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E’ proibito criticare le fabbriche di armi?
Si è svolta il 24 novembre presso il tribunale di Cagliari l’ennesima udienza del processo in cui è imputata per diffamazione una giovane persona sarda, da tempo impegnata nei comitati che contrastano la fabbrica di ordigni bellici RWM, che ha sede nei territori di Domusnovas ed Iglesias. Davanti al palazzo di giustizia, c’era un presidio con lo striscione STOP RWM. Dopo un’attesa di due ore, l’udienza si è concentrata sulle arringhe degli avvocati. Ma la sentenza è stata rinviata al 12 gennaio del 2026. La RWM Italia, costola della tedesca Rheinmetal, con sede legale a Ghedi in provincia di Brescia, da circa quattro anni ha svolto ingenti lavori di ampliamento dello stabilimento, allo scopo di aumentare la propria produzione, che ultimamente si è arricchita non solo quantitativamente, ma anche diversificandosi, con la produzione di droni killer, su licenza dell’azienda israeliana Uvision. Ma l’ampliamento non era legale, per la mancanza di una valutazione d’impatto ambientale (VIA) e, in seguito ai ricorsi dei comitati, affiancati da sindacati di base e movimenti, è stato bloccato il suo utilizzo. Al momento, dopo che la RWM ha presentato un VIA ex-post, per cercare una sanatoria posticipata, la parola passa alla Regione Sardegna, che deve decidere se firmare e permettere l’utilizzo degli impianti abusivi, o negarne l’autorizzazione. Per questo nelle ultime settimane si stanno moltiplicando non solo a Cagliari e Iglesias, ma anche in altre città e paesi, le iniziative di sensibilizzazione sul problema. Per questo sono state presentate alla presidente della Regione delle lettere circostanziate, che si aggiungono al dossier sull’imbatto ambientale e il rischio idrogeologico, già da tempo inoltrato. Questa, in sintesi estrema, la situazione attuale, nella quale s’inquadra anche il processo che ha subito e subisce chi ha avuto il coraggio di parlare apertamente degli enormi profitti che i costruttori d’armi ricavano dalla morte e dalla distruzione. Chi ha il coraggio di mettere in discussione la catena di consenso che le grandi aziende mortifere propagano nel territorio, attraverso il ricatto occupazionale, in una subregione dai tassi di disoccupazione tra i più alti in Europa. Il tutto spesso con l’acquiescenza delle amministrazioni comunali. Per questo, dall’aprile del 2023, ha dovuto subire due anni e mezzo di iter giudiziari, di udienze e di rinvii, con un carico economico, ma soprattutto psicoemotivo assai duro da sopportare.  Oggettivamente, sembra un modo per far pagare ai giovani il loro impegno di cittadinanza attiva e dissuaderli dal continuare. Ma i partecipanti al presidio sui gradoni del tribunale sono ottimisti: molto difficile dissuadere questi giovani e questi meno giovani, gli anziani, le famiglie coi bambini, questo movimento con molte anime che vuole rimanere coeso sull’obiettivo, quello della chiusura della fabbrica o della sua riconversione ad usi civili. Ma oggi il primo obiettivo, quello immediato è lo stop all’ampliamento illegale. Secondo l’accusa l’attivista ha diffamato l’azienda, in quanto avrebbe “travalicato i confini della critica”. Ci chiediamo cosa possa significare. Forse che si può criticare fino a un certo confine? Ma quale confine? Forse quello del filo spinato, che qualcuno vorrebbe introiettato nelle menti. Al contrario, è giusto rivendicare il diritto di parola e di critica in un momento importante, nella lotta per il disarmo e, in particolare, contro le produzioni di morte della RWM in Sardegna. Ci saranno presto altre iniziative. Carlo Bellisai
15 agosto / ferragosto 2025, come ogni venerdì dall’inizio del 2024…
Come dal primo, quello del 5 gennaio 2024, a Casale Monferrato ogni venerdì pomeriggio si raduna il gruppo di praticanti la settimanale mezz’ora di silenzio per la pace e la giustizia sociale. La manifestazione coinvolge i partecipanti a manifestare esprimendosi con la propria eloquentemente taciturna presenza all’insegna delle bandiere arcobaleno e di cartelli che indicano i paesi dove sono in corso conflitti armati e le idee condivise dalle persone che di volta in volta si aggregano al gruppo per testimoniare il proprio impegno alla diffusione della cultura della pace e a debellare la guerra e il proprio dissenso al militarismo e al riarmo, per chiedere che siano interrotte le forniture ddi armi agli eserciti belligeranti e per implorare che cessino subito i combattimenti in ogni luogo, l’assedio di Gaza e il genocidio del popolo palestinese. Il gruppo oggi sosterà dietro all’aiuola di corso Indipendenza all’incrocio con piazzale Pia e via Visconti. E, come di consueto, i coordinatori dell’iniziativa hanno avvisato i propri concittadini inviando messaggi telefonici e pubblicando post sui social-media che, per attirare l’attenzione, sono composti con un’immagine emblematica. In questa occasione la figura rappresentativa è una fotografia che illustra un murales dipinto sulla parete di un edificio a Riace, la cittadina calabra che per “rompere l’indifferenza e l’inerzia della politica” il 6 agosto scorso ha siglato il gemellaggio con Gaza. Il murales, che è un’opera di  Vincenzo Franco, raffigura papa Francesco I mentre, come un giovane graffittista, scrive su un muro DISARMARE LE PAROLE, PER DISARMARE LE MENTI E DISARMARE LA TERRA. Questa immagine suggestiva contrassegna la giornata in cui durante la consueta mezzora di silenzio il gruppo di attivisti rifletterà sui fatti accaduti durante la settimana e sulle proposte contenute nel proclama Basta dichiarazioni rituali: di fronte a ipotesi di occupazione di Gaza servono azioni concrete pubblicato il 9 agosto scorso, a cui hanno già aderito numerosi esponenti di associazioni, reti e aggregazioni, tra cui alcune a cui fanno riferimento le persone che in Monferrato promuovono la settimanale manifestazione pacifista. Tra le molte firme al proclama, gli attivisti monferrini hanno notato anche quella di Fiorella Manzini, presidente del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale nel cui archivio è conservato il poster realizzato 43 anni fa, nel 1982, dai pacifisti di Genova – che dal settembre 2001, quindi da 24 anni, ogni mercoledì manifestano praticando la ORA IN SILENZIO PER LA PACE – per illustrare il programma di un dibattito pubblico intitolato DISARMARE PER SEMPRE. BASTA… !!! La dichiarazione congiunta della società civile italiana attiva per la pace in Palestina e Israele / 15 AGOSTO 2025 – MEZZORA DI SILENZIO PER LA PACE E LA GIUSTIZIA SOCIALE Redazione Piemonte Orientale
La centrale nucelare di Gravelines assaltata dalle meduse
Nella ‘notte di San Lorenzo’, tra il 10 e l’11 agosto, quattro dei sei reattori si sono bloccati automaticamente e, siccome gli altri due erano erano già fermi per manutenzione, è improvvisamente rimasto inattivo tutto l’impianto sito nei pressi di Dunkerque. La causa non è stato un guasto o un incidente, bensì l’inaspettata invasione di un enorme sciame di meduse nei condotti e, quindi, l’ostruzione dei filtri in cui passa l’acqua, pompata da un canale collegato al Mare del Nord, che raffredda i reattori della centrale nucleare, una delle maggiori attive in Europa occidentale, del colosso francese EDF, la cui sigla sta per Électricité de France S.A. Nel comunicato pubblicato oggi, 13 agosto, EDF annuncia che “l’unità di produzione n° 6 della centrale elettrica di Gravelines è stata ricollegata alla rete elettrica nazionale” e rassicura: l’arresto, che è stato “causato dalla presenza massiccia e imprevedibile di meduse nei tamburi filtranti delle stazioni di pompaggio, situate nella parte non nucleare degli impianti”, non ha avuto conseguenze, nessun impatto “sulla sicurezza degli impianti, sulla sicurezza del personale o sull’ambiente”. Sul sito della compagnia, nella pagina che illustra l’impegno CSR del Gruppo per “contribuire alla conservazione delle risorse idriche al fine di migliorare la resilienza dell’ambiente naturale e di rispondere alle esigenze idriche in modo equilibrato e sostenibile”, l’attuale chairman e CEO di EDF precisa: “La nostra storia è sempre stata strettamente legata all’acqua. Il 90% della nostra produzione di energia elettrica ne dipende: l’acqua raffredda il nucleo delle nostre centrali elettriche, scorre attraverso le nostre centrali idroelettriche ed è una componente essenziale in tutti i nostri processi industriali”. Ma le meduse non sono d’accordo… e, premettendo di non aver avuto ruolo in questo loro assalto alla centrale nucleare di Gravelines, Greenpeace France ha commentato: «Ben fatto meduse!». “Anche se si tratta di qualcosa di abbastanza raro, non è certo la prima volta che le meduse paralizzano una centrale nucleare – osserva Umberto Mazzantini su Green Report – La stessa EDF aveva già subito invasioni di meduse negli anni ’90 e casi simili si sono già verificati, in particolare negli anni 2010, negli Usa, in Scozia, Svezia e Giappone. La proliferazione di meduse in tutto il mondo è dovuta a diversi fattori, tra i quali il riscaldamento degli oceani e climatico, ma anche alla pesca eccessiva, che elimina alcuni dei loro predatori diretti, come i tonni”. “Gli impianti costieri, pur producendo energia a basse emissioni, rilasciano in mare acqua più calda di quella prelevata per il raffreddamento – evidenzia Riccardo Liguori su GreenMe – Questo inquinamento termico può creare micro-habitat favorevoli alla crescita di meduse e altri organismi marini”. Maddalena Brunasti
“Risalire la Storia”: Un’Iniziativa per il Biellese, Tra Memoria e Futuro
da Circolo Tavo Burat “Risalire la Storia” è un’iniziativa per portare attenzione sulle aree montane del Biellese. Si svolgerà alla Trappa di Sordevolo, luogo di esperienze, di idee e pratiche concrete per la rigenerazione delle aree interne. Sarà un laboratorio residenziale, si terrà dal 31 agosto al 7 settembre ed è promosso, oltre che dall’Ecomuseo della Valle Elvo e della Serra, anche dal Circolo Tavo Burat di Biella e dalla Casa della Resistenza di Sala Biellese, con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. L’obiettivo è sviluppare un modello replicabile per lo sviluppo sostenibile montano. L’iniziativa “Risalire la Storia” è concepita come un’edizione pilota, mirata a gettare le basi per un’attività continuativa. I suoi scopi sono duplici: attrarre le nuove generazioni e valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico per contrastare il fenomeno dello spopolamento. Per comprendere appieno questa iniziativa, è utile considerare il concetto di convivialità di Ivan Illich. Illich sosteneva la necessità di strumenti e sistemi che favoriscano l’autonomia personale e la cooperazione sociale, anziché promuovere la dipendenza da istituzioni o tecnologie complesse e spesso inaccessibili. “Risalire la Storia” si allinea a questa visione, proponendo un ritorno alla montagna non solo come luogo fisico, ma come uno spazio dove è possibile ristabilire un equilibrio tra l’uomo e l’ambiente. Ciò avviene attraverso il recupero di economie circolari tradizionali e la creazione di ambienti produttivi che siano sostenibili e accessibili, promuovendo una maggiore autonomia delle comunità locali. Il programma si articola su più fronti, offrendo spunti di riflessione e opportunità pratiche: * Seminario “Metromontagna”: In collaborazione con “Riabitare l’Italia” e con la partecipazione di Filippo Barbera, docente di sociologia all’Università di Torino, si esplorerà un nuovo equilibrio tra aree urbane e montane. Il Professor Barbera è riconosciuto per le sue ricerche sulle disuguaglianze sociali e territoriali, sulle politiche dello sviluppo locale e, in particolare, sul tema del riabitare le aree interne. La sua prospettiva, focalizzata sulla riorganizzazione dei rapporti tra centri e periferie, sarà utile per analizzare la necessità di riequilibrare i flussi di risorse tra città, campagna e montagna. * Esperienza Residenziale: I partecipanti saranno coinvolti attivamente nella realtà della Trappa di Sordevolo, prendendo parte alla cura del paesaggio e allo sviluppo di pratiche sostenibili. * Rilettura della Resistenza: Verrà proposto un percorso di approfondimento sulla Resistenza in Valle Elvo e sulla Serra, per preservare e condividere la memoria locale. Questo aspetto si lega al pensiero e all’azione di Gustavo “Tavo” Burat, che ha dedicato molto del suo impegno alla difesa della memoria storica, considerandola un fondamento per la libertà e l’autonomia. * Confronto con le Eresie Montanare: In collaborazione con il Centro Studi Dolciniani e gli attori di Storie di Piazza, si rifletterà sulle diverse forme di resistenza che hanno radici profonde nella storia della montagna. Queste “eresie” sono intese come espressioni di autonomia e ricerca di modelli di vita alternativi, un tema che era caro a Tavo Burat. Burat evidenziava come le comunità montane abbiano mantenuto nel tempo una propria identità e una capacità di resistere alle omologazioni, incarnando valori di autodeterminazione e rispetto per il territorio. Il progetto si distingue per la sua originalità, combinando il tema del riabitare la montagna con la storia della Resistenza e le resistenze degli eretici. L’obiettivo è quello di una fruizione dei luoghi che vada oltre la chiave turistica, intraprendendo un percorso partecipato di riconoscimento e comprensione del patrimonio territoriale e delle sue potenzialità. La sostenibilità ambientale è un aspetto centrale e si integra con l’idea di convivialità. “Riabitare territori marginalizzati significa ristabilire un equilibrio tra uomo e ambiente, recuperando economie circolari tradizionali e creando ambienti produttivi sostenibili”, si legge nel testo del progetto sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. “Risalire la Storia” vuole essere un chiaro segnale dell’impegno del Biellese a investire nel proprio futuro, puntando sui giovani e sulla valorizzazione del territorio. Per informazioni coordinatore@ecomuseo.it – 349 3269048 (anche WhatsApp) Redazione Piemonte Orientale