
Cosa direbbe Pasolini?
Comune-info - Tuesday, November 4, 2025
Tutti conoscono Pasolini. Molti si ricordano la sua faccia, gli occhiali, sanno che gli piaceva il calcio. Spesso si chiedono “cosa avrebbe detto Pasolini?”
Goffredo Fofi se lo chiedeva sul Messaggero di Sant’Antonio, il mensile dei frati padovani. Cosa avrebbe detto Pasolini di internet e della violenza sui social? Fofi si risponde che Pasolini si sarebbe vergognato “di cosa è diventata una parte significativa del nostro Paese, del nostro popolo, dei nostri alfabetizzati, usciti dalle nostre scuole”.
Paolo Di Paolo vede le foto di Pasolini pubblicate proprio su Facebook per l’anniversario della sua morte e non vuole pensare a cosa avrebbe detto Pasolini. Anzi dichiara “Non voglio più chiedermi «cosa avrebbe detto Pasolini». E vorrei che nessuno più se lo chiedesse”.
Alberto Moravia se lo chiede subito, precisamente un anno dopo la morte. Mao Zedong muore nel settembre del ’76 e Moravia si chiede “Cosa avrebbe detto Pasolini della fine del sogno maoista”? E si risponde che Pasolini “Avrebbe detto che se lo aspettava, che non aveva mai veramente creduto al salvataggio della cultura contadina” e che “ormai era chiaro che il mondo intero si sarebbe imborghesito”.
Nell’estate delle stragi del ’92 un giornalista del Corriere lo chiede a Franco Citti: “cosa avrebbe detto Pasolini, mettiamo, delle tragedie di Falcone e Borsellino?” Capaci c’era stata due mesi prima, ma Paolo Borsellino era stato ucciso da una settimana. Citti è uno dei pochi che non risponde a nome di Pasolini. Dice solo che: “Lui l’aveva anticipato vent’anni fa, che arrivavamo allo sfracello. Comunque, non sarebbe arrivato vivo, lo avrebbero ammazzato”.
E se lo chiedono pure dal Fatto Quotidiano: Cosa avrebbe detto Pasolini della guerra in Ucraina? E si rispondono che Pasolini avrebbe incitato i giovani «a una rivolta contro un manipolo di orrendi tiranni in decomposizione».
Allora proviamo a leggere quello che ha scritto Pasolini senza immaginare cosa avrebbe potuto dire oggi, domani o dopodomani.
A) Le persone più adorabili sono quelle che non sanno di avere dei diritti. B) Sono adorabili anche le persone che, pur sapendo di avere dei diritti, non li pretendono o addirittura ci rinunciano. C) Sono abbastanza simpatiche anche quelle persone che lottano per i diritti degli altri (soprattutto per coloro che non sanno di averli). D) Ci sono, nella nostra società, degli sfruttati e degli sfruttatori. Ebbene, tanto peggio per gli sfruttatori. E) Ci sono degli intellettuali, gli intellettuali impegnati, che considerano dovere proprio e altrui far sapere alle persone adorabili, che non lo sanno, che hanno dei diritti; incitare le persone adorabili, che sanno di avere dei diritti ma ci rinunciano, a non rinunciare; spingere tutti a sentire lo storico impulso a lottare per i diritti degli altri; e considerare, infine, incontrovertibile e fuori da ogni discussione il fatto che, tra gli sfruttati e gli sfruttatori, gli infelici sono gli sfruttati.
Pubblicato sul manifesto del 3 novembre 2025
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