Finalmente riunite le barche partite dall’Italia, da Barcellona e da Tunisi. Diario di bordo dalla Global Sumud Flotilla
In maniera inversamente proporzionale, a mano a mano che i movimenti spontanei
od organizzati già dai tempi della Global March to Gaza, insieme a tutti i
movimenti che si sono potenziati dopo il 7 ottobre a favore del popolo
palestinese, il carro armato mediatico colluso col governo italiano e con le
varie lobby sioniste sta sparando con tutta la propria forza d’urto: giusto per
portare uno dei tanti esempi a nostra disposizione il Giornale, giusto ieri, si
concentrava in modo meticoloso e autistico nella creazione di fake-news tra le
più fantasiose, inventando problemi inesistenti sulla Global Sumud Flotilla.
La flotta semplicemente attendeva nelle acque di Portopalo le venticinque barche
provenienti da Tunisi e da Barcellona, che alla fine sono arrivate con i loro
piccoli problemi da affrontare. Il 19 settembre è prevista la partenza, in
flottiglia, di una formazione costituta al 90% da barche a vela e il resto a
motore come barche-appoggio, seguita a distanza dalla nave Life Support di
Emergency.
Insomma, si parte diretti a Gaza per la più grande operazione di disobbedienza
civile e di pressione politica verso i governi occidentali e a quello di Israele
affinché finisca il regime di apartheid e l’operazione di genocidio nella
Striscia di Gaza. Si tratta dell’atto finale di un processo premeditato che
parte da lontano, fin dal 1948 (ma in realtà già sotto il mandato inglese dopo
il primo conflitto mondiale), con la pianificazione di un colonialismo di
insediamento, di cui oggi vediamo i risultati più sanguinari.
Stefano Bertoldi