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Contro guerre, genocidio e riarmo: manifestazione No Muos a Niscemi
L’appuntamento estivo di mobilitazione contro la guerra e le grandi opere militari, nello specifico contro il Muos, nei territori della Sughereta di Niscemi, che si tiene ormai da oltre dieci anni, assume oggi un significato e un’importanza ancora maggiori nel contesto di guerra dispiegata su più fronti e dell’avanzata del genocidio in Palestina durante gli ultimi mesi. Decine di organizzazioni politiche e sociali, collettivi e assemblee contro la guerra, circoli Anpi e associazioni, ma anche figure istituzionali, sostengono l’appello di convocazione della manifestazione che questo sabato sfilerà nella Sughereta di Niscemi, il parco naturale occupato dalla base militare e dal Muos. A fine giugno, i comitati No Muos hanno chiesto una sessione straordinaria e urgente del consiglio comunale, aperto al territorio, da tenersi in una piazza pubblica, per chiedere alle istituzioni quali misure intendano attuare per garantire la sicurezza in un territorio di fronte al rischio di diventare un obiettivo militare, per la presenza della base Muos e della stazione NRTF, ricordiamo, ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi nel territorio. Non ci sono state risposte alla cittadinanza da parte dell’amministrazione, che ha preferito ricevere il comandante della base militare di Sigonella in visita ufficiale. Pochi giorni fa, lo scorso 24 luglio, all’interno del parco naturale della Sughereta, una delle zone più controllate del territorio, un incendio di enormi proporzioni ha devastato parte della riserva con colonne di fumo altissime visibili fin da Licata o Ragusa, come denunciato dagli attivisti e dalle attiviste del movimento No Muos. * * Sul sito i comitati No Muos scrivono: «Non sono bastati i canadair, gli elicotteri e le squadre di terra, il bosco ha continuato ad ardere per tutta la notte e ancora oggi [il 25 luglio, ndr] sono in corso le operazioni di spegnimento. L’incendio si è sviluppato il 24 luglio, non ad aprile o maggio per cui non si erano ancora prese le dovute misure precauzionali. Quali sono gli interventi di cura e difesa del territorio e dei boschi attuati dalla Forestale e dal Comune? Perché non hanno funzionato? Chi sta tacendo la verità? La magistratura interverrà questa volta per accertare tutte le responsabilità?». Proprio nelle strade della Sughereta il movimento contro la guerra e in difesa dei territori tornerà a manifestare questo sabato 2 agosto. «Se prima nei nostri appelli e documenti denunciavamo la tendenza alla guerra, oggi, purtroppo, siamo costretti a registrare che la tendenza è diventata realtà e ha assunto i caratteri della guerra guerreggiata», scrivono i comitati organizzatori del corteo. Oltre alla preoccupazione per l’avanzata di scenari di guerra nei diversi territori, dalla continuità della guerra tra Russia e Ucraina al genocidio che si sta compiendo in Palestina, fino all’intensificazione di scenari di conflitti bellici come la precipitazione della situazione tra Israele e Iran nelle scorse settimane, e all’opposizione alle operazioni di guerra che partono dalle basi militari statunitensi in Sicilia, la manifestazione si pone l’obiettivo di contrastare altri scenari del regime di guerra, quelli relativi all’economia di guerra. Scrivono infatti nel comunicato: «si tratta di una guerra che, oltre all’enorme numero di vittime, ha creato sconquassi nelle nostre vite con ulteriori e pesanti tagli alle spese sociali a favore di quelle militari. Dopo il piano di riarmo dell’Unione Europea da 800 miliardi di euro da investire in armi, le ultime decisioni del nostro governo sono in linea ai diktat degli USA e della NATO e parlano di portare la spesa militare al 5% del PIL; ciò significa arrivare a più di 70 miliardi di euro l’anno a fronte dei 30 circa spesi oggi. Lo scenario è chiaro: addio sanità e istruzione pubblica, pensioni e tutto quello che ancora resta dello stato sociale». Assediare la base militare Usa, dopo le mobilitazioni a Sigonella di alcune settimane fa, rappresenta l’obiettivo della manifestazione: «come Movimento No Muos dobbiamo sfruttare ogni spazio di lotta e per questo ci diamo un doppio compito. Lottare per fermare la guerra che devasta le nostre vite consegnandoci un futuro di miseria e opporsi alle installazioni militari nel nostro territorio, dalle parabole di Niscemi alla superbase di Sigonella che ha un ruolo centrale in tutti i conflitti aperti e che è stata determinante nell’attacco Usa all’Iran (come lo è stata in diversi momenti a supporto delle operazioni belliche ucraine e anche di quelle israeliane). Non vogliamo essere complici e bersaglio delle guerre dei padroni». Dopo le mobilitazioni a Sigonella dello scorso 6 luglio, l’estate di lotta in Sicilia continua con la giornata contro la guerra e il genocidio in Palestina, a cui seguirà la manifestazione contro il Ponte sullo Stretto convocata per il successivo sabato 9 agosto a Messina con lo slogan “Vogliamo l’acqua, non la guerra”, per mettere al centro la necessità di interventi e politiche di tutela dell’ambiente e dei diritti contro speculazioni, grandi opere e logiche di guerra nei territori. Immagine di copertina di Giordano Pennisi – Scattomancino. Le foto dell’incendio sono tratte da nomuos.info SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Contro guerre, genocidio e riarmo: manifestazione No Muos a Niscemi proviene da DINAMOpress.
SIRACUSA: PARTITA L’IMBARCAZIONE HANDALA PER TENTARE NUOVAMENTE DI INFRANGERE IL BLOCCO DI ISRAELE AGLI AIUTI PER GAZA
È salpata domenica 13 luglio a Siracusa l’imbarcazione Handala della Freedom Flotilla Coalition. Farà tappa a Gallipoli, in Puglia e poi si dirigerà in Palestina carica di aiuti umanitari, sfidando nuovamente il blocco imposto dallo Stato sionista. Il natante espone bandiera inglese mentre l’equipaggio proviene da numerosi paesi tra i quali, Italia, Stati Uniti e Sud Africa. Numerosi i solidali da tutta la Sicilia che si sono recati al porto in occasione della partenza per esprimere la loro vicinanza. Tra di loro anche diversi sindaci. Sono alti i rischi che corrono la nave e il suo equipaggio, date le precedenti esperienze di altre imbarcazioni della Freedom Flotilla Coalition, che sono state attaccate dall’esercito israeliano. Nel 2010 durante un blitz sulla nave Mavi Marmara le forze armate di Tel Aviv uccisero 10 attivisti turchi. Zaher Darwish, coordinatore per l’italia della Freedom Flotilla, ci racconta la partenza di Handala e ricorda il significato politico della missione. Ascolta o scarica
MILITARIZZAZIONE: LA SICILIA SEMPRE PIÙ AL CENTRO DEGLI INTERESSI BELLICI DI STATI UNITI E NATO
“La Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35. Così come siamo l’unico Paese al mondo dove vengono assemblati gli F-35, a Cameri”. Lo ha annunciato un gongolante ministro della Difesa, Guido Crosetto, in vista a un’altra base, la sarda Decimomannu. Ma che peso ha una dichiarazione del genere nel contesto geopolitico attuale? Quale il sottotesto e quali le ricadute principali in un territorio già abbondantemente militarizzato? Per fare il punto, occorre guardare non solo alla posizione strategica della Sicilia, ma anche alle potenzialità offerte all’economia di guerra non solo dalla presenza di basi Usa-Nato sul suo territorio, ma anche dall’utilizzzo che questi ultimi stanno già facendo dello spazio aereo di tutto il Mediterraneo orientale, con il bene placido del governo Meloni. “Nei giorni successivi ai primi bombardamenti aerei israeliani in Iran – riporta il 20 giugno sui propri social Antonio Mazzeo, giornalista e attivista antimilitarista –  sempre a largo della costa orientale siciliana sono stati effettuati i rifornimenti in volo per i caccia F-15 ed F-35 inviati da Washington nello scacchiere mediorientale, mentre dalla stazione aereonavale di Sigonella sono decollati i velivoli spia P-8A Poseidon di US Navy per svolgere missioni di intelligence e riconoscimento nelle acque del Mediterraneo orientale a favore delle unità da guerra israeliane. La Sicilia ancora una volta si conferma la piattaforma avanzata USA e NATO nel Mediterraneo”. Proprio per chiedere lo smantellamento delle basi Usa-Nato e la smilitarizzazione di Sigonella: domenica 6 luglio manifestazione a Sigonella “Per la pace e per il disarmo” e contro il genocidio del popolo palestinese. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, il commento e l’analisi di Antonio Mazzeo, giornalista, scrittore e attivista antimilitarista Ascolta o scarica