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Proposta bioregionale. Unico Stato come unica soluzione per la pace in Palestina/Israele
La soluzione di uno Stato unico, o soluzione bioregionale, è un approccio proposto per venire a capo del conflitto israelo-palestinese. I sostenitori di questa soluzione propongono la creazione di un unico Stato che comprenda l’intero territorio di Israele/Palestina, con il riconoscimento di cittadinanza e pari diritti per tutti gli abitanti, a prescindere da etnia o religione. Sebbene questa soluzione, basata su un dato di fatto, sia ragionevole e foriera di pacificazione, essa è stata sinora ignorata nelle trattative di pace. Tra i fautori ricordo Mustafa Barghouti, egli fu tra i primi a lanciare la proposta politica di “un unico Stato per due popoli, laico e tollerante, con diritti e doveri per tutti”. La commistione e l’integrazione sono sempre avvenuti nella storia ed in tutti i Paesi del mondo, a seguito delle continue migrazioni umane sulla terra. Un naturale aggiustamento nel riconoscimento di appartenenza alla stessa specie. Basterebbe guardare la storia d’Italia con tutti i mescolamenti avvenuti nei secoli. In Palestina, prima dell’immigrazione sionista dal 1947 in poi, esisteva una forma di equilibrio, convivevano arabi, ebrei, cristiani di varie fedi e persino laici ed atei. Il problema del mantenimento di questa convivenza pacifica è subentrato con la pretesa dei vertici sionisti di affermare un diritto ancestrale sulla terra palestinese ma questa è una assunzione non corroborata da fatti reali, questo diritto di proprietà univoca è un titolo indebitamente assunto e tale acquisizione è basata su una falsa “distinzione razziale” e sulla reiterata asserzione di un diritto definito “ereditario” sul territorio palestinese. Accettare il dato di fatto dei pari diritti e della comune appartenenza al luogo in cui si vive sarebbe il primo passo per una convivenza pacifica, sia per la componente allogena sionista che per quella autoctona palestinese. E questa soluzione sarebbe pienamente in linea con il dettato bioregionale. Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana Paolo D'Arpini
Da Firenze Noa chiede la fine della guerra e lancia “Re-Imagine Peace”
Durante un emozionanti concerto nella chiesa di Santa Croce a Firenze, gremita di gente,  la cantante israeliana Noa ha lanciato il suo appello per la pace e la fine della guerra ed annunciato Re-Imagine Peace, evento musicale e culturale con palestinesi ed israeliani insieme per un nuovo rinascimento. Qui di seguito il testo integrale del suo discorso. Prima di cantare, devo parlare. Prima di innalzare la mia voce per chiamare gli angeli, per invocare lo Spirito Santo affinché apra i cuori e le menti della famiglia umana, prima di chiamare le dee, le matriarche, le profetesse, le antiche guerriere, le madri primordiali di tutte le cose e implorarle di instillare compassione e gentilezza nei cuori di tutti i loro figli, prima di spiegare le mie ali di luce e trasformarmi in un uccello, volando in alto sopra la terra, in alto sopra la follia degli uomini, in alto sopra il dolore e la sofferenza, la crudeltà, l’avidità, la paura paralizzante, la follia accecante, l’orribile violenza, Prima di aprire le mie braccia e invitarvi a unirvi a me in questo viaggio, Devo parlare in termini chiari. Come Israeliana, come donna, come ebrea, madre, essere umano, chiedo la fine immediata dell’orribile guerra condotta a Gaza, che è stata giustificata inizialmente come rappresaglia per il mostruoso attacco contro i civili Israeliani del sette ottobre, dove Hamas ha massacrato, violentato, mutilato e rapito uomini, donne e bambini, ma che da allora si è mostruosamente trasformata in una guerra di attacchi messianici, folli, illegali e immorali contro civili innocenti, tra cui migliaia di bambini, che vengono affamati e uccisi in modo indiscriminato. Questo va al di là delle parole, al di là dell’immaginazione; sono devastata, disgustata e furiosa, desidero innalzare la mia voce in modo chiaro e inequivocabile: non in mio nome si sta facendo questo, né in nome di milioni di Israeliani che sono stati illusi, plagiati, ingannati, traditi e rapiti, sì, rapiti!… da un gruppo demoniaco, folle e corrotto di individui che condurranno non solo Gaza, ma anche Israele, alla morte, se non verranno fermati. È importante che voi sappiate che noi in Israele stiamo lottando valorosamente contro questi criminali, così come gli abitanti di Gaza, anche nella tragedia indicibile che stanno soffrendo, innalzano le loro voci coraggiose contro Hamas, spesso a costo della morte, e abbiamo tutti bisogno del vostro aiuto. Vi chiediamo di stare con il popolo israeliano, NON con il governo israeliano, proprio come dovreste stare con il popolo palestinese, NON con Hamas. Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno della comunità internazionale, ma NON con altro odio, altri guerrafondai e veleni, NON con altra propaganda, menzogne, antisemitismo e islamofobia, NON con altre armi, NO, mai più bombe! Abbiamo bisogno di un’azione diplomatica chiara e decisa, abbiamo bisogno che i nostri amici denuncino la folle leadership di ENTRAMBE le parti e sostengano una leadership moderata, insistendo sulla fine IMMEDIATA della guerra, sull’IMMEDIATO ritorno di tutti gli ostaggi, sull’IMMEDIATO avvio di un processo diplomatico che garantisca la sicurezza e la prosperità di entrambi sia degli israeliani che dei palestinesi. Riconoscete la Palestina insieme a Israele, non la Palestina al posto di Israele. Non cercate di risolvere una tragedia mentre ne create un’altra. Questa è la ricetta per un eterno spargimento di sangue e nessuno sarà risparmiato. Né in Medio Oriente, né da nessuna parte. Sostenete la soluzione dei due stati, abbiamo tutti bisogno di un luogo sicuro in cui prosperare, con la nostra lingua, cultura e identità… nessuno vuole imporsi sull’altro, occupare, governare e abusare l’altro, piuttosto, da una posizione di equilibrio, da una posizione di fiducia, cerchiamo di avvicinarci e costruire ponti e legami, per il benessere reciproco di tutti. Ci vorrà tempo, siamo due popoli profondamente feriti e traumatizzati, ma questa è la strada che dobbiamo percorrere. Non possiamo correggere il passato, ma possiamo sicuramente concentrarci sul futuro. Tra pochi mesi, miei cari amici fiorentini, avrete l’opportunità di far sentire la vostra voce per la pace insieme a noi, qui nella vostra città, in un bellissimo e unico festival di ventiquattro ore che stiamo organizzando insieme alla cara Sindaca Sara Funaro, al Comune e a tutti i nostri partner, chiamato “Re-Imagine Peace”… il tredici e il quattordici  settembre, proprio mentre l’estate volge al termine. Vi porteremo relatori, organizzazioni, artisti e musicisti di ogni genere, palestinesi e israeliani che lavorano insieme, reinventando con coraggio il nostro presente e il nostro futuro, diffondendo luce e speranza, correndo dove la strada è interrotta, cantando dove non si pronunciano parole. Dalla città natale del Rinascimento, speriamo di incoraggiare un nuovo rinascimento, fatto di compassione, coesistenza e pace. L’ingresso sarà gratuito. Unitevi a noi, portate i vostri amici e i vostri figli, venite a imparare, a sostenere, ad ascoltare, condividere, cantare e ballare la danza della speranza. Abbiamo bisogno di voi. Grazie! Redazione Toscana