Iran: questo governo non è con il popolo, ma un governo fantoccio non è una soluzione
Abbiamo intervistato Nasrin (nome di fantasia per motivi di sicurezza) sulla
situazione attuale in Iran. Nasrin è una ragazza di 20 anni che vive in Iran,
studentessa di fisica, promotrice di un’organizzazione umanista internazionale
senza scopo di lucro che sostiene una trasformazione personale e sociale
simultanea.
Com’è la situazione nel Paese e nel luogo in cui vivi?
Naturalmente non posso rispondere a questa domanda a nome di tutto il popolo
iraniano; tuttavia, da quello che ho visto e sentito, e che anche voi potrete
intuire, la gente è costantemente stressata, come minimo. Ho parenti e amici a
Teheran che, come sapete, ha avuto il maggior numero di attacchi tra tutte le
altre città e questo è stato spaventoso e stressante per loro. Potreste pensare
“ma Israele ha annunciato e avvertito Teheran, consigliando di evacuare la
capitale”.
È vero, ma in primo luogo la maggior parte delle persone in Iran non ha avuto
accesso alla rete internazionale per circa 5 giorni e non ha avuto modo di
venire a conoscenza di questo avvertimento. In secondo luogo, Teheran ha una
popolazione di 15 milioni di persone! È una volta e mezza la popolazione di
Israele. Come possono 15 milioni di persone lasciare la loro città in uno o due
giorni? È impossibile. E poi ci sono le persone in ospedale, quelle che hanno
bisogno di cure speciali, gli orfani, i senzatetto e molti altri gruppi che non
hanno un altro posto dove andare. Pertanto, quello che ho capito è che Israele
sta solo cercando di sembrare pacifico e di mostrare che si preoccupa del popolo
iraniano, il che non sembra essere vero!
Per quanto riguarda le altre città grandi e piccole dell’Iran, per quanto ne so,
le aree residenziali non sono state attaccate, ma lo stress, la paura e i forti
rumori delle esplosioni hanno fatto sì che molte persone non riuscissero a
dormire per molte notti.
Qual è il sentimento principale della gente?
Direi la paura e lo stress, soprattutto a causa della guerra, ma anche di ciò
che accadrà dopo, con tutti questi luoghi industriali, militari e residenziali
distrutti e di come il governo iraniano agirà in seguito. Siamo preoccupati per
l’Iran.
Alcune persone sono anche deluse per la quantità di denaro che è stato speso per
questi razzi e per la tecnologia nucleare, per non parlare del denaro perso in
questa direzione a causa della corruzione, e tutto questo denaro viene bruciato
per distruggere o è stato dilapidato nel giro di pochi giorni. Questi sono soldi
che avrebbero dovuto essere spesi per le persone, per il sistema educativo, per
il sistema sanitario, per il popolo di questa nazione, o almeno per alcuni
rifugi antiatomici per loro…
Gli iraniani sono stanchi, a causa di tutti i problemi che abbiamo avuto, da
quelli economici alle violazioni del governo contro di noi e ora che tutto è
peggiorato… Ma abbiamo ancora speranza nella fine della guerra e in un futuro
migliore.
Come vede il futuro la gente?
Come ho già detto, la gente è preoccupata di come sarà il governo dopo questa
guerra. Questo perché abbiamo visto in passato come questo regime sia diventato
più violento dopo situazioni simili; inoltre, in questi giorni vediamo udienze
di dodici minuti per giudicare persone accusate di lavorare per Israele o cose
simili, senza nemmeno avere un avvocato per difenderle. Udienze che si
concludono con una condanna a morte! Nei giorni scorsi, dopo che il cancello
d’ingresso della prigione di Evin a Teheran (una prigione per detenuti politici)
è stato distrutto in un attentato, tutte le strade circostanti sono state
bloccate e si sono sentiti rumori di spari all’interno. Questo governo non è con
il suo popolo.
I movimenti di protesta come “Donna, vita, libertà” stanno facendo qualcosa?
Nonostante gli sforzi di Israele e degli Stati Uniti per spingere il popolo
iraniano a protestare e a cambiare il regime, questo non è successo. Forse
alcuni volevano farlo e non l’hanno fatto a causa della pesante atmosfera di
sorveglianza che regna nelle città, soprattutto in quelle più grandi. I posti di
blocco e la presenza di agenti delle unità speciali lo confermano. Questo
governo ha paura della popolazione quanto del nemico, se non di più.
Ma alcune persone non hanno nemmeno voluto protestare nonostante il loro odio
per questo governo. Vogliamo che il regime cambi, ma non vogliamo che un governo
fantoccio, controllato da Israele o dagli Stati Uniti, governi su di noi. Non
vogliamo che la nostra patria, l’Iran, venga fatta a pezzi a causa della
mancanza di potere. Odiamo il regime degli ayatollah, ma non vogliamo che ci
accada qualcosa di peggiore e, certamente, non vogliamo che l’Iran venga
distrutto da persone che sostengono di agire per il nostro bene.
Come vedi la situazione del governo e del regime teocratico?
Non sono un politico, quindi non posso esprimermi in modo professionale su
questo tema, ma posso fare delle osservazioni ed esprimere le mie opinioni in
merito.
Un’osservazione interessante è che prima, nei discorsi del leader iraniano o di
altri esponenti del governo, li abbiamo visti parlare di “Ummah islamica” (la
comunità globale dei musulmani, uniti dalla loro fede). Ma dopo l’inizio di
questa guerra, hanno parlato solo del “Caro popolo dell’Iran”. Altri fatti, come
la disconnessione del 97% degli iraniani dalla rete internet internazionale per
cinque giorni, i posti di blocco e la presenza di agenti delle unità speciali
nelle città e altro ancora dimostrano che questo regime teocratico ha paura
della sua popolazione ora che si è indebolito a causa della guerra. Ciò che è
interessante e triste è che non ho ancora sentito il rappresentante dell’Iran
parlare del popolo iraniano in nessuna delle riunioni di emergenza del Consiglio
di Sicurezza dell’ONU.
Il governo iraniano ora è debole, ma impiegherà tutta la sua forza nel reprimere
qualsiasi movimento del popolo e lo farà nel modo più aggressivo, come sta
facendo con i prigionieri politici all’ombra della guerra. E dopo questa guerra
lo faranno in modo ancora più aggressivo.
Cosa possono fare i movimenti nonviolenti all’estero per contribuire al
cambiamento nel vostro Paese?
Personalmente penso che i movimenti nonviolenti possano continuare a svolgere le
loro attività e a connettersi con le persone su scala globale, in modo da far
crescere la consapevolezza e ispirare sempre più persone in tutto il mondo.
L’umanità ha bisogno di pace e questo non è certo ciò che la politica sta
facendo. Non dovremmo credere a nessun politico che sostiene che il motivo per
cui sta uccidendo o bombardando in un Paese è per la pace di quel Paese o del
mondo intero. Non ascoltate le bugie dei media, pensate e criticate. La
propaganda funziona quando la gente smette di pensare.
Traduzione dall’inglese di Stella Maris Dante
Revisione di Anna Polo
Olivier Turquet