Dalla Nakba al genocidio

Associazionie amicizia italo-palestinese - Sunday, May 25, 2025

https://www.jungewelt.de/artikel/500210.brief-aus-jerusalem-von-nakba-zu-v%C3%B6lkermord.html

Lettera da Gerusalemme: commemorare l'espulsione dei palestinesi 77 anni fa

Di Helga Baumgarten

I palestinesi di tutto il mondo stanno commemorando l'espulsione del 1948, anno di fondazione dello Stato di Israele. In quell'occasione, circa 750.000 palestinesi persero la loro patria.

Ramallah, maggio 2025

Furono espulsi con la forza delle armi e con innumerevoli massacri. Dagli archivi israeliani emergono sempre più informazioni su questi massacri con uccisioni spietate e indiscriminate di donne, uomini e bambini. Si stanno diffondendo molti resoconti di stupri e successivi omicidi di donne e ragazze, così come il fatto che la leadership israeliana dell'epoca, guidata da David Ben-Gurion, ne era a conoscenza fin dall'inizio e invitava all'uccisione dei civili, come si evince dal diario del capo di Stato. Tutto questo può essere letto in dettaglio sul quotidiano israeliano Haaretz.

I pochi palestinesi rimasti in Israele furono sottoposti a un brutale regime militare che durò fino al 1966. Quasi nessun ebreo israeliano se ne rese conto. La guerra di giugno del 1967 continuò questo sviluppo quasi senza interruzioni. La novità era che l'intera Palestina storica era ora controllata da Israele, “dal fiume al mare”. Inoltre, subito dopo la guerra, due voci si rivolsero all'opinione pubblica israeliana con una critica implacabile: l'organizzazione marxista Matzpen, a cui appartenevano attivisti ebrei e palestinesi, e il filosofo Yehoshua Leibowitz. Quest'ultimo avvertì nel 1967 che un'occupazione prolungata comportava il pericolo che gli ebrei israeliani diventassero giudeofascisti. Matzpen lo disse in modo ancora più diretto: l'occupazione deve terminare immediatamente e senza condizioni e l'esercito deve essere ritirato. Perché un regime di occupazione trasformerebbe gli occupanti in assassini, che a loro volta verrebbero attaccati e uccisi dagli occupati.

Ma Israele ha mantenuto l'occupazione fino ad oggi. Dall'attacco di Hamas dell'ottobre 2023, a Gaza è in corso un genocidio in cui sono state uccise decine di migliaia di persone. In Cisgiordania è iniziato un brutale processo di pulizia etnica e distruzione. Rafi Walden scrive su Haaretz che la profezia di Leibowitz si sta avverando oggi: gran parte degli israeliani devono essere etichettati come giudeofascisti. Oggi esistono due posizioni israeliane opposte sulla Nakba. Una, rappresentata dal governo e anche dal parlamento, in cui il governo ha la maggioranza, chiede una nuova Nakba per i palestinesi in varianti sempre nuove. Per essere più precisi: non solo la invoca, ma sta attuando una nuova Nakba molto più mortale e brutale, un vero e proprio genocidio. Vengono costantemente lanciati nuovi appelli per l'uccisione di massa della popolazione di Gaza, compresi esplicitamente i bambini, da ultimo mercoledì alla Knesset: senza vergogna e apertamente.

La seconda posizione è sostenuta solo da una minuscola minoranza. Sono poche centinaia, forse due o tremila che, insieme a qualche migliaio di palestinesi, commemorano la catastrofe storica e protestano contro il perdurare della Nakba. In cambio, vengono duramente attaccati dagli estremisti e dalla polizia, verbalmente e fisicamente. L'umore in Israele oggi riflette chiaramente questa situazione: La maggioranza sostiene il genocidio a Gaza e lo considera legittimo. Questo vale nella stessa misura per la pulizia etnica in Cisgiordania e per l'annunciata annessione.

Helga Baumgarten, Professore emerita di Scienze  Politiche all'Università di Birzeit

Traduzione: Leonhard Schaefer