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LAVORO: UNA VITTIMA SU TRE E’ OVER 60. IL GOVERNO CERCA DI RIDIMENSIONARE L’ISPETTORATO SUL LAVORO
Una vittima su tre, di e sul lavoro, è over 60. Questo secondo i dati sia dell’Inail che dell’Osservatorio indipendente di Bologna. Nel 2025 sono 323 i decessi (su 962) di chi aveva oltre 60 anni. E ben 164 ne aveva oltre 70. Una strage nella strage dovuta soprattutto alle condizioni economiche di una popolazione costretta spesso a continuare a lavorare in condizioni di rischio moltiplicate dalla propria età. Costretti a lavorare per aver perso il lavoro, per avere pensioni che non permettono di vivere decentemente e che si sono decurtate in questi anni. Si muore da anziani in agricoltura, edilizia, autotrasporto, industria, taglio della legna. La Legge Fornero, il subappalto a cascata e l’innalzamento dell’età pensionabile hanno contribuito a una strage aumentata del 15% in tre anni. Carlo Soricelli dell’Osservatorio di Bologna morti sul lavoro. Ascolta o scarica Sempre per quanto riguarda la sicurezza sui posti di lavoro da ricordare il destino dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, che rischia il ridimensionamento. A partire dal gennaio 2026, potrebbe avviarsi una riorganizzazione che prevede lo smantellamento dell’Agenzia e il suo accorpamento sotto il controllo diretto del Ministero del Lavoro. Secondo i sindacati, tale riforma “potrebbe indebolire la funzione di controllo e di tutela del lavoro svolta dall’Ispettorato”. Il commento di Stefano Pennacchietti del Coordinamento nazionale Ferrovie di Usb.  Ascolta o scarica
Più mobilità sostenibile, nonostante alta incidentalità
Si va, seppur lentamente, verso un trasporto a minor impatto (mobilità pedonale, ciclistica/micromobilità e pubblica). Si tratta di progressi ancora modesti, non sufficienti a modificare nel profondo un modello comportamentale che resta incardinato sulla centralità d’uso dell’auto di proprietà. Tuttavia, rispetto all’occasionalità di (piccole) variazioni positive registrate in anni passati, di norma rapidamente riassorbite, gli ultimi 2-3 anni sembrano marcare una promettente continuità dei miglioramenti su questo fronte. E’ quanto si legge nel 22° Rapporto di ISFORT sulla mobilità degli italiani “Eppur si muove”. In particolare (guardando ai numeri): la mobilità pedonale si attesta nel primo semestre del 2025 al 20,6%, un po’ meno dello stesso periodo 2024, ma in linea con il dato del 2019; la mobilità ciclistica (e micromobilità) evidenzia nella prima parte dell’anno in corso la crescita più significativa di share superando per la prima volta la soglia del 5% (5,2%) con una forte progressione rispetto al 2019 (3,3%); la mobilità collettiva sale all’8,9% (primo semestre 2025) quasi un punto in più rispetto al medesimo periodo del 2024; anche il dato consolidato dell’intero 2024 pari a 9,1%, migliora di mezzo punto lo share del 2023. Resta, tuttavia, un gap non marginale rispetto alla soglia raggiunta nel 2019 (10,8%). Per converso, cede qualche punto la mobilità privata motorizzata. In particolare, lo share dell’auto nel primo semestre 2025 scende al 60,8% dal 63,1% del primo semestre 2024. E il dato dell’intero 2024 marca 61,1%, ben tre punti e mezzo in meno rispetto a quanto registrato nel 2023, nonché un punto e mezzo in meno rispetto al 2019. Cresce inoltre il peso dell’auto usata in condivisione, salito al 12,9% nel 2025 (primo semestre), tre punti in più del dato 2024. Ovviamente non va mai dimenticata la palese evidenza che l’uso dell’automobile resta dominante nel Paese. A differenza dell’auto, tra i mezzi individuali motorizzati la moto consolida progressivamente il proprio mercato. La quota modale sale al 4,5% nella prima metà del 2025, un punto in più rispetto allo stesso periodo del 2024 e ben sopra il dato 2019 (3,3%). Dunque, l’uso delle “due ruote” sta crescendo nel suo insieme: gli spostamenti in bicicletta, monopattini e moto pesano oggi per quasi il 10% del totale, contro il 5-6% degli anni preCovid. La crescita delle quote modali della bicicletta e del trasporto pubblico sostiene il balzo in avanti del tasso di mobilità sostenibile che nel primo semestre del 2025 sale al 34,7% (33,4% nello stesso periodo del 2024), valore vicinissimo al livello del 2019 (35%). Quanto all’incidentalità stradale nel nostro Paese, la situazione resta critica: nel 2024 si sono verificati 173.364 sinistri con lesioni alle persone, con un incremento del +1% rispetto al 2023. La curva dell’incidentalità ha mostrato una forte tendenza declinante nei primi 15 anni del nuovo millennio, ma negli anni successivi i tassi di riduzione sono diminuiti e dall’avvio del periodo post-pandemico si assiste ad una crescita dei numeri, seppure molto graduale. Di conseguenza il tasso di incidentalità, ovvero il numero di incidenti ogni 100 abitanti, è passato da 2,81 del 2022 (primo anno post-Covid) a 2,94 nel 2024. Nel 2024 si sono registrati 3.030 decessi, 9 in meno rispetto al 2023, con un indice di mortalità sceso leggermente a 1,7 decessi ogni 100 sinistri. I feriti, infine, nel 2024 sono stati 233.853, il 4,1% in più dell’anno precedente. “Questi numeri, si legge nel rapporto, allontanano l’Italia dagli obiettivi di riduzione delle vittime stradali sanciti a livello europeo; infatti, per raggiungere il target intermedio di 1.586 morti sulle strade al 2030 (si ricorda che il pilastro della strategia europea della sicurezza stradale è la c.d. “vision zero”, ovvero zero morti sulle strade al 2050) i decessi al 2024 non avrebbero dovuto superare la soglia di 2.243 (ovvero circa un quarto in meno degli effettivi)”. I morti negli incidenti stradali sono soprattutto uomini (80%), con un peso molto rilevante nelle fasce di età dei giovani e giovanissimi (quasi 400 vittime nella sola fascia 20-29 anni). I pedoni deceduti in incidenti stradali nel 2024 sono stati 470, 15 in meno rispetto all’anno precedente. L’indice di mortalità per i pedoni resta altissimo, pari a 2,5 decessi ogni 100 investimenti, superiore di 4 volte a quello degli occupanti di autovetture. Circa i mezzi di micromobilità, il monopattino elettrico nel 2024 è stato coinvolto in 3.895 incidenti con 23 morti (va ricordato che nel 2020 si registrò la prima vittima) e 3.751 feriti, numeri in leggera crescita dall’anno precedente. Per le biciclette, gli incidenti con lesioni sono stati 17mila che hanno causato 185 morti (in diminuzione dai 216 registrati nel 2023) e circa 16.500 feriti tra conducenti e passeggeri. La maggior parte dei sinistri si registra nelle aree urbane (quasi 3 su 4, una percentuale molto stabile negli anni). La lesività del sinistro in area urbana è ovviamente più bassa rispetto alle strade extraurbane o alle autostrade dove le velocità medie di percorrenza sono molto maggiori: infatti, la quota dei feriti scende al 69,3% e soprattutto quella dei morti al 42,9% (in ogni caso una percentuale molto elevata). Viceversa, nelle strade extraurbane la percentuale di incidenti supera di poco il 20%, ma le vittime con decesso sono quasi la metà del totale (48,7%). Si tratta di un tasso di mortalità per incidenti stradali particolarmente alto nel nostro Paese: nel 2024 si sono registrate 51,4 vittime ogni milione di abitanti contro una media europea pari a 44,8 (peraltro in calo di un punto dal 2023, mentre nel nostro Paese è praticamente stabile). Il dato italiano è poi molto negativo nel benchmark con i maggiori Paesi europei: 18 punti in più della Germania, 15 punti in più della Spagna e dei Paesi bassi, 3 punti in più della Francia, più del doppio della Svezia (il Paese europeo più virtuoso su questo fronte). Qui per scaricare la sintesi del Rapporto: https://www.isfort.it/progetti/22-rapporto-sulla-mobilita-degli-italiani-audimob/. Giovanni Caprio
Frontex conferma le responsabilità delle autorità bulgare nella morte di tre minori. Ora deve agire di conseguenza
A quasi un anno dalla morte di tre minori egiziani in Bulgaria, l’Ufficio per i Diritti Fondamentali di Frontex ha pubblicato un report che conferma il racconto di Collettivo Rotte Balcaniche e No Name Kitchen’s, e identifica chiaramente la responsabilità diretta della polizia di frontiera bulgara per queste morti. Nel dicembre del 2024 Ahmed Samra, Ahmed Elawdan e Seifalla Elbeltagy, tre minori egiziani, hanno comunicato al Collettivo di trovarsi in condizioni di emergenza nella zona di Gabar, in Bulgaria, dopo aver attraversato il confine turco-bulgaro. Pur essendo stata avvisata con ripetute telefonate, la polizia di confine bulgara non solo non ha risposto alle chiamate, ma si è anche adoperata per bloccare i tentativi da parte del collettivo di raggiungere i tre minori, che sono di conseguenza morti di ipotermia. A quasi un anno di distanza, l’Ufficio per i Diritti Fondamentali di Frontex conferma la nostra versione: “Le autorità bulgare avevano l’obbligo di assistere e soccorrere i migranti. Avendo informazioni sufficienti a determinare che essi si trovavano in pericolo di vita, essendo a conoscenza della loro posizione esatta e avendo i mezzi per intervenire, esse non hanno comunque adottato le misure necessarie in tempo, con il risultato che tre persone hanno perso la vita.” Il report di Frontex rigetta anche la campagna di diffamazione che il Ministero dell’Interno ha messo in atto a seguito delle nostre accuse. Dopo che abbiamo pubblicato un report dettagliato degli eventi, la polizia di frontiera ha aumentato il livello di criminalizzazione delle ONG, moltiplicando le indagini e gli arresti, in un chiaro tentativo di silenziare il lavoro di denuncia della violenza sul confine portato avanti da ONG, persone in movimento e dalle loro famiglie. Il report riconosce che, al di là di questo evento specifico, la cosiddetta “incapacità” di compiere operazioni di ricerca e soccorso è in realtà una pratica di routine delle autorità bulgare. Negli ultimi anni, l’Ufficio per i Diritti Fondamentali ha documentato ripetutamente le azioni della polizia di frontiera bulgara, dicendo che “i pushback, spesso caratterizzati da alti livelli di violenza e trattamenti inumani o degradanti, sono una pratica quotidiana della polizia di frontiera bulgara” ed esprimendo una “profonda preoccupazione rispetto alle accuse ripetute nei confronti delle autorità bulgare di non rispondere in maniera appropriata alle chiamate di emergenza.” Frontex, che finanzia e collabora alle attività di controllo dei confini bulgari, si autoassolve nuovamente, scaricando la responsabilità dell’accaduto sulle autorità bulgare e utilizzando persino queste morti per richiedere un aumento della propria presenza in Bulgaria. Il personale di Frontex è per legge sotto il controllo diretto dei propri collaboratori bulgari; l’affermazione dell’Ufficio per i Diritti Fondamentali che aumentare la presenza di Frontex diminuirebbe la violenza sul confine non ha perciò alcun senso. Persino l’Ufficio stesso riconosce che migranti intercettati da Frontex vengono poi espulsi in maniera illegale e violenta e che il personale di Frontex “rischia” di essere complice – o meglio, è direttamente responsabile – di queste espulsioni. A partire da marzo 2025, personale di Frontex ha anche ripetutamente bloccato e seguito squadre di ricerca e soccorso per ore, impedendo loro di raggiungere migranti in situazioni di emergenza. Nonostante l’Ufficio affermi che il nostro lavoro di ricerca e soccorso è “autentico,” e denunci gli sforzi della polizia di frontiera per ostacolarci, il personale di Frontex ha partecipato direttamente e in più occasioni alla criminalizzazione delle squadre civili di ricerca e soccorso, utilizzando le stesse pratiche della polizia di frontiera. Affermazioni come quelle dell’Ufficio restano soltanto cosmetiche se non accompagnate da azioni concrete. Se Frontex prende sul serio le sue stesse accuse, non potrà che cessare immediatamente ogni collaborazione e supporto alle autorità bulgare. Se Frontex non adotterà misure adeguate, sarà una conferma in più che queste morti non sono state un incidente, ma il risultato voluto e cercato di politiche di confine europee che, se non smantellate, possono soltanto uccidere. Collettivo Rotte Balcaniche
Gaza. Decine di palestinesi uccisi, Israele viola sistematicamente la tregua
Sono passati 41 giorni dall’inizio del cessate il fuoco a Gaza ma l’esercito israeliano continua a violarlo sistematicamente uccidendo decine di palestinesi senza subirne le dovute conseguenze. Tra ieri e oggi sono state nuove giornate sanguinose. Fonti negli ospedali della Striscia di Gaza hanno comunicato che 34 palestinesi, tra cui […] L'articolo Gaza. Decine di palestinesi uccisi, Israele viola sistematicamente la tregua su Contropiano.
TANZANIA: REPRESSIONE POST ELEZIONI PROVOCA CENTINAIA DI MORTI, “UNA CICATRICE CHE RIMMARRÁ”
La presidente uscente Samia Suluhu Hassan, al potere dal 2021, ha ottenuto una schiacciante vittoria alle elezioni generali del 29 ottobre in Tanzania: il 97,66% dei voti a suo favore. Alla notizia della rielezione, sono scoppiati scontri in moltissime località del paese tra seggi vandalizzati, schede disperse e urne incendiate. Durissima la repressione delle forze militari e di polizia. Diverse fonti, tra cui l’opposizione, un attivista legale e due fonti diplomatiche, affermano che centinaia di persone, forse anche diverse migliaia, sono state uccise dalle forze di sicurezza dopo le proteste scoppiate il giorno delle elezioni del 29 ottobre. Segnalati anche numerosi rapimenti e sparizioni. Fonti ufficiali parlano invece di qualche decina di vittime. E’ stato difficile comprendere quanto accaduto poiché, dall’inizio delle proteste, internet è stato interrotto; bloccati anche i voli ed è stato introdotto un rigido coprifuoco. Le misure hanno iniziato ad allentarsi soltanto dall’inizio di questa settimana. Anche a causa del blocco di internet, si sono registrati grossi problemi ai punti di confine con il Kenya, dove si sono creati interminabili file di camion e una certa tensione, sia in entrata che in uscita, con danni economici rilevanti, dal momento che i carichi di merce deperibile sono andati perduti. Le elezioni tanzaniane non sono state né libere né credibili hanno dichiarato, tra gli altri osservatori, diversi rappresentanti dell’Unione Europea. Ma il presidente dell’Unione Africana, il gibutino Mahmoud Ali Youssouf, si è congratulato immediatamente per la vittoria, pur esprimendo cordoglio per le vittime dei disordini, ma assicurando il sostegno dell’organizzazione “al popolo e al governo della Tanzania nei loro sforzi di preservare la pace, la coesione nazionale e la democrazia”. La legge elettorale del paese non prevede l’eventuale ricorso dei perdenti, come ad esempio in Kenya, e dunque i risultati certificati dalla Commissione elettorale sono definitivi. L’approfondimento con Luca, cittadino italiano che da 15 anni vive nel paese dell’Africa centro orientale, in collegamento da Arusha. Ascolta o scarica
Ingiustizie
Era venuto nel paese dalla Costituzione più bella del mondo Octav Stroici, l’operaio romeno di 66 anni morto ieri nel crollo della Torre dei Conti a Roma (nella foto). Ma ha trovato l’ingiustizia: l’ingiustizia di una società e di una politica che costringono ancora un uomo di quell’età a lavorare […] L'articolo Ingiustizie su Contropiano.
7 morti sul lavoro in un solo giorno. Novembre inizia nel peggiore dei modi
Giornata tragica quella di ieri, 3 novembre, con la morte di sette lavoratori sui luoghi di lavoro, a cui si aggiunge una vittima per affaticamento sul lavoro e un’ulteriore persona deceduta in un infortunio domestico causato da un incendio. Ecco chi sono le vittime: Marco Lazzetta, 63 anni, settore edilizio – Napoli (Campania). È morto […] L'articolo 7 morti sul lavoro in un solo giorno. Novembre inizia nel peggiore dei modi su Contropiano.
Morti due ragazzi nel porto di Livorno
E’ questo il trattamento che riserviamo agli esseri umani mentre le armi sono benvenute? Abbiamo appreso della morte di due ragazzi ieri mattina, nel porto di Livorno. Due giovanissimi lavoratori che, nella speranza di una vita migliore, si erano imbarcati su una nave ro-ro nascosti dentro un semirimorchio. Una volta […] L'articolo Morti due ragazzi nel porto di Livorno su Contropiano.
Un sole nero per quattro lazzari felici
Due giorni funesti per Napoli e in parte per chi scrive. Qui da noi diremmo “E che jurnata ‘e mmerda ca è schiarata!”. Quattro decessi significativi hanno listato a lutto le strade dell’arte e della cultura di Partenope. Quattro personalità diversissime. Quattro voci che mancheranno ad una città che sembra […] L'articolo Un sole nero per quattro lazzari felici su Contropiano.
Mettete al bando il taser. Un appello
Un appello è stato diretto al presidente della Repubblica, ai sindaci e alle sindache italiani/e nella loro veste di autorità sanitaria locale e tutte le persone interessate per chiedere la messa al bando delle pistole taser oggi in dotazione delle forze di polizia, sia statale che locali. Qui di seguito […] L'articolo Mettete al bando il taser. Un appello su Contropiano.