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Torino, “Democrazia in tempo di guerra” al Circolo Arci La Poderosa
Come avevamo annunciato al termine della esaltante serata del 12 novembre a Torino, al Circolo ARCI “LA PODEROSA”, in risposta alla censura nei confronti dello storico Angelo D’Orsi disposta su indicazione di una serie di personaggi del sottobosco politico nazionale, è stata organizzata, con la collaborazione della dirigenza dello stesso Circolo, un altro evento, di ben maggiore rilievo. Al di là del numero e del prestigio di coloro che hanno accettato l’invito, a cominciare dall’amico e collega Alessandro Barbero (che ringrazio di cuore), si tratta, nella mia personale prospettiva, di un evento che vuole proseguire il tragitto per dar vita a un grande movimento contro la menzogna, contro la narrazione unilaterale, contro la censura alla libertà di informazione, di pensiero, di ricerca, contro il tentativo di militarizzare la scuola, l’università, la cultura, contro la pretesa di piegare la scienza agli interessi di chi produce armi per giocare alla guerra: contro tutto ciò che ci sta spingendo a un conflitto con la Federazione Russa, che sarebbe un salto nel vuoto, con prevedibili rischi di annientamento da parte della maggiore potenza nucleare nel mondo. Perciò questa iniziativa come la precedente si propone anche come una denuncia della russofobia. E vuole essere anche un monito alle classi politiche che in preda alla follia bellicistica, e accanto ad esse, anche e forse soprattutto agli “opinionisti”, i soldatini e le soldatine dell’immenso, grottesco esercito dell’ “Armiamoci e partite!”. Ci vadano loro a combattere per un regime corrotto come quello di Zelensky! Devono ricevere i nostri s/governanti italiani ed europei, il nostro “BASTA!”. Un grido che noi eleviamo ed eleveremo nei prossimi mesi, e che esprime, lo sappiamo, la volontà delle masse popolari. NOI NON VOGLIAMO LA GUERRA. NON VOGLIAMO GETTARE NELLA FORNACE BELLICA LE NOSTRE VITE, QUELLE DEI FIGLI, QUELLE DEI NIPOTI, QUELLA DELLA INTERA UMANITÀ. Di seguito, istruzioni per la partecipazione https://www.eventbrite.com/e/democrazia-in-tempo-di-guerra-tickets-1976580054150 Redazione Torino
Intelligenza con il nemico?
Vedere un direttore di telegiornale (Enrico Mentana) leggere integralmente il comunicato del Consiglio Supremo di Difesa – presieduto da Mattarella e composto da generali e ministri – è una cosa che dovrebbe mettere i brividi. Quel comunicato è una sorta di “chiamata alle armi” politica, ideologica e materiale. E’ una […] L'articolo Intelligenza con il nemico? su Contropiano.
‘Dalla Russia con un altro punto di vista’: incontro con Vincenzo Lorusso insieme ad Andrea Lucidi e Stefano Orsi
Sabato 15 novembre pomeriggio a Casale Monferrato l’autore di De russophobia, la cui presentazione è stata censurata a Torino, interverrà da remoto all’iniziativa a cui partecipano il corrispondente di guerra e l’analista militare collaboratori di International Reportes. I promotori sono, insieme al Collettivo Antimperialismo per il Multipolarismo di Casale Monferrato, l’associazione CLN-Resistenza di Torino e il gruppo Contro Narrazione di Genova. Come quello a Torino con lo storico Angelo D’Orsi, anche l’incontro a Casale Monferrato ha subito un cambiamento di programma: gli organizzatori riferiscono che ieri sera il gestore del salone messo a disposizione è stato contattato dalle autorità locali e sconsigliato di concederne l’utilizzo per tale iniziativa… … chiarito ogni dubbio e sospetto, e confermata l’autorizzazione, è stato trovato e concesso un altro spazio ideneo. La ‘pietra dello scandalo’ è De russophobia (Sulla russofobia in latino), scritto da Vincenzo Lorusso, giornalista del gruppo di corrispondenti dalla Russia International Reporters e fondatore del canale Telegram Donbass-Italia,  con la prefazione di Alberto Fazolo, la postfazione di Andrea Lucidi e l’introduzione del Direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia, Marija Zakharova, pubbblicato quest’anno da 4 Punte Edizioni nella collana Le Rocce: > Nient’affatto un libro di “propaganda filorussa”, è una campana “stonata” tra > le tante ascoltate nei TG e lette sui giornali: il conflitto tra Russia e > Ucraina situato in un contesto che non ci viene mai raccontato. Una breve > cronistoria dei tanti casi di russofobia subiti da artisti, personaggi > pubblici, semplici cittadini o addirittura gatti. Un viaggio nel mondo della > censura e della manipolazione delle informazioni con l’obiettivo di > contrastare conferenze, dibattiti, proiezioni e petizioni non conformi alla > narrativa dominante. Il libro culmina con la petizione – firmata da migliaia > di cittadini italiani e consegnata alle Istituzioni russe – nella quale viene > ribadita l’amicizia storica tra i due popoli. Per tutta la settimana non ancora conclusa l’attenzione si è focalizzata sulla vicenda della conferenza intitolata Russofobia, russofilia, verità che a Torino è stata cancellata dai programmi del Polo 900 e che aveva coinvolto l’autore di De russophobia insieme allo storico Stefano D’Orsi, che sulla questione è intervenuto anche su PRESSENZA l’altroieri con una propria dichiarazione e ieri, rispondendo alle domande dell’intervista di Cesare Manachino, osservando: > Noi non possiamo concepire un’identità europea che escluda Tolstoj, > Dostoevskij, Cechov, o tutto ciò che la Russia ha prodotto nei secoli perché è > parte intrinseca della nostra identità europea. La russofobia poi invece ha > prevalso negli anni della guerra fredda e, dopo la fine dell’URSS, da quando > Putin è salito al potere … [in passato] i russi sono stati presentati non solo > come [europei] orientali, ma come barbari, diversi da noi, sono un altro da > noi che noi non interessa conoscere, con il quale non ci interessa dialogare … > [adesso] i media hanno cominciato di nuovo a spargere una russofobia veramente > estrema, anche grottesca, ridicola, di cui noi siamo ancora vittime. Contemporaneamente, nei giorni scorsi PRESSENZA riferiva della presentazione di Media di guerra e media di pace sulla guerra in Ucraina. Promemoria e istruzioni per il futuro il cui autore, Andrea Cozzo, ex-professore di lingua e letteratura greca all’Università degli Studi di Palermo, ha analizzato filologicamente il linguaggio con cui i media italiani – giornali, telegiornali e talk show con opinionisti e intellettuali – descrive e narra il conflitto militare. La sua ricerca dimostra che la guerra è deflagrata e perdura, mietendo vittime sul campo di battaglia sia tra gli eserciti che tra i civili, anche per effetto delle campagne propagandistiche che la infiammano. Redazione Piemonte Orientale
Torino, annullata la conferenza “Russofobia, russofilia, verità”. La risposta di Angelo D’Orsi
Non è tardata ad arrivare la risposta del prof. Angelo d’Orsi che con un comunicato ufficiale ha umiliato il PD torinese, nazionale e Pina Picierno. Massima solidarietà al Professor Angelo d’Orsi e condivisione come chiesto da quest’ultimo nel medesimo comunicato. Nella città di Gramsci e Gobetti, medaglia d’oro alla Resistenza, è una vergogna che un sindaco del PD vieti – sulla linea della cancellazione delle esibizioni degli artisti russi – una conferenza sul conflitto russo-ucraino ad un noto esponente dell’accademia torinese solo perché contrasta con la vulgata del regime NATO sostenuta senza pudore dal governo Meloni, dalla destra italiana, dai neoliberali Renzi e Calenda e dal PD. Di seguito il comunicato di D’Orsi. La mia conferenza “Russofobia, russofilia, verità”, prevista l’11 novembre a Torino nei locali del Polo del ‘900 è stata inopinatamente annullata. L’accusa che ‘spiega’ l’annullamento è la stessa che ha impedito al direttore d’orchestra russo Gergiev, al baritono Abdrazaov, per citare solo gli ultimi episodi di cronaca, ossia di fare ‘propaganda’. E quindi senza neppure aspettare che io tenga la mia conferenza vengo poco democraticamente silenziato in nome della democrazia, di cui l’Occidente sarebbe il faro, mentre la Russia di Putin affoga nella ‘autocrazia’. Chi sono io? Sono un ‘terrone’ (salernitano) e vivo a Torino dal 1957, e vi ho compiuto tutti gli studi dalle Medie all’Università dove mi sono laureato con Norberto Bobbio. Sono stato professore ordinario di Storia del pensiero politico nell’ateneo cittadino, e ho insegnato nelle Facoltà di Scienze politiche e di Lettere e Filosofia, diverse altre discipline. Ho collaborato alla creazione dell’Archivio storico dell’ateneo e ho inventato e diretto per un quindicennio i ‘Quaderni di Storia’ dell’Università di Torino. E tra i miei libri ve n’è uno, molto corposo, specificamente dedicato alla nostra università (Allievi e maestri, l’Università di Torino tra 800 e 900). Ho 43 anni di docenza alle spalle, senza contare gli ultimi tre anni nei quali sono stato docente a contratto al Politecnico.  Ho presieduto per anni il più importante corso di laurea della mia Facoltà, quello in Scienze politiche. Di Torino ho studiato la storia culturale pubblicando opere rimaste come pietre miliari, a cominciare da La cultura a Torino tra le due guerre (2000) il libro più discusso in quell’anno, vincitore di premi importanti. Ho scritto la biografia dei tre iconici intellettuali del 900 che hanno operato sotto la Mole: Antonio Gramsci, Leone Ginzburg e ultimo Piero Gobetti, che uscirà in libreria tra qualche mese. Ho fondato e diretto le riviste ‘Historia Magistra’ e ‘Gramsciana’ che escono tuttora e sono considerate testate autorevoli a livello internazionale. Sul piano della milizia civile, dopo essere stato redattore capo del glorioso foglio di GL ‘Resistenza’, ho fondato e diretto ‘Nuova Sinistra’ e, anni dopo, ‘Nuvole’, che poi ho abbandonato. Giornalista pubblicista del 1971 (ho ricevuto la targa per i Decani dei giornalisti piemontesi), ho collaborato intensamente per un ventennio al quotidiano La Stampa e ad altri quotidiani (Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Il Manifesto…). Ho pubblicato oltre 50 volumi, e miei scritti sono usciti in inglese francese spagnolo portoghese tedesco serbocroato: è appena stata pubblicata la traduzione spagnolo della mia biografia di Gramsci, per citare solo l’ultimo esempio. Ho preso parte, sempre, alla vita culturale e al dibattito civile e politico, da indipendente, in città e sul piano nazionale Sono stato anche, sempre come indipendente, candidato sindaco di una coalizione di sinistra. Le mie posizioni di sinistra sono note a tutti, e non tocca a me sottolineare il mio peso di studioso e di intellettuale, ma credo sia universalmente riconosciuto. Ebbene, non avrei mai (e dico mai) potuto immaginare che venisse annullata una mia conferenza nella mia città. Era previsto anche un collegamento dal Donbass con un giornalista italiano, Vincenzo Lorusso, in quanto autore di un recente volumetto intitolato ‘De russophobia’, quindi persona informata e qualificata per parlare. Ma questo era un ‘di più’: il cuore dell’incontro annullato era precisamente la mia conferenza. Dopo un comunicato di una ignota associazione ucraina e di una sigla legata al Partito Radicale (che, ricordo, ha sempre sostenuto le forze di estrema destra nei Balcani e ora in Ucraina, contribuendo a far scarcerare il responsabile dell’omicidio del nostro fotoreporter Andrea Rocchelli, nel Donbass), è scesa in campo la ben nota Pina Picierno (che ricopre la carica di vicepresidente del Parlamento UE), la quale e ha chiesto anzi ingiunto al sindaco di Torino di far annullare l’evento. Così è avvenuto. E io l’ho saputo da un post gongolante della stessa signora, prima che gli organizzatori me lo comunicassero. Ora mi aspetto che la ministra dell’Università venga al mio fianco e mi faccia tenere la conferenza come ha fatto con rulli di tamburi e squilli di trombe con Emanuele Fiano (al quale nessuno aveva vietato di tenere conferenza, ma era stato contestato dagli studenti, cosa ben diversa e che dopo l’episodio sta girando la Penisola per godere dei frutti di quell’episodio). Mi aspetto che il sindaco di Torino dichiari di non essere intervenuto per bloccare la conferenza. Mi aspetto che l’ANPPIA nazionale che a quanto leggo su agenzie di stampa avrebbe sconfessato la sezione locale, ente organizzatore della conferenza, mi chieda scusa. E aspetto le scuse anche della presidenza e della direzione del Polo del ‘900. Mi aspetto che la segretaria del PD sconfessi la Picierno. Mi aspetto un gesto di solidarietà dal mondo accademico e intellettuale, almeno cittadino. Temo che nessuno di questi atti avverrà. Perciò chiedo alle testate giornalistiche con le quali ho collaborato in passato o collaboro nel presente, e ai programmi televisivi delle diverse reti di quali sono stato e sono frequentemente ospite di pubblicare questa mia o di darmi spazio per esporre pubblicamente le mie ragioni nel primo momento utile. Che ad uno storico di professione, un accademico ‘togato’, frequentemente invitato a tenere lezioni in Europa e fuori (le prossime saranno a Parigi, Saragozza, Barcellona, Teheran), venga impedito di tenere una pubblica conferenza è un fatto inaccettabile, di cui sarebbe vergognoso tacere o sarebbe colpevole sottovalutare. Angelo D’Orsi Redazione Italia
Libertà vigilata
di Livio Pepino* Secondo l’articolo 21 della Costituzione “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”. Ma non la pensano così le istituzioni torinesi, intervenute pesantemente per impedire una …
Torino. Vietata una conferenza del prof. D’Orsi sulla russofobia
La conferenza sul tema “Russofobia, russofilia, verità” dello storico Angelo D’Orsi (professore emerito, ordinario di storia all’università di Torino) prevista il 12 novembre a Torino nei locali del Polo del ‘900, è stata arbitrariamente annullata. Le motivazioni dell’annullamento sono le stesse che hanno impedito al direttore d’orchestra russo Gergiev, al […] L'articolo Torino. Vietata una conferenza del prof. D’Orsi sulla russofobia su Contropiano.
Solidarietà…ma de chè?
Tutto il palazzo della politica italiana, da Meloni a Schlein, da Taiani a Renzi a Conte, ha espresso “vibrante solidarietà” al Presidente Sergio Mattarella. Sono tutti indignati perché le autorità della Russia hanno stilato un elenco di governanti occidentali particolarmente ostili nei confronti del loro paese, tra i quali hanno […] L'articolo Solidarietà…ma de chè? su Contropiano.
Lavrov torna ad attaccare l’Italia per la censura contro gli artisti russi
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è tornato a condannare l’annullamento del concerto in Italia del direttore d’orchestra russo Valerij Gergiev, definendolo una decisione ‘scandalosa’. Gergiev, come noto, avrebbe dovuto esibirsi a Caserta il 27 luglio con l’Orchestra Filarmonica Verdi di Salerno e i solisti del Teatro Mariinskij, ma […] L'articolo Lavrov torna ad attaccare l’Italia per la censura contro gli artisti russi su Contropiano.
Russofobia e discriminazione in Lettonia, Alexei Roslikov: “Siamo in molti e la lingua russa è la nostra lingua!”
In Lettonia, un deputato della Saeima (Parlamento) lettone è stato rimosso da una sessione parlamentare per dichiarazioni in lingua russa e “comportamento non etico”, riporta LSM. Il 5 giugno, parlando dall’aula della Saeima, il leader del partito Stabilità! Alexei Roslikov ha criticato una bozza di dichiarazione sulla “riparazione dell’eredità della russificazione”. Il provvedimento avrebbe stabilito il dovere dello Stato lettone di porre rimedio agli “effetti delle politiche di russificazione”, che secondo i sostenitori “continuano a erodere il prestigio della lingua lettone”. La dichiarazione includeva anche proposte per limitare l’uso del russo negli spazi pubblici. Roslikov ha protestato contro la proposta di legge razzista che prevedeva l’inclusione della “Dichiarazione sulla russificazione criminale della Lettonia da parte del regime di occupazione sovietico e sulla prevenzione delle sue conseguenze linguistiche” nell’ordine del giorno della riunione. Opponendosi a questa dichiarazione, Roslikov ha sostenuto che “i russofoni erano sulle barricate insieme ai lettoni”. Prima di concludere il suo intervento, Roslikov è passato dal lettone al russo, dichiarando: “Siamo in molti e il russo è la nostra lingua!” facendo un gesto di protesta mentre lasciava il podio. È stato successivamente espulso dall’aula. Ecco di seguito la dichiarazione del deputato Alexei Roslikov: “Forse farete una legge che mi impedisca di chiamare mio figlio con un certo nome perché è russo? Ci sarà qualcosa di semplicemente obbligatorio: John, Peter, Christoph. Alexey, Victor e Natalya non esisteranno più, perché sarà proibito. Perché qui siete odiati se avete chiamato vostro figlio Victor. Non è vero? Dovete chiamare vostro figlio John. E ora, colleghi? Attaccherete le nostre famiglie ogni giorno con qualche vostra decisione? Siete coinvolti in atti terroristici, solo all’interno del vostro Paese. E questo è un fatto assoluto, cari colleghi. Ora volete qualcosa di più serio, vero? Proibirmi di parlare in un luogo pubblico, per strada, in un negozio, in riva al fiume, vicino a casa mia, proibire di parlare russo, perché ai vostri occhi questo è un reato. Ai vostri occhi, è un reato che mi chiamo Alexey e so che la mia lingua è il russo. Probabilmente dormite molto male per questo. Metà della popolazione della Lettonia parla russo. Metà della Lettonia parla russo non solo a casa. Ogni giorno! Senza di noi, senza i Russi, non avrete nulla, perché noi siamo metà del Paese. Siamo metà del Paese! Ogni giorno vi siamo accanto, ogni giorno aiutiamo lo sviluppo del nostro Paese, ogni giorno contribuiamo affinché il nostro Paese si sviluppi e progredisca. Ma voi cercate con tutte le vostre forze di portarci via qualcosa! Senza esitazione, ci mostrate il nostro posto! In chi dovremmo credere, cos’è Dio, cos’è il Natale, cos’è il Capodanno! Con chi possiamo parlare, con chi non possiamo parlare!  “Anche i russofoni sono saliti sulle barricate insieme ai lettoni. Cos’altro verrà inventato per i russofoni? Zone chiuse separate, una legge in base alla quale i russofoni non potranno chiamare i propri figli con un certo nome solo perché è russo?” – ha dichiarato Roslikov – “Ricordate una cosa: siamo in tanti! E la lingua russa è la nostra lingua!”. Per queste parole il Servizio di Sicurezza dello Stato lettone ha avviato un’indagine sul parlamentare Alexey Roslikov con l’accusa di incitamento alle tensioni etniche e di “assistenza” alla Russia in azioni contro la Lettonia. L’agenzia ha informato i media locali che i suoi funzionari hanno avuto diversi “colloqui cautelativi” con Roslikov in merito alle sue dichiarazioni pubbliche e lo hanno avvertito di potenziali ripercussioni legali.  Roslikov rischia oggi il divieto di presenziare a sei sessioni parlamentari. Alexey Roslikov è a capo del partito lettone “Stabilità!”, che ha ottenuto circa il 7% dei voti alle elezioni parlamentari del 2022. Il partito ha ottenuto una quota simile alle elezioni del Consiglio comunale di Riga del 7 giugno 2025. “Stabilità!” è un partito di sinistra – considerato “populista” dalle forze di destra – noto per essere espressione della minoranza russofona insieme al partito Unione Russa di Lettonia. Questo è il clima di macchartismo, di russofobia e di discriminazione che si respira in Lettonia, Estonia e Lituania e che le forze neoliberali e le destre etnonazionaliste baltiche continuano a fomentare. Poco tempo fa anche l’Estonia ha dichiarato che riconoscerò il russo come una lingua “straniera” entro il 2030, pur avendo più di 400mila cittadini estoni di lingua russa. > RUSSOFOBIA E DISCRIMINAZIONE IN LETTONIA https://meduza.io/en/news/2025/06/09/latvian-state-security-service-investigates-parliament-member-for-inciting-ethnic-hatred-after-heated-defense-of-russian-speakers  Lorenzo Poli