, come la presenza in paradisi fiscali, i collegamenti con regimi oppressivi, il rispetto dei lavoratori e molto altro (cliccando qui si scoprono altri dettagli). Naturalmente sono analizzati in profondità anche i documenti diffusi dalle aziende, come report di sostenibilità o richieste fatte nella catena del valore ai fornitori in merito a queste tematiche. Anche in questo caso, però, non è sufficiente un’autodichiarazione per raggiungere il punteggio massimo: nei casi in cui i ricercatori dovessero trovare delle critiche provenienti da fonti affidabili proprio sugli impegni presi pubblicamente delle imprese, queste potranno perdere anche tutti i punti raggiunti in quella determinata sezione. Se un’impresa, per esempio, promuove un’immagine ecologica di sé, ma è stata oggetto di critiche documentate da fonti attendibili – come rapporti di Greenpeace o campagne della società civile – il punteggio finale ne risulterà fortemente penalizzato.

Nella sezione premium di Equa è possibile leggere il dettaglio di ogni singola valutazione, comprese le fonti utilizzate con relativo link, la data di consultazione e il dettaglio dei punteggi suddivisi per ciascuna delle tre aree di analisi (diritti umani, ambiente, animali).

Un progetto indipendente e con radici solide

L’app Equa nasce da una rete di collaborazioni con esperienze consolidate nel campo del consumo critico. Il riferimento più diretto è il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, che per anni ha pubblicato la storica Guida al Consumo Critico a cui Equa si ispira apertamente. A permettere a questo progetto di decollare, poi, c’è stato l’importante aiuto di Ethical Consumer, la più importante realtà al mondo sul tema del consumo responsabile attiva a Manchester dal 1989. Equa oggi fa parte della rete globale Ethical Consumer Partners, che ha contribuito alla formazione dei ricercatori e alla definizione dei criteri di valutazione delle aziende.

Il comitato scientifico di Equa comprende poi esperti in vari settori: Francesco Gesualdi (fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo), Deborah Lucchetti (coordinatrice italiana della Campagna Abiti Puliti), Ugo Biggeri (già presidente di Banca Etica e coordinatore europeo di Global Alliance for Banking on Values), Gabriella D’Amico (Assobotteghe) e Jason Nardi (Rete Italiana Economia Solidale).

I limiti e le prospettive

Essendo uno strumento lanciato da poco (è stata pubblicata a fine luglio 2024), l’app soffre per ora di una copertura limitata. A oggi, infatti, sono presenti valutazioni su una selezione di settori: alimentare (pasta, bibite), elettronica (smartphone, tablet, computer) e bevande (bibite gassate).

L’obiettivo dichiarato, però, è allargare progressivamente la banca dati, fino a coprire i principali beni e servizi acquistati quotidianamente in Italia. Il progetto è stato avviato anche grazie al sostegno economico di Etica Sgr, società del Gruppo Banca Etica. Ma il modello di sostenibilità si basa oggi soprattutto su abbonamenti, donazioni individuali e partnership con realtà del consumo solidale, come Gruppi di acquisto, Distretti dell’economia solidale e botteghe del commercio equo. Per informazioni e proposte di collaborazione o supporto è possibile scrivere a segreteria@equapp.it.

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