L’adolescenza tra solitudine e disuguaglianze grazie all’ AI

Pressenza - Monday, November 17, 2025

Oltre il 92% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni utilizza strumenti di IA, e il 41,8% li ha usati per cercare aiuto quando si sentiva triste, solo o ansioso. Una percentuale simile, oltre il 42%, li ha consultati per ricevere consigli su scelte importanti da fare. Al contempo, meno della metà degli adolescenti intervistati (49,6%) dichiara di avere un buon livello di benessere psicologico, con un divario di genere particolarmente marcato: solo il 34% delle ragazze mostra un buon equilibrio psicologico, contro il 66% dei ragazzi.

Quasi uno su dieci si è isolato volontariamente per problemi psicologici, e il 12% ha fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione. Sono alcuni dei dati della XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia dal titolo “Senza Filtri” di Save the Children, che accende i riflettori sull’adolescenza, tra iperconnessione, isolamento e disuguaglianze sociali. La fotografia che emerge del Rapporto è complessa: adolescenti che vivono in una dimensione onlife, alla ricerca di ascolto e spazi di condivisione, ma spesso a rischio di isolamento.

Questi I dati principali sugli adolescenti italiani: una popolazione di poco più di 4 milioni di 13-19enni, pari al 6,86% della popolazione, uno su 15 (nel 1983 erano 6,5 milioni, 11,6%); il 22% degli adolescenti è figlio unico e quasi uno su quattro vive con un solo genitore (4,4% padre solo, 18,5% madre sola); oltre un adolescente su quattro (26,1%) tra 11 e 15 anni è a rischio povertà o esclusione sociale con forti disuguaglianze territoriali, al Nord 15,2%, Centro 24,1%, Mezzogiorno 41,9%; il 5,2% dei 12-15enni è in povertà alimentare e l’ 8,2% sotto i 16 anni è in povertà energetica; il 43% delle famiglie con figli 11-15enni vive in case sovraffollate (una famiglia su 6 per il totale delle famiglie).

Il Rapporto conferma come l’Intelligenza Artificiale sia ormai parte integrante della quotidianità degli adolescenti: il 92,5% la utilizza, contro il 46,7% degli adulti, e quasi un ragazzo su tre la consulta quasi ogni giorno. I chatbot come Chat GPT, Claude e Dixit sono gli strumenti più diffusi, seguiti da traduttori automatici e assistenti vocali. L’IA viene utilizzata soprattutto per studio, ricerca di informazioni e scrittura, ma anche come supporto emotivo. Molti apprezzano che sia sempre disponibile, non giudichi e capisca, tanto che una parte significativa preferisce confrontarsi con uno strumento digitale piuttosto che con una persona reale.

Questi dati mostrano come l’IA stia assumendo un ruolo crescente anche nel supporto emotivo, sottolineando l’urgenza di garantire benessere psicologico, spazi di socialità e un dialogo intergenerazionale per guidare percorsi educativi e politiche dedicate agli adolescenti. Nonostante molti adolescenti trovino nell’IA un sostegno emotivo, i dati sul benessere psicologico raccontano una realtà preoccupante: meno della metà dei 15-16enni italiani (49,6%) afferma di sentirsi bene psicologicamente nelle ultime due settimane, con un divario di genere significativo. C’è un forte divario tra ragazze e ragazzi che dichiarano di avere un buon equilibrio psicologico (il 66% dei ragazzi contro 34% delle ragazze), e quasi due quindicenni su cinque percepiscono il proprio corpo come “troppo grasso”, molto più della reale condizione fisica. Questi numeri si riflettono anche in comportamenti a rischio: il 9% si è isolato volontariamente, il 31% ha praticato binge drinking (le abbuffate alcoliche) nell’ultimo mese, e il 12% nell’ultimo anno ha assunto psicofarmaci senza prescrizione, con percentuali più elevate tra le ragazze.

Le relazioni degli adolescenti oggi si sviluppano in un contesto sempre più digitale, tra amicizie solide e rischi legati alla rete. Nonostante l’uso massiccio di strumenti online, la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze resta soddisfatta dei propri legami: più di 8 su 10 esprimono apprezzamento per il rapporto con gli amici, e oltre il 77% per quello con i genitori. Tuttavia, la vita onlife comporta nuove vulnerabilità e comportamenti emergenti: il 13% degli adolescenti mostra un uso problematico di internet (iperconnessione); il 38% pratica il “phubbing”, controllando spesso il cellulare anche in presenza di amici o familiari; il 27% si sente nervoso quando non ha il telefono a portata di mano; il 47,1% dei 15-19enni è stato/a vittima di cyberbullismo, con un aumento di 16 punti percentuali rispetto al 2018; quasi il 20% dei 14-19enni ha subito episodi offensivi più volte in un mese; tra gli studenti stranieri, la quota di vittime ripetute di atti intimidatori è più alta (26,8%) rispetto ai coetanei italiani (20,4%); relazioni intime e sessualità passano online, con il 30% che ha praticato ghosting; il 37% dei 15-19enni visita siti porno per adulti (54,5% ragazzi, 19,1% ragazze) e l’8,2% usa app di incontri.

“L’Atlante – ha sottolineato Raffaela Milano, Direttrice del Polo Ricerche di Save the Children – fotografa le tante, diverse, adolescenze vissute in Italia da una generazione che è stata duramente segnata dall’emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e di rischi di isolamento, ma che oggi cerca con forza nuovi spazi di protagonismo”. L’Atlante verrà presentato il 19 novembre a Roma, presso la sede di Save the Children (Piazza San Francesco di Paola, 9), a partire dalle 9,30.

Qui per scaricare l’Atlante: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/xvi-atlante-dell-infanzia-a-rischio-senza-filtri.

Giovanni Caprio