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28 NOVEMBRE 2025: UN’ALTRA MAGNIFICA GIORNATA DI SCIOPERO E LOTTA.
Dopo lo sciopero generale  del 3 e la manifestazione del 4 Ottobre 2025 a Roma per la Palestina , che ha visto un milione di persone in piazza  si doveva dare una continuità al fine di non far decrescere la forza di quelle due  grandi giornate di lotta, per questo i sindacati di base hanno deciso, come  prosecuzione  naturale,  un’altra due giorni a Novembre che mira a segnare   una ripartenza del movimento dei lavoratori  in Italia: il 28 novembre 2025 sciopero generale contro la finanziaria, riarmo e guerre imperialiste, stop a sfruttamento, morti sul lavoro e repressione. Il 29 novembre 2025 manifestazione a Milano in solidarietà al popolo palestinese richiesta da tutte le organizzazioni palestinesi a  cui il si cobas non si sottrae di certo visto che è stato protagonista in questi ultimi due anni nell’indicare le giornate di sciopero a loro sostegno  . Come Si Cobas, nella giornata dello sciopero generale, come sempre, siamo stati presenti davanti ai cancelli della logistica e delle fabbriche con presidi a Milano davanti alla Marsch che vende armi ai sionisti, passando, da Novara, Torino e Genova,  Parma e Modena, salendo a Verona,  proseguendo dal tribunale di Bologna per il processo d’appello al coordinatore nazionale, assolto di nuovo con formula in piena, fino a Roma e Napoli per finire a Ragusa , in Sicilia, tanto per citare solo i principali snodi  dello sciopero del 28-Novembre. La giornata di sciopero del 28-11-25 ha ancora una volta messo in luce e dimostrato in termini concreti che la parte  più cosciente  di lavoratori continua a lottare   e a vedere che il   conflitto sindacale, che il S.I. Cobas  porta avanti, – nonostante denunce, arresti, attacchi al diritto di sciopero e repressione fuori dai cancelli,-  è l’unica strada per rialzare la testa e  organizzarsi per opporre resistenza ai piani criminali dei padroni e del governo. . Siamo sicuri che anche il  29 Novembre i lavoratori del  si cobas non faranno mancare il loro sostegno nella manifestazione Per una Palestina libera dal fiume al mare, a sostegno della sua resistenza e contro il piano Trump supportato dal governo italiano, dai governi Europei e dall’Autorità Palestinese asservita al sionismo. Contro i piani di riarmo e la partecipazione alla sanguinosa guerra in Ucraina che vede i proletari di entrambi i fronti scannarsi tra loro per gli interessi dei capitalisti. Al fianco del popolo sudanese, il cui sollevamento è stato represso nel sangue dagli stessi militari di entrambe le fazioni in guerra, che oggi massacrano civili e attuano la pulizia etnica su intere regioni, provocando la fuga di 13 milioni di persone, spalleggiati dalle potenze regionali e imperialiste. La lotta per il salario, quella per una Palestina libera, quella contro il riarmo e le guerre imperialiste hanno lo stesso nemico:  il ns governo in primis e quello dei governi delle principali potenze Europee e mondiali  che prima ci spremono  come limoni nelle aziende e poi come carne da cannone  nelle loro guerre. Le nostre rivendicazioni hanno lo stesso traguardo in prospettiva: una società dove il lavoro sia liberato dal capitale, dal suo sfruttamento, dalle sue guerre. : aumenti salariali pari almeno a 300 euro nette al mese, l’abolizione della precarizzazione e del Jobs Act, sanità e istruzione pubblica, gratuita e universale, aumento delle pensioni e la fine dei morti sul lavoro e malattie professionali! Patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione! SI COBAS NAZIONALE L'articolo 28 NOVEMBRE 2025: UN’ALTRA MAGNIFICA GIORNATA DI SCIOPERO E LOTTA. proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
BOLOGNA: VINTO IL PROCESSO D’APPELLO PER I FATTI DI MODENA.
SI E’ SVOLTO OGGI, 28-11-25, (GIORNATA ANCHE DI SCIOPERO GENERALE CHE  RENDE ANCORA PIU’ POSITIVA LA GIORNATA),  A BOLOGNA IL PROCESSO D’APPELLO  CONTRO IL COORDINATORE NAZIONALE DEL SI COBAS, ALDO MILANI, CON UNA VITTORIA PIENA D’ASSOLUZIONE PER I FATTI DEL 2017 , NONOSTANTE  FOSSE GIA’ STATO ASSOLTO NELLA PRIMA CAUSA DI MERITO. ASCOLTATE IL VIDEO A  DESTRA DEL SITO. DI FATTO L’ACCANIMENTO DI ALCUNI PM CONTRO IL SI COBAS E IL SUO COORDINATORE SONO STATI SCONFITTI PER LA SECONDA VOLTA. I FATTI RISALGONO AL 2017  SUL CASO LEVONI,AZIENDA DI CARNI , E DOPO BEN 9 ANNI SI DOVREBBE CHIUDERE DEFINITIVAMENTE QUESTA ASSURDA CAUSA CHE NON AVREBBE NEANCHE DOVUTA INIZIARE VISTO LA MANCANZA COMPLETA DI PROVE BASATA SOLO SU TEORIE INVENTATE DEI PM. LA LOTTA NON SI PROCESSA. LUNGA VITA AL SI COBAS E AI SUOI LAVORATORI CHE SONO USCITI DALLA SCHIAVITU’GRAZIE ALLA DIREZIONE DEL COORDINATORE NAZIONALE  SI COBAS  CHE  CON QUESTE LOTTE HA POSTO LE BASI PER  LIBERARE L’INTERA CLASSE. SI COBAS NAZIONALE   L'articolo BOLOGNA: VINTO IL PROCESSO D’APPELLO PER I FATTI DI MODENA. proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
PENA DI MORTE, TORTURE, STUPRI E FURTO DI ORGANI: ECCO I “VALORI OCCIDENTALI” DI ISRAELE!
OSPITIAMO E PUBBLICHIAMO,  SEMPRE BEN VOLENTIERI, GLI ARTICOLI DI DENUNCIA DEL COMITATO TAGARELLI DI SESTO S.GIOVANNI SUL GENOCIDIO  DEI PALESTINESI CHE AVVIENE IN CONTEMPORANEA ALLE LEGGI CHE I SIONISTI HANNO APPROVATO DA POCHI GIORNI, SEMPRE CONTRO IL POPOLO PALESTINESE, COME LA PENA DI MORTE O IL TRAFFICO D’ORGANI. AVVENIMENTI  CHE DEVONO FAR RIFLETTERE TUTTI SUL FATTO CHE SERVE SEMPRE PIU’ UN NUOVO SISTEMA ECONOMICO -SOCIALE BASATO SULL’EGUAGLIANZA , PER FARLO OCCORRE ABBATERE QUELLO ATTUALE NON RIFORMARLO. BUONA LETTURA. SI COBAS NAZIONALE La Knesset (il parlamento “israeliano”) ha appena votato (è il primo dei tre passaggi dovuti) la pena di morte per ogni omicidio che abbia “lo scopo di danneggiare lo stato di Israele e la rinascita (!!) del popolo ebraico nella sua terra”. IN BREVE, SOLO PER I PALESTINESI (e l’orrido ministro nazista Ben Gvir offre pasticcini ai deputati per festeggiare). Dalle testimonianze degli “ostaggi” palestinesi liberati dalle galere dello stato nazi-sionista emerge l’uso sistematico della tortura sistematica verso i prigionieri che sono rimasti per anni nelle galere israeliane senza accuse e senza processo. Grande scandalo (ma solo in Israele) per il video diffuso dall’avvocata dell’IDF (“l’esercito più morale del mondo” secondo Netanyahu…) che mostrava lo stupro di un prigioniero palestinese (bestiale pratica denunciata da anni … ma qualcuno si ricorda ancora di Abu Ghraib – da parte di personale dell’Esercito degli Stati Uniti e della CIA, durante la guerra in Iraq nel 2003[, o, più recentemente del campo di concentramento nazi-sionista di Sde Teiman?). Risultato: l’avvocata è stata arrestata. Per gli stupratori di una prigioniera, processo iniziato da pochi giorni, invece feste e applausi al loro arrivo in tribunale- mascherati così da non rischiare, un domani, qualche accusa a livello internazionale. E veniamo al peggio, se di un peggio si può parlare. Molti dei corpi dei palestinesi “restituiti” da Israele erano bendati, con le mani legate, portavano segni di tortura ed erano privi di fegato, reni, cuori, cornee …. espiantati da “mani professionali”. Si chiama furto di organi da vendere e su cui guadagnare. Non è una novità: casi di giovani uccisi nella 1° Intifada, nel 1990, famiglie palestinesi riferirono che i corpi dei loro congiunti venivano restituiti con organi mancanti e nel 2005, Yehuda Hiss, capo patologo dell’Istituto forense di ricerca Abu Khabir, vicino a Tel Aviv, ammise di aver rimosso organi, cornea, pelle e ossa da 125 corpi di palestinesi uccisi negli anni ’90 (nel 2009, queste accuse si riaccesero quando il quotidiano svedese Aftonbladet pubblicò un articolo sul furto di organi da parte dei sionisti. L’articolo causò gravi ricadute diplomatiche tra la Svezia e l’entità sionista. Poche righe sui nostri giornali, nessun politico o giornalista che ne parli o si indigni, nessuno scandalo: l’ordine di scuderia è di far sparire il genocidio a Gaza e le forsennate aggressioni dei coloni nazi-sionisti in Cisgiordania. Bisogna – eventualmente – di parlare solo del “piano di pace” di Trump. Intanto Israele ha già violato più di 200 volte la cosiddetta “tregua” uccidendo ancora centinaia di bambini, donne e uomini. Davvero a Gaza muore l’umanità, non solo dei palestinesi ma anche la nostra. L'articolo PENA DI MORTE, TORTURE, STUPRI E FURTO DI ORGANI: ECCO I “VALORI OCCIDENTALI” DI ISRAELE! proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
CHIANCIANO: 6° CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI SINDACATI CONFLITTUALI- IL SI COBAS E’ PRESENTE!
SI SVOLGE A CHIANCIANO LA SESTA CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI SINDACATI CONFLITTUALI PER COSTRUIRE UN PERCORSO COMUNE  CHE PORTI AD ABBATTERE QUESTO INFAME SISTEMA DI SFRUTTAMENTO CHE SI CHIAMA CAPITALISMO. VIVA IL PROLETARIATO INTERNAZIONALE UNITO! Salutiamo questa conferenza con questo breve testo che vorremmo condividere con tutte le delegazioni arrivate, dai 4 angoli del mondo, in questi 4 giorni qui a Chianciano. Un quadro internazionale ormai sempre più caratterizzato dal conflitto bellico come soluzione borghese per la ricerca di risorse e profitti, con i governi dei differenti blocchi imperialisti impegnati a drenare risorse e investimenti in questa direzione, richiede altresì sul fronte interno, quello del dominio di classe, l’affinamento di nuovi dispositivi giuridici e polizieschi volti al controllo, alla sorveglianza e alla disarticolazione dei nodi organizzativi, politici, sindacali, di movimento o comunicativi, così da prevenire iniziative di massa le cui condizioni sono frutto del sistema stesso. Per la nostra organizzazione non si tratta certo dell’apertura di una nuova fase di attacco, essendo ormai da anni oggetto di indagini, misure cautelari e processi nei confronti di migliaia di lavoratori, militanti e solidali e talvolta di condanne anche gravi, ma piuttosto di un “giro di vite” autoritario contro cui bisogna allargare il raggio d’azione politico e militante. In Italia, così, il governo Meloni, in assoluta continuità con i precedenti esecutivi, ma in modo più risoluto, emette uno in fila all’altro decreti che aumentano lo sfruttamento del lavoro, la precarietà, e la compressione dei salari (maggiore flessibilità sui contratti a termine o interinali, dimissioni in “bianco” e in previsione la riduzione dei crediti salariali esigibili dai lavoratori), allo stesso modo rafforza il dominio borghese con il “pacchetto sicurezza”, una legge (passata come norma d’urgenza) che introduce ben 11 nuovi reati penali e altrettanti aggravanti tra cui il blocco stradale, le occupazioni di case, i carcerati, gli immigrati e misure speciali contro il dissenso e il diritto di sciopero. D’altronde per sostenere l’aumento fino al 5% del PIL per il riarmo, previsto e concordato all’unisono, da UE e Nato, deviando miliardi di fondi pubblici, ovvero, per la maggior parte ciò che i lavoratori versano nelle casse del fisco, mentre i loro salari crollano sotto i colpi dell’inflazione, la classe dominante non può tollerare iniziative di disturbo. Sul versante economico il Governo italiano è oggi impegnato nella discussione della “legge finanziaria” orientata a fornire una cornice legale alla fase di “economia di guerra”, ovvero attrezzare lo Stato al recupero di quelle risorse necessarie ad ottenere gli obiettivi di riarmo e bellici. Mentre l’inflazione dello scorso triennio ha impoverito i proletari, si intensifica quindi l’attacco ai salari diretti e indiretti, si smantellano i servizi pubblici già inefficienti e aumenta il carico fiscale in capo alla classe operaia. Queste linee guida su cui il Governo italiano disegna le politiche borghesi sono di fatto in tutto simili a ciò che vediamo nei paesi imperialisti. Le politiche economiche capitalistiche che tendono alla massima ricerca del profitto sul fronte interno, portano le potenze, dei diversi fronti imperialistici, alla ricerca di nuove aree di influenza per i propri mercati e a politiche di guerra economica, quali i dazi USA, volti a scaricare i costi della crisi su paesi più deboli nella catena del comando. L’esplosione del conflitto in territorio ucraino, dove il fronte imperialista emergente, rappresentato nello specifico dalla Russia, si scontra con quello ancora egemone, ma in declino, di USA e paesi NATO, per contrastarne l’allargamento ad Est e mantenere la propria area di influenza storica, erosa dopo il crollo dell’URSS, sulla pelle dei proletari ucraini e russi mandati al fronte come carne da cannone, ha reso palese una tendenza già in atto verso la costituzione di blocchi imperialisti e in prospettiva la generalizzazione dello scontro su ampia scala. La colonizzazione della Palestina in atto dal 1946, che il governo sionista vuole portare a termine con l’eliminazione fisica della popolazione araba, altro non è che un vero genocidio che si compie sotto gli occhi del mondo, e mostra senza filtri la barbarie insita nel sistema capitalistico ed elimina ogni illusione campista, ideologica o umanistica. Il massacro prosegue anche dopo l’accordo di Ottobre, mentre sulla spartizione dei territori rubati si gioca il ruolo imperialista delle potenze che hanno armato e favorito l’entità sionista. Così mentre la Gaza Riviera nei piani di Trump diventa anche una futura base militare per il controllo del Mediterraneo, all’orizzonte delle Coste del Venezuela appaiono le navi della Marina militare mosse dall’appetito del petrolio della borghesia USA. I massacri in corso in Sudan, tra opposte fazioni, e il lungo genocidio del popolo congolese, sono effetti del neo colonialismo che opprime l’Africa, il continente più ricco del mondo, teatro però anche di movimenti che negli ultimi anni, con l’ambizione della giustizia sociale, dell’autodetrminazione e della democrazia, hanno messo in crisi il controllo economico e politico delle nazioni occidentali, in primis la Francia. A questi movimenti guardiamo con favore pur consapevoli che solo la liberazione internazionale dal sistema capitalistico potrà evitare che finiscano sotto nuovi padroni di diverse potenze quali Cina o Russia. Diventa così ancora più attuale, per la nostra classe, il fondamento politico alla base della nascita del S.I. Cobas che individua in prospettiva l’incompatibilità sistemica della lotta radicale dei lavoratori, anche solo per fini economici, e quindi pone la necessità di allargare il fronte ad una battaglia più generale, abbracciando l’insieme della classe dei lavoratori di ogni settore, occupati, precari o disoccupati su scala internazionale. Il tema prettamente sindacale, ovvero del livello di conflittualità, delle relazioni con le associazioni padronali e le singole aziende, per noi ogni analisi in merito, senza deroga, deve partire dal contesto più ampio, politico, economico e storico. Serve cioè indossare le lenti utili a leggere questi processi come parte integrante dei rapporti di classe ben al di fuori del perimetro della nostra organizzazione sia in termini di composizione che settoriali. Negli ultimi due anni, il S.I. Cobas ha promosso ben 5 scioperi generali sul tema del riarmo, dell’economia di guerra e del sostegno al popolo palestinese e ora ci muoviamo verso le date del 28 Ottobre, sciopero generale contro la legge finanziaria e del giorno seguente, manifestazione nazionale a Milano in concomitanza con la mobilitazione internazionale per la Palestina. E’ proprio da questo aspetto che possiamo distinguere, ancora oggi, in ultima analisi, il S.I. Cobas, non a caso citato in Parlamento dal ministro dell’interno Piantedosi come organizzazione illegale e da fermare. Crediamo che le relazioni internazionali con le altre sigle conflittuali della Rete debbano concretizzarsi a tutti i livelli, ovvero in termini di iniziative e confronto sia nella solidarietà nelle lotte dei lavoratori, spesso contro multinazionali, che nella resistenza agli attacchi repressivi fino alla messa in atto di mobilitazioni senza confini, ovvero scioperi generali su temi comuni. Per questo motivo partecipiamo con favore a questa conferenza che auspichiamo ci restituisca queste prospettive comuni su cui lavorare fin da subito. PROLETARI DI TUTTO IL MONDO UNIAMOCI! SI COBAS NAZIONALE L'articolo CHIANCIANO: 6° CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI SINDACATI CONFLITTUALI- IL SI COBAS E’ PRESENTE! proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Robin Hood ai giorni nostri :  rubare ai poveri per dare ai ricchi!
COME SEMPRE RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO UNA NOTA DEL CIP TAGARELLI CHE METTE IN LUCE L’ASPETTO PIU’ IMPORTANTE DELLA LEGGE FINANZIARIA QUELLA DELLE ALIQUOTE IRPEF CHE VA A PRIVILEGIARE I RICCHI. I DATI OGGETTIVI DELL’ISTAT CI DICONO CHE 10 MILIONI DI LAVORATORI NON PRENDERANNO 1 EURO E NEL CONTEMPO AUMENTA LA POVERTA’ ASSOLUTA (UNO SU DIECI) CORRISPONDENTE A 5,7 MILIONI DI PERSONE. NON POSSIAMO CHE CONDIVIDERE  LA PAROLA D’ORDINE CHE SOLO LA LOTTA E L’ORGANIZZAZIONE SINDACALE E POLITICA I PROLETARI POSSONO ASPIRARE A MIGLIORI CONDIZIONI ECONOMICHE E DI DIRITTI. SI COBAS NAZIONALE. Solo così si può definire il taglio delle aliquote Irpef previste dalla legge di bilancio per il 2026. Le cifre (annuali): 38 euro per i lavoratori che denunciano 28.000 euro all’anno e 408 euro  all’anno per i dirigenti da 48.000 euro all’anno. Lo certificano la Corte dei Conti, l’Istat, la Banca d’Italia e l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che hanno fatto i conti. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio è ancora più preciso: su una platea di 13 milioni di lavoratori la riduzione di 2 punti dell’Irpef premierà solo l’8% di essi. Ai dirigenti andrà uno sgravio di 408 euro all’anno (34 euro al mese); agli impiegati 123 euro (19 euro al mese); agli operai 23 euro (1,91 euro al mese). L’Istat constata che oltre l’85% delle risorse destinate “al sostegno del ceto medio” vanno “alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione dei redditi”. Sono valutazioni e numeri di enti (quelli citati sopra) statali, non di uno che passa per strada. E’ l’ennesima beffa per i proletari che da trent’anni patiscono il blocco dei salari (grazie anche ai vari patti per la “moderazione” salariale concordata dai governi che si sono succeduti fino a quello Meloni con i sindacati di regime), la continua erosione di questi, la cancellazione del welfare che costringe i proletari – quelli a cui le tasse vengono tolte in busta paga – a pagarsi le cure se si ammalano o a rinunciare a farlo (e sono già più di 6 milioni..), ecc. ecc. Sempre l’Istat scriveva all’inizio di ottobre che “Le retribuzioni contrattuali in termini reali a settembre 2025 restano al di sotto dell’8,8% rispetto ai livelli di gennaio 2021”; quindi in 4 anni i nostri salari hanno perso quasi il 10% in valore reale. In compenso anche quest’anno le “tasse” imposte a banche (che hanno goduto in 3 anni di circa 100 miliardi di extra profitti) e società di assicurazioni in realtà rappresentano semplicemente, come lo scorso anno, un’anticipazione delle imposte future, creando così per gli anni venturi un bel buco di bilancio che, indovinate, chi sarà chiamato a tamponare?.E aggiungiamoci anche le folli spese militari: 3,5 miliardi in più nel 2026; 7 miliardi in più nel 2027 e 12 miliardi in più nel 2028 (totale 23 miliardi in 3 anni). Una società, quella capitalistica in cui viviamo, nella quale da decenni  il capitale ha esacerbato sempre di più la lotta di classe dei padroni contro i proletari. Viviamo ormai schiacciati da un feroce super sfruttamento, con 1.500 morti di profitto, dove due stipendi (per i fortunati che ancora li hanno) non bastano più per una vita decente, dove il futuro dei giovani è stato azzerato perché la loro prospettiva – dopo una vita di impieghi precari e salari miserabili – è quella di dover lavorare fino a 70 anni (per poi magari cadere da un ponteggio o essere stritolati da qualche macchinario dove si lavora senza sicurezza per fare più in fretta e rendere più profitto al padrone). Il capitalismo è miseria, fame, morte. E presto, perché non si comprano montagne di armi per metterle poi nel cassetto, sarà anche – come già lo è per alcuni paesi – guerra.  I i proletari, come sempre è accaduto nella storia del genere umano, verranno trasformati da carne da macello in carne da cannone. Il genocidio del popolo palestinese (che continua e di cui i media non parlano più) e il macello degli ucraini sono lì a dimostrarcelo. Sarà banale e ripetitivo, ma abbiamo solo uno strumento per difenderci: l’unità, l’organizzazione e la lotta contro un sistema di morte. Pensiamoci prima che sia troppo tardi. L'articolo Robin Hood ai giorni nostri :  rubare ai poveri per dare ai ricchi! proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
GUERRA AGLI ULIVI.
RICEVIAMO E VOLENTIERI  DAL CIP TAGARELLI L’ODISSEA DEL POPOLO PALESTINESE RACCONTATA ATTRAVERSO LA VITA REALE DELLA RACCOLTA DELLE OLIVE ASSURTE ANCHE QUESTE  A SIMBOLO DELLA RESISTENZA CONTRO I SIONISTI CHE AMMAZZANO I PALESTINESI DISTRUGGENDO  SECOLI DI VITA DEGLI ULIVI. ANCORA PIU’ FORTE E DETERMINATO DEV’ESSERE LO SCIOPERO DEL 28 NOVEMBRE 2025 CONTRO IL GOVERNO MELONI CHE AFFAMA I PROLETARI  E ORGANIZZARE UNA GRANDE MANIFESTAZIONE A MILANO IL GIORNO 29 NOVEMBRE 25 GIORNATA DI SOSTEGNO E SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE RICHIESTA DALLE ASSOCIAZIONI PALESTINESI. SI COBAS NAZIONALE E’ tempo di raccogliere le olive, anche in quel lembo di Palestina chiamato Cisgiordania occupata. Da secoli l’ulivo è generoso con i palestinesi: rappresenta per essi cibo, medicine, sapone, cosmetici, il suo legno viene utilizzato nelle costruzioni. Oggi, circa la metà di tutti i terreni agricoli nei territori palestinesi illegalmente occupati dai nazi-sionisti in Cisgiordania è utilizzata per la coltivazione dell’olivo. Oltre ad essere una forma secolare di agricoltura, il significato della coltivazione dell’ulivo per i palestinesi va più in profondità: “Non è solo un albero, è l’eredità dei nostri antenati”. E lo stato nazi-sionista fa la guerra anche agli ulivi. Sono circa 100.000 le famiglie nella Cisgiordania occupata illegalmente dallo stato nazi-sionista che dipendono dal reddito della raccolta delle olive; secondo i dati delle Nazioni Unite il 15% dei raccoglitori sono donne. Donne che vengono spietatamente minacciate, aggredite e picchiate dai coloni nazi-sionisti con la complicità dei soldati dell’IDF che difendono … i coloni.. e partecipano attivamente alla guerra contro gli ulivi palestinesi. Hanan Abu Salami era una donna di 59 anni: è stata uccisa dai soldati nazi-sionisti a Jenin mentre raccoglieva le olive . Ma non solo: nell’agosto del 2025 l’IDF ha distrutto , abbattendoli con i bulldozer, più di 3.000 alberi di ulivo – alcuni vecchi di un secolo – nei campi del villaggio palestinese di Al Mughayyir. Nel mese di ottobre l’ONU ha registrato 86 attacchi dei coloni, con un saldo di 112 feriti. I centenari ulivi palestinesi vengono sradicati, tagliati, bruciati, i pozzi dell’acqua nelle campagne della Cisgiordania occupata vengono riempiti di terra, i coloni uccidono il bestiame, le case dei palestinesi vengono abbattute. Mentre il mondo occidentale è distratto dal “cessate il fuoco” fasullo a Gaza (violato più di 80 volte da Israele, con più di 100 vittime palestinesi), ridotta ad un cumulo di macerie sotto cui giacciono decine di migliaia di morti, il parlamento israeliano -la Knesset – ha votato pochi giorni fa il primo dei quattro disegni di legge necessari per annettere formalmente i territori occupati in Cisgiordania dal 1967. Oltre al genocidio, a Gaza è stata combattuta anche la guerra agli ulivi: 1,1 milioni di piante sono state distrutte; il 98,5% dei terreni agricoli è stato reso inaccessibile dai bombardamenti israeliani, l’86% dei pozzi agricoli distrutti, centinaia di frantoi distrutti, una terra avvelenata dai residui tossici lasciati dai bombardamenti. Un “ecocidio”i cui effetti continueranno per decine e decine di anni. Scrive il giornalista israeliano Gideon Levy: “In Cisgiordania nessuno ha sentito parlare del cessate il fuoco a Gaza: né l’esercito, né i coloni, né l’amministrazione civile e, naturalmente, nemmeno i 3 milioni di palestinesi che vivono sotto la loro tirannia.. Da Jenin a Hebron, non c’è alcun cessate il fuoco in vista. Da due anni in Cisgiordania regna il terrore sotto la copertura della guerra nella Striscia, che funge da pretesto e da cortina fumogena, e non vi è alcun segno che stia per finire. . La violenza dei coloni continua, così come il coinvolgimento dell’esercito e della polizia nelle rivolte. A Gaza ci sono meno morti e sfollati, ma in Cisgiordania tutto continua come se non ci fosse alcun cessate il fuoco…. Non è più possibile essere palestinesi in Cisgiordania. Non è stata distrutta come Gaza, non sono morte decine di migliaia di persone, ma la vita lì è diventata impossibile”. L'articolo GUERRA AGLI ULIVI. proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
La lotta di classe non si arresta
‘ , il Tribunale di Brescia condanna in primo grado due coordinatori del SI Cobas, Laura e Alessandro, e sette lavoratori licenziati in Penny Market a Desenzano del Garda. ̀ , . Perchè le accuse di estorsione e boicottaggio hanno la funzione di colpire il diritto di sciopero e la determinazione dei lavoratori in lotta: All’epoca la cooperativa Servizi associati mise in piedi una condotta anti-sindacale licenziando in tronco i nostri iscritti per un generico calo produttivo. Ma secondo le montature giudiziarie, i nostri scioperi sarebbero serviti a favorire un altro padrone in un cambio appalto, e non a chiedere il reintegro degli operai per garantire un salario alle loro famiglie. ’ , . Non possiamo accettare queste accuse pesantissime volte a criminalizzare le lotte e mettere al bando la nostra attività sindacale. Per questo, in concomitanza con l’udienza di appello, chiamiamo lavoratori, lavoratrici e solidali a presidiale il palazzo di Giustizia a Brescia, martedì 4 novembre dalle ore 11:30. ̀ , ̀ . L'articolo La lotta di classe non si arresta proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Mozione approvata all’unanimità!
Le lavoratrici e i lavoratori di ACI Informatica riuniti in assemblea per confrontarsi in merito alla paventata volontà dell’ACI di trasferire un ramo d’azienda con il relativo personale dichiarano la propria determinazione a impedire qualsiasi processo che possa indebolire l’unitarietà aziendale e le condizioni di lavoro. Qualsiasi processo di riorganizzazione che cambia la condizione di anche una sola lavoratrice o un solo lavoratore senza un percorso condiviso significa indebolire tutte e tutti e pertanto vedrà la risposta forte dell’intera assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori. Come sempre le lavoratrici e i lavoratori di ACI Informatica, attraverso la loro Rappresentanza Sindacale Unitaria, sono disponibili all’apertura di qualsiasi tavolo di confronto ma impediranno ogni azione unilaterale attraverso le iniziative di lotta. Le lavoratrici e i lavoratori di ACI Informatica sono vigili e pronti all’azione e pertanto viene indetto lo STATO D’AGITAZIONE consapevoli che SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTE!   La RSU 29/10/2025 The post Mozione approvata all’unanimità! first appeared on Lavoratrici e Lavoratori Aci Informatica.
BOICOTTA ZARA:VOLANTINAGGIO DAVANTI AI NEGOZI ZARA DI MILANO!
DOPO GLI SCIOPERI ATTUATI A ROMA NEI NEGOZI DI ZARA CONTRO IL PEGGIORAMENTO DELL’ORARIO E DEL SALARIO CON PASSAGGIO DAL TURNO DI NOTTE AL GIORNO LA FILIERA SI E’ MOSSA SUL PIANO NAZIONALE ADERENDO AL BOICOTTAGGIO NEI NEGOZI E AI PROSSIMI SCIOPERI.       L'articolo BOICOTTA ZARA:VOLANTINAGGIO DAVANTI AI NEGOZI ZARA DI MILANO! proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Contratti in ostaggio della legge di bilancio e della concertazione !
Con il Decreto PA n 25/2025, vengono ridisegnate le regole di concorsi pubblici, mobilità e scorrimento delle graduatorie idonei. Il Decreto è tutt’altro che un aggiornamento tecnico. Vi sono tracciati i vincoli per la stipula dei contratti. Governo e potere legislativo irrompono nelle rela­zioni tra le parti sociali e segnano una ulteriore su­bordinazione sindacale a padronato e governo. A completare il quadro interviene la Legge Finanziaria che predispone le risorse che (non) mette a disposi­zione per l’aggiornamento dei contratti scaduti. Da tempo la contrattazione sindacale nel pubblico impiego è inficiata dagli arbitrari interventi della ma­gistratura contabile: negli Enti Locali le progres­sioni di carriera sono ristrette al 50% degli aventi di­ritto; dalla finanza pubblica: il blocco della contrat­tazione e delle assunzioni per 9 lunghi anni, hanno sancito l’erosione del potere di acquisto e voragini negli organici; dal Governo: bloccando da oltre 10 anni il buono pasto a 7 euro.Siamo lontani dalla libera contrattazione tra le parti sociali. I lavoratori e i loro bisogni non sono presi in esame. Non vengono mobilitati e ci si guarda bene di ascoltarli nelle assemblee. Meglio evitare gli as­sembramenti! Tutto si svolge in ambiti appartati. Confederali  e padronato danno vita a trattative infi­nite ed inconcludenti, perché le vere intese sono gestite dal potere economico e viene fatto osserva­re il vincolo del pareggio di bilancio con l’obbligo di non superare il 3% nel rapporto deficit/PIL.Sottolineiamo che tutto questo rigore si esercita solo contro i lavoratori, meno quando si parla dei vertici o degli stipendi dei politici. L’esito delle tratta­tive è regolato dal governo con il consenso, silenzio e assenso dei confederali.Possiamo dire che siamo oltre la concertazione e che, almeno per il P.I., vi è la riedizione di regole che rimandano al sindacato fascista e  corporativo: “tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo stato”   Dal 2008 al 2024 i salari sono calati dell’8,7% e la fonte è autorevole: parliamo della Organizzazione Internazionale del Lavoro, Agenzia delle Nazioni Unite (ILO)                                                                                     Perché meravigliarsi?                                                                                         Promesse e vincoli.   Mentre la voce sindacale si fa flebile, inevitabilmen­te il governo fa la voce grossa anche sui concorsi, le graduatorie, i contratti ed il reclutamento del per­sonale. Dopo il puntuale “annuncio” di una pioggia di miliardi per Sanità e  Pubblico Impiego segue il laconico “a condizione che vi siano le disponibilità di cassa” Questa in-disponibilità di cassa è il vero convitato di pietra ai tavoli sindacali. Sui media si annunciano piogge di risorse su sanità e Pubblica amministrazione ma non viene chiarito che la parte più ragguardevole di tali risorse serve a comprare beni e servizi da privati convenzionati e non. Solo una residua parte va a favore dei lavora­tori.   L’orizzonte sindacale non va oltre la rincorsa dell’in­flazione ma… senza mai raggiungerla. Il lavoro sin­dacale dovrebbe invece partire da dopo il recupero dell’inflazione, che si dovrebbe dare per scontato, per cominciare a parlare di qualche miglioramento. Nel frattempo vengono disegnati percorsi privilegiati per i diplomati provenienti degli ITS (Istituto Tecno­logico Superiore). Questi profili vengono assunti con contratti di formazione e lavoro in vista di una loro stabilizzazione. Lo stesso strumento contrattuale sarà applicabile anche a studenti universitari del terzo anno.Immancabile la promessa di voler combattere il pre­cariato.          A parole! Economia di guerra. Invece  si  conferma,  che non c’è aspetto della vita sociale che non risenta della tendenza alla guerra e all’economia di guerra. Infatti, un’attenzione partico­lare viene riservata, al personale precario del Mini­stero dell’Interno e alla Agenzia Industrie della Dife­sa. È previsto il prolungamento di ulteriori 12 mesi di bel 44 contratti di apprendistato e vi è la previsio­ne di autorizzare nuove ’assunzione a tempo inde­terminato.   La finalità del Decreto è di intervenire d’autorità an­che sull’istituto del Comando. (Nel  pubblico impie­go, è un istituto giuridico che prevede l’assegnazio­ne temporanea di un dipendente a un’altra pubblica amministrazione o ente).   Strumento questo utilizza­to dalle amministrazioni previo accordi con i sinda­cati confederali (interessati e compiacenti) per l’in­serimento in organico di personale che segue vie discrezionali, ovvero, clientelari.   D’ora in avanti le regole  saranno stringenti? Forse! Centrale in questa operazione di riordino è il ruolo assegnato al Portale INPA (portale unico del reclu­tamento). Tutte le fasi concorsuali dovranno transitare per questa piattaforma digitale e non sarà più consenti­ta la gestione delle assunzioni in autonomia. Graduatorie e scorrimenti. Le amministrazioni  da sempre “inventano” ragioni contingenti e clientelari, (è obbligo dire ancora una volta che sono complici interessati i sindacati confederali) per “negare” ai vincitori di concorsi la fruizione di diritti sacrosanti. Con i concorsi bloccati e senza lo scorrimento delle graduatorie, si sono prodotti molti “vincitori” senza posto di lavoro. Oggi promettono rigore e legalità ma è bene non fidarsi ed è da prendere come esempio il protagonismo dei compagni/e calabresi del S.I. Cobas. Questi hanno agito in controtenden­za e, sfidando mafie e consorterie elettorali, hanno imposto lo scorrimento delle graduatorie. Impatto sui contratti. Le  linee di politica economica tracciate dalla bor­ghesia trovano pronta applicazione sui contratti: più soldi ai profitti, più risorse per la guerra, più sacrifici per i lavoratori. Le OOSS che dovrebbero assumere il punto di vi­sta dei lavoratori si accodano agli interessi generali della nazione (padroni e parassiti sociali). La loro azione è tesa a salvare  se stessi ed omologarsi a funzioni di potere e di controllo. Un tempo si parlava della “rigidità” del costo della forza lavoro, mentre oggi si dà per scontata la possibilità di comprimere costantemente proprio tale costo. Il loro ruolo si riduce ad essere solo rotellina che gira in sintonia con l’apparato statale. Rappresenta­no questo non certamente i lavoratori. Strombazzato aumenti che i lavoratori non han­no mai visto e mai vedranno. Rimane la retorica di governo, opposizioni e OOSS di voler porre, come centrale, il lavoro, la famiglia e le imprese. Ma a conti fatti le cifre che compaiono in busta paga raccontano altre verità. Il lavoro serve solo a valorizzare il capitale delle imprese a danno dei proletari e delle loro famiglie, fatto che è dimo­strato dal continuo calo della natalità per l’im­possibilità di provvedere alle necessità delle nuove generazioni. Rimane la truffa di cifre non veritiere. Con una sfrontatezza da imbonitori dimenticano di dire che gli aumenti sono lordi, non a regime e che una quo­ta è già presente in busta paga ad esempio come Indennità di vacanza contrattuale (IVC) Enti Locali Raccontano che gli Enti Locali avranno aumenti di 190€ lordi nel 2025 è di 280 € a regime nel 2027. L’aumento reale è di pochi miserabili €.  L’inflazione nel frattempo ha corso di più. Secondo i dati statisti­ci negli ultimi 10 anni il costo della vita è aumentato del 19,2 % mentre salari e stipendi sono incremen­tati del 10,5 %. Basta questo per capire che si è ri­dotto il nostro tenore di vita, non è una impressione soggettiva. Con l’incremento del Fondo Perequativo messo a disposizione della contrattazione di secondo livello, voluto dal ministro della P.A. Zangrillo, si dovrebbe abbattere lo squilibrio di trattamento tra le diverse amministrazioni e sostenere enti ed amministrazioni in difficoltà. Troppa grazia! Tutto  si risolve in un accesso alle quote premiali solo per gli enti “virtuosi”. Pochi!  E sulla base di va­lutazioni veramente discutibili. Nel mentre si discute di autonomia differenziata il divario si attua, in silen­zio, sulle buste paga dei lavoratori mentre perdura il de-finanziamento dei servizi. Inoltre, molte ammini­strazioni dovranno scegliere tra qualche aumento salariale in alternativa a nuove assunzioni. Sanità. L’aumento della parte tabellare (stipendio base) sarebbe dai  150/172 € lordi a questi vanno aggiunti le indennità di pronto soccorso e quote di salario accessorio. Il nuovo incremento reale è in­torno ai 55 €: la domanda che dovremmo farci è se questo aumento compensa gli aumenti dei prezzi, se è superiore o inferiore. Sarebbero questi i criteri per capire se è adeguato. Invece è chiaro l’intento di contenere l’incremento della paga base che produce effetti su pensioni e TFR. Si dilata la quota da assegnare al salario ac­cessorio caratterizzato da una tantum, benefit, premi legati alla performance. Il salario accessorio viene potenziato a favore della contrattazione loca­le. L’intento è disegnare buste paga sempre più co­struite sulle voci variabili legate alle produttività indi­viduali, costruendo un contesto di cottimizzazione del lavoro che mina il diritto alla malattia e massi­mizza la competizione tra i lavoratori. Questo  è anche una strategia per depotenziare il CCNL strumento di tutela di tutti i lavoratori soprat­tutto di quelli più indifesi. Alle variabili di dettaglio che si discutono nelle estenuanti sedute con l’A­RAN,  una sola certezza: stanno progettando un ulteriore impoverimento del­la nostra classe: occorrerebbe che anche l’attività rivendicativa fosse all’altezza dello studio “Heroes”[1] realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sani­tà che dice essere necessario: * supportare il loro ruolo (degli operatori sa­nitari) …e dunque i salari non sono detta­glio! (n.d.r.) * produrre risultati che possano indirizzare azioni e politiche di sostegno rivolte agli operatori stessi e alla riorganizzazione dei servizi. Visto che questo non accade, allo­ra:     Resta solo la lotta!     [1]https://www.nbst.it/1303-operatori-sanitari-covid-oms-linee-gui­da-stress-lavoro.html   L'articolo Contratti in ostaggio della legge di bilancio e della concertazione ! proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.