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Lettera Dirigente Scolastico a sostegno Osservatorio: “Cancellare Convegno è operazione eversiva del Ministero”
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA LETTERA DI IN DIRIGENTE SCOLASTICO A SOSTEGNO DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ PER LA CANCELLAZIONE DAL PARTE DEL MIM DEL CONVEGNO “IL 4 NOVEMBRE LA SCUOLA NON SI ARRUOLA”. Diceva Baricco che accadono cose che sono come domande. Il problema è trovare le risposte giuste. Il Cestes (Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali), insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, aveva organizzato per il 4 novembre un corso di formazione rivolto ai docenti di ogni ordine e grado, dal titolo: “4 novembre la Scuola non si arruola”. Il corso avrebbe avuto in programma l’approfondimento di una serie di nodi fondamentali per la comprensione del mondo e del tempo in cui viviamo, a partire dai temi della militarizzazione dell’Istruzione, dell’Educazione ad una cultura di pace, del superamento dello sguardo coloniale nei confronti della didattica della Storia, dell’ingabbiamento della formazione all’interno di una cornice tutta di stampo neoliberista. Argomenti forti ed attuali, che non a caso avevano trovato già l’adesione di oltre 1400 docenti in tutta Italia, segno dell’attenzione forte nei confronti della necessità di traguardare con spirito critico una evidente deriva militarista presente in tutti i gangli dei percorsi di Istruzione. Con un intervento a gamba tesa che ha davvero pochi precedenti, il MIM (Ministero dei Militari ?) ha, da qualche ora, annullato questo evento, o meglio lo ha cancellato dalla Piattaforma S.O.F.I.A, che consente ai docenti di accedere alle iniziative formative. Questa sorta di censura preventiva, ormai sinistramente affine alle pratiche tipiche di uno Stato autoritario, lascia davvero basiti se si vanno a leggere le motivazioni di tale cancellazione (che, va ricordato, rende di fatto impossibile ai docenti interessati usufruire del permesso previsto per la presenza ad iniziative di formazione). Osserva il MIM, con una incommensurabile dose di spericolato equilibrismo, che “l’iniziativa “La scuola non si arruola” non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti”. Davvero si stenta a credere ai propri occhi; quali sarebbero, di grazia, queste presunte “competenze professionali” dei docenti a cui sarebbero del tutto estranee le finalità del corso? Sono informati lorsignori ad esempio dell’esistenza di una cosa chiamata “Costituzione Italiana” il cui art.11 recita che “l’Italia RIPUDIA la guerra come strumento di offesa e risoluzione delle controversie internazionali”? Riflettere insieme su cosa voglia dire costruire, nella Scuola, pratiche e strumenti educativi in grado di trasmettere una cultura di Pace e di Nonviolenza, aderendo così alla lettera ed allo spirito di questo art. 11, sono forse “contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti”? NEGARE QUESTA VALENZA CONFIGURA, A MIO AVVISO, UNA NEGAZIONE STESSA DEI VALORI COSTITUZIONALI DI NATURA CHE SE NON È EVERSIVA, CI ASSOMIGLIA PARECCHIO. Allo stesso modo dovrebbero lorsignori sapere, perché dalle loro stanze tali parole provengono, che persino le Nuove Indicazioni Nazionali per il Primo Ciclo, pur rappresentando dei passi indietro colossali rispetto al precedente analogo documento del 2012, letteralmente grondano di inviti a supportare e sostenere azioni educative che mirano all’Educazione alla Pace intesa come valore fondante del progetto educativo. Tanto per fare qualche esempio: nella Premessa culturale generale troviamo scritto che “La scuola è chiamata a promuovere una cultura della pace, del dialogo e della responsabilità condivisa”; nel Profilo dello studente si legge che “Lo studente è educato a riconoscere il valore della pace come fondamento della convivenza democratica”; nell’Educazione civica (trasversale) troviamo che “L’educazione civica promuove il rispetto dei diritti umani, la legalità, la pace e la solidarietà”; nel Campo di esperienza “Il sé e l’altro” (Scuola dell’infanzia) leggiamo che “Attraverso il gioco e la relazione, i bambini apprendono il valore della collaborazione, della pace e del rispetto reciproco”; nell’Educazione alla cittadinanza (Primo ciclo) è scritto che “La cittadinanza attiva si fonda su valori quali la libertà, la giustizia, la pace e la partecipazione”; nella disciplina Storia (Primo ciclo) si legge che “Lo studio della storia aiuta a comprendere i conflitti e i percorsi di costruzione della pace tra i popoli”; nella Conclusione del documento troviamo che “Le Indicazioni si pongono l’obiettivo di formare cittadini consapevoli, capaci di contribuire alla costruzione di una società fondata sulla pace e sul rispetto”. Si potrebbe ovviamente andare avanti a lungo, citando l’innumerevole mole di documenti, convenzioni, accordi, Carte, nazionali ed internazionali che direttamente o indirettamente riguardano il mondo della Scuola e che, nella loro globalità, costituiscono la cornice educativa al cui interno un sistema di istruzione che ha a cuore lo sviluppo di una cittadinanza democratica ha il dovere di muoversi. Al contrario di quanto afferma un Ministero evidentemente ormai prono ad altre logiche, rappresenterebbe un obbligo professionale fondante per ogni docente aderire a momenti di formazione, sensibilizzazione e confronto su queste tematiche per contrastare doverosamente all’interno dei propri luoghi di lavoro queste derive militariste che nulla hanno a che vedere con le finalità che la Costituzione delinea per il Sistema di Istruzione e per la Scuola della Repubblica. E’ necessario quindi, per tutti i lavoratori della Scuola, Docenti e Dirigenti in primis, non rimanere silenti di fronte ad un simile atto di censura e rendere evidente il proprio forte e motivato dissenso. Nei luoghi di lavoro ma anche manifestando in piazza la propria opposizione, come accadrà in tante piazze d’Italia martedì 4 novembre, e la data, anniversario che ricorda la fine di una delle più assurde stragi della storia, non è casuale. A NAPOLI, CI SI VEDE A PIAZZA DANTE ALLE 15,30. DOBBIAMO ESSERE IN TANTE ED IN TANTI. Piero De Luca Dirigente Scolastico, Istituto Comprensivo “Sauro Errico Pascoli” (Napoli)
Appello urgente ai Rettori italiani: richiesta di Dimissioni da Med-Or
PUBBLICHIAMO LA LETTERA CHE COME OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ ABBIAMO INVIATO AGLI/ALLE OTTO RETTORI/RETTRICI DELLE UNIVERSITÀ PUBBLICHE CHE SIEDONO ANCORA NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FONDAZIONE MED-OR, LEGATA A LEONARDO SPA, AZIENDA PRODUTTRICE DI ARMI ESPORTATE E VENDUTE ANCHE A ISRAELE. Con la presente desideriamo portare un contributo di riflessione rispetto alla Sua partecipazione al Comitato Scientifico della Fondazione Med-Or, in modo da consentirLe di valutare in modo più approfondito l’opportunità di tale scelta, sia individualmente che come rappresentante del Suo Ateneo. Questo appello viene inviato in questi giorni anche agli altri Rettori delle Università statali presenti ad oggi nel Comitato di Med-Or (siete rimasti in otto dagli iniziali tredici) e, sull’onda delle imponenti proteste del 22 settembre e del 3 e 4 ottobre che hanno attraversato l’Italia, rinnoviamo l’appello alle dimissioni dalla Fondazione controllata da Leonardo, incriminata per complicità nel genocidio a Gaza. Riteniamo sia indispensabile prendere le distanze, come singolo e come rappresentante del Suo Ateneo, da una realtà come Med-Or, che porta avanti attività di lobbying in Medio Oriente rispetto ad una serie di interessi legati direttamente all’economia del genocidio. Nella primavera del 2024, sull’ondata delle proteste studentesche e delle oltre 5 mila firme raccolte nella ns. petizione (vedere link in fondo), avevamo scritto a tutti i Rettori ed a tutte le Rettrici per chiedere di rassegnare le dimissioni e soltanto alcuni hanno proceduto da allora. Adesso, considerato come nel frattempo sia mutato il contesto dei conflitti in corso producendo una percezione più diffusa di gravità delle situazioni che evidenziavamo un anno fa, abbiamo deciso di ribadire la necessità di tale gesto e Le reiteriamo quindi la richiesta di dimettersi dal Comitato Scientifico di Med-Or per lanciare un segnale di dissociazione del mondo accademico dalle strategie e dalle logiche belliche che il Gruppo Leonardo SpA  porta avanti anche attraverso le sue Fondazioni, cercando di coprire le sue mani sporche di sangue indossando l’abito prestigioso e rispettabile del mondo accademico. Non si presti anche Lei al gioco di accreditare i mercanti di morte del settore bellico! Si dimetta da Med-Or e condivida nella CRUI con gli altri colleghi Rettori questa eventuale scelta. Fiduciosi nella comprensione della situazione che Le rappresentiamo, restiamo in attesa di un Suo gesto o di una Sua gradita risposta. Di seguito troverà alcuni link utili. Ci auguriamo che i nostri spunti siano occasione di una riflessione sulle dimissioni da Med.Or, che riteniamo sempre più urgenti. Il Progetto MedOr rinsalda il legame tra Italia e Israele. Dalle armi al gas. Leonardo e la militarizzazione della ricerca accademica | il manifesto. Fuori le università dalla Fondazione Med-or/Leonardo, produttrice di armi e di morte. Change.org. La Fondazione | Med-Or Fondazione Med-Or: riunito il Consiglio di Amministrazione. Responsabilità di Leonardo SpA davanti a Corte Penale Internazionale. Ringraziandola in anticipo per la cortese attenzione, Le porgiamo i nostri distinti saluti Roberta Leoni, Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Lettera delle associazioni cilene al sindaco di Cinisello Balsamo sulla decisione di cambiare nome al Palasport Salvador Allende
Alla c.a. del sig. Sindaco Dott. Giacomo Giovanni Ghilardi Comune di Cinisello Balsamo (MI) Egregio signor Sindaco, Le scriviamo in quanto comunità di cittadini cileni ed italiani facenti parte della rete “Chile Despertó – Italia” e delle associazioni culturali italo-cilene “AlpiAndes” e “El Caleuche”. Con tristezza e rammarico abbiamo appreso la notizia della decisione presa dalla giunta comunale di Cinisello Balsamo di modificare la denominazione del Palasport dedicato fin dal 1973 al presidente cileno Salvador Allende. Il nome di Salvador Allende non soltanto simbolizza l’eredità politica e sociale che rappresenta, ma ancor più ricorda la grande solidarietà mostrata dal popolo italiano nei confronti di quello cileno nei peggiori tempi della sanguinaria dittatura del generale Pinochet. Il Palasport Salvador Allende di Cinisello Balsamo è parte di un lungo elenco di strade, piazze, scuole e biblioteche che in tutto il mondo gli sono state dedicate. Solo in Italia, si ricorda la sua grande figura in città come Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bologna, Modena, Alessandria e diverse altre di quasi tutte le regioni. Come rete e associazione chiediamo all’amministrazione che Lei rappresenta di riconsiderare la vostra iniziativa. La memoria non si può, non si deve cancellare. Cordiali saluti. Lucia Graciela Rojas (presidente) per AlpiAndes Carolina Milena Lara (presidente) per Associazione “El Caleuche” Associazione culturale dei cileni a Milano Redazione Milano
Quarticciolo: no alla militarizzazione delle scuole. Lettera dei cittadini e delle cittadine
PUBBLICHIAMO PER INTERO LA LETTERA APERTA DELLE REALTÀ SOCIALI DEL QUARTICCIOLO. COME OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ L’ABBIAMO SOTTOSCRITTA CONDIVIDENDONE OGNI CONTENUTO. SI EDUCA SENZA LE ARMI, SI FA SPORT IN PERIFERIA SENZA FARE SPOT, NON C’È RIQUALIFICAZIONE DOVE SI SFRATTA. Come educatori ed educatrici attive al Quarticciolo siamo venute a sapere da genitori delle scuole del territorio di un’iniziativa grave e preoccupante che avrà sede nel nostro quartiere, legata all’applicazione del decreto emergenze, estensione del modello Caivano. Martedì 21 ottobre nella parrocchia Ascensione NSGC l’Esercito Italiano allestirà un villaggio sportivo alla presenza della sottosegretaria alla difesa Rauti, del capo di stato maggiore dell’esercito Masiello, del sindaco Gualtieri. L’iniziativa coinvolge le classi elementari della IC Sesami e medie dell’IC Ghini. Crediamo che in un momento storico come questo, dove milioni di persone manifestano la propria contrarietà al genocidio del popolo palestinese e alle politiche di riarmo, dove la guerra continua a mietere migliaia di vittime in giro per il mondo, la scuola debba trasmettere i valori della pace e del disarmo. Inoltre, l’iniziativa è stata comunicata alle scuole, e di conseguenza alle famiglie, neanche una settimana fa, con un meccanismo di “precettazione” alla partecipazione, senza coinvolgere in nessuna forma le realtà sociali del territorio. Troviamo particolarmente grave la presenza dell’esercito a pochi metri da dove una settimana fa, con la presenza di decine di uomini in divisa, sono avvenuti gli sfratti di due donne, una con minori a carico, l’altra disabile, senza nessuna soluzione abitativa. Fare sport in periferia per noi è un impegno quotidiano che portiamo avanti con passione e sacrificio da 10 anni. Allestire un villaggio sportivo che scomparirà il giorno successivo e che costerà decine di migliaia di euro, mentre il quartiere è ancora in attesa delle opere annunciate dal comune e dal governo, fra cui la riapertura della piscina di via Trani e del campo da calcio di via Prenestina, non è altro che uno spot. Chiediamo alle realtà sociali e politiche attive nel territorio sui temi dell’educazione, dello sport e della cultura, a singoli docenti, educatrici, attivisti di firmare questa lettera, per alzare insieme una voce di denuncia nei confronti di questa iniziativa. Ci aspettiamo che Comune e Municipio, invece di prestarsi a operazioni di questa natura attivino immediatamente un confronto con le realtà sociali del Quarticciolo. Se si vuole veramente risanare la borgata è necessario partire dall’ascolto di chi in borgata ci vive. Il Quarticciolo è un quartiere nel cuore di Roma, che il 23 dicembre scorso è stato inserito tra i luoghi che necessitano di un piano di qualificazione secondo il cosiddetto “Decreto Caivano bis”. Il quartiere è stato identificato come area “ad alta vulnerabilità sociale” dove occorre “fronteggiare le situazioni di degrado e disagio giovanile” attraverso “un piano straordinario di interventi infrastrutturali e di progetti di riqualificazione sociale e ambientale”. La “riqualificazione” è stata annunciata sotto forma di un vero proprio attacco alle realtà sociali del quartiere da parte delle istituzioni, intenzionate allo sgombro dell’ex questura, di proprietà dell’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) dove vivono una quarantina di persone ed è sede di attività di mutualismo dal basso come  il doposcuola popolare. Oltre a ciò i cittadini del Quarticciolo hanno realizzato la loro palestra popolare, un ambulatorio, una stamperia e stanno cercando di dare vita a progetti che restituiscano valore al tessuto economico e produttivo del quartiere attraverso la realizzazione di un birrificio, un laboratorio di cucina tra donne e il tentativo di far tornare il mercato in quartiere.  Nel frattempo al Quarticciolo le scuole vivono una situazione di abbandono o hanno subito dimensionamento, accorpamento con altre scuole mentre le statistiche sull’abbandono scolastico sono tra le più alte della media della città. Gli edifici comunali sono fatiscenti. Il tutto è accompagnato da una forte militarizzazione. Viene il dubbio che questi quartieri siano volutamente fatti diventare “a vulnerabilità sociale” per giustificare interventi emergenziali: dagli sgombri alla riqualificazione non partecipativa. Gualtieri annuncia investimenti: 4.416.160,00 del PNRR per la Fabbrica del Teatro, uno dei tanti  progetti che non corrispondono ai bisogni della cittadinanza, 20 milioni di euro per la riqualificazione secondo ottiche calate dall’alto che soddisferanno solo il sindaco di Roma e gli interessi di qualche privato, se non saranno capaci di ascoltare i bisogni reali di chi il quartiere lo vive. Il Villaggio sportivo è sicuramente un altro canale individuato per la “riqualificazione”. Il Quarticciolo così è visto e presentato dalle istituzioni: un quartiere degradato da sistemare, riqualificare facendo piazza pulita di ogni legame sociale preesistente, per farne terra di conquista del mercato. Ma in realtà è ben altro. L’attivismo e la partecipazione dei suoi abitanti mostrano anche qualcosa di diverso: autorganizzazione, resistenza, mutuo aiuto, volontà di autodeterminazione. Ma questo non va reso visibile, tranne alcune eccezioni (vd trasmissione di propaganda live https://www.youtube.com/watch?v=JVs73E73znc). Gli abitanti hanno prodotto un Dossier (clicca qui), un loro piano di riqualificazione dal basso che mostra proprio questa volontà di autodeterminarsi. Meglio militarizzare che ascoltarli. Lasciare che i problemi esplodano per intervenire con blitz e reprimere. Su cosa sia un villaggio abbiamo già scritto a proposito del villaggio difesa a Circo Massimo per il 4 Novembre scorso (vd. ad esempio il nostro articolo) e le motivazioni del perché siamo contrari alla militarizzazione dell’infanzia sono state più volte espresse dall’osservatorio, qui vorremmo concentrarci sul caso specifico. La scelta di un quartiere popolare è strategica per la difesa e per l’esercito consapevoli che è proprio nelle fasce più fragili e abbandonate della società civile il loro vero target. La promessa di carriere in divisa come sbocco lavorativo è sicuramente una soluzione al problema occupazionale per molti giovani che faticano a trovare lavoro. Il Quarticciolo è tra l’altro un quartiere ad alto tasso di abbandono scolastico cosa che facilita il processo di “arruolamento”. Ci lascia perplessa anche la scelta di installare il villaggio nella parrocchia, luogo dove la parola pace dovrebbe trovare sostanzialità e non ridursi ad un semplice saluto. Non sarebbe meglio lasciare che le parrocchie funzionino da luoghi di aggregazione sociale necessari, piuttosto che in campo di propaganda militare? Quali possono essere le mire sui territori periferici se da luogo di abbandono e criminalizzazione si cerca di farne luogo di arruolamento?  Allo stesso modo e come al solito ci domandiamo come mai le scuole si prestino ad avvicinare le classi al mondo militare con i suoi valori, la sua cultura, i suoi strumenti di guerra. L’importanza di occasioni come questa, ai fini della propaganda militare, è svelata dalla presenza di personalità come la sottosegretaria alla difesa Rauti, il del capo di stato maggiore dell’esercito Masiello e del sindaco Gualtieri. Ci auspichiamo che nonostante il meccanismo della “precettazione”, che la lettera denuncia (impossibile da applicare essendo stati esautorati gli organi collegiali), docenti, genitori e comunità tutta, sappiano respingere l’iniziativa non partecipandovi e così sabotandola. A tal fine ricordiamo il nostro vademecum come strumento valido per contrastare il fenomeno della militarizzazione nelle scuole: lettera di esonero, mozioni per docenti, dichiarazioni di indisponibilità, diffide. Questa non è riqualificazione ma tentativo di militarizzare l’infanzia a scopo di propaganda militare. La guerra la fanno gli eserciti, le scuole educano alla pace e alla convivenza (così come dovrebbero fare anche le parrocchie).   Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Roma
Lettera indignata alle consigliere che hanno votato Sì alla delibera sul nuovo San Siro
70 attiviste e cittadine ambientaliste milanesi hanno scritto una lettera aperta alle donne consigliere che hanno votato Sì alla delibera sul progetto del nuovo San Siro, manifestando la propria indignazione. In fondo al testo il link alla petizione su change.org per aggiungere la propria firma.  Lettera aperta alle consigliere Elena Buscemi, Monica Romano, Natascia Tosoni, Diana De Marchi, Alice Arienta, Angelica Vasile, Beatrice Uguccioni, Roberta Osculati, Simonetta d’Amico e Elisabetta Nigris del Partito Democratico; Marzia Pontone (ListaSala) e Giulia Pastorella (Riformisti con Sala). Care “compagne”, vogliamo esprimervi la nostra delusione, la nostra indignazione per il vostro voto che ha contribuito all’approvazione della delibera e la nostra intenzione di non lasciar cadere la questione San Siro. Pensavamo che voi, in quanto donne della sinistra, condivideste l’anelito a una Milano ambientalista, costellata di polmoni verdi e di parchi, giusta e attenta nella difesa della natura e del suolo. Alcune di noi – vostre elettrici e no – vi hanno inviato appelli affinché votaste la delibera con indipendenza di pensiero e di coscienza per il bene pubblico. Non riusciamo a trovare scusanti per il vostro avallo a questa operazione che defrauda la cittadinanza di una sua proprietà pubblica, tra le più iconiche e amate. Né riusciamo a giustificare perché vi siate assunte l’onere di votare una delibera che la stessa Giunta non ha votato, astutamente accollandone a voi consigliere e ai consiglieri la responsabilità. Non riusciamo a capire cosa vi abbia indotto a votare Sì essendo a conoscenza che: -i lavori di abbattimento dello stadio provocheranno danni pesantissimi per l’ambiente e per il quartiere; -il Parco dei Capitani sarà distrutto e l’area sarà cementificata con ulteriore consumo di suolo, inquinamento e distruzione di verde; -lo stadio Meazza, pur essendo dichiarato dal CIO idoneo per le Olimpiadi, sarebbe inadatto per eventi internazionali secondo una narrazione contraddittoria e assurda; -la capienza numerica dei posti in un nuovo stadio non sarà maggiore rispetto all’attuale, al contrario del costo dei biglietti e degli abbonamenti; -i Club sono già indebitati con il Comune e non possono firmare alcun contratto se prima non saldano il debito; -i fondi d’investimento proprietari delle squadre sono opachi e legati a finanziarie con sedi in paradisi fiscali; -il comitato antimafia, nelle persone di Nando Dalla Chiesa e di David Gentili, ha mostrato preoccupazione perché non è garantito che saranno bloccate eventuali infiltrazioni mafiose; -il contratto contiene una clausola leonina e ricattatoria, lo scudo penale per la società rappresentante delle squadre, assolutamente irricevibile da parte di un Ente pubblico; -il sottopasso Patroclo, costato milioni di soldi pubblici, sarà abbattuto e rifatto a scomputo degli oneri di urbanizzazione, per esigenze del nuovo stadio e della nuova proprietà privata. Con rammarico constatiamo che come donne avete dimostrato una subalternità al potere maschile e maschilista: è maschilista il metodo con cui è stata approvata questa delibera, impedendo un ampio confronto con la cittadinanza (la proposta di un doveroso Referendum è stata rigettata) e costringendo il Consiglio Comunale a decidere in poche ore, senza la possibilità di discutere e approvare gli emendamenti. Ci chiediamo: dove sono finite l’autonomia e l’indipendenza femminile e femminista delle donne di sinistra? Avete dimostrato che sono solo parole vuote utili a nascondere la subalternità al volere del vostro partito politico. Sottoscrivono le cittadine ambientaliste: -Nadia Boaretto, ecofemminista -Anita Sonego, già consigliera comunale -Adriana Berra, Facciamo l’appello – rete per Milano verde ed equa -Irene Pizzocchero, Facciamo l’appello – rete per Milano verde ed equa -Cristina Simonini, Facciamo l’appello – rete per Milano verde ed equa -Daniela Macchi, Facciamo l’appello – rete per Milano verde ed equa -Maria Castiglioni, Associazione Parco Piazza d’Armi – Le Giardiniere -Valeria Bacchelli, Associazione Parco Piazza d’Armi – Le Giardiniere -Carla Maragliano, Associazione Parco Piazza D’Armi – Le Giardiniere -Cristina Cusi, Associazione Parco Piazza d’Armi – Le Giardiniere -Erica Rodari, Comitato Milanese Acqua Pubblica -Carla Bottazzi, Comitato Milanese Acqua Pubblica -Serenella Fabiani, Baiamonti Verde Comune -Cinzia Massironi, Baiamonti Verde Comune -Marilena Mazzanti, Baiamonti Verde Comune -Elisabeth Bohr, Baiamonti Verde Comune -Susanna Sinigaglia, Rete dei Comitati della Città metropolitana di Milano -Elisabetta Panina, comitato Salviamo Parco Bassini -Alberta Cazzani, docente, comitato Salviamo Parco Bassini -Lucia Tozzi, studiosa di politiche urbane -Caterina Carati, Coordinamento tutela del Verde Cintura Urbana di Milano-Parco Ovest -Raffaella Latella, Italia Nostra Milano Nord Ovest -Silvana Galbusi, Associazione Gruppo Verde San Siro -Laura Leoni, Associazione Gruppo Verde San Siro -Isabella Barato, Comitato Proteggiamo Montestella -Serena Antolini, #BagnaMI (ForestaMI e poi DimenticaMI) -Edi Faoro, #BagnaMI (ForestaMI e poi DimenticaMI) -Sonia Monduzzi, #BagnaMI (ForestaMI e poi DimenticaMI) -Luciana Pellegreffi, Associazione Schierarsi Milano -Rossella Ruffolo, Associazioni Schierarsi Milano -Marialaura De Franceschi, Comitato Alberi per Boschiamo -Marina De Lorenzo -Lucia Hollstegge, Comitato Difesa Ambiente zona 5 -Floriana Lipparini, Città Benecomune -Luisa Bordiga, Torre Liprando -Barbara Bonazzi, medica e ambientalista -Emanuela Ronzone, attivista, Novegro -Margherita del Piano, fotografa e attivista -Cristina Maccarrone, giornalista -Mariella Cappelluti -Tiziana Riva -Patrizia Rossetti -Lidia Pola -Idanna Matteotti, attivista -Giovanna Frisoli, insegnante e attivista -Dilva Giannelli, art director e attivista -Luce Resinanti, artista -Paola Majerna, artista -Gaia Paola Brolis, attivista ambientale -Maria Vegeto, docente e architetto -Candida Felici, docente e musicista -Tiziana Colasanti, insegnante e scrittrice -Claudia Corvi -Gianna Bucci -Paola Messaglia -Paola Galloni -Barbara Schinaia -Sara Rapisca -Cesarina Damiani, femminista -Ross Cunzolo, femminista -Maria Pierri, femminista -Elena Cianci, femminista -Parisina Dettoni, femminista -Giuliana Peyronel, bibliotecaria -Valeria Piepoli -Graziella Sacchetti -Cinzia Tosi -Silvana Leone -Piera Vismara -Francesca Rossi Iniziativa promossa da Facciamo l’appello, rete per Milano verde ed equa https://www.facebook.com/facciamolappello Link per firmare la petizione Redazione Milano
Lettera alla Rettrice della Sapienza da 356 docenti: fermare il genocidio in Palestina
Magnifica Rettrice, nel corso della cerimonia di celebrazione dei 90 anni di Sapienza, tenutasi lo scorso martedì 16 settembre,  ha avuto modo di ricordare che “i tank israeliani entravano a Gaza City”. Nel suo discorso ha fatto riferimento allo “sdegno” e all’ “orrore” con cui tutta la comunità Sapienza ha reagito e reagisce alla “brutale violenza” e alla più totale indifferenza per la vita umana che caratterizzano le “guerre” in corso – in Palestina, in Ucraina, in Sudan e altrove. E, dopo aver ricordato la manifestazione per la pace organizzata in occasione del conflitto Russia-Ucraina, ha fatto appello ai valori della cultura e della scienza.  Forse, però, oltre alla scienza ci vorrebbe anche un po’ più di coerenza. Sarebbe il caso di ricordare, per esempio, che Sapienza non ha organizzato alcuna manifestazione per denunciare l’operato di Israele ed esprimere la sua solidarietà al popolo palestinese. Non ha mai esposto, neppure per un’ora, la bandiera palestinese sulla sua homepage, mentre quella dell’Ucraina vi ha campeggiato per settimane. Magnifica Rettrice, lei  ha fatto un fugace riferimento al “diritto internazionale”, ma non ha ricordato che, mentre il nostro governo e la UE sostengono militarmente ed economicamente l’Ucraina, e hanno approvato 19 pacchetti di sanzioni contro la Russia, nessuna sanzione è stata applicata contro Israele, nonostante da quasi due anni stia bombardando una popolazione inerme, stia distruggendo sistematicamente case, scuole, ospedali, edifici istituzionali, e stia aggredendo paesi terzi (Qatar, Iran, Libano, Siria, Yemen). Non solo: uccide giornalisti, operatori sanitari e civili in coda per il cibo, avendo già fatto della fame un’arma di guerra. Il numero dei morti, Magnifica Rettrice, è intorno agli ottantamila,  anche se, secondo molti esperti, la cifra reale potrebbe essere da cinque a dieci volte superiore. Qualunque sia il numero delle morti, esse pesano sulle nostre coscienze di complici diretti e indiretti. Le sue parole di vicinanza per chi soffre a Gaza non sono state accompagnate da alcuna condanna nei confronti dello stato di Israele e di quanti lo sostengono. La parola Israele (a parte il riferimento ai “tank israeliani”) non compare mai nel suo discorso. A Gaza, lei dice, c’è un’insostenibile “crisi umanitaria”, ma a chi siano da imputare questa crisi o le morti per fame da lei menzionate, non viene detto. E questo proprio nel giorno in cui la Commissione delle Nazioni Unite confermava a chiare lettere che Israele sta commettendo un genocidio. Il che significa che chiunque collabori con questo stato, e ne sostenga in alcun modo l’operato, è complice dei suoi crimini. Ci fa naturalmente piacere che Sapienza, come molte altre università del nostro paese, si sia adoperata per dare sostegno a studenti e studiosi palestinesi, o che presso il nostro Policlinico qualche fortunato bambino palestinese sia stato curato. Ma a oggi, mentre altri atenei e singoli dipartimenti o facoltà hanno in modo piuttosto netto dichiarato che interromperanno qualsiasi collaborazione istituzionale con le università israeliane, Sapienza evita di assumere una posizione esplicita e coraggiosa, che ne salvaguardi il carattere morale e la reputazione. Proprio nel giorno delle celebrazioni in Sapienza, il Senato Accademico dell’Università Statale di Milano ha prodotto un documento in cui, tra le altre cose, si legge che “[…] l’Ateneo conferma che stanti le attuali condizioni di grave violazione dei diritti umani nella Striscia di Gaza – ma anche in Cisgiordania – […] non potrà che astenersi dal procedere a nuove stipule o rinnovi di accordi istituzionali con università, istituzioni o attori di altro tipo che siano direttamente o indirettamente implicati nelle violazioni attualmente in essere”. È davvero troppo pretendere che Sapienza non sia da meno? Che dall’orrore e dallo sdegno si passi ad azioni concrete? Siamo docenti come lei, e vogliamo esprimere il disagio e l’indignazione che proviamo in quanto continuiamo, da due anni, a entrare nelle aule per fare lezione, per presiedere alle lauree di studenti e studentesse (che ormai sempre più frequentemente mostrano spille con la bandiera palestinese o che chiedono di fermare il genocidio) in rappresentanza di una istituzione che non solo non è stata in grado di dire nulla di più di qualche parola di circostanza in estremo ritardo, ma si dimostra anche complice, mantenendo gli accordi con le università israeliane e con l’industria delle armi che fornisce materialmente gli strumenti per trucidare i palestinesi. Ogni parola non detta, ogni collaborazione non rescissa sono materialmente un proiettile in più a danno dei e delle palestinesi, una bomba in più su una scuola o su un ospedale. Quanto è già avvenuto in Palestina graverà per sempre sulle nostre coscienze; cerchiamo di fermarci adesso, seppure in ritardo. La Sapienza, in quanto maggiore ateneo d’Europa, non può sottrarsi alla responsabilità di uscire da questa spirale di violenza e di unire la propria voce e le proprie azioni a quelle già espresse altrove. Il tribunale della storia ci concede soltanto quest’ultimo appello, prima della condanna irrevocabile a essere ricordati come coloro che sono rimasti fino all’ultimo dalla parte sbagliata. ROMPIAMO GLI ACCORDI, MAGNIFICA RETTRICE. FERMIAMO IL GENOCIDIO E RENDIAMO LIBERTÀ E GIUSTIZIA AL POPOLO PALESTINESE. Roma, 19 settembre 2025 Comitato Sapienza per la Palestina con il supporto di (aggiornato al 19 settembre 2025 ore 16:00) 1. Marco Balsi 2. Ada Barbaro 3. Giada Basile 4. Paolo Borioni 5. Caterina Botti 6. Alviera Bussotti 7. Valerio Camarotto 8. Isabella Camera d’Afflitto 9. Matteo Candidi 10. Leonardo Capezzone 11. Silvia Cataldi 12. Valerio Cordiner 13. Osvaldo Costantini 14. Maria D’Erme 15. Franco D’Intino 16. Filomena Diodato 17. Francesca Federico 18. Anna Candida Felici 19. Fernanda Fischione 20. Rosario Gigliotti 21. Laura Guazzone 22. Adolfo La Rocca 23. Giorgio Mariani 24. Marta Marchetti 25. Sarin Marchetti 26. Arturo Monaco 27. Elisabetta Petrucci 28. Martina Piperno 29. Ernesto Placidi 30. Stefania Portoghesi Tuzi 31. Marco Ramazzotti 32. Lorenzo Rovigatti 33. Gianni Ruocco 34. Stefano Scarcella Prandstraller 35. Luisa Valente 36. Stefano   Velotti 37. Riccardo Capoferro 38. Leonardo Mattiello 39. Bianca Monteleone 40. Yasmin Riyahi 41. Mattia Giampaolo 42. Ludovica Serricchio 43. Giuli  Ecca 44. Mattia Bonasia 45. Ilaria Andolfi 46. Alessandra  Fremiotti 47. enzo  scandurra 48. Massimiliano Di Mino 49. Riccardo Sergi 50. Lorenzo  Celio 51. Bernardo              Favini 52. Enrico      Taglioni 53. Giulia       Arduini 54. Simone   Di Muzio 55. Leonardo              Ariodante 56. francesco             cioffi 57. Melissa   Fedi 58. Lucrezia  Desiderio 59. Alessandro           Palma 60. Salvatore Pontarelli 61. Simone   De Santis 62. Giacomo Lanfiuti Baldi 63. Michelina             Di Cesare 64. Marica    Falzarano 65. Michaela Giorgianni 66. Alessandra           Criconia 67. Paolo       De Troia 68. Roberto  Di Santo 69. Marco     Isopi 70. Gaia         Tomazzoli 71. Ilaria        Anglani 72. Sajjad      Lohi 73. Fabio       Sammartino 74. valeria     infantino 75. Gianmarco           Grantaliano 76. Veronica Bellazzi 77. Luca         Alteri 78. Luca         Zamparelli 79. Cecilia     Draicchio 80. Tiziana     Nupieri 81. Catia        Cerra 82. Roberto  Contestabile 83. Paolo       D’Indinosante 84. Daniele   Ranzino 85. Manuela Grillo 86. Massimo Aprea 87. Marina    De Palo 88. Asia         Battiloro 89. Carles      Sanchez Riera 90. Alberto   Budoni 91. Giulia       Fabbri 92. Federica  Ruggiero 93. Claudio   Alimonti 94. Fausto Libero       Barberis 95. Francesca             Congiu 96. Barbara  Massucci 97. Martina  Di Tizio 98. Giovanna Boumis 99. MARCO   OMIZZOLO 100. Giulia    Magro 101. Eva        Pietropaoli 102. Giorgia Mannucci 103. Paolo    Piazza 104. Giovanni            Licata 105. Francesca          Tria 106. Francesca          Santangeli 107. Paola    Di Mascio 108. Giorgio Graziani 109. Lucy      Bell 110. Massimiliano    Tortora 111. Luca      Valleriani 112. Mauro Lucio      Papinutto 113. Vittorio               Loreto 114. Marina Bouché 115. Alessandro        Di Egidio 116. Marina Gallinaro 117. Paolo Gaspare  Bottoni 118. Alessandro        Motta 119. Nicolò   Geri 120. Valentina           Bernardi 121. Paolo    Padrevecchi 122. Francesca          Angelini 123. Maria Pia           Nazio 124. Elena    Gagliasso 125. stefania              espa 126. Dario     La Montagna 127. Fabio    Cutroni 128. Fabio    Stassi 129. Maria Romana Allegri 130. Laura    Ciapponi 131. Daniele               De Sensi 132. Carla     Nardinocchi 133. Mauro  Papinutto 134. Isabella               Tomassetti 135. fabio massimo  GAtta 136. Giorgio Giovanelli 137. francesco           cioffi 138. Vyali Georgian  Moldoveanu 139. Ilaria     Bufalari 140. Fabio    Bernasconi 141. Carlo Maria       Biscaccianti 142. Alessio Oliviero 143. Ninfa     Ingui’ 144. Angelo Vulpiani 145. Andrea Sterbini 146. Francesca          De Marchis 147. Lorenzo              Foscolo 148. Elisa      Coletta 149. Sara Radi           Ahmed 150. Marta   Marucci 151. francesca           canestrelli 152. Luca      Zamparelli 153. Francesca          D’Ambrosio 154. Maria Irene Papa 155. Luca Massimo Andrea   Martinazzi 156. Anna     Calabrò 157. Clara Benedetta Vincenza          Pezzuto 158. Arianna Campiani 159. Alessandro        Somma 160. Adriano              Lenti 161. EMANUELE        FALLANI 162. Maura  Percoco 163. Maria Cecilia     Daniele 164. Elena    Gerosi 165. Giuseppina        Porciello 166. Eleonora            Rossi 167. Corrado              Mascia 168. Vanessa             Era 169. Filomena           Pacella 170. Leonardo           Bagnulo 171. Luciano Fattore 172. Maria Rita          Cugliandro 173. Alice      Marconato 174. anna     maggetti 175. Valerio Buttinelli 176. Francesco          Contel 177. Claudia Ciancaglini 178. Giorgio De Donno 179. Sandro De Cecco 180. Alessandro        Picone 181. Vincenzo            Nesi 182. Paola    Ferretti 183. Gabriella            Puppo 184. Marco  Grilli 185. Giorgio Grisolia 186. Luigi      Marinelli 187. Carlo     Martinez 188. Bianca  Colonna 189. Marco   Bruno 190. Gabriele             Peluso 191. Biagio   Dell’Omo 192. Antonio              Agresti 193. Vincenzo            Fusco 194. Giulia    Boccacci 195. Nadia Andrea   Andreani 196. Augusto             Cerqua 197. Valerio Corica 198. Paola    Bernardi 199. Gabriele             Fusco 200. Edoardo             Girardi 201. Lina       Zampierollo 202. Maria Grazia     Luna 203. Ilaria     Schiaffini 204. Sara      Marilungo 205. Maria Serena    Panasiti 206. Simone Cacace 207. Rossana             Capobianco 208. Nicoletta            Minto 209. Andrea Corese 210. Stella    Petković 211. Edoardo             Esposto 212. Michele              Morganti 213. Luca      Casarin 214. Marcello            Ponsiglione 215. Andrea Bellelli 216. Caterina             Donattini 217. Monica Mignucci 218. Alessandro        Laneve 219. Giulia    Tatafiore 220. Giovanni            Organtini 221. Andrea Salaris 222. Sara      Ferrante 223. Federico             Fornasaro 224. Anna Leonilde   Bucarelli 225. Mattia  Fiorilli 226. Mauro  Giacomantonio 227. Daniel   Pumo 228. Andrea Bianchi 229. Andrea Dall’Aglio 230. Alessandro        Teta 231. Samuel Nocito 232. Claudia Fasolato 233. Mattia Giampaolo 234. Elisabetta           Della Corte 235. Gabriele             Lombardi 236. MICHELA           ROSICARELLI 237. Giovanni            Iannaccone 238. Stefano Bae 239. Gabriele             Vercelli 240. Marina Scattolin 241. Mauro  Maggi 242. Valerio Placidi 243. Eleonora            Giovannetti 244. Adele    Bosi 245. Jacob    Blakesley 246. Mauro  Maggi 247. Simone               Frasca 248. Anna     Riccioli 249. Paolo    Piccinni 250. ORNELLA            TAROLA 251. Riccardo             Tilli 252. Marco  Di Branco 253. Sarah    Boukarras 254. Francesca          Pieroni 255. Rosa     Di Stefano 256. Francesco          Saltari 257. Hajar    Al-Naqshbandi 258. Gilda     Sensales 259. Giorgio Monari 260. Moreno Ignazio              Coco 261. Fiorenzo            Parziale 262. Elena    Allegretti 263. Giacomo            Trinca Cintioli 264. Federico             Tucci 265. Carlo     Travaglini Allocatelli 266. Carla     Ventre 267. Lorenzo              Cirigliano 268. Giulio    Attenni 269. Marika Mauti 270. Nicol     Imperi 271. Adele    La Rana 272. Martina              De Giuseppe 273. Serena  Renzi 274. Cecilia   guariglia 275. Mariella             Segreti 276. Patrizia Gentili 277. Nicolò   Laureti 278. Francesco          Caracci 279. Md Tanbeer      Haque 280. Rossella             Martin 281. Flaminia             Carocci 282. Norma  Felli 283. Francesca          Attadio 284. Marta   De Luca 285. Carlotta              Ferrando 286. Giulia    Matusali 287. Flavia    Dioguardi 288. Marco  Esposito 289. Lara      Benfatto 290. Paolo    De Vincenzi 291. Concetta            Campailla 292. Maria Patrizia Somma 293. Valeria D’Annibale 294. Francesco          Scardino 295. Giuseppe           Ricotta 296. Elettra Stimilli 297. Enrico   Casadio Tarabusi 298. Alessandra        Guidi 299. Anna     Giometti 300. Federica             Casalin 301. Akant Sagar       Sharma 302. Kristina               Micalizzi 303. Laura    Rosano’ 304. Paola    Orsatti 305. chiara   Giorgi 306. Antonio              Zuffianò 307. Alessandro        Gebbia 308. Giovanni            Leuzzi 309. Stefano Scacco 310. Sofia     Pepe 311. Giulio    Galise 312. Francesco          Siano 313. Alessandro        von Gal 314. Gabriele             Di Carlo 315. Paolo    Mangini 316. Tiziano Pauletto 317. elisa      Ballin 318. Riccardo             Basilone 319. Fau        Rosati 320. Simone Di Micco 321. Ilde       Pieroni 322. Davide  Gori 323. Stefano Grasso 324. Michelangelo    Tani 325. Aicia      Naser 326. Enri o    Rogora 327. Daniele Di Tata 328. Chiara  Antoniucci 329. Filippo  Sotgiu 330. Maria Luisa        De Martino 331. Maria Grazia     Galantino 332. Chiara  Maciocci 333. Matilde Brunetti 334. Erik        Leemhuis 335. Elena    Paparella 336. Raffaele             Cadin 337. Alya      Zeinaty 338. Ludovica            Vosa 339. Beatrice Pennacchi 340. Noemi  Di Lorenzo 341. Domenico          Caudo 342. Simone Scalise 343. Matteo Laurenzi 344. Martino             Schettino 345. Flavio    Giuliani 346. alessandra brezzi 347. Claudia Salera 348. Alessandro Guerra 349. Daniele Valeri 350. Sarah  Ferraiuolo 351. Francesca Simonelli 352. Martina Pasqua 353. Giorgia Marini 354. martino luigi   di salvo 355. Salvatore Manfredi D’Angelo 356. Francesc Balossi Restelli
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LETTERA APERTA DEL CINEMA ITALIANO E INTERNAZIONALE ALLA BIENNALE E AL FESTIVAL DI VENEZIA 22 agosto 2025. Oggi centinaia di esponenti del cinema italiano e internazionale riunitәsi sotto la sigla V4P (Venice4Palestine) hanno inviato una lettera aperta indirizzata alla Biennale e alla Mostra del Cinema, comprese le sezioni indipendenti delle […] L'articolo Venice4Palestine. “Fermate gli orologi, spegnete le stelle” su Contropiano.