
L’Agroalimentare si conferma in buona salute. I dati del Rapporto ISMEA
Pressenza - Sunday, May 4, 2025Le prime stime dell’Istat per l’anno 2024 indicano un incremento in volume sia della produzione sia del valore aggiunto dell’agricoltura. Una crescita della produzione che ha riguardato sia le coltivazioni, sia il comparto zootecnico, sia le attività secondarie. Risultano invece in calo le attività dei servizi agricoli.
L’annata è stata favorevole per frutta, ortaggi freschi e vino, mentre è stata in flessione per cereali, olio d’oliva e foraggi. Sul fronte economico, l’andamento dei prezzi dei mezzi correnti di produzione conferma una riduzione nel 2024, con un -3,7% del valore medio dell’indice Ismea rispetto al 2023. I prezzi dei prodotti agricoli hanno guadagnato lo 0,9% sul livello medio del 2023. La produzione dell’industria alimentare, secondo l’indice elaborato dall’Istat, nel 2024 è aumentata dell’1,8% rispetto all’analogo periodo del 2023, a fronte di una riduzione del 3,7% di quella del manifatturiero nel complesso. Sono aumentate anche le esportazioni italiane di alimenti e bevande nel 2024: più 7,5% rispetto al livello del 2023 sfiorando il record di 70 miliardi di euro, con una performance migliore rispetto alle esportazioni complessive che sono rimaste per lo più ferme sul livello del 2023. Le importazioni agroalimentari nel 2024 sono aumentate del 7,2% (-3,9% le importazioni totali nazionali). Queste dinamiche hanno determinato un ulteriore miglioramento della bilancia commerciale agroalimentare rispetto al 2023, con un surplus di circa un miliardo di euro. Sono i dati del nuovo Rapporto ISMEA, che anche quest’anno ha svolto un’indagine di approfondimento presso le imprese per monitorare il ricorso e le condizioni di accesso al credito per il settore agroalimentare.
“L’indagine ha confermato, si legge nel Rapporto, che le imprese dell’industria alimentare sono maggiormente orientate al credito rispetto a quelle agricole intervistate; infatti, circa 30% delle prime ha fatto richiesta di un finanziamento nel corso del 2024, contro il 25% delle seconde. Nel dettaglio, nel corso del 2024 il 26% degli operatori dell’industria alimentare ha fatto richiesta e ha ottenuto un prestito dalle banche, il 2% ha fatto richiesta ma ha ottenuto un rifiuto o ha rinunciato per le condizioni proibitive proposte, e un altro 2% era in attesa di conoscere l’esito a dicembre, mentre il 70% ha dichiarato di non aver fatto richiesta non avendone bisogno. Tra quelli che hanno ottenuto un credito, la maggior parte (59%) si è rivolto alla banca per un finanziamento a medio-lungo termine (oltre 18 mesi), soprattutto per l’acquisto di macchinari e attrezzature (per il 47%) e per la costruzione/ristrutturazione di fabbricati e/o impianti (12%). La maggior parte di coloro che si sono rivolti alla banca per un prestito a breve termine (12-18 mesi) ha sfruttato il finanziamento soprattutto per pagare i fornitori (47%). La scelta dell’istituto bancario a cui rivolgersi dipende ovviamente dalle condizioni offerte e dai tassi di interesse (per il 44% degli intervistati) e dal rapporto consolidato nel tempo con la banca (28%)”. Quanto alla situazione di liquidità, il 15% degli operatori dell’industria alimentare ha dichiarato di avere qualche problema, una quota di poco inferiore rispetto a quella degli imprenditori agricoli intervistati (il 20%). In entrambi i settori, per la maggior parte dei rispondenti (il 61% per l’agricoltura, il 43% per l’industria) la situazione deriva in larga misura dal calo delle vendite e dalla dilazione dei pagamenti. I rispondenti dell’industria alimentare con problemi di liquidità hanno denunciato anche il problema dell’insolvenza dei debitori (18%) e le scadenze sfalsate delle fatture a credito e a debito (14%).
Per quanto riguarda, invece, i consumi, secondo i dati dell’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ, nel 2024 il carrello della spesa per i prodotti alimentari da consumare in casa è costato agli italiani lo 0,9% in più rispetto al 2023. Nel quarto trimestre dell’anno i prodotti del “largo consumo confezionato” hanno fatto registrare una crescita dei fatturati nei canali retail di circa il 3%, grazie alla ripresa dei volumi e a un progressivo rientro del fenomeno inflattivo. La dinamica dei volumi nel carrello differisce tra i vari comparti: ritrovano slancio ortofrutta e bevande, mentre si riducono i prodotti proteici di origine animale (in controtendenza solo le uova). Crescono gli acquisti in volume dei prodotti legati a salute e benessere, e di quelli con tempi di preparazione ridotti (es. zuppe e piatti pronti).
Qui per scaricare il Rapporto ISMEA “LA CONGIUNTURA AGROALIMENTARE DEL QUARTO TRIMESTRE 2024”: https://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13461