Il profilo rivelatorio dell’identità dei ‘cecchini per divertimento’L’intervento di Tonio Dell’Olio sui recenti sviluppi dell’inchiesta della
Procura di Milano, di cui oggi PRESSENZA ha riferito con il comunicato
divulgato dall’Associazione per i Popoli Minacciati: I ‘safari’ dei cecchini
italiani organizzati dalle milizie serbe all’assedio di Sarajevo
Uccidere una persona, ovvero sottrarre una vita stroncando in un sol colpo tutti
i suoi legami, sentimenti, affetti, è sempre orribile. Ma quando questo avviene
per “divertimento”, cioè per provare il brivido della potenza suprema, non è
tollerabile né per la coscienza, né per l’intelligenza.
Se le conclusioni dell’inchiesta sui “cecchini per divertimento” a Sarajevo
(1993 – 1995) dovesse confermare le accuse, ci troveremmo di fronte
all’affermazione dell’orrore nella forma più bassa e disgustosa.
Come si può pensare di divertirsi stroncando un’esistenza?
È solo con l’inchiostro della violenza adorata come una dea che si può scrivere
quell’orrore.
E questo è possibile dentro al contesto di una guerra che per definizione è
considerata “la forma legittima della violenza”.
In quel contesto, pur regolato da trattati e convenzioni che vengono
puntualmente ignorati, tutto è possibile: anche divertirsi uccidendo come fosse
un videogame.
Ma poi – mi chiedo – che gusto c’è?
Come si fa a provare “divertimento” per la morte di uno sconosciuto?
Solo una mente molto disturbata potrebbe arrivare a tanto.
Ma qui mi rispondono che l’inchiesta dimostra che i partecipanti a questa
macabra impresa sarebbero stati tanti e il profilo è di professionisti danarosi,
simpatizzanti di estrema destra, con la passione per le armi.
E chissà, forse la radice del disturbo è proprio in questo profilo.
Tonio Dell’Olio
Mosaico di pace