CISGIORDANIA: OCCUPAZIONE TOTALE E NUOVE FORME DI PRESSIONE, IL RACCOLTO DI OLIVE PIU’ VIOLENTO DI SEMPRE

Radio Onda d`Urto - Friday, December 5, 2025

In questa intervista per Radio Onda d’Urto, con l’italo palestinese Fabian Odeh in collegamento da Nablus, analizziamo il rapido aggravarsi della situazione nei territori della Cisgiordania Occupata. In particolare quello che è stato il “peggiore raccolto di olive di sempre”: oltre alla scarsità del raccolto di quest’anno, i palestinesi hanno dovuto affrontare immense difficoltà nell’accedere alle proprie terre.

A causa della politica di occupazione israeliana, dei numerosi controlli e della presenza di coloni armati su tutte le aree coltivate, gran parte del raccolto è andata perduta. I coloni sono intervenuti in diverse occasioni, arrivando a distruggere il raccolto, ad esempio svuotando i sacchi di iuta e disperdendo le olive su muretti di pietra, rendendone il recupero quasi impossibile. Questa situazione ha provocato una forte scarsità di olio, tanto che l’Autorità Nazionale Palestinese dovrà importare olio dall’estero per sopperire al fabbisogno, nonostante la Palestina produca solitamente buoni quantitativi.

L’impossibilità di raggiungere i campi è aggravata dal fatto che la maggior parte della terra agricola palestinese (il 62% del totale della Cisgiordania) si trova nelle Aree C. Sono le politiche di occupazione e appropriazione delle risorse naturali da parte israeliana a impattare sull’economia palestinese.

L’aggressione si manifesta anche attraverso nuove forme di pressione psicologica e controllo territoriale. Lungo la Strada 60, che collega Ramallah a Nablus, i coloni israeliani hanno recentemente installato migliaia di bandiere israeliane, praticamente ogni 5 o 10 metri per 17 km. Questo gesto, visto quotidianamente dai palestinesi che percorrono la strada, è “un simbolo di genocidio e un crimine, inviando il messaggio chiaro che i coloni considerano ormai quella terra come israeliana”.

Nonostante l’allentamento dell’intensità di quello che è il genocidio in corso nella Striscia di Gaza, “in Cisgiordania si registra un salire della tensione e un aggravarsi della situazione, con un’occupazione che diventa sempre più aggressiva. Il territorio è segnato da un forte intervento militare israeliano, con la distruzione completa di campi profughi come quello di Jenin, Tulkarem e Nur Shams, e incursioni nelle città di Tubas e Qalqilya”.

È in atto anche una “colonizzazione agricola” lenta e capillare. “Nella Valle del Giordano”, continua Fabian Odeh, “si assiste alla continua distruzione dei pozzi agricoli palestinesi, mentre i coloni possono trivellare pozzi più profondi, prosciugando le risorse idriche palestinesi. Inoltre, si notano nuovi fenomeni, come l’occupazione di grandi distese di terreno tramite nuove iniziative pastorali e stalle con mandrie di mucche, spesso sostenute economicamente dal governo israeliano”. Questa erosione silenziosa del suolo, accompagnata da intimidazioni, sfollamenti forzati e distruzione di villaggi beduini, è considerata la parte più pericolosa di un’occupazione che mira alla presa totale della Cisgiordania.

Infine, Fabian Odeh ci riporta anche lo sdegno di molti palestinesi per la notizia della prossima visita in Italia del Presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), che dovrebbe partecipare a una festa del partito Fratelli d’Italia, un sostenitore del genocidio in Palestina.

Ascolta l’intervista completa con Fabian Odeh, italo palestinese che viaggia spesso in Cisgiordania, collaboratore di Radio Onda d’Urto Ascolta o scarica