
IA degenerativa: ovvero come le macchine (e il mercato) dominano il mondo
Pressenza - Wednesday, November 26, 2025Si dice che le macchine complesse non siano neutrali, indipendentemente dai loro creatori e dalle istruzioni che ricevono. HAL 9000, il supercomputer di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick ne è stato il prototipo cinematografico e ora quell’avvertimento prende sostanza nella realtà mentre le borse temono una nuova bolla finanziaria legata ai colossali investimenti nello sviluppo di IA e mentre la Commissione di Bruxelles riscrive il Gdpr, ovvero l’insieme di leggi che fino ad oggi ha regolato l’uso dei dati personali mettendo al centro la difesa dei diritti e della privacy.
Nel farlo, come preteso dalle big tech USA che non vogliono alcun vincolo per addestrare le loro macchine, l’Europa riscrive le norme sull’intelligenza artificiale cancellando quelle poche misure che proteggevano gli utenti.
Qui voglio indicare alcuni punti che devono far riflettere su come viene utilizzata l’IA e su che cosa può fare, anche da sola.
- è da poco disponibile GROKIPEDIA l’enciclopedia online sviluppata da X.AI. Voluta da Elon Musk come alternativa a Wikipedia con il chiaro intento di eliminare “la propaganda di sinistra” , si è immediatamente distinta nel promuovere tesi pseudoscientifiche, teorie del complotto e opinioni personali del magnate americano. Anche se molti dei suoi articoli sono copie quasi identiche di Wikipedia non sfugge come altri operino una palese disinformazione su temi come clima, AIDS, autismo e identità di genere diffondendo idee palesemente false e transfobiche. Sui temi storici e politici, giusto per fare due esempi, nella voce che riguarda il negazionista dell’olocausto David Irwing si da ampio spazio alle sue argomentazioni mentre su quella che riguarda Trump si omettono gli scandali che lo circondano. Del resto l’I.A. viene ormai utilizzata direttamente come propaganda sui social e sono milioni gli utenti che scrollando TikTok hanno guardato video in cui i discorsi nazisti e le musiche marziali sono stati trasformati in suoni virali utilizzati come colonne sonore in decine di migliaia di clip.
2) Per molte persone l’uso dell’IA sta emergendo come il modo principale per conoscere il mondo. Deepak Varuvel Dennison ricercatore esperto della Cornell University, fa presente che questi sistemi possono sembrare neutrali ma sono ben lontani dall’esserlo considerato che i modelli più diffusi privilegiano le modalità di conoscenza dominanti (tipicamente occidentali, istituzionali e in lingua inglese), marginalizzando le alternative, soprattutto quelle codificate nelle tradizioni orali e nelle lingue che il mondo informatico considera “a basso contenuto di risorse”. L’IA procede dunque con la cancellazione di sistemi di comprensione evolutisi nel corso dei secoli, vasti corpi di intuizione e saggezza che non sono stati codificati ma che rimangono modalità essenziali di conoscenza umana e in concreto, IA riflette le gerarchie di conoscenza e di potere dominanti amplificandole. Il professor Andrew Peterson dell’università di Poitiers, descrive questo fenomeno come “collasso della conoscenza”, ossia un graduale restringimento delle informazioni a cui gli esseri umani possono accedere, insieme a una minore consapevolezza di punti di vista alternativi. Ciò vale per tutte le culture rurali e in particolar modo per i saperi indigeni. La scomparsa della conoscenza locale rappresenta un’interruzione della più ampia rete di conoscenze che sostiene il benessere umano ed ecologico ed è noto che quando questa trama viene interrotta le conseguenze possono estendersi ben oltre il loro punto di origine.
3) Gli esperti hanno individuato gravi debolezze in centinaia di test utilizzati per verificare la sicurezza e l’efficacia dei nuovi modelli di IA rilasciati sul mercato. Ad esempio, gli informatici dell’AI Security Institute del governo britannico e gli esperti di università come Stanford, Berkeley e Oxford hanno esaminato più di 440 parametri di riferimento e hanno trovato difetti che minano la validità delle affermazioni. L’indagine sui test avviene in un contesto di crescente preoccupazione poiché nuove IA vengono rilasciate a ritmo serrato da aziende tecnologiche concorrenti. Alcune di queste, recentemente sono state costrette a ritirare i loro prodotti o a inasprire le restrizioni nell’uso dopo che hanno contribuito a causare danni che vanno dalla diffamazione al suicidio. Character.ai, ad esempio, ha vietato agli adolescenti di intrattenere conversazioni con i suoi chatbot dopo che un quattordicenne della Florida si è tolto la vita.
- 4) L’IA opera già nel campo della medicina virtuale, della terapia della salute mentale e nella compagnia agli anziani. Per i malati, gli ansiosi, gli isolati e per molte altre persone vulnerabili che potrebbero non avere risorse e attenzioni mediche, il tono rassicurante ed empatico dell’IA può far percepire i bot come partner saggi e confortanti. A differenza di coniugi, figli, amici o vicini, IA è sempre disponibile e risponde sempre. Poiché imprenditori e investitori internazionali stanno proponendo l’IA come una soluzione per i sistemi sanitari non adeguatamente sostenuti da risorse pubbliche, si sta procedendo ad una esternalizzazione dell’assistenza medica alle macchine. Sono già noti casi in cui i pazienti e persone fragili preferiscono il medico IA a quello in carne e ossa definendo il primo “più umano” del secondo. La dipendenza dalle chatbot induce le persone a sentirsi sufficientemente preparate per curarsi da sole seguendo le indicazioni fornite dalle macchine. A quando la prescrizione di farmaci e l’invio di ricette e impegnative per visite specialistiche? In Cina, Chao Zhang, fondatore della startup di IA per la sanità Zuoshou Yisheng, ha sviluppato un medico di base virtuale che è già entrato in contatto con 500.000 utenti sebbene in uno studio pubblicato su Science Advances lo scorso marzo, i ricercatori hanno valutato un modello utilizzato per analizzare le radiografie del torace e hanno scoperto che, rispetto ai radiologi umani, l’IA tende a non rilevare malattie potenzialmente letali in gruppi emarginati, come donne, pazienti di colore e persone di età inferiore ai 40 anni.5) Mentre ancora si discute se queste macchine abbiano o no una coscienza in senso umano, IA supporta già gran parte delle nostre attività quotidiane e consente la sorveglianza di massa da parte di governi, istituzioni e multinazionali, tanto che i processi d’uso sono ora codificati anche nelle scuole dove alunni e docenti vengono sollecitati ad utilizzarla sotto le mentite spoglie dell’aiuto nella progettazione didattica, nella produzione di materiali e nella personalizzazione dei percorsi di apprendimento. Insomma, di IA si normalizza la funzione in materia di presunta sicurezza e se ne magnificano le applicazioni per renderla una icona di modernità e un prodotto comunque utile e insostituibile senza mai parlare del suo effetto sulla psiche e del suo impatto ambientale. Tra gli altri, uno studio condotto dall’università del Massachusetts Amherst, ha dimostrato come per sviluppare una singola IA si producano 284 tonnellate di anidride carbonica, cinque volte le emissioni di un’automobile di media cilindrata durante il suo intero ciclo di vita, mentre per ogni richiesta (query) la produzione è di 4,32 grammi, una cifra mostruosa se pensiamo che ogni giorno le IA ricevono miliardi di interrogazioni.6) E’ inoltre un fatto che queste macchine rimpiazzeranno gli esseri umani in molte professioni. L’automazione spinta dall’IA prevede infatti una sostituzione significativa delle attività umane in molti ambiti lavorativi con implicazioni culturali e sociali che sono destinate a modificare la nostra vita quotidiana. L’IA è infatti in grado di svolgere compiti in modo automatico e più veloce rispetto a noi umani e analizzando le tecnologie GPT (Generative Pre-trained Transformer), l’Università della Pennsylvania ha dimostrato che il suo utilizzo avrà effetti massicci sul mercato del lavoro coinvolgendo l’ 80% delle persone, mentre il restante 20% subirà comunque un cambiamento radicale riguardo ai tempi, modi, stipendi, offerta di lavoro. Per gli effetti dell’uso dell’IA si calcola che solo nell’U.E circa 20 milioni di lavoratori sono a rischio disoccupazione. In merito, la direttrice generale del F.M.I. (Fondo Monetario Internazionale) ha dichiarato che nella maggior parte degli scenari l’IA peggiorerà la disuguaglianza complessiva aumentando le tensioni sociali.
L’analisi del FMI ha indicato che i lavoratori più a rischio sono gli impiegati (per l’81% il loro lavoro è automatizzabile), gli analisti gestionali (70%), gli operatori di telemarketing (68%), gli assistenti statistici (61%) e i cassieri (60%) mentre quelli “più al sicuro” sono quelli che hanno un’elevata complementarità con l’IA come chirurghi, avvocati e giudici.
Sono molti gli esempi sulla degenerazione della macchine IA e di chi le alimenta, e tra questi emergono l’uso militare, di cui abbiamo un esempio nel genocidio perpetrato da Israele a Gaza, oppure l’utilizzo come ministro della repubblica (accade in Albania), giornalista, esperto meteorologo, ecc. Siamo solo all’inizio dell’era IA e già la prospettiva orwelliana del super controllo, della mistificazione, del dominio e della iper concentrazione del potere sostenuto dalle macchine si delinea come un percorso forzato e verosimilmente ancora peggiore di quello che finora abbiamo conosciuto.
Che i luddisti avessero ragione?
Fonti:
https://hal.science/hal-04534111v1/file/Knowledge_collapse.pdf
https://aeon.co/essays/generative-ai-has-access-to-a-small-slice-of-human-knowledge