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Cuba insegna che un’alternativa per le donne e le persone queer è possibile!
Mentre qui ci abituiamo a una crescente ondata repressiva verso le persone trans e le soggettività non conformi – tra censura, medicalizzazione forzata, violenze, criminalizzazione, assenza di servizi, precarietà e discriminazioni nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle strade – a Cuba viene approvata una riforma che riconosce legalmente […] L'articolo Cuba insegna che un’alternativa per le donne e le persone queer è possibile! su Contropiano.
[2025-06-13] Presentazione LIbro “SCRITTE CORSARE. Intersezionali, decoloniali e queer” di Laura Corradi @ CSOA Forte Prenestino
PRESENTAZIONE LIBRO “SCRITTE CORSARE. INTERSEZIONALI, DECOLONIALI E QUEER” DI LAURA CORRADI CSOA Forte Prenestino - via Federico delpino, Roma, Italy (venerdì, 13 giugno 21:00) CSOA Forte Prenestino giovedì 13 giugno 2025 ore 21:00 durante il festival queer transfemminista "Nostri I Corpi Nostre Le Città" Forte Infoshop presenta “SCRITTE CORSARE. Intersezionali, decoloniali e queer” di Laura Corradi (Agenzia X 2025) incontro con l'autrice “Emerge la necessità di decolonizzare le nostre menti, ovvero concetti, metodologie e dualismi che l’occidente ha imposto al resto del mondo e l’urgenza di decostruire criticamente le varie forme di etero-patriarcato, ben presenti anche nell’attivismo politico. Le teorie/prassi queer sono presentate come invenzione liberatoria, non solo spazio/ombrello per la galassia Lgbtqia+ ma criterio sovversivo rispetto alle normatività, alle gerarchie, ai disciplinamenti sociali (e digitali), al conformismo omologante.” ••• https://forteprenestino.net/attivita/3375-nostri-i-corpi-nostre-le-citta-2 https://www.agenziax.it/scritte-corsare ••• difendi e diffondi autogestione! • CSOA Forte Prenestino via F. Delpino, 100Celle, Roma
[2025-06-08] QUEER PICNIC! ANY PROBLEM? @ Parco Tor Fiscale
QUEER PICNIC! ANY PROBLEM? Parco Tor Fiscale - Via dell'acquedotto felice, 120 (domenica, 8 giugno 13:00) Picnic & Chiacchere sulle nostre lotte ✨⚧️ 8 GIUGNO ci vediamo per un picnic speciale a ROMA al Parco di Tor Fiscale (Metro A: Porta Furba) Via dell'acquedotto felice, 120. Ritagliamoci uno spazio per parlare di noi, delle nostre lotte e ovviamente anche dei referendum. Un momento per confrontarci e fare comunità! 🗣️💬 Porta un telo e qualcosa di vegano 🌱 o da bere da condividere. Sarà un modo in più per stare insieme! Attenzione ... sfida rifiuti zero... quindi anche piattino, bicchiere e posate. Nel parco ci sono fontanelle x acqua ma non ci sono servizi 🚩 Ci vediamo alle 13 all'ingresso per scegliere poi il posto insieme e se arrivi più tardi cerca la bandiera di I'm queer, any problem? Vi aspettiamo ❤️✊
Liberazione trans* e queer, corteo a Roma
Domenica 18 maggio a Roma si terrà il corteo di liberazione trans* queer, con partenza da piazzale Aldo Moro alle h.16.00. A un anno di distanza da quello del 17 maggio 2024, la manifestazione vuole tornare a porre al centro dell’attenzione la vita della comunità trans* a partire dalla sempre più evidente ostilità che vive da parte dei governi reazionari mondiali – in primis quello italiano. Nel comunicato di lancio si dice: «Abbiamo visto la volontà da parte di questo governo di schedare le persone trans*, le conseguenze drammatiche per le vite dell’infanzia trans*, la criminalizzazione delle donne trans*, la cancellazione e marginalizzazione delle persone non binarie, la svalorizzazione e invisibilizzazione degli uomini trans*. La nostra comunità trans*, intersex, non binaria, di tempi migliori in questo Paese e in generale nel mondo non ne ha mai visti! È da sempre patologizzata, psichiatrizzata, marginalizzata, additata come mostruosa e pericolosa, costretta in percorsi che passano da ospedali a tribunali solo per essere chi siamo! Hanno continuato a medicalizzare la nostra esistenza e il dibattito politico». > Le reti che da anni sono attive nel tema non hanno mai smesso di presentare > proposte concrete per superare stigma e discriminazione. In particolar modo un > lungo percorso attraverso la rete Stati Genderali nel 2021-2023 portò alla > ideazione di una proposta di legge che potesse sostituire la 164, totalmente > inadeguata ai tempi attuali, chiamata ai tempi “La legge che vogliamo”. Infatti il documento di lancio del corteo di domenica riporta «“La legge che vogliamo” parte dalle elaborazioni della nostra comunità trans* e queer, si basa sull’autodeterminazione, ripara i danni di decenni di discriminazioni e le abbatte, si fonda sul consenso informato e su percorsi di affermazione di genere tutti all’interno del sistema di salute pubblico. Non abbiamo bisogno di psichi e tribunali per affermare chi siamo, avere i nostri nomi riportati sui nostri documenti, scegliere di avere o no il marcatore di genere o transgenere che desideriamo». Il corteo inoltre vuole mantenere un’attitudine intersezionale e pur ribadendo che non ci sono mai stati tempi migliori per la comunità trans*, è altrettanto consapevole della gravità storica del tempo in cui viviamo e legge il contesto in termini intersezionali. «In questo contesto di guerra ai corpi e al dissenso diciamo no al decreto “SICUREZZA” (ex DL1660) e a tutti i provvedimenti di questo governo che minano libertà di protesta, di insegnamento e ricerca. Scendiamo in piazza mentre si avvicinano le celebrazioni del rainbow washing anche per ribadire il nostro NO PRIDE IN GENOCIDE e l’abbraccio complice e solidale con la Palestina». C’è una tematica infatti sotteso a questa come ad altre manifestazioni lgbtqia+ di questo periodo che precede il mese dei Pride. Ormai è evidente a chiunque che l’epoca storica in cui i diritti civili per le soggettività lgbtqia+ accompagnavano le democrazie neoliberali è tramontata, e gli USA di Trump lo dimostrano ogni giorno. In Italia questo “matrimonio” non c’è neppure mai stato, vista la bocciatura del DDL Zan o la “semi” approvazione del DDL Cirinnà. Pertanto possiamo immaginare che quella parvenza di acquisizione di potere e riconoscimento che era stata offerta a una parte della comunità lgbtq negli ultimi 15 anni evaporerà molto rapidamente. > Come si posizioneranno pertanto la maggior parte dei Pride della nostra > penisola, che, invece, proprio in virtù di quel riconoscimento si erano > caratterizzati per vistosi e imbarazzanti sodalizi con centri di potere > politico ed economico, ossia aziende ed enti locali? Continueranno a > elemosinare pezzetti di riconoscimento o torneranno ad avere un approccio > radicale e intersezionale, come fu nella natura originaria dei Pride? Il corteo di Roma ha ovviamente già una risposta chiara: «Per questo non vogliamo né celebrazioni prive di posizionamento politico come si sono ridotti a essere i Pride sponsorizzati dalle multinazionali responsabili dei disastri che stiamo vivendo, né partiti e bandiere che sono state responsabili di un completo non ascolto della nostra comunità e si svegliano adesso per sostenere la loro battaglia contro i governi di turno, né rappresentanze in divisa della forze di polizia a lavarsi la coscienza dalle cicatrici lasciate sui corpi di tant3 persone della nostra comunità». Una delle sfide di domenica è riuscire a contaminare quante più persone con questa presa di posizione, oggi più che mai necessariamente radicale. Immagine di copertina di Renato Ferrantini SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress abbiamo attivato una nuova raccolta fondi diretta. 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Dal 23 al 25 maggio 2025 a Torino Divine Queer Film Festival
Torna per la sua nona edizione il Divine Queer Film Festival, appuntamento annuale con il cinema indipendente queer che porta sullo schermo storie, linguaggi e immaginari capaci di rompere norme e confini. Dal 23 al 25 maggio 2025, gli spazi di Via Baltea 3 a Torino si riempiranno di film, talk, ospiti internazionali, artigianato politico e socialità transfemminista. Organizzato da Taksim APS, il festival continua a concentrarsi su tre assi tematici fondamentali: immigrazione, identità di genere e disabilità, intrecciando proiezioni e dibattiti con pratiche politiche, affettive e creative. L’edizione 2025 del Divine Queer Film Festival è dedicata a Mariasilvia Spolato, insegnante, matematica e attivista femminista, tra le prime donne in Italia ad aver fatto coming out pubblicamente come lesbica. Attraverso questa dedica, il festival intende valorizzare la memoria delle lotte invisibilizzate e dare spazio alle soggettività che ogni giorno resistono ai margini della norma. In programma 12 film in concorso provenienti da 10 paesi diversi e 4 film fuori concorso, tra cui “VALERY ALEXANDERPLATZ”: saranno presenti la regista Silvia Maggi e la protagonista Valérie Taccarelli. Sempre fuori concorso sarà proiettato “OPRE ROMA!”, opera che affronta il tema urgente e poco raccontato della ziganofobia. Tra gli ospiti internazionali, anche la regista Rosida Koyuncu, proveniente dal Kurdistan e residente in Svizzera: oltre a presentare il suo film in concorso, terrà un talk sul tema “Rappresentazione cinematografica dei corpi e delle lotte queer”. L’associazione organizzatrice del festival, Taksim Aps, anche quest’anno ha deciso di avviare una campagna di crowdfunding per la realizzazione del festival. E’ possibile accedere alla campagna usando questo link. Il Divine Queer Film Festival è uno spazio aperto, sicuro e accessibile, dove condividere visioni e pratiche di liberazione. Durante i tre giorni, oltre alle proiezioni, sarà possibile visitare i tavoli di artigianato politico queer e materiali informativi allestiti nel cortile del festival. Anche quest’anno, saranno assegnati tre premi per i film in concorso: – Premio della giuria – Premio del pubblico – Premio della direzione artistica I riconoscimenti sono realizzati in collaborazione con il Laboratorio Artemista, uno spazio artigiano e artistico impegnato nella creazione collettiva. L’ingresso agli eventi è gratuito. Il programma completo è online.   Anche quest’anno il Divine Queer Film Festival può contare su una rete di complicità politica, culturale e affettiva che sostiene e amplifica la sua visione. Tra partner, patrocinatori e sostenitori di questa nona edizione ci sono: Qoro – il primo coro LGBTQIE di Torino, Collettivo Q+, Amnesty International – Sezione Italia, Kuirfest, Coordinamento Torino Pride, Pembe Hayat, Laboratori di Barriera, Laboratorio Artemista, Orlando Magazine, Arci Torino, UCCA, Impresa Sociale Stranidea, la Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unicollege SSML Torino, MIT – Movimento Identità Transessuale, Laboratorio Malaerba, Maledicola, Maurice GLBTQ Torino, CasArcobaleno Torino e la Città di Torino. Una rete variegata e resistente, che condivide l’impegno per una cultura queer radicale, accessibile e intersezionale. Divine Queer Film Festival 23–25 maggio 2025 Laboratori di Barriera – Via Baltea 3 – Torino Organizzato da Taksim APS Info e programma: www.divinequeer.it Murat Cinar
A Roma la quarta Conferenza dell’EL*C
Dalla marginalità alla visibilità lesbica (inclusiva): si è aperta a Roma la quarta Conferenza internazionale dell’Eurocentralasian Lesbian* Community – EL*C, network transfemminista e intersezionale nato come spazio auto-organizzato e a partire dal riconoscimento di una pluralità di bisogni di rivendicazione condivisi da persone lesbiche in tutta Europa e in Asia centrale. La scelta di adottare l’asterisco ha una specifica valenza, ossia reclamare il valore del lesbismo come identità politica – prima e oltre che orientamento sessuale. Il punto è riappropriarsi e risignificare l’utilizzo del genere femminile, che ha segnato una storia di marginalità ma anche di sorellanza e riconoscimento reciproco. Contemporaneamente, l’identità lesbica rappresenta uno spazio altro anche rispetto al binarismo di genere. Dunque, l’utilizzo dell’asterisco implica sia la rivendicazione di una categoria di marginalità, sia l’inclusione di chiunque non abbia il privilegio di una socializzazione maschile, al di là delle forme del suo corpo e della sua identità. In questo senso ci si riferisce a lesbiche, donne*, donne* bisessuali, donne* queer, persone queer (sia cisgender sia trans), non binarie, intersessuali, che si sentono legate all’identità lesbica e all’attivismo lesbico. BRINGING THE LESBIAN GENIUS TO THE WORLD! In generale l’EL*C identifica la sua missione nel Bringing the lesbian genius to the world («diffondere la genialità lesbica nel mondo») e utilizza strategie differenti e varie forme di intervento che spaziano dall’advocacy al networking, fino alla partecipazione a bandi per finanziare progetti. Questi ultimi sono perlopiù rivolti alla crescita della visibilità lesbica, anche attraverso la costruzione di solidarietà e alleanze tra gruppi e movimenti. La traduzione di tale visibilità diventa così uno strumento di risonanza, una risorsa per far prosperare e consolidare le lotte lesbiche per il raggiungimento di una maggiore affermazione nello spazio politico e di una effettiva parità giuridica in vari contesti nazionali e a livello internazionale. Infatti, l’EL*C cerca di valutare i bisogni delle lesbiche in tutta Europa e Asia centrale e affrontare la mancanza di politiche e misure che garantiscano i diritti e il benessere lesbico. Altri obiettivi della comunità possono riassumersi nella condivisione di desideri, elaborazione di riflessioni e in un’attuazione di pratiche volte a creare e consolidare un movimento e una piattaforma da e per lesbiche e promuovere alleanze significative e sostenibili con i movimenti transfemministi e di giustizia sociale, nonché con altre comunità intersezionali. È in questo senso fondamentale per la comunità arrestare la continua scomparsa degli spazi lesbici e (ri)creare località e aggregazioni sociali diversificate e intergenerazionali. Tra le finalità dell’EL*C emerge anche la volontà di sviluppare e diffondere una nuova rappresentazione delle soggettività e delle vite lesbiche. Dunque, anzitutto la comunità analizza e pone in evidenza i contributi storici e le conquiste lesbiche nel pensare, costruire e vivere modi alternativi di relazioni sociali e di organizzazione della comunità. A partire da qui, l’EL*C lavora attivamente per creare nuove e diverse narrazioni e denunciare misoginia e lesbofobia nella rappresentazione pubblica delle lesbiche, così come la sessualizzazione, la vittimizzazione, la mercificazione delle vite e la violenza sulle vite lesbiche. Per fare tutto ciò, in particolare oggi, è necessario opporsi all’ascesa di partiti e gruppi politici di estrema destra, nazionalisti, religiosi e conservatori a livello paneuropeo e globale. STORIA E ATTUALITÀ DELLE CONFERENZE EL*C: VIENNA, KYIV, BUDAPEST E ROMA Durante la Conferenza dell’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans, and Intersex Association (ILGA), tenutasi nel 1980 a Barcellona, si formò l’International Lesbian Information Service (ILIS), organizzazione che mirava a promuovere l’aggregazione e la mobilitazione lesbica internazionale. L’anno successivo, nel corso della Conferenza annuale ILGA di Torino, l’ILIS si oppose alla mancanza di visibilità delle lesbiche e segnalò l’assenza di una riflessione postcoloniale nel movimento. Queste tensioni portarono alla separazione dell’ILIS dall’ILGA e, in seguito, le successive Conferenze ILIS inclusero numerose discussioni sulle relazioni tra razzismo e lesbofobia. Tuttavia, anche l’ILIS mantenne in sé una serie di criticità proprio in termini di adozione di posture eurocentriche e di scarsa inclusività rispetto a donne*, donne* bisessuali, donne* queer, persone queer (sia cisgender sia trans), non binarie, intersessuali vicine all’attivismo lesbico. Le attività dell’ILIS si sono gradualmente interrotte alla fine degli anni Novanta, con la pubblicazione dell’ultimo bollettino nel 1998. Nel 2016, durante la Conferenza annuale dell’ILGA a Cipro, settanta attivistə lesbiche europee e dell’Asia centrale hanno provato a recuperare e riproporre l’esperienza dell’ILIS ma in una forma nuova e più marcatamente inclusiva e intersezionale. Questa necessità è nata a partire dal riconoscimento di un’urgenza di consolidamento comunitario e di coinvolgimento di soggettività plurali all’interno di un percorso di convergenza e di lotta contro l’oppressione lesbica. Dunque, l’anno successivo, nel 2017, si è tenuta a Vienna la prima Conferenza EL*C, “Lesbians in Europe: Act, Reflect, Transform, Connect”; la seconda, “Let’s Bring Lesbian Genius to the World!”, è stata nel 2019 a Kyiv; la terza, “Lesbian Resistance”, nel 2022 a Budapest. La scelta dei luoghi in cui si sono tenute le diverse Conferenze non è stata casuale e ha avuto anche considerevoli implicazioni e sviluppi successivi. In particolare, è stata significativa la Conferenza di Kyiv. Questa occasione ha permesso di rafforzare i rapporti con le compagnə ucrainə e, nel 2022, dopo l’invasione russa, moltə attivistə dell’EL*C si sono organizzatə per trasferirsi sul confine tra Polonia e Ucraina e aiutare lə compagnə a costruire degli shelter (rifugi) per accogliere persone LGBTQIAPK+* che stavano cercando di oltrepassare quel confine. L’intenzione alla base di questa iniziativa mutualistica è stata quella di creare e fornire uno spazio di respiro a chiunque avesse bisogno di capire verso quale altro paese essere orientatə. Nel 2025 la scelta di tenere la quarta Conferenza “Scissoring against the Patriarchy/ Dykerise against fascism” a Roma risponde al continuo attacco ai diritti delle lesbiche in Italia, culminato nel 2023 con la cancellazione delle madri lesbiche dai certificati di nascita dellə loro figlə. Questa azione discriminatoria ha mobilitato il movimento lesbico italiano, che continua a lottare senza sosta per il riconoscimento e la parità di diritti. Questa Conferenza rappresenta anche una risposta unitaria ai più ampi attacchi governativi contro l’accesso all’aborto, le persone trans* e la più ampia comunità LGBTQIAPK+* in Italia.Per quanto riguarda l’organizzazione e il programma della Conferenza, il 23 aprile si è svolta l’inaugurazione della Conferenza alla Casa Internazionale delle Donne. Tra il 24 e il 26 aprile, dibattitti, discussioni, plenarie e workshop si terranno presso l’Hotel Pineta Palace. A questi eventi potranno partecipare coloro che si sono precedentemente iscrittə alla Conferenza. A conclusione della Conferenza EL*C ci sarà la prima Dyke march italiana. Immagine di Vittorio Giannitelli, Bologna Pride LA DYKE MARCH: TRA STORIA, IDENTITÀ E OBIETTIVI POLITICI Le Dyke March hanno una loro storia che ha una dimensione globale ed è rilevante ripercorrere. La prima è stata il 24 aprile 1993, alla vigilia della storica Marcia su Washington per i diritti LGBTQIAPK+*, ventimila donne lesbiche si ritrovarono a Dupont Circle. Questa iniziativa fu organizzata dalle Lesbian Avengers, gruppo nato l’anno prima a New York con l’obiettivo dichiarato di combattere l’invisibilità lesbica. Sin dall’inizio, la Dyke March ha rivendicato il suo spazio di affermazione dalla marginalità e il suo carattere antistituzionale, opponendosi chiaramente alla retorica del Pride, che cominciava a piegarsi all’estetica della festa autorizzata e del carro sponsorizzato. Ancora oggi a New York la Dyke March sfila senza chiedere il permesso. Nessuna autorizzazione, nessun dialogo con la polizia, nessun compromesso. Durante la prima marcia, con altissimo e imprevisto numero di partecipantə, si verificarono episodi rimasti impressi nella memoria collettiva lesbica: le Lesbian Avengers, armate di cherosene, eseguirono performance di fire-eating lungo il corteo, sputando fuoco sotto gli occhi di tuttə. Una risposta simbolica all’attentato incendiario che un anno prima, in Oregon, aveva ucciso Hattie Mae Cohens e Brian Mock. Le fiamme furono accompagnate da un grido: «il fuoco non ci consumerà ma lo prendiamo e lo facciamo nostro». Questo passaggio torna anche nel manifesto della Dyke March italiana: «le marce lesbiche esistono per ricordarci ed affermare che le lesbiche sono il granello di sabbia nell’ingranaggio patriarcale. Esistiamo contro l’eteronormatività, contro i ruoli di genere, contro l’idea che una donna* esiste solo se è accompagnata da un uomo cis. Non eravamo previste, ma siamo emerse lo stesso. È da 30 anni, da quando le Lesbian Avengers organizzarono la prima marcia di ventimila lesbiche a Washington DC, che siamo qui per dire che il patriarcato non riuscirà mai a cancellarci, non potrà dividerci e non sarà la nostra fine. Saremo noi la sua». Dal 1994, dopo New York, la Dyke March si è espansa a San Francisco, Atlanta, Chicago, Boston, Seattle, Los Angeles e un elenco che si allunga di anno in anno. Nel 1996 c’è stata la prima manifestazione in Canada. A Città del Messico, la prima Dyke March si è tenuta il 21 marzo 2003 e l’esperimento messicano ha ispirato altre realtà in America Latina, tra cui Buenos Aires e San Paolo.  In Europa, nel 2012, Londra è stata la prima città a ospitare una Dyke March. Nel 2013 è stato il turno di Berlino seguita negli anni successivi da Amburgo, Colonia, Heidelberg, Oldenburg, Monaco, Francoforte, Hannover. Il 25 aprile 2021, alla vigilia della Giornata di Visibilità Lesbica, circa 10.000 persone hanno attraversato Parigi in quella che è stata riconosciuta come la prima Dyke March francese. Oggi, finalmente, anche noi in Italia rivendicheremo questo spaziopoiché, tornando al manifesto italiano, abbiamo bisogno di «riprenderci il potere dei nostri amori, delle nostre visioni, della nostra rabbia, delle nostre intelligenze, della nostra storia e delle nostre radici» e «non possiamo sottovalutare le politiche di estrema destra della presidenza Trump, le discriminazioni contro le persone trans, gli attacchi alla società civile pro-diritti, gli arresti e la lesbofobia di stato contro le associazioni e le attiviste in Europa dell’Est e in Asia Centrale. Il governo degli Stati Uniti sta violando i diritti fondamentali nel peggior modo possibile, causando una reazione a cascata in tutto il mondo; l’Italia non è da meno. L’Europa, divisa e ambigua, si sta arrendendo e intende ritirare la direttiva contro le discriminazioni e l’eguaglianza di trattamento. La nostra Dyke March guarda a ciò che succede in Italia, in Europa e nel mondo e rivendica che la nostra identità lesbica non può prescindere dai luoghi, dalle culture e dalle politiche in cui si sono svolte le nostre storie di lotta». DYKE MARCH E DYKES RISE: UN GIORNO DI LOTTA E UNO SPAZIO DI CELEBRAZIONE A ROMA! A causa dei funerali papali era emerso il rischio di annullare la Dyke March o posticipare la manifestazione ma, citando il nuovo (ironico e significativo) comunicato, «le lesbiche hanno fatto il miracolo e la Dyke March si farà nonostante tutto nella stessa giornata»! Tuttavia, è stato necessario cambiare parte dell’organizzazione dell’evento, che sarà probabilmente statico e si terrà a largo Agosta, con concentramento alle 16:00. Qui è possibile trovare segnalate le nuove indicazioni assieme ai prossimi aggiornamenti ed eventuali variazioni. È comunque da sottolineare la problematicità relativa alla necessità di riorganizzazione, che porta a mettere a tema (e in discussione) le priorità politiche italiane e, dunque, la ancora maggiore importanza di riuscire a portare una Dyke March in questo paese e la potenza lesbica nel riuscire comunque a farlo. Rispetto a ciò è importante citare un passaggio del manifesto della Dyke March italiana, che si dichiara espressamente anticlericale e NO-VAT, oltre che antifascista, antirazzista, anticolonialista, antimilitarista, solidale con il popolo palestinese, per la giustizia climatica, antispecista e anti-abilista: «La prima Dyke March italiana è anticlericale. A unire le lesbiche d’Italia, d’Europa e del mondo che nell’anno del giubileo marceranno insieme a Roma, sede della capitale dello stato del Vaticano, è la convinzione che tutte le persone – al di là del loro credo religioso – abbiano il diritto di vivere in uno stato laico che le tuteli garantendo loro uguali diritti. In uno stato laico, chi rappresenta le istituzioni deve agire nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione e nell’interesse di tutta la comunità e non seguendo le proprie convinzioni morali dettate da credenze religiose. La laicità è il fondamento della democrazia, un anticorpo contro il virus del fascismo, una diga resistente alla straripante deriva antidemocratica, illiberale, reazionaria dei governi di estrema destra, sostenuti dai movimenti anti-gender, antiabortisti e contrari all’educazione sessuale nelle scuole. L’Italia, come sempre, fa scuola, trasformandosi sempre di più in uno stato confessionale e moralista. Partiti come Fratelli d’Italia e la Lega, nonché la stessa premier Meloni, hanno usato la retorica anti-gender per radicalizzare la loro proposta politica. Non è un caso che si siano moltiplicate le crociate contro le donne* che scelgono di abortire e contro le persone LGBTQIAK+* e i loro percorsi di autodeterminazione. La lotta alla fantomatica “ideologia gender” è diventata il collante che ha permesso la saldatura di soggetti che pur non avendo obiettivi comuni sono riusciti a fare fronte comune. Lo scopo è generare allarmismo verso il futuro instillando panico sociale nei confronti di pericoli immaginari, senza affrontare i problemi reali. Per smascherare le fake news e le manipolazioni di questi movimenti, rivendichiamo una presa di parola collettiva durante il giubileo, e la costruzione di reti e alleanze con i movimenti per i diritti umani, per organizzare mobilitazioni e iniziative in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di difendere la laicità dello stato». La Dyke March, momento di presa di spazio pubblico e lotta radicale collettiva, sarà seguita da una festa per celebrare la comunità con una notte di danza, erotismo e cura queer. L’evento si terrà presso l’Alibi Club e sarà organizzato da Safffo, una collettiva artistica formatasi a Roma con l’obiettivo di dare uno spazio all’espressione queer e FLINTA* (donne, lesbiche, intersex, non-binary, trans e agender) indipendente. Gli eventi Safffo rispondono alla necessità di creare spazi in cui i corpi che non corrispondono necessariamente alla concezione cis-eteronormativa trovano casa. Le proposte artistiche e le policy di sicurezza della collettiva porgono l’attenzione alla creazione di spazi più sicuri e consensuali, alla libertà di espressione e all’assenza di giudizio. Gli eventi Safffo non escludono e non nascono dall’opposizione verso qualcosa, ma dalla voglia di condivisione e unione, attraverso l’espressione artistica, dove le regole della normatività etero-cis vengono sfidate e sovvertite a ritmo di festa. Dunque, anche la festa Dykes Rise, pur essendo rivolta esplicitamente a persone queer e FLINTA*, accoglierà alleatə, purché con una premessa di conoscenza e condivisione delle regole di cura della comunità. Oggi, più che mai, è il momento di lottare, ballare, celebrare, liberarci insieme, verso nuovi orizzonti di desiderio che sembrano lontani, ma che sono nel nostro raggio del possibile, perché questo spazio possiamo rivendicarlo e costruirlo noi. Foto di copertina, Pride Roma 2021, Dinamopress SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress abbiamo attivato una nuova raccolta fondi diretta. Vi chiediamo di donare tramite paypal direttamente sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo A Roma la quarta Conferenza dell’EL*C proviene da DINAMOpress.