TOGLIAMO LE FABBRICHE ALLA GUERRA! Bolzano, 10 luglio: Presidio contro Iveco DV e Leonardo, complici di guerre e genocidiRiceviamo e diffondiamo:
Giovedì 10 luglio dalle ore 16 (fino alle 19 circa) a BOLZANO
Presidio contro Iveco DV e Leonardo, complici di guerre e genocidi
Contro la corsa al riarmo europeo. Denunciamo le complicità italiane nel
genocidio del popolo palestinese
TOGLIAMO LE FABBRICHE ALLA GUERRA
IVECO DV E LEONARDO COMPLICI DI GUERRE E GENOCIDI
Israele sta facendo il lavoro sporco per tutti noi
Friedrich Merz, Cancelliere federale della Germania
Il genocidio del popolo palestinese continua grazie alle armi dell’apparato
militare industriale di Stati Uniti e Unione Europea, ma soprattutto grazie alla
scorta mediatica che distorce la realtà, giustifica e legittima ogni orrore, se
compiuto per difendere gli interessi delle élite occidentali al potere. Da oltre
21 mesi nessuna violenza è risparmiata a Gaza, ormai un campo di sterminio in
cui l’uso della fame come arma non può essere compreso se non come parte del più
grande esperimento di ingegneria sociale violenta condotto su un intero popolo,
attraverso fasi precise e pianificate. In questo scenario, che ricorda il film
distopico Hunger Games, la distribuzione degli aiuti è funzionale alle continue
stragi di civili palestinesi con l’IDF che spara sulla folla ammassata per
qualche chilo di farina. Anche la distruzione degli edifici è appaltata a
privati che, con l’appoggio di compagnie di sicurezza, si muovono lungo tutto la
Striscia incassando 1500 euro per ogni casa distrutta. Perfino il genocidio è
un’occasione per fare business.
In questo quadro l’aggressione sionista-statunitense all’Iran rientra nel
progetto colonialista di ridisegnare il Medio Oriente secondo i loro insaziabili
interessi, con i popoli dell’area sfruttati e definitivamente schiacciati sotto
il loro tallone di ferro. Un’aggressione imperialista che si aggiunge a quelle
contro il Libano, lo Yemen, la Siria e alla decennale pulizia etnica della
Cisgiordania occupata. Un attacco che, dopo qualche finto tentennamento di
fronte all´orrore assoluto di Gaza, ha visto un sostanziale riallineamento di
tutta la borghesia occidentale a difesa dell´alleato sionista, unita nel partito
unico degli affari e della guerra.
In Europa i venti di guerra soffiano sempre più forte. Dopo oltre tre anni di
guerra fra NATO e Russia in Ucraina, con il recente vertice a L’Aja Trump ha
raggiunto tutti i suoi obiettivi, ossia far pagare all’UE i costi delle
forniture belliche a Kiev, rilanciare il complesso militare industriale
statunitense e allo stesso tempo tenere la Russia impegnata in un conflitto
senza fine, mentre il Pentagono si prepara alla fase finale della guerra
mondiale a pezzi: l’attacco al suo vero rivale strategico, la Cina.
Come tutti i membri della NATO anche il Governo Meloni ha approvato l’impegno a
destinare il 5% del PIL alla spesa bellica entro il 2035. Un balzo mostruoso:
per l’Italia saranno 400 miliardi in più di oggi nell’arco di 10 anni, 40
miliardi in più l’anno. Una corsa al riarmo costruita su falsità colossali, come
la presunta minaccia di un’invasione russa, rafforzata dalle dichiarazioni di
Ursula von der Leyen con il programma Rearm Europe/Readiness 2030 che prevede
una spesa bellica europea di 800 miliardi di euro.
L’Italia è sempre più la retrovia di un fronte di guerra che va dall’Ucraina al
Medio Oriente fino al circolo polare Artico, dove da tempo le grandi potenze
stanno affilando i coltelli (da anni in Alto Adige si tengono esercitazioni
militari in montagna e nei laboratori del NOI Techpark per simulare la guerra in
ambiente artico). Per creare un clima funzionale al riarmo e imporre così ai
proletari le deprivazioni di un’economia di guerra, i Governi europei e
l´apparato propagandistico rilanciano notizie allarmistiche e pubblicano
editoriali in cui giornalisti prezzolati costruiscono nemici immaginari,
alimentano la paranoia, denunciano le carenze negli arsenali e nei sistemi di
difesa e quindi la necessitá di giustificare spese sempre più ingenti per
l´acquisto di armi, carriarmati, cacciabombardieri e missili. Oltre a sottrarre
enormi finanziamenti alla spesa per scuola, sanità e servizi sociali, questa
produzione dovrà essere “consumata”, altrimenti ingombrerà solo le caserme ed i
depositi di armi. Appare chiaro quindi che siamo in un piano inclinato in cui i
padroni ci stanno portando al macello, verso la guerra. Il dibattito sul
possibile ripristino della leva obbligatoria in Germania, come in Italia e altri
paesi europei, lo conferma. Anche il decreto sicurezza approvato dal Governo
Meloni si delinea come uno strumento di guerra preventiva sul fronte interno,
contro ogni possibile dissenso nei confronti di queste politiche guerrafondaie.
Chi invece gioisce per gli osceni profitti legati a guerre e genocidio del
popolo palestinese sono le industrie dell´apparato militare-industriale. I
cannoni delle corvette di Israele sono prodotti da Oto Melara, una società
controllata da Leonardo e che collabora con Iveco DV. I tentacoli del colosso
delle armi Leonardo sono sempre più estesi, anche in Alto Adige: dal 2023
possiede infatti il 10% della Start-up sudtirolese Flyingbasket mentre nel
maggio scorso ha presentato, insieme alla tedesca Rheinmetall (anche essa
complice del genocidio palestinese e perno del programma di riarmo europeo),
un’offerta per acquisire Iveco DV con cui già collaborano per la costruzione di
mezzi corazzati da destinare agli Eserciti europei.
Sabbia non olio negli ingranaggi della guerra e del genocidio! La guerra inizia
qui!
No al riarmo!
Assemblea solidale con il popolo palestinese – Bolzano
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gazaiscalli