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CORTEO NAZIONALE 29/11/2025 A MILANO
29 NOVEMBRE CORTEO NAZIONALE A MILANO!! Ieri migliaia di persone presenti a #Milano per il corteo contro economia di guerra e per rilanciare ancora una volta la visione di lotta di classe all’interno di un percorso unitario a fianco del popolo Palestinese. Il si cobas si è ancora una volta superato in una due giorni di lotta complessa e costruita con assemblee e impegno assoluto come sempre dai luoghi di lavoro! In un momento storico che perdura da anni in cui la repressione, il taglio ai servizi, l’abbassamento progressivo dei salari, gli assassini nei luoghi di lavoro, l’aumento delle spese militari e di riconversione in chiave bellicista della produzione e dei servizi, i tagli alla cultura e all’istruzione e i programmi scolastici sempre più pervasi da una logica di guerra, il Si cobas prosegue il percorso in un’ottica di costruzione di percorsi condivisi, trasversali e unitari per rispondere in maniera coesa e organizzata a queste dinamiche e minacce dirette alla classe condotte dal sistema capitalista, con la lotta.. Consapevoli che se tocca uno, tocca tuttə! Lotta dura senza paura!! Avanti si cobas Si cobas L'articolo CORTEO NAZIONALE 29/11/2025 A MILANO proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
28 NOVEMBRE 2025: UN’ALTRA MAGNIFICA GIORNATA DI SCIOPERO E LOTTA.
Dopo lo sciopero generale  del 3 e la manifestazione del 4 Ottobre 2025 a Roma per la Palestina , che ha visto un milione di persone in piazza  si doveva dare una continuità al fine di non far decrescere la forza di quelle due  grandi giornate di lotta, per questo i sindacati di base hanno deciso, come  prosecuzione  naturale,  un’altra due giorni a Novembre che mira a segnare   una ripartenza del movimento dei lavoratori  in Italia: il 28 novembre 2025 sciopero generale contro la finanziaria, riarmo e guerre imperialiste, stop a sfruttamento, morti sul lavoro e repressione. Il 29 novembre 2025 manifestazione a Milano in solidarietà al popolo palestinese richiesta da tutte le organizzazioni palestinesi a  cui il si cobas non si sottrae di certo visto che è stato protagonista in questi ultimi due anni nell’indicare le giornate di sciopero a loro sostegno  . Come Si Cobas, nella giornata dello sciopero generale, come sempre, siamo stati presenti davanti ai cancelli della logistica e delle fabbriche con presidi a Milano davanti alla Marsch che vende armi ai sionisti, passando, da Novara, Torino e Genova,  Parma e Modena, salendo a Verona,  proseguendo dal tribunale di Bologna per il processo d’appello al coordinatore nazionale, assolto di nuovo con formula in piena, fino a Roma e Napoli per finire a Ragusa , in Sicilia, tanto per citare solo i principali snodi  dello sciopero del 28-Novembre. La giornata di sciopero del 28-11-25 ha ancora una volta messo in luce e dimostrato in termini concreti che la parte  più cosciente  di lavoratori continua a lottare   e a vedere che il   conflitto sindacale, che il S.I. Cobas  porta avanti, – nonostante denunce, arresti, attacchi al diritto di sciopero e repressione fuori dai cancelli,-  è l’unica strada per rialzare la testa e  organizzarsi per opporre resistenza ai piani criminali dei padroni e del governo. . Siamo sicuri che anche il  29 Novembre i lavoratori del  si cobas non faranno mancare il loro sostegno nella manifestazione Per una Palestina libera dal fiume al mare, a sostegno della sua resistenza e contro il piano Trump supportato dal governo italiano, dai governi Europei e dall’Autorità Palestinese asservita al sionismo. Contro i piani di riarmo e la partecipazione alla sanguinosa guerra in Ucraina che vede i proletari di entrambi i fronti scannarsi tra loro per gli interessi dei capitalisti. Al fianco del popolo sudanese, il cui sollevamento è stato represso nel sangue dagli stessi militari di entrambe le fazioni in guerra, che oggi massacrano civili e attuano la pulizia etnica su intere regioni, provocando la fuga di 13 milioni di persone, spalleggiati dalle potenze regionali e imperialiste. La lotta per il salario, quella per una Palestina libera, quella contro il riarmo e le guerre imperialiste hanno lo stesso nemico:  il ns governo in primis e quello dei governi delle principali potenze Europee e mondiali  che prima ci spremono  come limoni nelle aziende e poi come carne da cannone  nelle loro guerre. Le nostre rivendicazioni hanno lo stesso traguardo in prospettiva: una società dove il lavoro sia liberato dal capitale, dal suo sfruttamento, dalle sue guerre. : aumenti salariali pari almeno a 300 euro nette al mese, l’abolizione della precarizzazione e del Jobs Act, sanità e istruzione pubblica, gratuita e universale, aumento delle pensioni e la fine dei morti sul lavoro e malattie professionali! Patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione! SI COBAS NAZIONALE L'articolo 28 NOVEMBRE 2025: UN’ALTRA MAGNIFICA GIORNATA DI SCIOPERO E LOTTA. proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
BOLOGNA: VINTO IL PROCESSO D’APPELLO PER I FATTI DI MODENA.
SI E’ SVOLTO OGGI, 28-11-25, (GIORNATA ANCHE DI SCIOPERO GENERALE CHE  RENDE ANCORA PIU’ POSITIVA LA GIORNATA),  A BOLOGNA IL PROCESSO D’APPELLO  CONTRO IL COORDINATORE NAZIONALE DEL SI COBAS, ALDO MILANI, CON UNA VITTORIA PIENA D’ASSOLUZIONE PER I FATTI DEL 2017 , NONOSTANTE  FOSSE GIA’ STATO ASSOLTO NELLA PRIMA CAUSA DI MERITO. ASCOLTATE IL VIDEO A  DESTRA DEL SITO. DI FATTO L’ACCANIMENTO DI ALCUNI PM CONTRO IL SI COBAS E IL SUO COORDINATORE SONO STATI SCONFITTI PER LA SECONDA VOLTA. I FATTI RISALGONO AL 2017  SUL CASO LEVONI,AZIENDA DI CARNI , E DOPO BEN 9 ANNI SI DOVREBBE CHIUDERE DEFINITIVAMENTE QUESTA ASSURDA CAUSA CHE NON AVREBBE NEANCHE DOVUTA INIZIARE VISTO LA MANCANZA COMPLETA DI PROVE BASATA SOLO SU TEORIE INVENTATE DEI PM. LA LOTTA NON SI PROCESSA. LUNGA VITA AL SI COBAS E AI SUOI LAVORATORI CHE SONO USCITI DALLA SCHIAVITU’GRAZIE ALLA DIREZIONE DEL COORDINATORE NAZIONALE  SI COBAS  CHE  CON QUESTE LOTTE HA POSTO LE BASI PER  LIBERARE L’INTERA CLASSE. SI COBAS NAZIONALE   L'articolo BOLOGNA: VINTO IL PROCESSO D’APPELLO PER I FATTI DI MODENA. proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
GUERRA AGLI ULIVI.
RICEVIAMO E VOLENTIERI  DAL CIP TAGARELLI L’ODISSEA DEL POPOLO PALESTINESE RACCONTATA ATTRAVERSO LA VITA REALE DELLA RACCOLTA DELLE OLIVE ASSURTE ANCHE QUESTE  A SIMBOLO DELLA RESISTENZA CONTRO I SIONISTI CHE AMMAZZANO I PALESTINESI DISTRUGGENDO  SECOLI DI VITA DEGLI ULIVI. ANCORA PIU’ FORTE E DETERMINATO DEV’ESSERE LO SCIOPERO DEL 28 NOVEMBRE 2025 CONTRO IL GOVERNO MELONI CHE AFFAMA I PROLETARI  E ORGANIZZARE UNA GRANDE MANIFESTAZIONE A MILANO IL GIORNO 29 NOVEMBRE 25 GIORNATA DI SOSTEGNO E SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE RICHIESTA DALLE ASSOCIAZIONI PALESTINESI. SI COBAS NAZIONALE E’ tempo di raccogliere le olive, anche in quel lembo di Palestina chiamato Cisgiordania occupata. Da secoli l’ulivo è generoso con i palestinesi: rappresenta per essi cibo, medicine, sapone, cosmetici, il suo legno viene utilizzato nelle costruzioni. Oggi, circa la metà di tutti i terreni agricoli nei territori palestinesi illegalmente occupati dai nazi-sionisti in Cisgiordania è utilizzata per la coltivazione dell’olivo. Oltre ad essere una forma secolare di agricoltura, il significato della coltivazione dell’ulivo per i palestinesi va più in profondità: “Non è solo un albero, è l’eredità dei nostri antenati”. E lo stato nazi-sionista fa la guerra anche agli ulivi. Sono circa 100.000 le famiglie nella Cisgiordania occupata illegalmente dallo stato nazi-sionista che dipendono dal reddito della raccolta delle olive; secondo i dati delle Nazioni Unite il 15% dei raccoglitori sono donne. Donne che vengono spietatamente minacciate, aggredite e picchiate dai coloni nazi-sionisti con la complicità dei soldati dell’IDF che difendono … i coloni.. e partecipano attivamente alla guerra contro gli ulivi palestinesi. Hanan Abu Salami era una donna di 59 anni: è stata uccisa dai soldati nazi-sionisti a Jenin mentre raccoglieva le olive . Ma non solo: nell’agosto del 2025 l’IDF ha distrutto , abbattendoli con i bulldozer, più di 3.000 alberi di ulivo – alcuni vecchi di un secolo – nei campi del villaggio palestinese di Al Mughayyir. Nel mese di ottobre l’ONU ha registrato 86 attacchi dei coloni, con un saldo di 112 feriti. I centenari ulivi palestinesi vengono sradicati, tagliati, bruciati, i pozzi dell’acqua nelle campagne della Cisgiordania occupata vengono riempiti di terra, i coloni uccidono il bestiame, le case dei palestinesi vengono abbattute. Mentre il mondo occidentale è distratto dal “cessate il fuoco” fasullo a Gaza (violato più di 80 volte da Israele, con più di 100 vittime palestinesi), ridotta ad un cumulo di macerie sotto cui giacciono decine di migliaia di morti, il parlamento israeliano -la Knesset – ha votato pochi giorni fa il primo dei quattro disegni di legge necessari per annettere formalmente i territori occupati in Cisgiordania dal 1967. Oltre al genocidio, a Gaza è stata combattuta anche la guerra agli ulivi: 1,1 milioni di piante sono state distrutte; il 98,5% dei terreni agricoli è stato reso inaccessibile dai bombardamenti israeliani, l’86% dei pozzi agricoli distrutti, centinaia di frantoi distrutti, una terra avvelenata dai residui tossici lasciati dai bombardamenti. Un “ecocidio”i cui effetti continueranno per decine e decine di anni. Scrive il giornalista israeliano Gideon Levy: “In Cisgiordania nessuno ha sentito parlare del cessate il fuoco a Gaza: né l’esercito, né i coloni, né l’amministrazione civile e, naturalmente, nemmeno i 3 milioni di palestinesi che vivono sotto la loro tirannia.. Da Jenin a Hebron, non c’è alcun cessate il fuoco in vista. Da due anni in Cisgiordania regna il terrore sotto la copertura della guerra nella Striscia, che funge da pretesto e da cortina fumogena, e non vi è alcun segno che stia per finire. . La violenza dei coloni continua, così come il coinvolgimento dell’esercito e della polizia nelle rivolte. A Gaza ci sono meno morti e sfollati, ma in Cisgiordania tutto continua come se non ci fosse alcun cessate il fuoco…. Non è più possibile essere palestinesi in Cisgiordania. Non è stata distrutta come Gaza, non sono morte decine di migliaia di persone, ma la vita lì è diventata impossibile”. L'articolo GUERRA AGLI ULIVI. proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Basta morti sul lavoro
> “MORTI, MORTI, MORTI…. > > Ultimissima: proprio mentre scriviamo i giornali danno notizia di un > gravissimo incidente: a Roma crolla una parte della Torre dei Conti, un > edificio del IX secolo in ristrutturazione: 4 operai vengono estratti dalle > macerie dai Vigili del fuoco, che rischiano anch’essi di essere travolti, uno > è ancora sotto di esse e il suo salvataggio, secondo il prefetto della città, > “sarà lungo e complesso”. > > Anche la morte di lavoro, sul lavoro, di profitto ha vendemmiato > abbondantemente nel mese di ottobre appena concluso: 116 vittime del profitto > in un solo mese, con una media di 3,7 lavoratori che la sera non sono tornati > a casa loro. Da gennaio 2025 sono 959, e poco manca per raggiungere – nei > prossimi due mesi dell’anno – la “solita” cifra di 1.500 morti ogni anno. > Altro dato: il 32% di questi fratelli di classe che ogni anno perdono la vita > per il profitto di pochi è di origine straniera. > > A fronte di questa strage infinita che istituzioni, partiti e sindacati di > regime chiamano “inaccettabile e blah, blah, blah”.. il governo, nella bozza > di Finanziaria per il 2026 prevede, come lo scorso anno, l’introduzione di un > badge elettronico – ma solo nei cantieri (nulla nelle fabbriche…); promette > per l’ennesima volta di assumere altri ispettori del lavoro e di attuare > “percorsi di formazione” per i lavoratori e nelle scuole (questi diretti ai > figli delle vittime precedenti); per le imprese “virtuose”, quelle che non > denunciano incidenti mortali o gravi, bonus pagati con i fondi INAIL, cioè con > i nostri soldi. Quindi i padroni che “rispettano” la legge verranno premiati; > per chi non la rispetta ci saranno denunce e processi lumaca in cui, dopo > patteggiamenti, pene ridotte, archiviazioni e qualche multa alla fine nessuno > pagherà. > > Si tratta di 900 milioni che vanno ai padroni, con una neanche tanto velata > accusa: in fin dei conti la colpa è dei lavoratori, che sono disattenti e/o > non abbastanza “formati”, affermazione che vede l’assenso anche dei sindacati > di regime CGIL/CISL/UIL. > Peccato che la maggioranza delle vittime si trovi nella fascia degli > ultra-sessantenni (a cui evidentemente non basta una pensione miserabile per > sopravvivere), e in secondo luogo in quella dei 55-64enni, cioè gente che > lavora da una intera vita. > > E’ una linea bi-partisan che attraversa tutti i governi che si sono > avvicendati negli ultimi anni. > Dall’abolizione dell’art. 18 (2015), con l’introduzione del Job Act (governo > Renzi, PD) l’aumento dei morti di profitto è stato del 43%. Con il decreto > legge n. 209 del 2024 (la cosiddetta legge Salvini, governo Meloni) voluta per > “favorire la concorrenza”, si registra un ulteriore aumento del 15% > soprattutto nell’edilizia pubblica e privata in quanto viene liberalizzato > ulteriormente il ricorso al sub, sub, sub appalto. > Un esempio? La strage nel cantiere Esselunga di Firenze del febbraio 2024, che > strappa la vita a 5 operai, avviene in un luogo dove lavoravano ben 49 aziende > subappaltatrici. > (I numeri che abbiamo scritto sopra sono tratti dall’Osservatorio Nazionale di > Bologna morti sul lavoro di Carlo Soricelli, che ringraziamo per il suo > prezioso lavoro). > > La catena infernale non si ferma mai. > I numeri dimostrano che le morti di profitto – qualunque sia il governo in > carica – in realtà sono solo “danni collaterali” di un sistema – il > capitalismo – che non si deve mettere in discussione. Nessuno paga mai per > questa guerra in tempo di pace, dove il profitto di pochi è costruito sulla > vita (e sulla salute) di molti. > > Non resta che ricordare, per l’ennesima volta, che l’unico strumento che noi > proletari abbiamo per non essere più solo carne da macello è l’unità, > l’organizzazione e la lotta, per preservare la nostra vita e quella dei nostri > figli e nipoti. Nessun altro lo farà per noi. > > Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio” > > fonte: cip tagarelli L'articolo Basta morti sul lavoro proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Comunicato UDAP per la solidarietà
“Solidarietà con Dario, Mimì e Francesco Libertà per chi lotta contro guerra e genocidio! L’Unione Democratica Arabo-Palestinese (UDAP) esprime piena solidarietà a Dario, Mimì e Francesco, arrestati per aver preso parte a una manifestazione contro le aziende complici del genocidio in Palestina. La loro detenzione è un atto politico e repressivo che colpisce chi sceglie di schierarsi contro la guerra, contro il colonialismo sionista e contro l’impunità dei suoi alleati economici e istituzionali. Chi viene oggi incarcerato per aver protestato lo è perché ha toccato gli interessi che legano lo Stato italiano all’industria bellica e alle imprese che traggono profitto dall’occupazione e dalla distruzione di Gaza. Si punisce la solidarietà, si criminalizza la mobilitazione, mentre si protegge chi arma e finanzia il massacro. Questi arresti ci riguardano tutte e tutti. Riguardano ogni persona che scende in piazza per la libertà della Palestina, per un mondo senza guerre, per difendere il diritto a organizzarsi e a resistere. La repressione contro i movimenti è il sintomo di un potere che teme la forza collettiva di chi rifiuta di restare in silenzio. Chiamiamo alla mobilitazione in ogni città, nelle piazze, nelle università, nei luoghi di lavoro. Facciamo vivere la solidarietà come pratica concreta, riaffermando che la libertà di Dario, Mimì e Francesco è parte della libertà della Palestina e delle lotte di tutte e tutti noi. Non c’è tregua sotto occupazione, non c’è giustizia senza liberazione. Libertà per chi lotta, libertà per la Palestina!” L'articolo Comunicato UDAP per la solidarietà proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Proclamazione stato di agitazione 28/10/2025
PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE NAZIONALE: LIBERTÀ PER MIMÌ, DARIO E FRANCESCO. Tre compagni: Mimì Ercolano, coordinatrice provinciale del SI Cobas, Dario del Laboratorio Politico Iskra e Francesco del centro culturale Handala Ali , sono stati arrestati e si trovano tuttora in custodia cautelare in carcere. Domani mattina, 28 ottobre, si terrà presso il Tribunale di Napoli, l’udienza di convalida degli arresti. Nella mattinata di sabato scorso, a Napoli, si è svolta un’iniziativa di solidarietà con il popolo palestinese, vittima del genocidio sionista, e di denuncia del ruolo della multinazionale farmaceutica israeliana TEVA, presente al Pharmaexpo presso la Mostra d’Oltremare. L’iniziativa, partecipata da numerosi attivisti e attiviste, si è svolta in modo assolutamente pacifico. Tuttavia, quando la protesta si era ormai conclusa, le forze dell’ordine hanno dato vita a una vera e propria aggressione con i tratti di una rappresaglia: i manifestanti sono stati accerchiati, picchiati e – alcuni di loro – fermati. Il SI Cobas, nel denunciare con forza questa gravissima e ingiustificabile escalation repressiva e punitiva, diretta a colpire chi sostiene la causa palestinese e chi si oppone ai crimini del sionismo e ai suoi complici economici, proclama l’apertura immediata dello Stato di Agitazione Nazionale, con effetto immediato. In tutte le città e i territori verranno promosse iniziative di mobilitazione, assemblee e presidi secondo le modalità e le articolazioni decise a livello locale, per chiedere la liberazione immediata di Mimì, Dario e Francesco e per ribadire la solidarietà attiva al popolo palestinese. Il SI Cobas esprime inoltre la propria piena solidarietà a Mohammad Hanoun, colpito da un ingiustificato foglio di via, ulteriore segnale della deriva repressiva in atto contro chi si mobilita per la libertà e la giustizia in Palestina. L’aggressione avvenuta a Napoli si inserisce in un quadro più ampio di svolta repressiva minacciata e ormai attuata contro le lotte sociali e sindacali, contro i lavoratori e le lavoratrici che si organizzano nei luoghi di lavoro. Una strategia congeniale all’attuale economia di guerra, che pretende silenzio e obbedienza mentre crescono sfruttamento, precarietà e militarizzazione, e che tenta di colpire ogni voce di dissenso e di solidarietà internazionale. In questo quadro, il SI Cobas rilancia e invita a partecipare massicciamente all’iniziativa pubblica di sostegno agli arrestati, che si terrà venerdì 31 ottobre a Napoli, alle ore 17.00, come momento unitario di mobilitazione e denuncia della repressione in atto. Nessuna rappresaglia, nessuna intimidazione e nessuna repressione potranno fermare la nostra lotta contro la guerra, il genocidio e le complicità del capitale. LIBERTÀ PER MIMÌ, DARIO E FRANCESCO! SOLIDARIETÀ A MOHAMMAD HANOUN! STOP ALLA REPRESSIONE! PALESTINA LIBERA!   SICOBAS NAZIONALE 27-10-2025 L'articolo Proclamazione stato di agitazione 28/10/2025 proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
BOICOTTA ZARA:VOLANTINAGGIO DAVANTI AI NEGOZI ZARA DI MILANO!
DOPO GLI SCIOPERI ATTUATI A ROMA NEI NEGOZI DI ZARA CONTRO IL PEGGIORAMENTO DELL’ORARIO E DEL SALARIO CON PASSAGGIO DAL TURNO DI NOTTE AL GIORNO LA FILIERA SI E’ MOSSA SUL PIANO NAZIONALE ADERENDO AL BOICOTTAGGIO NEI NEGOZI E AI PROSSIMI SCIOPERI.       L'articolo BOICOTTA ZARA:VOLANTINAGGIO DAVANTI AI NEGOZI ZARA DI MILANO! proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.