Tag - sicurezza sul lavoro

Ancora morti sul lavoro nella provincia di Caserta, per mancanza di sicurezza
ANCORA MORTI SUL LAVORO NELLA PROVINCIA DI CASERTA – ANCORA INCIDENTI E OMICIDI PER MANCANZA DI SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO Oggi (ieri, ndr) venerdì nero in Provincia di Caserta a Marcianise presso la ECOPARTENOPE, azienda impiegata con i propri interessi nella raccolta e nel trattamento di olii esausti e […] L'articolo Ancora morti sul lavoro nella provincia di Caserta, per mancanza di sicurezza su Contropiano.
Strage ferroviaria di Brandizzo: adesso giustizia!
A due anni dalla strage ferroviaria a Brandizzo, Medicina Democratica aderisce all’iniziativa dei sindacati di base, sabato 30 agosto 2025, dalle ore 14.00 davanti alla Stazione ferroviaria: non solo per non dimenticare, ma anche per chiedere un procedimento giudiziario rigoroso, rapido e che faccia emergere tutte le responsabilità.  “Aderiamo all’iniziativa dei sindacati di base di sabato 30 agosto, ore 14 , davanti alla stazione ferroviaria di Brandizzo (TO), non solo per non dimenticare la strage avvenuta esattamente due anni fa e costata la vita a 5 lavoratori, ma anche e soprattutto per chiedere un procedimento giudiziario rigoroso e rapido, che faccia emergere tutte le responsabilità”, ha dichiarato Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica ETS. “Oltre al dovuto ricordo dei lavoratori uccisi da una organizzazione del lavoro criminale – ha aggiunto Caldiroli – sosteniamo qui e altrove ogni iniziativa per l’affermazione del diritto alla salute e alla sicurezza in tutti i luoghi di lavoro”. L’indagine per la strage di Brandizzo è stata chiusa a luglio 2025 con il rinvio a giudizio di 24 persone lungo tutta la filiera, dal committente RFI, alle imprese appaltatrici, per cui si attende un processo in tempi rapidi; c‘è però una lunga catena di eventi che hanno interessato i luoghi di lavoro ferroviari con effetti disastrosi sia nei confronti dei lavoratori così come degli utenti, come a Pioltello (MI) 25 gennaio 2018, che costò la vita a due passeggeri, e/o dei residenti come a Viareggio, 29 giugno 2009, con 32 morti e un centinaio di feriti, ma non sempre si è arrivati a una giustizia. Oltre alla ricorrenza della strage di Brandizzo, occorre ricordare che pochi giorni fa sono state depositate le motivazioni della sentenza per il disastro di Pioltello, in cui i vertici di Rete Ferroviaria Italiana sono stati incredibilmente assolti perché “non potevano sapere” del giunto della rotaia in pessime condizioni, scaricando ogni colpa sul responsabile locale della manutenzione. “Le motivazioni assolutorie non appaiono condivisibili, perché negano il ruolo di garanzia dei datori di lavoro e dei dirigenti, responsabili delle politiche manutentive, scaricando sull’ultima ruota della gerarchia aziendale tutte le responsabilità,” ha sottolineato Marco Caldiroli. “Ma la catena di eventi che ha determinato il disastro di Pioltello – ha aggiunto – è simile, anche nella distribuzione delle responsabilità, a quella di Viareggio, dove, anche se non siamo alla sentenza finale, le responsabilità dei vertici delle singole aziende coinvolte sono state riconosciute. Nel caso di Viareggio, inoltre, vi è da segnalare che Medicina Democratica come altre parti civili associative sono state estromesse dalla Cassazione dal processo nella sua parte finale, dopo aver seguito tutte le udienze, con un danno economico importante per le spese legali sostenute. Sul nostro sito www.medicinademocratica.org sono indicate le modalità per sostenerci per continuare la nostra azione anche in sede giudiziaria”. L’iniziativa per Brandizzo è promossa da Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione, Assemblea Nazionale PDM & PDB, CUB Trasporti, COBAS; SGB, USB con il sostegno Associazioni Familiari Viareggio “Il mondo che vorrei”, Coordinamento 12 ottobre; Cassa di solidarietà tra ferrovieri; CUB Piemonte, Medicina Democratica Piemonte, FGC, redazioni di Ancora in Marcia e Cub Rail. Medicina Democratica
MORTI SUL LAVORO: l’assassino è il profitto dei capitalisti
RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO UNA RIFLESSIONE -DENUNCIA DEL COMITATO PER LA DIFESA SUI LUOGHI DI LAVORO SULLE MORTI DA PROFITTO E DELLE DECISIONI (COME QUELLA SULLA STRAGE DI BRANDIZZO-TO) CHE PRENDE LA MAGISTRATURA A FAVORE DEI MANAGER PER NON FARGLI FARE LA GALERA. TUTTI CIANCIANO AD OGNI MORTE SUL LAVORO DI COSA BISOGNA FARE, MA POI NESSUNO FA NIENTE, FINO ALLA PROSSIMA MORTE, ANCORA TUTTI A RIPETERE COSA BISOGNA FARE. COME RETE NAZIONALE LAVORO SICURO ABBIAMO INIZIATO A FARE ASSEMBLEE NEI LUOGHI DI LAVORO PER RENDERE EDOTTI I LAVORATORI SULLE MISURE DI SICUREZZA. PROSEGUIAMO SU QUESTA STRADA PERCHE’ SOLO LA LOTTA PUO’ DETERMINARE NUOVI RAPPORTI DI FORZA AFFINCHE’ “SI ARRIVI IL GIORNO PRIMA E NON IL GIORNO DOPO” BUONA LETTURA. SI COBAS NAZIONALE Impalcature e treni strumenti di morte?  NO! l’assassino è il profitto dei capitalisti. Ciro Pierro, 62 anni – Luigi Romano, 67 anni e Vincenzo Del Grosso, 54 anni sono morti tre giorni fa a Napoli quando il cestello elevatore usato per la ristrutturazione di un palazzo a Napoli si è rovesciato facendoli precipitare da 20 mt. di altezza.. I giornali scrivono che, a quanto pare uno dei bulloni che sorreggevano il cestello ha ceduto. Ma … nessuno di loro era agganciato al cestello, nessuno di loro indossava il casco, due di loro lavoravano in nero. Nel solo mese di luglio, nel settore dell’edilizia, sono morti ben 15 operai, alla faccia della “patente a punti” introdotta dalla ministra Calderone, che fa finta di non sapere che gli ispettori del lavoro sono pochissimi e che le “ispezioni” devono essere notificate in anticipo agli imprenditori. Anche in questo caso, al termine dell’ennesima inchiesta della magistratura, “scopriremo” che le misure di sicurezza più elementari mancavano e che i rapporti di lavoro erano illegali. Niente di nuovo: persino i giornalisti probabilmente devono ormai fare sforzi sovrumani per scrivere quattro righe ad ogni nuovo morto di lavoro. Non possono certo dire che il vero colpevole è il sistema capitalista, il profitto dei padroni che viene sempre e comunque prima della vita degli operai; che una serie di leggi come il Job Act (governo Renzi, PD), la riforma Fornero (allungamento dell’età pensionabile, per cui tra i lavoratori che cadono dai tetti o dalle impalcature troviamo i settantenni, governo Monti, coalizione di PD, Popolo della Libertà oggi Forza Italia), la legge Salvini (che esclude la responsabilità del primo appaltatore, Lega), hanno via via spianato la strada negli anni allo sfruttamento più selvaggio dei lavoratori perché, come solo ribadito dalla Meloni, da sempre e in modo bi-partisan non si devono mettere bastoni tra le ruote a chi produce… profitti per sé e morte per i lavoratori. E quello che più colpisce è il silenzio, davvero .. di tomba, dei presunti difensori dei lavoratori, i sindacati confederali CGIL/CISL/UIL (che poi vengono premiati come Luigi Sbarra, passato direttamente dalla direzione CISL a sottosegretario per il Sud). La magistratura, organo dello stato borghese, si adegua: in un paese dove le carceri scoppiano e più di 1.500 lavoratori muoiono ogni anno non c’è un solo padrone in galera. Per condannare Mauro Moretti, ex amministratore delegato delle Ferrovie per la strage di Viareggio (32 morti) il processo è durato 12 anni. Qualche giorno fa un’altra strage è arrivata in tribunale: la strage di Brandizzo, luglio 2023, 5 operai (Michael Zanera, 34 anni; Giuseppe Sorvillo, 43 anni; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni; Giuseppe Aversa, 49 anni; Kevin Laganà, 22 anni) travolti da un treno che viaggiava a 150 km. all’ora mentre lavoravano sui binari. Ci sono 23 indagati ma il reato – prima ancora che cominci il processo – è già stato derubricato: non più omicidio volontario ma omicidio colposo (meno grave perché è “atto involontario”, come se il far lavorare degli operai su binari dove passano i treni e avvisarli con un colpo di fischietto sia normale): così tra prescrizioni e patteggiamenti nessuno pagherà (come è avvenuto con l’omicidio di Luana D’Orazio, stritolata da una macchina a cui era stato messo volontariamente fuori uso il meccanismo d’arresto: la padrona della fabbrica ha patteggiato due anni con la condizionale). E la chiamano giustizia! Da anni gridiamo ogni giorno che a condizioni di morte non si deve lavorare. Ma questo presuppone che noi lavoratori ci uniamo e ci organizziamo per combattere un sistema che ci  considera solo una merce da sfruttare e buttare; che smettiamo  di delegare a qualcun altro la nostra sicurezza e la nostra vita… Nessuno ci ha mai difeso né lo farà se non saremo noi proletari a farlo in prima persona. Comitato per la Difesa della Salute sui Luoghi di lavoro e nel Territorio Sesto S.Giovanni, 28.7.2025 L'articolo MORTI SUL LAVORO: l’assassino è il profitto dei capitalisti proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Troppi casi di conflitto d’interessi in Italia: è l’allarme del presidente dell’ANAC
Nel 2024 il valore economico complessivo degli appalti pubblici in Italia è stato di 271,8 miliardi di euro per un totale di 267.000 procedure di gara, con una flessione del -4,1% sul 2023 e del -7,3% sul 2022. Le tipologie di forniture maggiormente acquistate nel 2024 sono quelle di prodotti farmaceutici, che aumentano rispetto al precedente anno del 37,2% per un valore di più di 40 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. La tipologia di contratto che pesa maggiormente è quella dei servizi (il 43,1% del totale), seguita dalle forniture e dai lavori. A livello di importo, invece, sono le forniture che pesano maggiormente con il 42,7% rispetto al totale, seguite dai servizi e dai lavori. Il settore forniture (pari a circa 116,1 miliardi di euro) e il settore servizi (pari a circa 94,9 miliardi di euro), a livello di importo registrano un aumento rispettivamente del +18,9% e del +10,1% in confronto all’anno precedente, portando ciascun settore, per la propria tipologia, ai massimi storici. Sono alcuni dei dati della Relazione al Parlamento sull’attività dell’ANAC nel 2024. Il Presidente dell’ANAC Giuseppe Busìa nel suo intervento di presentazione della Relazione annuale ha stigmatizzato i troppi casi di conflitto d’interessi in Italia, i vuoti di tutela lasciati dall’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, le recenti riduzioni di tutele a garanzia dell’inconferibilità mettendo in discussione la separazione fra politica e gestione, la grave carenza di una organica disciplina delle lobby, l’indebolimento delle garanzie amministrative poste a presidio dell’indipendenza e correttezza dell’agire pubblico.  “Troppi continuano ad essere gli affidamenti diretti, ha sottolineato Busìa, la cui incidenza numerica, sul totale delle acquisizioni di servizi e forniture del 2024, è risultata essere di circa il 98%. Preoccupa, soprattutto, il crescente addensamento degli affidamenti non concorrenziali tra i 135.000 e i 140.000 euro, a ridosso della soglia: più che triplicato rispetto al 2021, quando il valore-limite era di 75.000 euro.  Specie in alcuni contesti, gli amministratori onesti si trovano più esposti a pressioni indebite, non potendo più opporre l’esigenza di dover almeno aprire un qualche confronto competitivo con altri operatori economici, al di sotto dei 140.000 euro”. Quanto al correttivo al Codice dei contratti, recentemente approvato, il Presidente di Anac ha sottolineato che “non è stato introdotto l’obbligo di dichiarare il titolare effettivo delle imprese, mentre appare evidente la necessità che il contraente pubblico conosca con chi si rapporta, al di là degli schermi societari. Questo, non solo per ridurre il rischio di pericolose infiltrazioni, ma anche per prevenire offerte combinate o altre gravi alterazioni della concorrenza. Nessun intervento è stato fatto sulle soglie per aumentare trasparenza e competitività, come pure per ripristinare verifiche preventive sugli affidamenti in house, utili ad evitare distorsioni del mercato e rallentamenti conseguenti a possibili contenziosi”.  Riguardo alla sicurezza sul lavoro, Busìa ha detto: “È inammissibile che si continuino a registrare ancora troppi incidenti e troppe morti sul lavoro. Preoccupano i dati del nostro Casellario delle imprese: 1.448 annotazioni per violazioni delle norme su salute e sicurezza nel 2024, con un incremento del 43% rispetto al 2023 e del 87% rispetto al 2022. I rischi maggiori vengono dai subappalti, specie se realizzati a cascata”. E per quanto riguarda la parità di genere, il presidente dell’ANAC ha sottolineato che “nonostante l’impulso del Pnrr alla promozione della parità di genere e generazionale, le procedure nelle quali le specifiche clausole risultano inserite sono cresciute meno del 2%. Un freno all’applicazione dell’istituto viene, oltre che dalle numerose eccezioni, anche dalla mancata previsione di misure che incoraggino un’evoluzione della cultura aziendale”. Un tema che è stato toccato dalla Relazione e dall’intervento di Busìa è stato anche quello relativo ai così detti gettonisti della sanità, rispetto ai quali è stata ribadita “l’esigenza di una più ampia valorizzazione delle professionalità interne, da selezionare mediante concorsi meritocratici e capaci di attrarre i nostri giovani migliori. Parimenti da arginare, specie nel settore sanitario, è la prassi di acquistare macchinari a prezzo scontato, con una contropartita nascosta, legata a onerosissimi servizi di manutenzione. Ciò, con l’ulteriore rischio che l’amministrazione si trovi a dipendere per lungo tempo da un singolo fornitore”. Sull’intelligenza artificiale negli appalti risulta che sono ancora pochi nella Pubblica amministrazione ad essere in grado di gestirla adeguatamente, col rischio, fra l’altro, che alcune scelte, giustamente riservate alla responsabilità pubblica, finiscano per essere inconsapevolmente delegate a operatori privati. “Si pongono poi, ha sottolineato Busìa, delicati problemi legati alla trasparenza algoritmica, sempre di più nuova frontiera della trasparenza amministrativa, presupposto per la piena intellegibilità delle decisioni pubbliche e, quindi, per la tutela di cittadini e imprese”. Qui per approfondire e scaricare la relazione: https://www.anticorruzione.it/-/cs.20.05.25.  Giovanni Caprio