Tag - Palestine Action

L’estrema destra sfila per Londra. Per ora è questo l’unico risultato di Starmer
Sabato le strade di Londra sono state riempite da manifestanti razzisti, suprematisti, omofobi, che vogliono un Regno Unito – ancor più – chiuso ai migranti e governato con politiche securitarie. Se a organizzare il raduno, che ha visto partecipanti anche dal resto del Vecchio Continente, è stata l’estrema destra britannica, […] L'articolo L’estrema destra sfila per Londra. Per ora è questo l’unico risultato di Starmer su Contropiano.
Quasi mille arresti in un giorno nella democrazia filo-sionista del Regno Unito
Il 6 settembre è stata un’altra importante giornata di mobilitazione nel Regno Unito, annunciata già da tempo e svoltasi, nonostante gli atti repressivi che l’hanno preceduta. Al centro, come da settimane a questa parte, non solo la solidarietà col popolo palestinese, ma anche con Palestine Action, rete di attivisti inserita […] L'articolo Quasi mille arresti in un giorno nella democrazia filo-sionista del Regno Unito su Contropiano.
Raid dell’antiterrorismo britannico contro i solidali con Palestine Action
Il 2 settembre, all’alba, la polizia britannica ha fatto irruzione nelle case di cinque membri di Defend Our Juries (DOJ), arrestando le cinque persone. Nei film siamo abituati a vedere trattamenti del genere per pericolosi boss mafiosi o terroristi, e difatti l’operazione è stata svolta dall’antiterrorismo, ma nei confronti di […] L'articolo Raid dell’antiterrorismo britannico contro i solidali con Palestine Action su Contropiano.
Un Regno Unito sempre più sionista: soldi alla Elbit e repressione sui pro-Pal
Mancano circa un paio di settimane all’apertura dei lavori dell’80esima assemblea generale della Nazioni Unite, durante la quale Francia e Regno Unito hanno annunciato di voler riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina. Considerato che il primo ministro britannico aveva posto come riserva a tale decisione la riapertura dei canali umanitari […] L'articolo Un Regno Unito sempre più sionista: soldi alla Elbit e repressione sui pro-Pal su Contropiano.
Amnesty International Regno Unito: gli arresti dei manifestanti di Palestine Action sono “fonte di profonda preoccupazione”
In risposta agli arresti di 466 manifestanti di Palestine Action avvenuti sabato 9 agosto in Parliament Square a Londra, Sacha Deshmukh, direttore esecutivo di Amnesty International UK, ha dichiarato: “Gli arresti di massa di manifestanti pacifici avvenuti in base alla legge antiterrorismo del Regno Unito sono profondamente preoccupanti. La protesta pacifica è un diritto fondamentale. È comprensibile che le persone siano indignate per il genocidio in corso a Gaza, dunque in base al diritto internazionale devono avere la possibilità di esprimere il loro orrore . I manifestanti in Parliament Square non stavano incitando alla violenza e trattarli come terroristi è del tutto sproporzionato, al punto da rasentare l’assurdo. Da tempo critichiamo la legge antiterrorismo britannica in quanto eccessivamente generica e formulata in modo vago, oltre a costituire una minaccia alla libertà di espressione. Questi arresti dimostrano che le nostre preoccupazioni erano fondate. Invece di criminalizzare i manifestanti pacifici, il governo dovrebbe concentrarsi sull’adozione di misure immediate e inequivocabili per porre fine al genocidio perpetrato da Israele ed eliminare qualsiasi rischio di complicità del Regno Unito.” Appello alla moderazione Prima della protesta di sabato 9 agosto Amnesty ha scritto a Sir Mark Rowley, commissario della polizia metropolitana, mettendo in guardia contro l’arresto dei manifestanti pacifici che si sarebbero radunati a centinaia. La lettera sottolinea che arrestare persone solo per aver esposto messaggi come “Mi oppongo al genocidio. Sostengo Palestine Action” violerebbe gli obblighi internazionali del Regno Unito di rispettare il diritto alla libertà di espressione e alla riunione pacifica. Amnesty ha sottolineato che qualsiasi ulteriore arresto per questi motivi violerebbe il diritto internazionale sui diritti umani, secondo cui i discorsi di protesta possono essere criminalizzati solo se incitano alla violenza, all’odio o alla discriminazione. Nel caso della protesta del 9 agosto, tenere in mano un cartello e dichiarare pacificamente il proprio sostegno a Palestine Action non può essere considerato un esempio di incitamento.   Amnesty International
Altri cento arresti nel Regno Unito tra i solidali con Palestine Action
Sabato è stata un’altra giornata di proteste nel Regno Unito, con piazze schierate a fianco della resistenza palestinese come da quasi due anni a questa parte. Ieri, però, il livello della repressione britannica ha raggiunto livelli molto preoccupanti nei confronti dei manifestanti che protestavano contro la messa al bando della […] L'articolo Altri cento arresti nel Regno Unito tra i solidali con Palestine Action su Contropiano.
Londra. Arrestati 41 sostenitori di Palestine Action
La polizia britannica ha arrestato a Londra 41 attivisti di Palestine Action, che stavano manifestando fuori dal Parlamento. Il gruppo di attivisti solidali con il popolo palestinese è stato definito come dalle autorità lo scorso 2 luglio come “organizzazione terroristica nel Regno Unito”, dopo che alcuni attivisti avevano fatto irruzione […] L'articolo Londra. Arrestati 41 sostenitori di Palestine Action su Contropiano.
Regno Unito, decisione senza precedenti: al bando per “terrorismo” Palestine Action
Dalla mezzanotte di sabato 5 luglio sostenere il movimento di azione diretta in solidarietà al popolo palestinese “Palestine Action” nel Regno Unito è un reato penale punibile fino a 14 anni di carcere. È la prima volta nella storia britannica che un gruppo di disobbedienza civile nonviolenta viene classificato come organizzazione terroristica. Il bando, proposto dal Ministero dell’Interno britannico, ha superato il vaglio delle aule giudiziarie nonostante un ricorso d’urgenza. «Migliaia di persone in tutta la Gran Bretagna si sveglieranno scoprendo di essere state criminalizzate durante la notte per aver sostenuto un gruppo di protesta nazionale che spruzza vernice rossa sugli aerei da guerra», ha dichiarato Huda Ammori, co-fondatrice di Palestine Action. Il divieto è stato formalmente approvato dopo che venerdì sera l’Alta Corte ha respinto la richiesta del gruppo di sospendere temporaneamente la proscrizione in attesa di una decisione definitiva. La Corte d’Appello, interpellata in extremis nella stessa sera, ha confermato la decisione. Il governo aveva notificato l’intenzione di mettere al bando Palestine Action lo scorso 23 giugno, motivandola con l’incursione compiuta dagli attivisti in una base militare britannica, durante la quale due aerei della RAF Brize Norton furono imbrattati con vernice rossa. Il danno stimato è di 7 milioni di sterline. Tuttavia, il giudice dell’Alta Corte Chamberlain ha precisato che la valutazione sulla possibile proscrizione del gruppo era già stata avviata a marzo, ben prima dell’incidente. Un’udienza cruciale si terrà il 21 luglio: Palestine Action tenterà di ottenere l’autorizzazione per una revisione giudiziaria dell’ordinanza. Nel frattempo, chiunque ne faccia parte o ne promuova le attività rischia la reclusione. Ma Huda Ammori assicura: «Non smetteremo di lottare per difendere i diritti fondamentali alla libertà di parola e di protesta nel nostro Paese e per sostenere i diritti del popolo palestinese». L’inclusione di Palestine Action nella lista delle organizzazioni proscritte ai sensi del Terrorism Act del 2000 — insieme a gruppi come al-Qaeda, ISIS e National Action — ha scatenato reazioni durissime. La deputata indipendente Zarah Sultana ha dichiarato: «Sia chiaro: equiparare una bomboletta di vernice a un attentatore suicida non è solo assurdo, è grottesco. È una deliberata distorsione della legge per reprimere il dissenso, criminalizzare la solidarietà e sopprimere la verità». Secondo Raza Husain KC, avvocato della co-fondatrice Ammori, il divieto è «un abuso di potere statutario, discriminatorio e sconsiderato». Ha sottolineato come si tratti della «prima volta nella nostra storia che un gruppo di disobbedienza civile che agisce direttamente e che non promuove la violenza viene ritenuto un ente terroristico». Gli account ufficiali X e Meta di Palestine Action risultano ora irraggiungibili. Palestine Action è un movimento britannico di azione diretta nato nel 2020 per contrastare l’industria bellica israeliana e sostenere la causa palestinese. Il suo principale obiettivo è Elbit Systems, il maggior produttore di armi di Israele, con diverse sedi nel Regno Unito. Gli attivisti colpiscono anche aziende complici, come Leonardo, Thales, Teledyne e grandi gruppi finanziari come Barclays e JP Morgan, attraverso blocchi, occupazioni, sabotaggi e danneggiamenti. Le loro azioni hanno avuto un impatto concreto: diverse aziende hanno interrotto i rapporti con Elbit, fabbriche sono state chiuse o vendute, e importanti contratti – come il progetto Watchkeeper da 2,1 miliardi di sterline – sono stati cancellati. Palestine Action ha ottenuto risultati senza ricorrere a petizioni o appelli politici, ma puntando sull’interruzione diretta della produzione bellica. Il movimento si sta ora espandendo anche fuori dal Regno Unito. Da mesi nel Regno Unito sostenere la «resistenza palestinese» è divenuto un rischio concreto di repressione giudiziaria e poliziesca, grazie a una lettura particolarmente ampia del Terrorism Act del 2000. Dal 2019 e poi nel 2021, Hezbollah e Hamas sono state inserite nell’elenco delle organizzazioni proscritte. Di conseguenza, chiunque ne esalti o anche solo ne discuta favorevolmente può essere considerato «apologista del terrorismo». Dallo scoppio del conflitto, vari giornalisti sono stati presi di mira: Craig Murray è stato fermato all’aeroporto di Glasgow il 16 ottobre 2023, con sequestro di pc e cellulare dopo aver partecipato a una manifestazione pro-Palestina; Richard Medhurst è stato arrestato a Heathrow il 15 agosto 2024 e trattenuto per 15 ore; Sarah Wilkinson – 61 anni – ha subito l’irruzione notturna della polizia antisommossa il 29 agosto 2024, con perquisizione brutale e confisca di effetti personali, restando agli arresti domiciliari; il 17 ottobre 2024 anche Asa Winstanley ha subito perquisizione e sequestro dei dispositivi. Operazioni testimoniano come la Sezione 12 del Terrorism Act  sia stata usata per intimidire e mettere a tacere il giornalismo e l’attivismo pro-Palestina. L'Indipendente