
GUERRA AGLI ULIVI.
S.I. Cobas – Sindacato intercategoriale - Friday, November 7, 2025RICEVIAMO E VOLENTIERI DAL CIP TAGARELLI L’ODISSEA DEL POPOLO PALESTINESE RACCONTATA ATTRAVERSO LA VITA REALE DELLA RACCOLTA DELLE OLIVE ASSURTE ANCHE QUESTE A SIMBOLO DELLA RESISTENZA CONTRO I SIONISTI CHE AMMAZZANO I PALESTINESI DISTRUGGENDO SECOLI DI VITA DEGLI ULIVI. ANCORA PIU’ FORTE E DETERMINATO DEV’ESSERE LO SCIOPERO DEL 28 NOVEMBRE 2025 CONTRO IL GOVERNO MELONI CHE AFFAMA I PROLETARI E ORGANIZZARE UNA GRANDE MANIFESTAZIONE A MILANO IL GIORNO 29 NOVEMBRE 25 GIORNATA DI SOSTEGNO E SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE RICHIESTA DALLE ASSOCIAZIONI PALESTINESI.
SI COBAS NAZIONALE
E’ tempo di raccogliere le olive, anche in quel lembo di Palestina chiamato Cisgiordania occupata.
Da secoli l’ulivo è generoso con i palestinesi: rappresenta per essi cibo, medicine, sapone, cosmetici, il suo legno viene utilizzato nelle costruzioni.
Oggi, circa la metà di tutti i terreni agricoli nei territori palestinesi illegalmente occupati dai nazi-sionisti in Cisgiordania è utilizzata per la coltivazione dell’olivo. Oltre ad essere una forma secolare di agricoltura, il significato della coltivazione dell’ulivo per i palestinesi va più in profondità: “Non è solo un albero, è l’eredità dei nostri antenati”. E lo stato nazi-sionista fa la guerra anche agli ulivi.
Sono circa 100.000 le famiglie nella Cisgiordania occupata illegalmente dallo stato nazi-sionista che dipendono dal reddito della raccolta delle olive; secondo i dati delle Nazioni Unite il 15% dei raccoglitori sono donne. Donne che vengono spietatamente minacciate, aggredite e picchiate dai coloni nazi-sionisti con la complicità dei soldati dell’IDF che difendono … i coloni.. e partecipano attivamente alla guerra contro gli ulivi palestinesi. Hanan Abu Salami era una donna di 59 anni: è stata uccisa dai soldati nazi-sionisti a Jenin mentre raccoglieva le olive .
Ma non solo: nell’agosto del 2025 l’IDF ha distrutto , abbattendoli con i bulldozer, più di 3.000 alberi di ulivo – alcuni vecchi di un secolo – nei campi del villaggio palestinese di Al Mughayyir. Nel mese di ottobre l’ONU ha registrato 86 attacchi dei coloni, con un saldo di 112 feriti.
I centenari ulivi palestinesi vengono sradicati, tagliati, bruciati, i pozzi dell’acqua nelle campagne della Cisgiordania occupata vengono riempiti di terra, i coloni uccidono il bestiame, le case dei palestinesi vengono abbattute.
Mentre il mondo occidentale è distratto dal “cessate il fuoco” fasullo a Gaza (violato più di 80 volte da Israele, con più di 100 vittime palestinesi), ridotta ad un cumulo di macerie sotto cui giacciono decine di migliaia di morti, il parlamento israeliano -la Knesset – ha votato pochi giorni fa il primo dei quattro disegni di legge necessari per annettere formalmente i territori occupati in Cisgiordania dal 1967.
Oltre al genocidio, a Gaza è stata combattuta anche la guerra agli ulivi: 1,1 milioni di piante sono state distrutte; il 98,5% dei terreni agricoli è stato reso inaccessibile dai bombardamenti israeliani, l’86% dei pozzi agricoli distrutti, centinaia di frantoi distrutti, una terra avvelenata dai residui tossici lasciati dai bombardamenti. Un “ecocidio”i cui effetti continueranno per decine e decine di anni.
Scrive il giornalista israeliano Gideon Levy: “In Cisgiordania nessuno ha sentito parlare del cessate il fuoco a Gaza: né l’esercito, né i coloni, né l’amministrazione civile e, naturalmente, nemmeno i 3 milioni di palestinesi che vivono sotto la loro tirannia.. Da Jenin a Hebron, non c’è alcun cessate il fuoco in vista. Da due anni in Cisgiordania regna il terrore sotto la copertura della guerra nella Striscia, che funge da pretesto e da cortina fumogena, e non vi è alcun segno che stia per finire. . La violenza dei coloni continua, così come il coinvolgimento dell’esercito e della polizia nelle rivolte. A Gaza ci sono meno morti e sfollati, ma in Cisgiordania tutto continua come se non ci fosse alcun cessate il fuoco…. Non è più possibile essere palestinesi in Cisgiordania. Non è stata distrutta come Gaza, non sono morte decine di migliaia di persone, ma la vita lì è diventata impossibile”.
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