22 settembre, sciopero generale e generalizzato, ma c’è chi prova a mettere i bastoni fra le ruoteASPETTIAMO UNA RISPOSTA DA CGIL E GILDA.
Tanti Collegi Docenti, a partire dall’iniziativa e dalla sensibilità di tanti
colleghi e colleghe, hanno deciso di iniziare il nuovo anno scolastico
effettuando un minuto di silenzio contro il genocidio in Palestina, per
l’immediato cessate il fuoco e per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari
nella Striscia.
Per questa massiccia adesione all’iniziativa lanciata da Docenti per Gaza
insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università e alla Scuola per la pace Torino e Piemonte, noi siamo estremamente
grati a tutti e a tutte gli/le insegnanti.
Nel frattempo, però, cresce l’attenzione verso la missione della Global Sumud
Flotilla, che deve poter approdare a Gaza e consegnare gli aiuti.
Di fronte a una articolata e coerente iniziativa dal basso, USA e UE continuano
a supportare la politica criminale di Israele e il governo Meloni si oppone alle
pur timide proposte di sanzioni, che, comunque, non riguarderanno la fornitura
di armi e la cooperazione militare con Israele. Fortunatamente cresce
l’indignazione e la consapevolezza che bisogna, qui e ora, opporsi al genocidio
e fermare la cosiddetta “operazione di terra”, iniziata dall’esercito
israeliano.
Lo sciopero generale e generalizzato del 22 settembre è una prima decisiva prova
per dimostrare da che parte stanno lavoratrici e lavoratori e per chiedere le
dimissioni del governo Meloni. Nelle scuole, in particolare, si preannuncia una
significativa partecipazione.
Ebbene, in questo contesto delegati locali di CGIL e GILDA diffondono,
attraverso la deleteria comunicazione What’s App, informazioni di questo tipo:
“Ricordiamo ai colleghi che, come previsto dall’Accordo ARAN del 2 dicembre 2020
e dalla Legge 146/1990, in caso di sciopero i docenti devono comunicare per
iscritto una delle tre opzioni: aderisco; non aderisco; non ho ancora preso una
decisione. La mancata comunicazione comporta responsabilità e può essere oggetto
di sanzione disciplinare”.
Quindi non solo non partecipano allo sciopero, ma condividono false
informazioni. Infatti, secondo la normativa vigente, il personale scolastico non
è obbligato a comunicare la propria adesione o meno.
Chiediamo, perciò, e con urgenza, alle strutture nazionali dei due sindacati di
diffondere una comunicazione corretta.
NON ADERIRE A UNO SCIOPERO È UN CONTO, BOICOTTARLO È MOLTO GRAVE.
Nino De Cristofaro, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università, Catania