PNRR in dirittura d’arrivo, ma per la Sanità speso solo il 34% dei fondi
A nove mesi dalla scadenza del PNRR la Missione Salute rischia di rimanere
inattuata poiché è stato speso solo il 34,4% dei fondi disponibili, 6,6 miliardi
di euro, e solo un terzo dei progetti è stato completato. Una situazione che
potrebbe portare al non raggiungimento degli obiettivi e ad una perdita delle
risorse del PNRR, traducendosi in una mancata risposta per le persone e in un
ennesimo incentivo per il mercato privato della salute.
È quanto emerge dai risultati del monitoraggio sull’attuazione degli
investimenti della Missione 6 del PNRR effettuato dall’Area Stato sociale e
Diritti della CGIL elaborando i dati del sistema ReGiS del Mef, aggiornati al 30
giugno 2025. Per le Case della Comunità sono stati finanziati progetti per 1.415
strutture per un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro. A giugno 2025
risultano effettuati pagamenti per 486,1 milioni di euro, dunque, a pochi mesi
dalla scadenza, è stato speso solo il 17,1% dei fondi disponibili. “Osservando
l’andamento delle spese effettuate, si legge nel Report, si evidenzia come i
lavori procedano troppo a rilento. A dicembre 2024 i pagamenti erano pari al
9,2% dei finanziamenti, poi passati al 12,4% a marzo 2025: con questo andamento,
ci vorranno almeno 5 anni per terminare le opere. Dei progetti finanziati, ne
risultano completati 50, pari al 3,5% del totale. Sono ancora numerosi i
progetti che presentano ritardi nell’esecuzione dei lavori o fermi alla fase di
progettazione, poche le opere completate e collaudate ed è basso il livello
delle spese effettuate in rapporto ai finanziamenti. Uno scenario allarmante che
conferma il rischio di non conseguire gli obiettivi strategici entro le scadenze
previste. A distanza di 3 mesi dalla precedente rilevazione, effettuata a marzo,
non c’è stato lo scatto necessario a recuperare i ritardi accumulati finora”.
Stando ai dati ReGis, le situazioni più allarmanti si fotografano in Molise
(dove i pagamenti In nessuna regione i pagamenti effettuati hanno superato la
metà dei finanziamenti. effettuati sono fermi all’1,6% dei finanziamenti
complessivi), in Sardegna (7,2%), Campania (7,8%) e Calabria (9,4).
Per quanto riguarda gli Ospedali di Comunità, sono stati finanziati progetti per
428 strutture, per un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro, dei quali solo
4 risultano completati e collaudati. Così come per le Case della Comunità,
preoccupano i ritardi accumulati: a giugno 2025 risultavano pagamenti effettuati
per soli 190,1 milioni di euro, pari al 15,1% dei fondi. A dicembre 2024 i
pagamenti erano pari al 7,9% dei finanziamenti, poi passati al 11,0% a marzo
2025. Dei progetti finanziati, ne risultano completati solo 14, pari al 3,3% del
totale. “Con questo ritmo, sottolinea la CGIL, ci vorranno almeno 6 anni per
terminare tutto.” Le regioni con i maggiori ritardi sono: il Molise (dove i
pagamenti effettuati sono fermi all’1,7% dei finanziamenti complessivi), la
Provincia Autonoma di Bolzano (3,9%), la Sardegna (6,2%), la Basilicata (6,4%).
A parte la Valle d’Aosta (dove i pagamenti effettuati rappresentano l’80,9% dei
finanziamenti) in nessuna regione le spese superano il 30% dei fondi
disponibili.
Resta poi il nodo del personale. Il DM 77/2022 ha stabilito specifici standard
di personale per queste strutture, prevedendo la presenza di medici, infermieri,
operatori sociosanitari, assistenti sociali e altre figure professionali
indispensabili per rendere operative tutte le Case della Comunità e gli Ospedali
di Comunità. Per rispettare tali standard sarebbe necessario assumere almeno 35
mila unità di personale, senza contare i medici. Con 1.450 Case della Comunità e
428 Ospedali di Comunità finanziati, si stima la necessità di un numero compreso
tra 12.901 e 19.417 infermieri, 1.414 assistenti sociali e un numero di
operatori sociosanitari variabile tra 8.787 e 13.888. A oggi non risulta nessuna
interlocuzione tra Ministro della salute e Ministro dell’economia a garanzia
delle coperture economiche necessarie.
“Continua ad essere preoccupante e incerta la situazione della realizzazione
delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità, strutture, sottolinea la
segretaria confederale della Cgil, Daniela Barbaresi, strategiche per
l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale. Nella propaganda del
Governo e di alcune Regioni l’attuazione del PNRR andrebbe a gonfie vele, ma i
numeri lo smentiscono clamorosamente. È forte il rischio che gli investimenti
previsti nella Missione 6 vengano restituiti al mittente o riorientati verso
altri obiettivi, magari a favore dell’industria bellica. Dalla riforma
dell’assistenza territoriale con l’apertura di una rete di strutture pubbliche,
passa la capacità del sistema di dare risposte alle persone, implementare la
prevenzione, aggredire anche l’odioso problema delle liste d’attesa, evitare i
ricoveri inappropriati e le lunghe attese nei pronto soccorso, garantire la
presa in carico. Chi rassicura ma nella pratica boicotta la riforma dimostra la
volontà di privatizzare la risposta ai bisogni di salute, impoverendo stipendi e
pensioni“.
Qui il Focus della CGIL sullo stato di attuazione dei progetti di edilizia
sanitaria aggiornamento al 30.6.2025
Giovanni Caprio