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L’ultima supercazzola del governo sul caso Almasri
L’ambasciatore italiano nei Paesi Bassi, Augusto Massari, ha consegnato una memoria integrativa di una quindicina di pagine alla Corte Penale Internazionale, per cercare di evitare il deferimento dell’Italia a causa delle inadempienze sul caso Almasri. E anche per evitare a Nordio di doversi mostrare come inadeguato, o come connivente coi […] L'articolo L’ultima supercazzola del governo sul caso Almasri su Contropiano.
CARCERE: NORDIO PRESENTA IL PIANO CARCERI 2025-2027. IL COMMENTO DI ANTIGONE
Via libera del Consiglio dei ministri al piano carceri 2025-2027, voluto e presentato nella giornata di ieri, martedì 22 luglio, dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Le intenzioni del governo sarebbero quelle di far fronte al problema del sovraffollamento – i cui tassi medi si attestano oggi attorno al 133% – liberando circa 15mila nuovi posti. Come? Secondo quanto dichiarato da Nordio, attraverso una serie di misure (al momento non meglio precisate) che prevedrebbero, da un lato, adeguamenti e potenziamenti strutturali degli edifici già esistenti, dall’altro, snellimento delle procedure e la possibilità, per alcune tipologie di persone detenute, di ricorrere alla liberazione anticipata e/o a forme di detenzione alternativa in comunità extra carcerarie. Misure quest’ultime che, come sottolinea ai nostri microfoni Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell’associazione Antigone, “sono oltretutto già previste e attuate”. “L’unico modo per combattere il sovraffollamento è usare meno il carcere – aggiunge Marietti – Il carcere non può diventare l’ultima frontiera del welfare per rinchiudere tutte le forme di marginalità sociale, ma deve rivolgersi solamente a quei fatti criminosi di altro profilo che vanno a colpire realmente dei beni costituzionalmente protetti”. Niente di nuovo, insomma, ma sono già molte le criticità e i dubbi che sorgono per questo nuovo piano carceri che, mentre crescono i tassi di suicidio dietre le sbarre, nella migliore delle ipotesi non entrerà in vigore prima di due anni. Il commento a caldo di Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell’associazione Antigone Ascolta o scarica
Nordio sapeva tutto per tempo sul caso Almasri
Il ministero della Giustizia era stato informato per tempo di un atto urgente da firmare per evitare l’inefficacia dell’arresto di Osama Almasri, criminale libico ricercato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja per crimini contro l’umanità come carceriere di migranti. Ora la situazione del governo si complica. Con la fine delle indagini […] L'articolo Nordio sapeva tutto per tempo sul caso Almasri su Contropiano.
“IL MINISTRO NORDIO SAPEVA DELL’ARRESTO DI ALMASRI”. IL TRIBUNALE DEI MINISTRI SBUGIARDA IL GOVERNO SUL CASO DEL TORTURATORE LIBICO
Il Tribunale dei ministri rivela che il ministro Nordio era al corrente fin da subito dell’arresto, lo scorso gennaio a Torino, del torturatore di migranti libico Almasri, ricercato dalla Corte penale internazionale. Il Dipartimento dell’amministrazione giudiziaria informò la capo di gabinetto del ministero. La scelta di non consegnarlo a L’Aja fu dunque tutta politica. Il Tribunale deve ora decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio per la premier Meloni, il sottosegretario Mantovano, il ministro della Giustizia Nordio e quello dell’Interno Piantedosi. Le accusa ipotizzate vanno dal favoreggiamento al peculato, e — solo per il Guardasigilli — omissione d’atti d’ufficio. Le opposizioni parlamentari attaccano Nordio: “Ha mentito, si dimetta”. Il titolare della Giustizia, infatti, nella sua informativa alla Camera aveva negato di essere al corrente di quanto stava accadendo in quelle ore. “Riferiremo in Parlamento quando sarà il momento, però gli atti che abbiamo smentiscono quello che riportano i giornali”, si difende oggi Nordio. Ai nostri microfoni Nello Scavo, giornalista di Avvenire. Ascolta o scarica.
CPI e Caso Almasri: Italia ha violato gli obblighi dello Statuto di Roma
Riceviamo dal Centro di Elaborazione e Ricerca per la Democrazia (CRED) Il Centro di Elaborazione e Ricerca per la Democrazia (CRED) accoglie con soddisfazione – e senza sorpresa – la decisione della Corte Penale Internazionale (CPI) di avviare il deferimento dell’Italia all’Assemblea degli Stati Parte e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per grave violazione degli obblighi derivanti dallo Statuto di Roma nel caso Almasri. Costui, noto torturatore libico, poté tornare in patria scampando alla cattura ordinata dalla Corte col chiaro beneplacito del governo Meloni e in particolare del ministro di disgrazia e ingiustizia Nordio. La decisione della Corte penale internazionale rappresenta un segnale importante e necessario, puntando al ripristino del diritto e del principio di responsabilità internazionale, troppo spesso elusi o ignorati, anche da Stati che – come l’Italia – hanno contribuito alla fondazione della Corte e ne hanno sottoscritto gli atti costitutivi, impegnandosi a promuoverne i valori. Il CRED sottolinea come la credibilità delle istituzioni internazionali si fondi sul rispetto effettivo delle norme che ne disciplinano l’attività. Nessun governo può ritenersi al di sopra del diritto internazionale, specialmente quando sono in gioco i crimini più gravi contro l’umanità e la protezione dei soggetti più vulnerabili. Redazione Italia
La riforma Nordio e la Corte Costituzionale
Riceviamo e pubblichiamo dalla associazione ‘Meritocrazia Italia’ “La Corte osserva che, in adempimento degli obblighi internazionali assunti, costituzionalmente vincolanti, lo Stato dovrebbe con l’ordinamento impegnarsi a preservare gli standard di tutela raggiunti a livello sovranazionale e, dunque, astenersi dall’adottare misure legislative che possano di fatto far regredire la normativa nazionale sui livelli raggiunti. In realtà la riforma Nordio è intervenuta su più fronti proprio con lo scopo di razionalizzare il compendio di reati che interagivano con la figura dell’abuso d’ufficio, prevedendo, a fronte della sua abrogazione e del depotenziamento del reato di traffico di influenze illecite, l’introduzione di una nuova figura di reato, il peculato per distrazione, particolarmente incisiva sugli amministratori locali. Meritocrazia Italia ha più volte espresso parere favorevole per l’intervento legislativo, rilevando, ad esempio, alcune criticità venutesi a creare nel comparto della p.a., concentrate su due aspetti: da un lato il timore della mannaia penale, celata da norme di applicazione ampia come l’abuso di ufficio, che spesso sclerotizzava l’amministrazione per la paura della firma, dall’altro l’innesco di una sorta di reazione a catena su inefficienze, ritardi e condotte altrettanto rilevanti in senso negativo, a fortiori inglobate in una dinamica incriminatrice che nel tempo ha visto pochissime condanne e tantissimi processi. Se si considera che la riforma Nordio poggia le basi su tale dato statistico, che resta inconfutabile, è anche vero che non si può ignorare quanto già rilevato in precedenza da Meritocrazia: la scarsa applicazione pratica della fattispecie tipica sembra avere un’eziologia diversa dalla mera evoluzione del contesto giuridico o processuale di riferimento. Ciò che ha inciso in materia determinante nello svuotamento del reato in sede di accertamento sono state le differenti versioni del testo che si sono succedute nel tempo. Il più grande limite dell’abuso d’ufficio non era la sua ratio o il suo contenuto né la dissuasività, bensì la tecnica di formulazione prescelta, spesso indeterminata e talvolta addirittura scadente. Meritocrazia ribadisce, nell’attesa di approfondire gli sviluppi del giudizio di legittimità costituzionale, che la priorità per il legislatore sia quella di garantire un’adeguata determinatezza dei precetti penali per consentire l’autodeterminazione del singolo a non violarli senza timore di essere smentito. Non è creando nuovi reati che si rispetta la lotta alla corruzione ma garantendo la sinergia tra il sistema penale e quello processuale affinché una norma chiara sia resa effettiva dalla razionale gestione del processo sin dalla fase investigativa, soprattutto nel contrasto dei fenomeni corruttivi che hanno inquinato gran parte dei settori nevralgici dello Stato.” Redazione Italia