L’Europa resta a guardare

The Submarine - Wednesday, September 3, 2025

L’esercito israeliano ha iniziato la mobilitazione di circa 60 mila riservisti, che dovranno prendere parte all’occupazione della città di Gaza. I riservisti riceveranno nuovo addestramento — per la durata di 3 o 4 giorni — per il combattimento in contesti urbani, così come in spazi aperti, e saranno pienamente armati. Secondo retroscena di Kan e Haaretz ci sarebbero non pochi riservisti che avrebbero intenzione di non rispondere alla chiamata dell’esercito, anche se difficilmente si tratterà di numeri che faranno la differenza nell’ambito della mobilitazione. Un riservista, rimasto anonimo, che ha parlato con AL-Monitor riporta che parte dei propri dubbi vengono proprio dalla contrarietà della leadership militare all’operazione. È una prospettiva che emerge più volte dai retroscena, soprattutto sulla stampa israeliana: un retroscena di Haaretz oggi parla di come Eyal Zamir, il capo di stato maggiore delle IDF avrebbe dovuto “battere i pugni sul tavolo” per parlare con il gabinetto di sicurezza di possibili accordi per liberare i prigionieri israeliani. Nelle dichiarazioni pubbliche — in altre parole, nella realtà dei fatti — le cose vanno un po’ diversamente: Zamir ha dichiarato che le operazioni per occupare Gaza sono già incominciate, e che l’aggressione di Gaza non si fermerà “finché non avremo sconfitto il nemico.” “Hamas non avrà nessun posto dove nascondersi. Li troveremo ovunque, che siano figure di alto livello o di basso livello” — in altre parole, qualsiasi persona — “li colpiremo tutti, sempre.” (Anadolu / AL-Monitor / Haaretz / the Times of Israel)

Mentre procedono i piani per occupare la città di Gaza, continua anche l’obiettivo di smembrare la Cisgiordania: le IDF hanno “arrestato” Tayseer Abu Sneineh, il sindaco di Hebron, accusandolo di “attività terroristiche,” per il suo presunto supporto per Hamas e per il Movimento per il Jihad Islamico in Palestina. Il suo è parte di una vera e propria “campagna di arresti” attraverso diverse città della Cisgiordania. L’obiettivo delle autorità israeliane è quello di smembrare le attuali amministrazioni per creare una rete di “emirati palestinesi” che riconoscano lo stato israeliano, sul modello dei bantustan presenti in Sudafrica durante l’apartheid. (the Jerusalem Post / Middle East Monitor / th Wall Street Journal / the Jerusalem Post)