I pericoli della “Scienza Unica”. Riflessioni sul Caso Bellavite-SerravalleIl 16 agosto 2025 è arrivata la notizia che il Ministro della Salute Orazio
Schillaci ha firmato il decreto di revoca in blocco di tutto il Gruppo Tecnico
Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni (National Immunization Technical
Advisory Group – NITAG), il comitato tecnico che avrebbe dovuto dare indicazioni
sulle vaccinazioni in Italia. In particolare, si ritiene necessario avviare un
nuovo procedimento di nomina dei componenti del NITAG per coinvolgere tutte le
categorie e gli stakeholder interessati. “La tutela della salute pubblica
richiede la massima attenzione e un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore
– dichiara il Ministro Schillaci – . Con questo spirito abbiamo sempre lavorato
e continueremo ad agire nell’esclusivo interesse dei cittadini”.
Una decisione presa appena dieci giorni dopo le nomine, travolte da una tempesta
di polemiche.
La questione delle nomine dei dottori Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite al
NITAG, oltre ad avere sollevato un polverone mediatico in Italia, è stata
ripresa sul BMJ (British Medical Journal), una delle riviste scientifiche più
autorevoli a livello mondiale, con un articolo a firma di Marta Paterlini. Un
articolo ancora fermo agli stereotipi secondo cui la scienza è un unico monolite
incrollabile che non può aver visioni diverse al suo interno. Risulta invece
interessante una lettera al Direttore del British Medical Journal che, in
risposta all’articolo, lo critica affermando che: “La conoscenza scientifica non
è una verità assoluta, ma il risultato di un continuo processo di indagine: un
corpus di prove in continua evoluzione, perfezionato e rivisto man mano che
nuovi dati diventano disponibili. La scienza, per definizione, prospera mettendo
in discussione le teorie esistenti e promuove la ricerca e il dibattito
continui.” Queste frasi semplicissime riassumono alla perfezione ciò che è il
modus operandi del metodo scientifico: osservazione, formulazione di ipotesi,
sperimentazione e verifica dei risultati. Se la verifica dei risultati è messa
in crisi e la stessa tesi è messa in crisi, il dibattito è aperto.
Tutto ciò si dovrebbe far presente alla Federazione Nazionale degli Ordini dei
Medici (FNOMCeO) che invece, in merito alla nomina dei due professionisti, ha
dichiarato fin da subito che le loro opinioni “sono incoerenti con le evidenze
scientifiche sulla vaccinazione”, chiedendo dunque la revoca della nomina solo
perchè hanno espresso – in passato e durante la Covid-19 – tesi critiche
sull’obbligatorietà vaccinale, sull’efficacia dei vaccini anti-Covid e sugli
effetti avversi che avrebbero potuto provocare essendo stati vaccini
sperimentali.
Ad aggiungere carne al fuoco è stato l’autoproclamato Patto Trasversale per la
Scienza (PTS) – un’iniziativa nata il 5 giugno 2019 dalla nota virostar Roberto
Burioni – che si propone di “promuovere la medicina basata sulle prove”. E’
propria questa associazione ad aver scritto la petizione per chiedere al
Ministro Schillaci la revoca delle nomine di Bellavite e Serravalle nel NITAG,
raccogliendo anche le adesioni di Ilaria Capua e del Premio Nobel per la Fisica
Giorgio Parisi. La lettera aperta sostiene che “i due medici non vantano una
solida produzione scientifica in ambito vaccinale, né riconoscimento accademico
in materia di immunizzazione. In passato, hanno pubblicato e promosso contenuti
pseudoscientifici, mettendo in dubbio la sicurezza e l’efficacia dei vaccini, e
sostenendo teorie prive di fondamento.”
Eugenio Serravalle vanta un’esperienza trentennale sullo studio e sulla
divulgazione scientifica sul tema della vaccinazioni, avendo scritto numerosi
libri: Bambini Supervaccinati (Edizioni Il leone verde); Tutto quello che
occorre sapere prima di vaccinare proprio figlio (Edizioni SI); Vaccinare contro
il tetano?; Vaccinare contro il papillomavirus? (Edizioni Salus Infirmorum);
Vaccinazioni: alla Ricerca del Rischio Minore (Editore: Il Leone Verde); e
Coronavirus – COVID-19 —No! Non è andato tutto bene (Editore: Il Leone Verde).
Per capire chi è invece Paolo Bellavite basta leggere il suo curriculum – che
sicuramente molti medici, accademici e scienziati invidiano – parte delle sue
pubblicazioni sul suo sito e il suo libro Vaccini sì, obblighi no. Le
vaccinazioni pediatriche tra evidenze scientifiche e diritti previsti nella
costituzione italiana (Edizioni Libreria Cortina Veneta). In sostanza Bellavite
e Serravalle sono molto più esperti di vaccinazioni di Giorgio Parisi, che in
materia d’immunizzazione non ha alcuna competenza, ed hanno sicuramente più
competenze dello stesso Burioni che non è un medico e nemmeno un virologo, ma un
microbiologo ricercatore nel campo dello sviluppo di anticorpi monoclonali umani
contro agenti infettivi, che si è occupato di vaccinazioni solo in ambito di
divulgazione scientifica.
Bisognerebbe ricordare a FNOMCeO e a PTS che la letteratura medico-scientifica,
oltre a fornire grandi studi sull’importanza e sulla discussa efficacia delle
vaccinazioni del passato, fornisce anche ampli studi sui “danni da vaccino”. In
Italia esiste una legge – la Legge 210/1992, nota anche come “legge sui
danneggiati da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati” –
che prevede un indennizzo economico (1) a favore di persone che abbiano subito
danni permanenti e irreversibili a causa di vaccinazioni obbligatorie,
trasfusioni di sangue o somministrazione di emoderivati. Se esiste una legge sul
“danno da vaccino”, vuol dire che il danno da vaccino è riconosciuto e dunque
possibile.
In Italia, durante gli anni della Covid-19, la Commissione Medico-Scientifica
Indipendente – composta da scienziati e medici senza conflitti d’interesse come
Bellavite e Serravalle – si è occupata di indagare sull’altissimo impatto
sanitario e sociale delle politiche pandemiche e sulle strategie vaccinali
durante la Covid-19 in sostanziale assenza di un reale e aperto dibattito sui
loro fondamenti scientifici. E’ la stessa Commissione ad aver sottolineato, con
fonti/documenti/prove scientifiche alla mano, che le vaccinazioni anti-Covid
presentavano numerose problematiche che non si potevano negare, come per esempio
i gravi eventi avversi anche nei giovani, affermando inoltre che i vaccini che
non danno “immunità di gregge” non possono restare obbligatori. Affermazioni
rimaste inascoltate per anni, come anche la relazione del 2021 della Fondazione
Hume sulla stima realistica degli effetti avversi dei vaccini anti-Covid e del
rapporto rischi-benefici: 80 pagine di relazione con 230 fonti e citazioni (13
pagine solo di bibliografia scientifica).
Forse è giusto ricordare al FNOMCeO e al PTS che tutti i vaccini sono farmaci e
come tali, per definizione, possono avere controindicazioni ed effetti
indesiderati anche gravi. I vaccini, sebbene abbiano sicuramente dato una svolta
nella ricerca biomedica, sono anche i farmaci il cui reale impatto sulla
scomparsa delle grandi malattie è tuttora discusso. E’ da più di quarant’anni
che, sulle orme delle ricerche dell’epidemiologo Thomas McKeown (2), è stato
dimostrato che – con l’eccezione degli antibiotici – i farmaci, vaccini
compresi, hanno avuto ben poco peso nella scomparsa di malattie letali, mentre
un ruolo fondamentale, in Occidente, lo hanno avuto l’acqua potabile, le reti
fognarie e soprattutto una alimentazione adeguata; il che spiega come mai
malattie che da noi erano considerate innocue – anzi salutari, come quelle
esantematiche – in Paesi dove si soffre la fame e la mancanza di acqua potabile
e di trattamento dei reflui, esse continuino a essere devastanti, come lo erano
in Europa e negli Stati Uniti quando ancora quegli standard non erano stati
raggiunti. Ciò spiega come malattie come il tifo, la poliomielite o il vaiolo,
che decenni fa seminavano il terrore anche nei nostri paesi, abbiano cominciato
a scomparire in seguito a un declino iniziato ben prima dell’introduzione dei
vaccini obbligatori è peraltro comprovato dalle serie statistiche relative alla
diffusione nel tempo di questi flagelli (basta vedere i dati Istat).
Inoltre bisognerebbe segnalare che i vaccini in generale sono i farmaci meno
sperimentati, per non parlare dei vaccini anti-Covid che non hanno nemmeno
rispettato le condizioni minime di sperimentazione di una decina di anni.
Inoltre, su quest’ultimi prodotti, si è applicata una farmacovigilanza passiva e
non attiva: sappiamo bene che se non c’è una vigilanza dal basso, le
multinazionali del farmaco, che sono mosse dal profitto, non si pongono davvero
il problema della sicurezza di ciò che vendono. Partendo da questi presupposti
consolidati, i governi che si sono succeduti durante la sindemia da Covid-19 e
le istituzioni sanitarie non hanno mai fatto dichiarazioni a tal riguardo e mai
hanno risposto nel merito della tesi esposte da medici e scienziati dissidenti,
ma si sono sempre limitati ad etichettare il dibattito con epiteti nauseanti e
insostenibili continuando a sviare il dibattito stesso, rispondendo sempre a
livello mediatico con argomentazione ad hominem(3) o ab auctoritate(4).
Sembra che a fare uso di queste argomentazione siano anche i membri della
FNOMCeO e di Patto Trasversale per la Scienza che – invece di essere aperti a
diverse concezioni della salute, o quantomeno consapevoli dei più ampi
determinanti della salute – chiedono dogmaticamente l’esclusione dal dibattito
scientifico di due colleghi con solide credenziali accademiche e, nel caso del
Dott. Serravalle, decenni di esperienza clinica di successo in pediatria. Per
Burioni l’esperienza e le osservazioni di centinaia di medici e pediatri che
segnalano rischi e danni anche gravi a seguito di vaccini non hanno alcun
valore, ma contano solo gli studi statistici: quelli che non ci sono perché
l’Aifa non li fa e che, in assenza di una farmacovigilanza seria, non si possono
nemmeno svolgere. Quindi non resta che lui, Burioni, con le sue argomentazioni
ab auctoritate e ad hominem.
Bellavite e Serravalle hanno la colpa di aver espresso opinioni discordanti
rispetto al consenso prevalente, ma lo hanno fatto presentando argomentazioni
basate su prove e analisi ragionate e spesso ignorate dalla stessa opinione
pubblica. Inoltre, mentre molti di coloro che hanno condannato le loro nomine
potrebbero essere essi stessi influenzati, direttamente o indirettamente, da
conflitti d’interesse – attraverso affiliazioni a società scientifiche, case
farmaceutiche o programmi istituzionali (5) – non sono stati identificati
conflitti di questo tipo in relazione ai Dottori Paolo Bellavite ed Eugenio
Serravalle.
Conflitti d’interesse sono stati invece segnalati in relazione ad altri membri
nominati dieci giorni fa nel NITAG da Schillaci, come: Domenico Martinelli,
dell’Università di Foggia, che risulta aver preso sponsorizzazioni da Sanofi
(2023) e MSD-Merck (2019); Emanuele Montomoli, dell’Università di Siena, che ha
risulta aver preso finanziamenti dall Sanofi (2022, anche consulente) e
MSD-Merck (2019 e 2021); Francesco Vitale, dell’Università di Palermo, che ha
ricevuto finanziamenti dalla Sanofi (2022), da Pfizer (2018), da GSK-Glaxo (2022
e 2023) e da AstraZeneca (2022); Alberto Villani, legato alla Società Italiana
di Pediatria e al Bambin Gesù, che ha ricevuto contributi da Pfizer (2019), da
GSK-Glaxo (2020), da Sanofi (2020) e da AstraZeneca (per la redazione di
documenti). E’ questo lo scandalo vero, quello che dovrebbe crollare il castello
di carte e non la presenza di due medici con esperienza quarantennale in ambito
medico e scientifico senza conflitti d’interessi. Per fortuna che le nomine oggi
sono state revocate in blocco, perchè queste informazioni dovrebbero far venire
la pelle d’oca a tutti noi e a tutta la categoria dei medici e dei virologi.
Eppure, paradossalmente, secondo la petizione di Patto Trasversale per la
Scienza, erano le nomine di Serravalle che rischiavano di legittimare “teorie
antiscientifiche”, di minare “la fiducia dei cittadini nei confronti delle
istituzioni sanitarie”, di favorire “l’esitazione vaccinale”, di indebolire “la
cultura della prevenzione, fondamentale per la salute collettiva”, o di
compromettere “la credibilità del NITAG, screditando anche i suoi membri
altamente qualificati”.
Parole che farebbero ridere se non facesse piangere il contesto odierno in cui
sono proprio le istituzioni sanitarie, prezzolate da conflitti d’interesse, che
minano la fiducia dei cittadini nei confronti della scienza; sono proprio le
istituzioni sanitarie, i governi e le società scientifiche, prezzolate da
conflitti d’interesse, che minano la ricerca scientifica; sono proprio le
istituzioni sanitarie, spinte da interessi farmaceutiche, che conducono a quella
che chiamano vaccine hesitancy in mancanza di una corretta informazione
pluralista, trasparente e sincera che sia in grado di rispondere senza
preconcetti alle domande in modo soddisfacente con riferimenti scientifici
solidi. Sono le altre nomine fatte dal Ministro Schillaci che, come abbiamo
visto, minano la credibilità dello stesso NITAG perchè – se non fosse abbastanza
esplicito – un comitato che dovrebbe garantire indipendenza scientifica non può
essere composto da persone che hanno ricevuto finanziamenti, consulenze o
sponsorizzazioni dalle stesse aziende sulle quali dovrebbero esprimere giudizi.
Davvero, secondo il Patto Trasversale per la Scienza, ad indebolire “la cultura
della prevenzione” sarebbero stati Bellavite e Serravalle che da anni non fanno
altro che occuparsi di prevenzione, primaria, salute, salutogenesi,
alimentazione sana, agricoltura biologica, difesa del latte materno e
quant’altro? Di quale “prevenzione” parlano quelli del PTS? Evidentemente è un
concetto ridotto dai firmatari alla sola vaccinazione e alla sola profilassi,
perchè non c’è un articolo sul loro sito che parli di salute nel senso più ampio
e fondamentale che include stili di vita sani e la gestione della complessa
interazione dei determinanti sociali, economici, commerciali, politici e
ambientali della salute.
Mentre quelli del PTS festeggiano per le 20.000 firme della petizione per la
revoca di Bellavite e Serravalle al NITAG, nessuno si è accorto che erano gli
unici senza conflitti d’interessi mentre tutti gli altri ne avevano. Questo, ai
membri del PTS, non provoca nessun problema etico per quanto riguarda la salute
pubblica?
Questo è il pericolo della “Scienza Unica”, tanto amata da Burioni e da tutti
color che non amano il confronto e che – come Burioni e PTS, credono che la
“scienza non è democratica”(6).
La scienza – e le strategie sanitarie basate sull’evidenza che essa ispira – può
progredire solo attraverso un dibattito aperto, critico e onesto. Purtroppo,
l’ostracismo e la censura sono anche l’eredità della recente pandemia di
COVID-19, quando il dissenso dalle narrazioni sanitarie tradizionali è stato
sistematicamente messo a tacere attraverso i media, le piattaforme digitali e i
canali istituzionali (7).
Sebbene la decisione del Ministro della Salute italiano di includere due voci
dissenzienti nel NITAG possa essere stata influenzata da considerazioni
politiche, dovrebbe essere elogiata, non condannata, nell’interesse
dell’integrità scientifica e non respinta esclusivamente sulla base del suo
contesto politico.
Il pericolo della “Scienza Unica” è che la scienza non sia più uno strumento
importante per l’umanità, ma che diventi un’ideologia per la quale costruire
crociate insensate, ovvero lo scientismo che ha le sue radici nella scienza
cartesiana-newtoniana e nel positivismo francese del sec. XIX, che tende ad
attribuire ai metodi delle scienze fisiche e sperimentali la capacità
“incontrovertibile” di soddisfare tutti i problemi e i bisogni dell’uomo.
(1) L’indennizzo della Legge 210/1992 è stabilito dallo Stato per motivi di
solidarietà sociale e per riconoscere il diritto a un sostegno a chi è stato
danneggiato.
(2) Thomas McKeown, L’aumento della popolazione nell’era moderna, con
“Infanticidio: una rassegna storica” di William L. Langer; introduzione di
Giorgio Bert, Milano, Feltrinelli economica, 1979. Traduzione di Guido Viale.
(3) “argomentazioni ad hominem“, è una strategia retorica che attacca la persona
che presenta un’argomentazione, piuttosto che l’argomentazione stessa. Invece di
confutare le affermazioni fatte, si cerca di screditare la persona che le ha
pronunciate, spesso usando insulti o critiche personali. Questo tipo di
argomentazione è considerato una fallacia logica perché non contribuisce alla
validità o alla falsità dell’argomento originale.
(4) “argomentazioni ab auctoritate“, o “appello all’autorità”, sono un tipo di
ragionamento che si basa sull’affermazione che una proposizione è vera perché
sostenuta da una persona o fonte considerata autorevole.
(5) Fabbri A, Gregoraci G, Tedesco D, Ferretti F, Gilardi F, Iemmi D, Lisi C,
Lorusso A, Natali F, Shahi E, Rinaldi A. Conflitto di interessi tra ordini
professionali medici e industria: uno studio trasversale dei siti web delle
società mediche italiane. BMJ aperto. 2016 giugno 1;6(6):e011124. doi:
10.1136/bmjopen-2016-011124.
(6) Roberto Burioni, La congiura dei Somari. Perché la scienza non può essere
democratica, Rizzoli
(7) Bertuzzi N, Lagalisse E, Lello E, Gobo G, Sena B.. La politica durante e
dopo il Covid-19: scienza, salute e protesta sociale. Partecipazione e
Conflitto, 2022, 15(3): 507-529. DOI:10.1285/i20356609v15i3p507
Lorenzo Poli