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Enzo Ferrara: le dimensioni dell’impatto ambientale di armi e industria bellica
Alla quinta della serie di sei conferenze ‘a calendario’ nel programma PACIF I CARE, mercoledì 3 dicembre prossimo interviene il presidente del Centro Studi ‘Sereno Regis’. La sua relazione focalizza l’attenzione su un particolare ‘effetto collaterale’ dei conflitti armati e dell’industria bellica: il loro impatto ambientale. «L’ambiente è sovente descritto come una vittima silenziosa, ma lo si può anche definire invisibile, della guerra – spiega Enzo Ferrara – La metrica d’impatto di un conflitto armato, che giustamente prima di tutto vaglia il numero di vite perdute, ferite o spogliate di ogni diritto e bene, però non rende in forma completa il danno provocato. Le catastrofi ambientali causate dalle guerre, più precisamente dall’industria bellica, anche quando prepara e raffina le proprie armi, iniziano ben prima di esse e i loro effetti nocivi perdurano ben oltre la fine degli scontri. In alcuni casi, come per l’uso di ordigni nucleari o chimici, le loro conseguenze non avranno mai termine nell’arco della storia umana». Un collaboratore dei periodici scientifici Altronovecento, Gli Asini e Medicina Democratica e membro del comitato editoriale delle riviste scientifiche Epidemiologia & Prevenzione e Visions for Sustainability e Close Encounters in War, Enzo Ferrara è un ricercatore all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM). L’ente coordina 138 progetti svolti nelle proprie sedi, la storica e la principale a Torino, una a Pavia e una Firenze (LENS – European Laboratory for Non-Linear Spectroscopy), e in 132 laboratori. Le sue attività di ricerca consistono in studi per l’elaborazione di metodi, parametri e campioni “necessari per la riferibilità e il valore legale delle misure nei settori dell’industria, del commercio, della ricerca scientifica, della salvaguardia della salute e dell’ambiente, nonché per le necessità di misura in campo giudiziario e per qualsiasi altro settore in cui gli alti contenuti scientifico-tecnologici propri della ricerca metrologica trovino ricadute applicative di interesse”. La metrologia, o scienza della misurazione che oltre alle tecniche elabora anche la definizione dei parametri delle misurazioni, è una scienza multidisciplinare che si basa sui fondamenti teorici delle scienze esatte – matematica, geometria, fisica,… statistica – e sulle osservazioni e rilevazioni effettuate con gli strumenti di precisione, ha origini antichissime, correlate all’astronomia e, in particolare, all’agronomia. Le sue basi nella modernità furono gettate con l’avvio del progetto che, intrapreso da Ephraim Chambers nel 1728 a Londra, venne perfezionato e portato a termine da Denis Diderot insieme a Jean-Baptiste d’Alembert dal 1750 al 1772 redigendo la serie di tomi della Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers  (Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri). > L’opera che iniziamo […] ha due scopi: in quanto enciclopedia, deve esporre > quanto più è possibile l’ordine e la connessione delle conoscenze umane; in > quanto Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, deve > spiegare i principi generali su cui si fonda ogni scienza e arte, liberale o > meccanica, e i più notevoli particolari che ne costituiscono il corpo e > l’essenza – Discorso Preliminare di d’Alembert al primo volume > dell’Encyclopédie Leggendo attentamente ogni ‘voce’ della Encyclopédie di Diderot e d’Alambert si capisce che con la sua realizzazione venivano perseguiti anche obiettivi molto pratici, e ‘concreti’. La dettagliata descrizione di tecniche e tecnologie produttive infatti forniva ai pionieri della nascente industria ogni informazione utile a condurre con successo, e profitto, le loro imprese economiche e commerciali. Alcune ‘voci’ e ‘tavole’ dell’opera inoltre contenevano indicazioni, anche suggerimenti, su come armare eserciti e flotte con cui i francesi, ovviamente, sarebero riusciti a predominare sugli avversari in Europa e, in particolare, nel lontano oriente e nelle ‘terre vergini’ dell’Africa e del nuovo mondo, il continente americano. Siccome ogni popolo ed etnia calcola lunghezze, superfici, volumi e pesi con parametri specifici, che per comparare bisogna confrontare e ‘tradurre’, le procedure francesi vennero uniformate al sistema metrico decimale e nel 1795 l’Assemblea nazionale stabilì che un metro corrispondesse alla “quarantamilionesima parte di un meridiano terrestre” e un chilogrammo alla “massa di un appropriato volume di acqua purificata”. Contemporaneamente negli Stati Uniti la ‘conquista del Far West’ dava impulso alla standardizzazione dei proiettili per le pistole e i fucili di cui disponevano i coloni che si insediavano nei territori alla frontiera e man mano, come per i calibri delle munizioni delle armi, si diffuse l’uniformazione delle dimensioni di ogni ‘cosa’ fabbricata industrialmente, degli attrezzi e degli oggetti e delle loro componenti, e anche degli ingranaggi dei macchinari con venivano prodotti nelle catene di montaggio.   Oggi con l’ausilio dei computer e dell’intelligenza artificiale si fanno calcoli molto complicati, nel passato impensabili. Ma misurare le dimensioni dell’impatto ambientale delle guerre e dell’industria bellica non è facile e, come evidenzia Enzo Ferrara nella presentazione della propria relazione sull’argomento, le devastazioni di ecosistemi prodotte dai conflitti militari e con la fabbricazione di armi sono molteplici e alcune tali che le proporzioni di intensità, vastità e durata dei loro effetti sono incommensurabili… Informazioni vengono fornite in risposta a messaggi inviati al recapito mezzoraperlapace@gmail.com Approfondimenti sulla conferenza sul tema L’IMPATTO AMBIENTALE DELLA CORSA AGLI ARMAMENTI sono pubblicati nelle pagine online: * 27 novembre 2025 : IL PREMIO MONFERRINO ALL’IMPEGNO PER LA TUTELA AMBIENTALE * 29 novembre 2025 : PACE ED ECOLOGIA: UN ‘BINOMIO’ INDISSOLUBILE, E IMPRESCINDIBILE L’iniziativa è organizzata dai coordinatori della MEZZORA DI SILENZIO PER LA PACE E LA GIUSTIZIA SOCIALE, praticata ogni settimana tutti i venerdì pomeriggio continuativamente dal 5 gennaio 2024 coinvolgendo un gruppo eterogeneo di cittadini di Casale Monferrato e dintorni a testimoniare insieme il comune impegno, e viene realizzata in collaborazione con EDUCATIONALE FORUM e RETE SCUOLE INSIEME di Casale Monferrato e con contributi del CENTRO SERVIZI PER IL VOLONTARIATO ASTI ALESSANDRIA (CSVAA) e di numerose associazioni e aziende cittadine e del territorio, cooperanti all’attuazione del programma PACIF I CARE – COSTRUIRE PERCORSI DI SOLUZIONE DEI CONFLITTI in solgimento da ottobre 2025 fino a marzo 2026. Le registrazioni delle conferenze già svolte sono disponibili online sulla piattaforma YouTube: * LA MILITARIZZAZIONE DELLA SCUOLA E DELLA SOCIETÀ * ARMI NUCLEARI E SICUREZZA UMANA * VECCHIE E NUOVE ARMI NEI CONFLITTI IN CORSO * COSTRUIRE LA PACE IN UN MONDO IN GUERRA   Maddalena Brunasti
Il “regolamento EDIP”, cioè ‘Programma per l’industria europea della difesa’ approvato dal Parlamento UE
Alla votazione di oggi, 25 novembre 2025, 457 deputati, che insieme a 33 astenuti hanno ‘sorpassato’ i 148 contrari, hanno deliberato a favore del testo che determina regole e procedure dell’assegnazione di 1,5 miliardi di euro stanziati allo scopo, ovvero con cui potenziare la capacità produttiva e rafforzare il comparto dell’industria della difesa dell’unione, favorire gli appalti congiunti e aumentare il sostegno all’Ucraina. A premessa del testo programmatico è ricordato che – i capi di Stato o di governo dell’Unione “riuniti a Versailles l’11 marzo 2022, si sono impegnati a rafforzare le capacità di difesa europee” – nel 2023 il Consiglio europeo, “dopo aver preso in considerazione i lavori svolti per dare attuazione alla dichiarazione di Versailles dell’11 marzo 2022 e alla bussola strategica per la sicurezza e la difesa approvata dal Consiglio il 21 marzo 2022, ha sottolineato che occorre fare di più per conseguire gli obiettivi dell’Unione di aumentare la prontezza alla difesa” e, posto che > Il ritorno di un conflitto ad alta intensità causata dalla guerra di > aggressione non provocata e ingiustificata della Russia nei confronti > dell’Ucraina ha un impatto negativo sulla sicurezza dell’Unione e degli Stati > membri e richiede un aumento significativo della capacità degli Stati membri > di rafforzare le proprie capacità di difesa. > > Il deterioramento a lungo termine della sicurezza regionale e mondiale > richiede un cambiamento radicale della portata della base industriale e > tecnologica di difesa europea (European Defence Technological and Industrial > Base – EDTIB) e della velocità con cui questa è in grado di sviluppare e > produrre l’intera gamma di capacità militari. viene affermato che > Per conseguire tale prontezza e difendere l’Unione, un’industria europea della > difesa forte, resiliente, > innovativa e competitiva rappresenta un prerequisito. Precisando che “La base industriale europea della difesa è composta da grandi società multinazionali, aziende a media capitalizzazione e oltre 2˙000 piccole e medie imprese, che insieme raggiungono un fatturato annuo complessivo stimato a circa 70 miliardi €, il comunicato diramato oggi dall’ufficio stampa del Parlamento Europeo informa che, applicando “il principio Buy European” e per “incentivare l’acquisto di prodotti per la difesa europei”, in EPID è stabilito che “per essere ammissibili ai finanziamenti, il costo dei loro componenti provenienti da paesi terzi non associati non può superare il 35 % del costo totale stimato dei componenti”. Specificando che dell’intera somma di 1,5 miliardi destinata al programma EDIP, 300 milioni € sono “stanziati a favore dello strumento di sostegno per l’Ucraina” e che è stata trovata un’intesa riguardo all’assegnazione, “attraverso contributi finanziari supplementari”, di “indicativamente almeno 150 milioni €” destinati per la “creazione di un fondo per accelerare la trasformazione delle catene di approvvigionamento della difesa (lo strumento FAST)”, il comunicato annuncia che, “grazie a contributi aggiuntivi provenienti dallo strumento di azione per la sicurezza dell’Europa (SAFE)” e, inoltre, “grazie alla possibilità di reindirizzare e riassegnare i fondi non spesi” trovando il modo di “sfruttare appieno il potenziale del dispositivo per la ripresa e la resilienza“, “i deputati sono riusciti a ottenere più fondi per il bilancio del programma”. Il comunicato spiega come gli europarlamentari sono giunti a questi risultati a partire dal 5 marzo 2024, “quando la Commissione ha proposto il regolamento relativo al programma per l’industria europea della difesa (EDIP) per garantire la prontezza industriale nel settore della difesa” e mirando a raggiungere l’obiettivo di “colmare il divario tra le misure di emergenza a breve termine, come il regolamento sul sostegno alla produzione di munizioni (ASAP) e lo strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA), attraverso un approccio più strutturale e a lungo termine”. Il comunicato inoltre riferisce le dichiarazioni di alcuni esponenti della Commissione per la sicurezza e la difesa: * la presidente, Marie-Agnes Strack-Zimmermann (Renew, Germania) – “Il Programma europeo per l’industria della difesa (EDIP) segna un passo importante verso un approccio più efficiente, più rapido e autenticamente europeo agli appalti nel settore della difesa e al rafforzamento delle capacità di difesa europee. È concepito per avere un impatto duraturo, fungendo da punto di riferimento per le iniziative future e plasmando il modo in cui la cooperazione europea nella produzione della difesa sarà organizzata oltre il 2027” * François-Xavier Bellamy (PPE, Francia) – “Questo programma rappresenta un importante passo avanti per la sicurezza del continente europeo e per lo sviluppo della nostra industria della difesa. Dopo decenni di pericolose dipendenze che hanno messo a rischio la sovranità delle nostre democrazie e la protezione dei nostri Paesi, il programma EDIP invertirà la dipendenza dalle importazioni che ha prevalso in Europa. Rafforzerà in modo concreto la nostra base industriale, consentendoci di garantire autonomamente che le nostre forze armate dispongano dei mezzi necessari per svolgere il loro mandato” * Raphaël Glucksmann (S&D, Francia) – “L’EDIP è il primo strumento dell’UE in materia di difesa che sia veramente europeo. Di fronte alla guerra su vasta scala della Russia contro il nostro vicinato e ai ripetuti attacchi contro i nostri stessi Paesi, dobbiamo rafforzare i nostri sistemi di difesa comuni e incrementare collettivamente le nostre capacità di difesa. L’EDIP ci consentirà di costruire un’Europa più resiliente e sovrana, attraverso investimenti congiunti, appalti comuni dal settore tecnologico e industriale europeo della difesa, e un’ulteriore integrazione delle industrie della difesa ucraine ed europee. Questo è essenziale per garantire che possiamo proteggere le nostre democrazie in modo efficace e autonomo”. Redazione Italia
«Riconvertiamo le fabbriche di morte» contro il riarmo nella valle del Sacco
Abbiamo intervistato Federico Bernardini, di Disarmiamoli Valle del Sacco, in vista della mobilitazione prevista per il 26 ottobre a Colleferro che connette la lotta contro il genocidio alla lotta contro il riarmo. Nella provincia di Roma infatti, hanno luogo progetti di espansione dell’industria bellica connessi con la drammatica situazione internazionale. Avete lanciato una mobilitazione importante per domenica 26 ottobre, che unisce la solidarietà alla Palestina e la critica all’economia di guerra con la tutela del territorio, ci racconti le ragioni della manifestazione il percorso che ha portato a questa data? Le ragioni che ci hanno spinto a promuovere la manifestazione sono principalmente tre: 1. Esprimere solidarieta al popolo palestinese e ribadire che siamo per il diritto all’autodeterminazione dei popoli, temendo che questo discutibile accordo di pace possa far calare l’attenzione sul genocidio in atto in Palestina. 2. Ribadire l’opposizione alle politiche di riarmo nazionali ed europee che drenano fondi pubblici e li sottraggono a settori molto sensibili, soprattutto per quanto riguarda la Valle del Sacco, come bonifiche ambientali e sanità pubblica. 3. Chiedere la riconversione delle industrie belliche del territorio (KNDS e Avio) per non sentirci complici della devastazione in Palestina, ma anche in Sudan e Ucraina e negli altri luoghi del mondo dove ci sono conflitti armati. Il percorso che ci ha portato a questa manifestazione nasce agli inizi del 2024, quando siamo rimasti scioccat* da mesi di risposta brutale dell’IDF ai fatti del 7 ottobre. Ad un certo punto non siamo più riuscit* a rimanere in silenzio ed abbiamo sentito la necessità di creare un coordinamento per cominciare a controbattere la narrazione dominante sulle motivazioni del riaccendersi di un conflitto quasi secolare. Abbiamo organizzato una serie di cineforum itineranti nei paesi della zona, dove proiettavamo documentari e film che spiegavano la condizione di occupazione e apartheid in cui sono costretti a vivere i palestinesi, forum sulle fabbriche di armamenti, fiaccolate e sit-in in solidarieta con la global sumund flottilla. L’evento più partecipato è stato sicuramente il sit-in contro l’ampliamento della KNDS ad Anagni. Il territorio di Colleferro è da sempre un territorio sacrificato allo sviluppo del capitale e alla esternalizzazione del peso ecologico di una città come Roma. Potresti spiegarci in che termini? Colleferro nasce intorno ad una fabbrica di armamenti e di prodotti chimici, durante il ventennio fascista. Ha sofferto i danni causati dalle scorie di tali industrie, primo fra tutti il betaesaclorocicloesano, una molecola derivata dalla lavorazione del Lindano (un insetticida utilizzato in agricoltura), ma non solo. La presenza di un enorme cementificio e di fabbriche belliche (SNIA BPD) hanno contribuito gravemente all’inquinamento del territorio. Alla fine anni 90, Colleferro diventa un polo dei rifiuti, con l’istituzione della discarica di Colle Fagiolara e, successivamente, dei due inceneritori. Da qui si comincia a sentire il peso dei rifiuti della capitale che arrivano ad aggravare una situazione già pesantemente compromessa. Attualmente gli inceneritori sono chiusi e la discarica è in fase di chiusura, ma la speculazione non ha abbandonato il nostro territorio. Centinaia di ettari di capannoni per la logistica stanno invadendo la Valle del Sacco, accompagnati da centinaia di ettari di parchi fotovoltaici che sorgeranno su terreni agricoli. Da ultimo, ma non per importanza, oggi assistiamo all’ampliamento delle industrie belliche. A pochi chilometri da Colleferro, ad Anagni c’è una vicenda salita da qualche tempo agli onori della cronaca per via di un progetto della ditta KNDS, ex Winchester, sui capannoni di una ex fabbrica, ce lo puoi raccontare? Ad inizio 2025, navigando tra i progetti in VIA sul sito della regione Lazio, un membro della mia associazione incappa in questo progetto di ampliamento della ex Winchester, oggi KNDS. La KNDS Ammo Italy ha una sede anche a Colleferro dove produce munizionamento di ogni genere, ed è leader mondiale nella produzione di munizionamento navale. Nella sede di Anagni, fino ad ora, si occupavano di dismettere munizionamento scaduto. Questo progetto invece, attraverso il finanziamento europeo ASAP, regala 25 milioni di euro a KNDS per la costruzione di 11 capannoni, destinati alla produzione di nitrogelatina, [esplosivo, necessario per la produzione di propellenti militari ndr] per circa 40 tonnellate al mese. Non è l’unico caso di industria bellica in espansione nel territorio. Avio Spa, società controllata da Leonardo, che fino a pochi anni fa operava quasi esclusivamente nel settore aerospazio, si sta ampliando nel territorio di Colleferro, grazie ad una variante urbanistica\lottizzazione approvata dalla giunta comunale. Ora ha aperto una sede negli USA con lo scopo dichiarato di arrivare al 40 per cento del suo fatturato derivante dal dipartimento difesa. Avio e’ leader nella produzione di motori per missili terra-aria. Già li produceva per la europea MBDA ma ora comincera a produrli anxche per l’US army e per industrie americane come Raytheon direttamente coinvolte nel genocidio palestinese. KNDS Ammo Italy produce munizionamento compatibile con l’artiglieria terrestre israeliana e munizionamento navale che potrebbe essere stato utilizzato dalle motovedette israeliane per bombardare Gaza, come ci dice un’inchiesta della rivista Altraeconomia. Purtroppo non possiamo affermare con certezza che KNDS rifornisce direttamente l’IDF ma possiamo affermare che, vendendo munizionamento agli USA, dà la possibilità a questi ultimi di esportare munizioni verso Israele senza svuotare i propri magazzini. L’economia di guerra a Colleferro oggi impiega persone. Come riuscire, nella vostra esperienza, a superare la dicotomia ambiente e pace vs. lavoro e quindi come allargare il consenso nella lotta contro il riarmo anche in territori come il vostro? L’economia di guerra oggi a Colleferro impiega più di mille persone, un numero importante in una cittadina di ventimila abitanti. Siamo coscienti di questo e del fatto che da questo lavoro derivi la sopravvivenza di altrettante famiglie. Ed è per questo che chiediamo la riconversione e non la chiusura di queste industrie. Avio e Knds, insieme, occupano quasi mille ettari, oltre un terzo del totale del territorio di Colleferro. La loro presenza inibisce ogni qualsivoglia speranza di sviluppo industriale, agricolo e sociale del nostro territorio, piegandolo alle proprie necessità. Ad esempio il Comune di Colleferro, intenzionato a creare una nuova area industriale, fa un avviso pubblico per sondare la possibilità di istituirla su terreni agricoli, quando potrebbe semplicemente far leva per utilizzare i terreni industriali posseduti da Secosvim (910 ettari), una società immobiliare controllata al 100 per cento da Avio Spa. Non è questa la strada per una riconversione ecologica dell’area. La foto di copertina è di Marta D’Avanzo, Dinamopress SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo «Riconvertiamo le fabbriche di morte» contro il riarmo nella valle del Sacco proviene da DINAMOpress.
Investimenti pubblici nell’industria bellica: il caso Fincantieri
Sono tanti i casi di accordi pubblico-privati nel settore bellico italiano. Ne è un ennesimo esempio quello di Fincantieri, gruppo controllato dallo Stato, che ha firmato un’intesa strategica con la start-up italiana Defcomm, specializzata nei droni per il settore marittimo. Questo per accelerare lo sviluppo di unità navali e droni di superficie destinati a missioni di […]
Genova. Al Comune centro-sinistra e destra votano insieme contro gli studenti e per la Leonardo
Lunedi il Consiglio Comunale di Genova ha votato all’unanimità due mozioni, presentate dal centrodestra, che segnano un grave arretramento politico e culturale per la nostra città. Il centrosinistra ancora una volta ha scelto di piegarsi al “pragmatismo politico” rinunciando a ogni forma di opposizione reale. La prima mozione, che esprime […] L'articolo Genova. Al Comune centro-sinistra e destra votano insieme contro gli studenti e per la Leonardo su Contropiano.
Convegno | Anni di guerra: menzogne, verità, scintille – di Effimera
Effimera.org organizza per il 15 novembre 2025, al C.S. Cantiere a Milano, Viale Monterosa, 84, un convegno dal titolo: ANNI DI GUERRA: MENZOGNE, VERITÀ, SCINTILLE. L’incontro si terrà a partire dalle 10 sino alle 19. Pubblichiamo il documento di indizione che illustra i temi che verranno trattati e i nomi dei relatori e delle [...]
Qualcosa è cambiato – di Faber
Posso scrivere una poesia con il sangue che sgorga, con le lacrime, con la polvere nel mio petto, con i denti della ruspa, con le membra smembrate, con le macerie dell'edificio, con il sudore della protezione civile, con le urla delle donne e dei bambini, con il suono delle ambulanze, con i resti di un [...]
Perché continuiamo, con i nostri soldi, ad aiutare l’industria bellica?
Questo articolo è un po’ il naturale seguito dell’articolo che avevo intitolato “Perché noi europei continuiamo ad aiutare economicamente gli Stati Uniti?” Il fattore comune sono i nostri risparmi, che diamo in gestione a banche o altri operatori come SGR o comunque professionisti della gestione del denaro. E i risparmiatori che compiono questa azione si dividono in due categorie: chi proattivamente indica specificatamente DOVE investire e dove NON investire, e quelli che invece non lo fanno. Quelli che non lo fanno pertanto lasciano libero il professionista/la banca/il fondo di investimento, di scegliere loro dove investire, e a questo punto costoro possono tranquillamente scegliere, tra i vari settori, oltre all’acquisto di titoli USA (come spiegato nell’articolo precedentemente menzionato), anche quello delle armi, storicamente molto redditizio e che è assolutamente preso attentamente in considerazione dagli operatori finanziari. Poco importa se il settore bellico è tra quelli che produce il minore impatto positivo generale in termini strettamente di sviluppo economico, meno ancora che i suoi “prodotti” generino enormi quantità dolore e disperazione. A questo punto la domanda che potrebbe sorgere spontaneamente è più o meno questa: “ma io cittadino che investo, ed io professionista che gestisco il risparmio, posso sapere e ancora più importante, so effettivamente se sto investendo anche in armi?”. Ora la risposta teorica è un secco “sì”, ci mancherebbe altro che, volendo, non sia possibile sapere come esattamente vengono investiti i miei soldi, ma in pratica la risposta reale ad oggi non è un secco “sì” oppure “no”, ma un misto, perché le norme relative sono, a mio avviso come in decine di altri casi, volutamente “torbide”. Difatti ci sono Fondi che si intitolano “sostenibili” e a cui però le norme europee non vietano di investire anche in armi “non controverse”; a parte la terribile ipocrisia del separare le armi in “controverse” e “non controverse”, come se le prime non uccidessero, a questo punto chi investe in tale fondo dovrebbe prendersi la briga di verificare nel dettaglio cosa acquista in dettaglio, e continuare a controllare costantemente.  La storia insegna che, da sempre, chi governa è chi ha molto denaro, perché di fatto molto denaro significa molto potere. E l’enorme potere economico delle industrie belliche ha pesantemente “influenzato” l’Unione Europea, e il risultato è che “La Commissione europea e l’ESMA sottolineano che i fondi sostenibili possono includere società della difesa a determinate condizioni.”, e più in generale ha prodotto il classico “intorbidimento delle acque”, con norme appunto poco chiare, univoche e in continuo aggiustamento/mutamento a favore della filiera bellica, e il risultato è che negli ultimi anni, anche stante il fatto che le armi rendono molto, è raddoppiato il volume del risparmio gestito che finanzia tale settore. Insomma, ancora una volta stiamo barattando un futuro più pacifico e sereno per i nostri figli/nipoti, in cambio di un po’ di soldi, come recita il modo di dire “pochi, maledetti, ma subito!”. Al di là quindi dell’oggettiva difficoltà, per un cittadino o un professionista, ad esaminare dettagliatamente ogni singolo strumento di investimento, per decidere se investire un meno, la soluzione STRUTTURALE è semplice ed ovvia, e cioè far gestire i propri denari a quei soggetti della finanza etica che perentoriamente si tengono lontanissimi dalle armi, come segnalato anche nella seconda parte del già richiamato articolo. Ed è per questo che ancora una volta mi appello a tutti, affinché, al di la delle proteste, ciascuno AGISCA con l’unico linguaggio che il potere economico capisce, quello del denaro. E questo si fa banalmente smettendo di utilizzare banche/assicurazioni/compagnie elettriche che non siano etiche, e se qualcuno, leggendo questa frase, sorridesse pensando che io sia un ingenuo, e che queste alternative etiche non esistano, lo invito a infomarsi meglio e verificare, esistono eccome e io personalmente ne faccio parte e uso da molti anni. Pace.   Gianni Girotto
Genova per noi #2 | Intervista a Riccardo Degl’Innocenti sugli scioperi dei portuali a sostegno alla Sumud Flotilla – a cura di Lidia Demontis e Roberto Faure
Una seconda intervista di Effimera sulla situazione genovese e sugli scioperi dei portuali a sostegno alla Sumud Flotilla. Parla Riccardo Degl’Innocenti, genovese, esperto di porti, attivista di The Weapon Watch, Osservatorio sulle armi nei porti europei (www.weaponwatch.net), da sempre al fianco del CALP di Genova.  ***** 1. La vostra mobilitazione è stata un successo, [...]
Il vento che tira. Per la pace il conflitto! – di Emanuele Braga
Lo sciopero italiano del 22 settembre per la Palestina è stato uno sciopero sociale. Da anni non si vedeva la società ribellarsi all’unisono in questo modo. Alla chiamata Blocchiamo Tutto, una moltitudine di persone si è riversata in strada, abbandonando il posto di lavoro, i banchi di scuola, i negozi e le case. Abbiamo [...]