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La NATO si prepara alla guerra contro la Russia. Attacchi di Israele a Gaza, in Cisgiordania e Siria. Intanto in Sudan…
Le informazioni raccolte e divulgate oggi, 2 dicembre, da ANBAMED. Sono passati tre anni, 9 mesi e 7 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato Militare NATO, ha dichiarato al Financial Times che l’alleanza sta valutando di intensificare la sua risposta alla guerra ibrida di Mosca e ha affermato che un “attacco preventivo” potrebbe essere considerato una ”azione difensiva”. Per spiegare la sua neolingua, ha aggiunto: “Siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando”. GAZA – Le operazioni militari israeliane conto i civili sono intensificate ultimamente, dopo la consegna degli ultimi corpi di ostaggi israeliani uccisi dagli stessi bombardamenti dell’esercito di occupazione. L’aviazione di Tel Aviv ha colpito duramente a Khan Younis e Rafah. Elicotteri hanno bersagliato i campi di sfollati a ovest di Khan Younis. L’artiglieria ha bombardato a Zeitoun, a sud di Gaza città. Il rapporto del ministero della sanità palestinese informa dell’uccisione di 9 civili, nella giornata di ieri, i corpi dei quali sono arrivati negli ospedali. Mentre le violazioni israeliane della tregua non trovano eco sulla stampa scorta mediatica del genocidio e non vengono condannate dalle cancellerie dei paesi colonialisti di Stati uniti e Ue, la situazione umanitaria si aggrava. Le operazioni di ricerca dei dispersi palestinesi sotto le macerie vanno a rilento, a causa del blocco israeliano dell’ingresso di macchinari di movimento terra. Ogni giorno vengono recuperati decine di corpi, ma il numero totale si aggira tra i 10 e i 15 mila vittime dei bombardamenti israeliani sulle zone residenziali. È un dramma per molte famiglie che non riescono a dare una degna sepoltura ai loro cari, caduti vittime dei bombardamenti israeliani. Migliaia di famiglie stanno cercando di estrarre i corpi dei loro cari da sole, in assenza di risorse. “Alcune ci riescono, altre falliscono, ma la realtà è che migliaia di vittime sono ancora oggi sepolte sotto le macerie – ha detto il portavoce della protezione civile, Al-Basal  – Ci sono corpi che possono essere identificati direttamente, ma molte vittime che potranno essere identificate solo attraverso test di laboratorio (DNA)”, sottolineando che la Protezione Civile ha recuperato centinaia di corpi negli ultimi mesi di persone senza nome e che sono stati sepolti nelle ‘tombe non identificate’ nel cimitero dei numeri a Deir al-Balah. CISGIORDANIA – Il 17enne Muhannad Taher Zaghir è stato assassinato dalle truppe israeliane a el-Khalil (Hebron). È stato colpito dalle pallottole dei soldati israeliani mentre era nell’auto del padre. All’ambulanza della Mezzaluna rossa è stato impedito di soccorrerlo e poi il suo corpo è stato preso in ostaggio dall’esercito di occupazione. Anche a nord di Ramallah, le truppe israeliane di occupazione hanno impedito il soccorso ad un ragazzo ferito dalle pallottole dei soldati nel villaggio di Omm Safa. A nord di Gerusalemme, un gruppo di coloni ebrei, arrivati da ogni dove, ha issato costruzioni provvisorie per la realizzazione di una nuova colonia nel villaggio palestinese, Mikhmas. L’esercito ha accompagnato i colonizzatori e allontanato, con la minaccia delle armi, i contadini nativi dalle loro terre. SIRIA – Truppe di Tel Aviv avanzano verso nord nella provincia siriana di Quneitra. È la terza incursione israeliana in territorio siriano, sempre più vicino alla capitale Damasco. I soldati di Tel Aviv hanno eretto posti di blocco, compiuto azioni di rastrellamento e distrutto infrastrutture e demolito case. In una zona rurale hanno sradicato alberi, per costringere i contadini alla deportazione. Gruppi di coloni ebrei israeliani hanno tentato di creare degli insediamenti nelle zone occupate militarmente da Israele all’interno del territorio siriano, ma sono stati rispediti indietro dallo stesso esercito israeliano, con la motivazione che l’area non è ancora sicura e non sarebbe possibile garantire l’incolumità dei cittadini israeliani. LIBANO – Una tregua silente per la visita del papa. Ma la pressione sul governo e l’esercito libanesi da parte degli “intermediari” statunitensi è sempre più sfacciatamente a fianco di Israele. La rappresentante Usa nella commissione di supervisione sulla tregua pretende la restituzione ad Israele di un missile inesploso lanciato su Beirut. Gli Stati Uniti hanno chiesto urgentemente al governo libanese di recuperare la bomba intelligente GBU-39 lanciata da Israele durante l’assassinio del comandante militare di Hezbollah Haytham Ali Tabatabai, ma che non è esplosa ed è rimasta intatta sul luogo dell’attacco. La Casa Bianca teme che la bomba sofisticata, di fabbricazione USA, finisca nelle mani di Hezbollah che poi potrebbe consegnarla all’Iran, Russia o Cina. SUDAN – Le milizie hanno affermato di aver conquistato la caserma dell’esercito governativo a Babmusa. La scena militare sudanese sta assistendo a una rapida escalation dopo che le Forze di Supporto Rapido hanno preso il controllo della città di Babnusa nel Kordofan occidentale, aprendo un nuovo capitolo nel conflitto e ristabilendo un nuovo equilibrio di potere tra le due parti. Il risultato più drammatico della guerra civile sudanese è il prezzo pagato dalla popolazione civile costretta alla fuga ed a subire le angherie di milizie senza controllo. Sono state denunciate dai superstiti violenze indicibili che vanno dallo stupro fino alla richiesta di riscatto alle famiglie delle persone prese in ostaggio. ALEGERIA – Aumento del salario minimo e reddito di disoccupazione. Il governo algerino ha approvato due decreti per la lotta contro la povertà. Secondo una dichiarazione del Consiglio dei ministri, il salario minimo è stato aumentato da 20˙000 dinari (circa 155 dollari) a 24˙000 dinari (circa 185 dollari) a partire dall’inizio del prossimo anno. Come riportato dalla televisione di Stato e da una dichiarazione del consiglio, il presidente Tebboune ha deciso di aumentare l’indennità di disoccupazione da 15˙000 dinari (115 dollari) a 18˙000 dinari (circa 140 dollari).   INIZIATIVE Libertà per Marwan Barghouti : È in corso la campagna italiana in favore della liberazione dei prigionieri politici palestinesi e in particolare per mettere fine alle torture e maltrattamenti. Al centro di tale campagna vi è l’obiettivo di salvare il Mandela palestinese, Marwan Barghouti, da 23 anni in carcere. Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio – Sono passati 6 mesi e 17 giorni di sciopero della fame a staffetta, dall’avvio della campagna di Digiuno x Gaza, l’iniziativa lanciata a maggio da Anbamed. Oggi, martedì 02 dicembre, il digiuno a staffetta prosegue. Il digiuno a staffetta prosegue fino alla conclusione vera dell’aggressione militare. Si propone di devolvere il costo di un pasto a favore di una raccolta fondi per la Palestina: “Oltre il digiuno, Gaza nel cuore” (https://gofund.me/4c0d34e2c). La petizione BDS chiede di cancellare il gemellaggio Milano-Tel Aviv e le collaborazioni economiche del Comune con Israele e un appello implora per la liberazione dei medici in ostaggio nei campi di concentramento israeliani. Il 13 dicembre a Milano, alle ore 18:00, ci sarà la presentazione della fiaba illustrata, “Strega!”, di Mia Lecomte – edizione bilingue italiano-arabo di Mesogea – Messina. Una pubblicazione per finanziare i progetti dell’associazione palestinese Al-Najdah a Gaza. Le maestre di Al-Najdah dopo averla ricevuta in formato digitale hanno detto: “Così coniugheremo istruzione e intrattenimento”. La presentazione sarà presso la sede dell’associazione ChiAmaMilano alla presenza di autrice, curatrici e illustratori e illustratrici. Per informazioni e adesioni al progetto Ore Felici per i Bambini di Gaza scrivere a anbamedaps@gmail.com     ANBAMED
Gaza scompare dai titoli dei TG, ma le guerre di Israele continuano
Siria L’esercito israeliano è la nuova Gestapo. Le truppe di Tel Aviv sono penetrate in territorio siriano ed hanno ucciso 13 abitanti del villaggio Beit Jinn. Si tratta di un villaggio druso a nord di Quneitra e a 50 km a sud di Damasco. L’aeronautica ha bombardato e distrutto diversi palazzi nel villaggio druso. Israele “protegge” così i drusi. Bombardandoli. Ci sono anche 25 feriti. Tra i morti vi sono 2 bambini. I soldati israeliani spadroneggiano con scorrerie armate in tutto il sud siriano, compiendo incursioni e rastrellamenti. Prima sostenevano che le loro azioni erano mirate a proteggere i drusi, una comunità araba nativa del Libano e della Siria e con presenza anche in Israele. Ma dal momento che i drusi siriani rifiutano le umiliazioni degli occupanti, vengono bombardati. A Beit Jinn infatti l’aviazione e l’artiglieria israeliane non hanno esitato a bombardare il piccolo villaggio per vendicare la reazione sacrosanta della popolazione all’invasione. Tel Aviv ha anche pubblicato le immagini di questo bombardamento aereo, blaterando di un attacco a un “covo di terroristi”. Non è la prima aggressione israeliana su Beit Jinn. Il 12 giugno le forze israeliane hanno effettuato un raid notturno sulla città, che ha provocato la morte di un civile e la presa in ostaggio di 7 persone, delle quali non si sa nulla fino ad ora. L’11 agosto, un contingente di circa 100 soldati ha lanciato un’incursione a Beit Jann e nei suoi dintorni, con ostaggi e deportazioni. Questi raid israeliani rientrano in un quadro più ampio di violazioni in diverse aree, tra cui l’arresto di siriani del capoluogo, Quneitra, e il divieto per i residenti di accedere alle loro terre agricole. L’esercito IDF ha rapito finora dalla Siria circa 45 persone, la cui sorte è ancora sconosciuta. La stampa israeliana scrive: “I drusi siriani sono stati armati da noi e loro rivolgono le armi contro i nostri soldati”. Secondo un comunicato dell’esercito di occupazione ci sono 6 soldati israeliani feriti. Si chiama resistenza contro l’occupazione militare straniera. Gaza Stamattina, l’ospedale Nasser di Khan Younis ha informato che due minorenni sono stati assassinati da droni israeliani ad est della città. Per tutta la giornata di ieri e dall’alba di oggi i caccia israeliani hanno bombardato sulla linea di demarcazione, la cosiddetta linea gialla. Sono state colpite anche Rafah e Hay Tuffah a Gaza città. L’artiglieria israeliana ha lanciato obici contro Jebalia. Nella giornata di ieri, i corpi di palestinesi uccisi dall’esercito israeliano sono stati 9. Il numero delle vittime dall’entrata in vigore del falso cessate il fuoco è di oltre 400. Secondo l’Unicef, “la malnutrizione persistente con l’avvicinarsi dell’inverno minaccia la vita e la salute dei bambini nella Striscia di Gaza.  L’inverno aggrava la diffusione delle malattie e aumenta il rischio di morte tra i bambini più vulnerabili di Gaza”, annuncia un rapporto dell’organizzazione internazionale per l’infanzia. Il rapporto rileva che: “Le analisi nutrizionali hanno dimostrato che circa 9.300 bambini di età inferiore ai cinque anni a Gaza hanno sofferto di malnutrizione acuta durante il mese di ottobre”. L’Unicef esorta Israele ad aprire i valichi di frontiera verso la Striscia di Gaza per consentire il passaggio degli aiuti umanitari attraverso tutte le possibili vie di rifornimento. Cisgiordania Continua da una settimana l’incursione israeliana a Toubas. La cittadina è assediata, l’esercito ha imposto il coprifuoco e continua operazioni di rastrellamento e distruzioni. È la sorte quotidiana di molte città e villaggi palestinesi. A Jenin, l’esercito ha demolito ieri 40 case e edifici. A Tammoun sono stati presi in ostaggio 100 abitanti e 20 famiglie hanno ricevuto l’ordine di evacuazione delle proprie case, da trasformare in basi dell’esercito o da demolire, per allargare le strade e consentire il passaggio dei veicoli militari. Nella provincia di el-Khalil, l’esercito ha vietato ai contadini di Tarqumiyah di raggiungere i propri campi coltivati. Una manifestazione di protesta dei nativi è stata repressa nel sangue. Sono rimasti feriti anche tre giornalisti e due osservatori civili di pace internazionali. I coloni ebrei israeliani continuano in modo sistematico, con il supporto dell’esercito, a colpire le comunità di pastori palestinesi nella valle del Giordano, per impossessarsi delle terre e delle sorgenti di acqua e costringere così i nativi a rassegnarsi alla deportazione. Sono 40 le comunità di pastori costretti a traslocare nell’ultimo anno. Gli attacchi israeliani in Cisgiordania in due anni hanno causato l’uccisione di oltre 1.083 palestinesi, il ferimento di oltre 11.000 persone e l’arresto di oltre 20.500. Nel frattempo, in Libano, continuano le aggressioni, col pretesto di snidare i resistenti di Hezbollah. ANBAMED
MEDIO ORIENTE: ISRAELE BOMBARDA E UCCIDE IN SIRIA, LIBANO E PALESTINA (SIA A GAZA CHE IN CISGIORDANIA)
Medio Oriente. Partiamo dalla Siria: almeno 13 morti e 25 feriti in attacchi di artiglieria e missili israeliani sulla città di Beit Jinn, a sud-ovest della capitale siriana, Damasco, a poca distanza dalla zona che Tel Aviv occupa, illegalmente, da dicembre, con la caduta di Assad. Ci sarebbero alcuni feriti anche tra i soldati occupanti di Israele, che nelle scorse ore ha nuovamente bombardato il sud del Libano, a un anno ormai dal cessate il fuoco, violato almeno 10.000 volte da Tel Aviv. Palestina, con raid e bombe pure sulla Striscia di Gaza; l’esercito israeliano afferma di aver “rintracciato e ucciso” 9 combattenti palestinesi bloccati nei tunnel sotterranei nelle zone di Rafah orientale. Le ultime vittime portano a 30 il numero dei combattenti uccisi dopo essere rimasti intrappolati nei tunnel al di là della cosiddetta “Linea Gialla”.. Un altro morto, un civile, è stato ucciso in un attacco israeliano a Bani Suheila, vicino alla città di Khan Younis, dove decine di migliaia di persone restano al freddo, sottoposti a pioggia e maree, in tende e rifugi totalmente inadeguati di fronte alla stagione invernale, mentre Israele – come ogni venerdì – chiude i valichi di frontiera per…giorno festivo. Fuori, centinaia e centinaia di camion di aiuti, già normalmente fatti entrare a singhiozzo e con mille limitazioni, in particolare per i beni davvero essenziali per la popolazione, a partire dalle tende. Sempre più infiammata la situazione pure nella Cisgiordania Occupata. Le truppe di occupazione israeliane uccidono 2 palestinesi a Jenin durante un raid mentre si erano già arresi ai militari, come confermano alcune riprese video, con i due uomini che alzano le camicie, dimostrando di essere disarmati, ma nonostante questo vengono uccisi a colpi di pistola, giustiziati. Si tratta di Al-Muntasir Billah Abdullah, 26 anni, e del 37enne Youssef Asasa. Israele annuncia l’ennesima inchiesta militare interna, che come di consueto non porterà a nulla, mentre il ministro fascista Ben Gvir si è precipitato a esprimere solidarietà…ai soldati occupanti, che stamattina ha ferito in maniera seria 3 persone, nel governatorato di Tubas. Durante i rastrellamenti centinaia le persone rapite e sbattute in galera, dove ci sono in totale oltre 11mila palestinesi. Tra loro il più noto è il 66enne Marwan Barghouthi, popolarissimo leader palestinese di Fatah, tra i responsabili militari della Seconda Intifada, sepolto in carcere dal 2002. Domani, sabato 29 novembre, Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese, prende avvio anche in Italia la Campagna Internazionale per la Liberazione di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri palestinesi, con una raccolta firme in poche ore siglata da 20mila persone. 6 le richieste: liberazione dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, a partire da Barghouti; chiusura dei centri di tortura israeliani; tutela dei diritti umani dei detenuti; rispetto della Convenzione di Ginevra e del diritto umanitario; accesso della Croce Rossa alle carceri e ai detenuti. Attivata una raccolta firme online, dove si definisce “la liberazione di Barghouti e dei prigionieri palestinesi un passo essenziale verso un percorso di giustizia, pace e libertà”. Un mese fa, nella seconda metà di ottobre 2025, Barghouthi era stato pestato in carcere dagli agenti carcerieri israeliani, come denunciato da Arab Barghouti, figlio del leader palestinese, citando le testimonianze di altri prigionieri palestinesi, rilasciati ed esiliati in Egitto dopo l’ultimo cessate il fuoco; si tratta del quarto pestaggio accertato in due anni ai danni del leader nativo del governatorato di Ramallah. In questo caso,  Marwan Barghouti avrebbe perso conoscenza e riportato fratture alle costole. Un altro pestaggio, stavolta a novembre, è quello commesso ai danni di Ahmed Sa’adat, 72enne segretario generale dell’FPLP, Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, arrestato dall’ANP di Abu Mazen nel 2002 e poi “ceduto”, nel 2006, a Israele, quando si trovava nella prigione di Gerico, attraverso un accordo tra i servizi di sicurezza di Ramallah e Tel Aviv. A renderlo noto Samidoun, network palestinese dedicato a prigioniere e prigionieri politici palestinesi. Su questo la denuncia della Palestinian Prisoners’ Society, tradotta in italiano da Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica
Una donna emancipata assassinata a Tripoli e le notizie da Gaza, Cisgiordiania e Libano
Rassegna delle informazioni oggi raccolte e divulgate su Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo. Un crimine contro una donna moderna e indipendente, assassinata in pieno giorno a Tripoli: la 34enne Khansaa Al-Mujahid era una blogger molto apprezzata che molto probabilmente è stata uccisa per il fatto di essere la moglie di un politico di Zawia, Muadh al-Manfukh. La campagna promossa da AssoPace Palestina per salvare Marwan Barghouti, “il Mandela palestinese”, da 23 anni imprigionato nelle carceri israeliane, verrà lanciata il prossimo 28 novembre, alla vigilia della Giornata Internazionale di solidarietà con il popolo palestinese indetta dall’ONU. Oggi  presso la Corte di cassazione palestinese si apre il procedimento nei confronti di Hisham Harb, il colonnello in pensione della polizia palestinese arrestato a Ramallah, il 15 settembre scorso, pochi giorni prima del riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Francia, che ne chiede l’estradizione perché accusato di aver compiuto l’attacco contro un ristorante ebraico a Parigi nell’agosto 1982. Situazione umanitaria a Gaza – Piogge e maree hanno reso la vita un inferno alle famiglie palestinesi accampate nella spiaggia di Khan Younis, Al-Mawassi. Centinaia di tende sono crollate sulla testa degli abitanti nella notte, mentre dormivano. Per l’ennesima volta, le famiglie colpite hanno perso tutto. Volontari e protezione civile hanno lavorato tutta la notte a salvare le persone in difficoltà, soprattutto bambini e anziani. Genocidio a Gaza – L’aggressione israeliana su Gaza non è cessata neanche un giorno. Bombardamenti continui su Khan Younis e Gaza città. Artiglieria, elicotteri e droni hanno compiuto attacchi con missili. I cecchini completano il lavoro con la mira agli sfollati che si avvicinano alle postazioni dell’esercito. Due ragazzi minorenni sono stati assassinati ieri mentre cercavano legna ad est di Gaza città. L’esercito israeliano ha esteso la cosiddetta linea gialla, che segna, sulle carte i limiti del ritiro, rioccupando vaste zone soprattutto nei pressi dei ruderi dei “centri urbani”. Secondo i rapporti giornalistici, sono stati uccisi ieri 23 civili e altri 87 sono rimasti feriti. Le squadre della protezione civile hanno estratto 8 persone uccise da un bombardamento israeliano nei giorni precedenti. Le vittime sono i componenti della stessa famiglia. La loro casa di tre piani era stata presa di mira da un drone con un missile che l’ha distrutta completamente. Le vittime sono 6 bambini e 2 donne. Cisgiordania – Scontri ieri a Nablus tra militanti palestinesi e truppe speciali dell’occupazione israeliana. L’esercito ha fatto intervenire l’aeronautica, bombardando una casa con gli elicotteri. È stato ucciso un combattente palestinese e catturati altri due. I rastrellamenti hanno toccato la maggior parte delle città e villaggi palestinesi. Particolarmente violenti sono stati gli attacchi dell’esercito nella provincia di el-Khalil ed a Hawwara (un villaggio a sud di Nablus incendiato dai coloni nel febbraio 2023, prima ancora del 7 ottobre). Stamattina, in un villaggio vicino a Jenin, l’esercito dopo un lungo assedio ha centrato una casa con un razzo anti carro, uccidendo gli abitanti. In due anni, le aggressioni israeliane compiute dall’esercito e dai coloni ebrei hanno causato l’uccisione di 1066 persone e il ferimento di oltre 10 mila. Sono stati arrestati oltre 20 mila palestinesi tra i quali 1600 minorenni. Libano – L’esercito israeliano sta preparando una nuova invasione del sud Libano. I segnali sono evidenti nei preparativi dell’esercito di Tel Aviv e nelle dichiarazioni dei “garanti” della tregua. L’amministrazione Trump ha collaborato all’attacco per l’uccisione del capo militare di Hezbollah, Tabtabayi con un bombardamento sulla capitale libanese Beirut. Il commento del presidente francese è stato molto chiaro: non una condanna dell’aggressione israeliana, ma un incitamento a colpire Hezbollah. Il presidente del parlamento libanese ha fotografato i contatti diplomatici tra il vertice libanese e i due paesi garanti della tregua, USA e Francia: “Non ci sono garanzie per la fine degli attacchi israeliani sulla capitale”. Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo / 25 NOVEMBRE 2025 * Blogger libica assassinata a Tripoli * Campagna internazionale per la liberazione dei prigionieri politici palestinesi * Il caso Hisham Harb e gli scheletri negli armadi dell’ANP. ANBAMED
PALESTINA: CONTINUE VIOLAZIONI DEL CESSATE IL FUOCO. ATTACCHI ISRAELIANI A GAZA E NELLA CISGIORDANIA OCCUPATA
Nel silenzio della comunità internazionale, Israele continua a violare il cessate il fuoco e a colpire la popolazione palestinese a Gaza. Questa mattina sono state uccise quattro persone dal fuoco israeliano; l’ultima vittima è stata colpita da un drone nella città di Bani Suheila, a est della città meridionale di Khan Younis, in un’area situata oltre la cosiddetta “linea gialla”. Le forze di occupazione israeliane hanno inoltre aperto un intenso fuoco contro le abitazioni, mentre un veicolo blindato carico di esplosivi veniva fatto avanzare attraverso il quartiere di Tuffah, a est di Gaza City. Segnalati attacchi israeliani in tutta la Striscia di Gaza: nel nord, raid aerei e bombardamenti di artiglieria hanno colpito Beit Lahiya oltre la linea gialla; nel sud, sono stati riportati attacchi aerei e colpi di carri armati ed elicotteri a nord-est di Rafah, oltre a bombardamenti di artiglieria e nuove incursioni a sud e a est di Khan Younis, sempre oltre la linea gialla. Nella Cisgiordania Occupata, un altro palestinese è stato ucciso ieri sera dalle forze israeliane a Deir Jarir, a nord di Ramallah. Almeno 16 persone sono state arrestate in una serie di raid in tutta la regione: quattro a Tulkarem, tre a Betlemme e altre nelle aree di Ramallah, Jenin, Tubas e Nablus. Dal 7 ottobre 2023, nella Cisgiordania occupata sono state uccise almeno 1.081 persone, tra cui 223 bambini; si contano inoltre migliaia di feriti e ben oltre ventimila palestinesi arrestati. Intanto una delegazione di alti funzionari di Hamas si trova al Cairo per incontrare i servizi di intelligence egiziani e discutere dell’escalation degli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, nonostante il teorico cessate il fuoco, di fatto mai rispettato da Tel Aviv. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto il punto della situazione con Michele Giorgio, direttore di Pagine Esteri, corrispondente da Gerusalemme per Il Manifesto e nostro collaboratore. Ascolta o scarica.
LIBANO: “TUTTI SI ASPETTANO UNA NUOVA GUERRA” DA BEIRUT LA CORRISPONDENZA CON IL GIORNALISTA MAURO POMPILI
L’esercito israeliano continua a bombardare anche il Libano, anche in questo caso in violazione del cessate il fuoco teoricamente in vigore. I raid di Israele sul Libano sono ormai quasi quotidiani e avvengono a quasi un anno dall’entrata in vigore del cessate il fuoco il 27 novembre 2024. A rendere la situazione ancora più tesa è l’avvicinarsi del 31 dicembre, termine fissato per il presunto disarmo di Hezbollah e il ritiro israeliano da alcuni villaggi occupati nel Sud del Paese. “La popolazione civile per il 99% si aspetta la prossima guerra. Tutti sono convinti che questa situazione avrà una soluzione solo con una guerra pesante, regionale e importante che porti veramente una riscrittura totale degli equilibri in questa parte del mondo” commenta ai microfoni di Radio Onda d’Urto il giornalista Mauro Pompili, in collegamento da Beirut. Ascolta o scarica.
LA SITUAZIONE IN CISGIORDANIA E IL DISEGNO COLONIALE ISRAELIANO. INTERVISTA AL GIORNALISTA SAMIR AL QARYOUTI
Le mire coloniali israeliane su mezzo Medio Oriente si concretizzano sempre di più, senza nessun argine reale. In Cisgiordania occupata ancora attacchi impuniti dei coloni, che hanno assaltato 2 villaggi palestinesi prima di essere cacciati dagli stessi soldati occupanti. Nella giornata di ieri, infatti, i comandanti delle brigate dell’esercito israeliano che occupano la Cisgiordania avevano chiesto al capo di stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, di reintrodurre la detenzione amministrativa – cancellata dal ministro della Difesa Katz – contro i coloni israeliani, definiti “fuori controllo”. Zamir ha accolto le proteste dei suoi stessi sottoposti, dicendosi “determinato a porre fine a questo fenomeno; agiremo con severità finché giustizia non sarà fatta”, ma come ripete ai nostri microfoni il giornalista italo palestinese Samir Al Qayrouthi “fa tutto parte del piano: tante parole per distrarre e far distogliere l’attenzione, ma nessun cambiamento reale”. Un piano espansionistico e coloniale ben collaudato, che sembra ripetersi anche in Libano dove, a meno di due settimane dal primo anniversario del cessate il fuoco – mai violato da Hezbollah a differenza delle migliaia di attacchi di Tel Aviv – le truppe occupanti hanno cominciato a costruire un nuovo muro di separazione in territorio libanese, più precisamente tra la località libanese di Yarun e la dirimpettaia israeliana Yiron. Il tutto mentre continuano attacchi mirati di Tel Aviv anche in Siria e sembra si rialzi la tensione con l’Iran. In questo quadro tutt’altro che roseo – mentre a Gaza si continua a morire e gli aiuti umanitari entrano con il contagocce – quale futuro si aspettano i palestinesi e cosa invece auspicherebbero? In altre parole, qual è il discorso pubblico che gravita attorno al futuro della Palestina in Palestina? Abbiamo fatto il punto su tutto questo con Samir Al Qayrouthi, giornalista italo-palestinese e nostro collaboratore Ascolta o scarica
MEDIO ORIENTE: “CESSATE IL FUOCO” MAI RISPETTATI, ISRAELE CONTINUA A BOMBARDARE STRISCIA DI GAZA E LIBANO
È trascorso un mese da quando Trump ha sbandierato l’inizio di un presunto cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Israele non lo ha mai rispettato. Sono infatti più di 241 i palestinesi uccisi e almeno 640 quelli feriti dai raid dell’Idf negli ultimi trenta giorni. Oggi i bombardamenti israeliani hanno preso di mira le aree settentrionali e orientali della città di Khan Younis, nel sud della Striscia. Tel Aviv sostiene di aver colpito quelli che definisce “due terroristi” che avevano sorpassato la linea gialla stabilita nell’accordo di cessate il fuoco. L’esercito occupante israeliano ha anche sparato colpi di artiglieria verso la zona di Zanna, sempre nel sud, e continua a demolire case anche a Gaza City, in particolare nel quartiere di Zeitoun. Il tutto a fronte di una situazione che rimane tragica anche dal punto di vista umanitario. L’accordo che ha portato al cessate il fuoco prevedeva, in teoria, l’ingresso di 600 camion di aiuti umanitari al giorno. Secondo le Nazioni Unite ne stanno entrando circa 200 e sono del tutto insufficienti per soddisfare le necessità della popolazione ridotta alla fame, al freddo ed esposta a una situazione igienico-sanitaria molto grave da oltre due anni di genocidio. Nel quadro degli accordi, Hamas ha restituito finora i corpi di 24 dei 28 prigionieri israeliani deceduti nella Striscia. Tel Aviv invece ha rilasciato circa 2.000 palestinesi, tra cui 250 prigionieri politici che stavano scontando condanne lunghe o l’ergastolo. Scarcerati anche 1.718 palestinesi che – di fatto – sono stati rapiti dalle truppe di occupazione negli ultimi due anni. Non è ancora stato trovato un accordo, invece, sulla questione dei combattenti di Hamas ancora nei tunnel a Rafah, nel sud della Striscia. Ancora una volta l’ostacolo all’intesa verrebbe dal governo israeliano. Il movimento islamico della resistenza palestinese è “impegnato a rispettare l’accordo di cessate il fuoco ed è pronto a rimuovere qualsiasi pretesto all’occupazione israeliana”. Lo ha detto il portavoce di Hamas Hazem Qassem in un’intervista, ribadendo che i combattenti intrappolati “non si arrenderanno” e che la parte palestinese è “pronta ad affrontare positivamente la questione”. Qassem ha aggiunto che i mediatori hanno presentato delle proposte per risolvere il problema ma che Israele “ha fatto marcia indietro”. Secondo funzionari israeliani anonimi, gli Usa starebbero esercitando una forte pressione sull’alleato perché accetti le proposte dei mediatori. Per quanto riguarda la Cisgiordania occupata, l’esercito israeliano ha avviato stamani un’esercitazione militare su larga scala denominata “Ruggito del Leone”. Durerà tre giorni. Intanto i coloni israeliani continuano ad attaccare i palestinesi impegnati nella raccolta delle olive: finora sono stati documentati circa 150 raid. Feriti circa 140 palestinesi. Vandalizzati più di 4.200 alberi. L’esercito israeliano continua a bombardare anche il Libano, anche in questo caso in violazione del cessate il fuoco teoricamente in vigore. Oggi, lunedì 10 novembre 2025, l’Idf ha riferito di aver colpito quelle che definisce infrastrutture di Hezbollah nella Valle della Bekaa e nel sud, dove un drone di Tel Aviv ha preso di mira – con tre missili – un’auto che viaggiava tra Tiro e Sidone, uccidendo il conducente. I raid di Israele sul Libano sono ormai quasi quotidiani e avvengono a quasi un anno dall’entrata in vigore del cessate il fuoco il 27 novembre 2024. A rendere la situazione ancora più tesa è l’avvicinarsi del 31 dicembre, termine fissato per il presunto disarmo di Hezbollah e il ritiro israeliano da alcuni villaggi occupati nel Sud del Paese. “Israele continua ad attaccare, anche l’area dove si trova il presidio dell’UNIFIL: compie incursioni di terra e intensifica i bombardamenti. Per cui, il clima è già di guerra”, commenta ai microfoni di Radio Onda d’Urto il giornalista Pasquale Porciello in collegamento da Beirut. Ascolta o scarica.
Non stanchiamoci di testimoniare contro l’orrore senza fine
Mentre è ripreso il bombardamento su Gaza, mentre si allarga l’occupazione della Cisgiordania con le reiterate violenze di coloni e soldati, mentre si aggrava l’aggressione al Libano impedendo alla popolazione civile di tornare nei villaggi distrutti, mentre le restituzioni dei cadaveri mutilati e torturati dei prigionieri palestinesi in Israele provano le sevizie perpetrate a detenuti senza processo, continua in tutto il mondo il boicottaggio contro i prodotti israeliani e lo sciopero della fame a staffetta (ndR) Appello per la liberazione dei medici in ostaggio nei campi di concentramento israeliani Medici Senza Frontiere (Msf) ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato del dottor Mohammed Obeid, chirurgo ortopedico che lavora con Msf dal 2018. Obeid è detenuto nelle carceri di Israele da ormai quasi un anno, senza alcun contatto con la sua famiglia o avvocati. È stato arrestato dalle forze di occupazione israeliane il 26 ottobre 2024, durante un’operazione militare all’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, insieme ad altre 57 persone. “Chiediamo che i suoi diritti, la sua dignità e la sua libertà siano ripristinati senza ulteriori ritardi”, afferma la dottoressa Tejshri Shah, direttrice generale di Msf. Il direttore dell’ospedale Auda, nel nord della Striscia, dott. Ahmad Mouhanna, è stato liberato nello scambio di prigionieri. “Sono stato ostaggio nelle mani dell’esercito israeliano per un anno e 10 mesi. Ho subito torture e maltrattamenti. Eravamo detenuti in gabbie metalliche in pieno deserto, in condizioni climatiche difficili, d’estate e d’inverno, con le mani ammanettate dietro la schiena. Alcune celle di punizione erano di un metro cubo, non si poteva stare dentro in piedi. Molti ostaggi palestinesi sono morti sotto tortura. Contro di noi sanitari non c’erano accuse e non abbiamo subito processi, ma soltanto interrogatori. L’unica nostra colpa era quella di aver curato donne incinte e neonati. Gli ufficiali ci dicevano che a Gaza non nasceranno più bambini. Il loro intento è annientarci come esseri umani, ma la nostra volontà di vita è più forte del loro nazismo”. L’esercito israeliano ha deciso di rinnovare la detenzione del dott. Abu Safuya di altri 6 mesi, senza accusa e senza processo. L’unica sua colpa è di aver curato i bambini. Meriterebbe il premio Nobel, non di essere preso in ostaggio. I due medici palestinesi, il dott. Hussam Abu Safiya e il dott. Dott. Marwan el-Homs, non sono stati rilasciati nello scambio di prigionieri attuale. I due medici sono ostaggi nelle mani dell’esercito israeliano da diverso tempo. Il primo è stato rapito il 27 dicembre 2024 e il secondo, direttore degli ospedali da campo, rapito dal suo ospedale il 21 luglio 2025. ANBAMED
LIBANO: CONTINUANO GLI ATTACCHI ISRAELIANI NONOSTANTE LA TREGUA DEL NOVEMBRE 2024. DUE PERSONE UCCISE
Ancora bombardamenti israeliani nel sud del Libano, nonostante l’accordo di tregua concordato nel novembre 2024. Lunedì 27 ottobre due persone sono state uccise e una è rimasta ferita in un attacco israeliano compiuto con un drone nei pressi di una fabbrica di legno nel villaggio di Biyad, a sud di Tiro, nel Libano meridionale. Questo mentre ieri pomeriggio la missione delle Nazioni Unite dislocata nel Libano meridionale (Unifil) ha annunciato che “verso le 17:45, un drone israeliano si è avvicinato a una pattuglia dell’Unifil in azione nei pressi di Kfar Kila e ha sganciato una granata” aggiungendo che “pochi istanti dopo, un carro armato israeliano ha sparato un colpo contro le forze di peacekeeping. Fortunatamente, non sono stati causati feriti o danni”. Ai microfoni, la corrispondenza da Beirut con il giornalista Mauro Pompili. Ascolta o scarica.