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Scuola e nuove linee guida: convegno nazionale CESP
Venerdì 10 ottobre a Bologna conduciamo un laboratorio sul digitale nell'ambito del convegno nazionale CESP sulla scuola che si concentrerà sulle nuove linee guida per produrre saperi e conflitto. -------------------------------------------------------------------------------- INDICE * PROGRAMMA: * Mattino * Pomeriggio * Per partecipare Nel laboratorio sul digitale che conduciamo a Bologna il 10 ottobre 2025 dalle 14.40 alle 16.30, indirizzato ai docenti, utilizzeremo il metodo della Pedagogia Hacker per focalizzarci sulla questione dell'analisi dìinterfaccia e della gamificazione: osservare il modo in cui sono progettati e come si presentano i principali dispositivi digitali adottati dalle scuole e smantellare l'idea che le tecnologie siano neutre. Verso quali comportamenti veniamo "gentilmente spinti"? Cosa resta della libertà d'insegnamento? Il laboratorio si svolge all'interno del Convegno Nazionale di Formazione CESP PROGRAMMA: MATTINO h. 8.30: Iscrizioni e registrazioni * I** curricoli della destra: Educazione civica, Indicazioni e Linee guida * Gli ultimi 25 anni: dall’Autonomia scolastica alla celebrazione dell’Occidente e della Nazione.** * h. 10,00 Dibattito in plenaria h. 10,30 pausa * Comunicazioni tematiche, tra tendenze ministeriali e proposte per affrontarle (15 minuti l’una): Genere, Decolonizzazione, Valutazione, Inclusione. Relazioni e comunicazioni sono preparate da gruppi di lavoro di insegnanti del Cesp h. 13.00 pausa pranzo POMERIGGIO h 14,30: Laboratori operativi paralleli sulle tematiche delle comunicazioni affrontate in breve al mattino: 1) Genere, 2) Decolonizzazione, 3) Valutazione, 4) Inclusione, 5) Competenze/Saperi, 6) Digitalizzazione 7) Ambiente h16,30 – 17,30 restituzioni e confronto in plenaria PER PARTECIPARE ::: info Per partecipare è necessario compilare il form: ::: Il personale ispettivo, dirigente, docente e ATA ha diritto all’ESONERO DAL SERVIZIO con diritto alla sostituzione in base all’art.36 del CCNL2019/2021. Il CESP è Ente Accreditato/Qualificato per la formazione del personale della scuola (D. M. 25/07/06 prot.869, Circolare. MIUR PROT. 406 DEL 21/02/06, Direttiva 170/2016-MIUR) ::: info Fai richiesta alla segreteria del tuo istituto del permesso per formazione (scarica, stampa e compila il modulo CESP) :::
Il minuto di silenzio per Gaza unisce la comunità educante italiana. Resoconto iniziative
COMUNICATO STAMPA Secondo i nostri dati, sicuramente sottostimati, l’appello per un minuto di silenzio il primo giorno di scuola per le/i bambine/i di Gaza è stato finora accolto da circa 250 scuole di tutta Italia, da Torino a Trento a Treviso a Venezia, a Siena, Palermo, Napoli, Mantova, Como, Cagliari, Bari, Cosenza, Potenza, Perugia, Lucca, Lecce e molte altre, nelle città come nelle campagne e sulle montagne. Molte scuole delle regioni che cominceranno le lezioni il 15 settembre ci hanno già comunicato la loro adesione. Ampia parte della comunità educante italiana si unisce così contro il genocidio in Palestina e per la pace nel mondo, in un momento comune di solidarietà e consapevolezza. In 52 istituti, di cui 9 a Torino e 8 nella regione Piemonte, sono state coinvolte tutte le classi, per la quasi totalità con deliberazioni dei Collegi docenti. Possiamo per ora calcolare 53.000 alunne/i, con le/i loro docenti, ma le/i partecipanti sono e saranno certamente molte/i di più: attendiamo ulteriori riscontri nei prossimi giorni. Le/i DS si sono mostrate/i favorevoli in un gran numero di scuole, emanando circolari e facendo suonare le campanelle. Le/gli insegnanti hanno interpretato nei modi più diversi questo momento, alcune/i rendendolo solenne ed emozionante, altre/i con letture e riflessioni, altre/i ancora con attività creative per i più piccoli. “Un reale minuto di silenzio, assorto e commosso”, perché “i ragazzi vogliono sapere e vogliono capire”, scrivono. Questo sarà il compito del futuro anno scolastico: generare conoscenza e comprensione in modo aperto e limpido, affinché le/i nostri studenti apprendano a fare le loro scelte. Il nuovo e forte impegno della scuola italiana per Gaza, per la Palestina, per la pace e la giustizia è cominciato! La Scuola per la pace Torino e Piemonte Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Docenti per Gaza
Grave repressione nelle scuole: circolare Uff. Scolastico Lazio contro libertà di pensiero dei docenti
Il 3 settembre la dott.ssa Anna Paola Sabatini dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio ha inviato tutte le scuole della regione una comunicazione RISERVATA a tutti i Dirigenti scolastici (in allegato). Riportiamo il testo: > La rilevanza degli eventi geopolitici in corso è una tematica su cui si > invitano le SS.LL. a garantire la massima serenità nell’organizzazione di > occasioni di confronto e di dibattito nell’ambito delle occasioni didattiche. > > Tanto premesso, è necessario sottolineare l’esigenza di assicurare le > specificità dei luoghi e dei momenti della vita scolastica, quali le riunioni > degli organi collegiali, che devono essere esclusivamente finalizzate alla > trattazione delle tematiche relative al buon funzionamento dell’istituzione > scolastica e sottratte a qualunque altra finalità. La circolare si configura come una vera e  propria operazione di repressione del dissenso, di cui abbiamo avuto esempi e che hanno già colpito singoli docenti e libri di testo e che ora colpisce gli organi collegiali, luoghi di democrazia e confronto nella scuola (Caso Zanichelli, caso manuale di storia Greppi-Ciccopiedi, docenti di Ferrara) La circolare, scritta contro le mozioni che molti Collegi Docenti stanno presentando nelle loro scuole, e che come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo anche contribuito a diffondere con lo slogan “Noi siamo docenti Pacefondai“, richiama alle competenze del collegio nel plauso dei dirigenti che ne lamentano tuttavia il carattere di riservatezza (https://www.dirigentiscuola.org/notizia-regionale/usr-lazio-temi-geopolitici-e-indicazioni-irrituali-ai-dirigenti-scolastici/). Riservata, perché la dott.ssa Sabatini ha pensato bene di delegare ai dirigenti scolastici l’assunzione di responsabilità della conseguente deriva autoritaria che la comunicazione implica, facendo ricadere su di loro il taglio della democrazia collegiale (cosa che i dirigenti scolatici hanno colto bene!). Le modalità rimandano alle strategie militari: il vertice/generale decide, il buon DS/soldato obbedisce e porta a termine l’ordine, ma cogliendone la gravità, lo vuole pubblico così da essere responsabilizzato.  In effetti, non ci stupisce il tentativo di repressione, ma riteniamo gravissimo il tentativo di impedire ai docenti di pensare ed esprimersi collegialmente per mezzo di nn documento ispirato ai valori della Costituzione, della Carta dell’UNESCO, della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Pur riconoscendo la rilevanza del genocidio in atto a Gaza, derubricato però a meri “eventi geopolitici”, la dott.ssa Sabatini ricorda che tale discussione non è specificità degli organi collegiali, le cui competenze sono esclusivamente rivolte al buon funzionamento dell’istituzione scolastica, riducendo così il corpo docente a semplice amministratore della scuola pubblica, come da tempo alcuni sindacati denunciano. Quello che la comunicazione riservata non considera è il fatto che è costitutivo del corpo docente la necessità di esercitare e insegnare il pensiero critico, la libertà di pensiero, la cittadinanza democratica, la partecipazione, l’apertura all’altro, la solidarietà. Se il collegio è il luogo della costruzione del progetto educativo della scuola, allora sottoscrivere mozioni è lo strumento che si ha per darsi coordinate entro cui agire. E prendere posizione rispetto al genocidio a Gaza è per una comunità educante non solo un potere legittimo, ma un dovere morale. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università da anni denunciamo l’invasione della cultura della difesa (o cultura securitaria) all’interno delle scuole, e allora ci domandiamo: perché i docenti non dovrebbero prendere posizione contro questa deriva volta all’accettazione della corsa al riarmo e causa delle tensioni internazionali e delle guerre? Perché non dovrebbe esplicitare il proprio sdegno per il genocidio del popolo palestinese? Non è questo darsi delle coordinate entro cui agire? Non è dare esempio, ai propri studenti e alle proprie studentesse, di effettiva partecipazione democratica, spirito critico e solidarietà verso gli oppressi e le vittime di uno sterminio? Ovvio che la circolare fa entrare nelle scuole quel clima repressivo che il cosiddetto DDL 1660 ha già introdotto, in nome della sicurezza pubblica, contro il dissenso! E davanti al tentativo di mettere a tacere la voce della società civile, come docenti ed educatori/educatrici, sentiamo il dovere non solo di rappresentarla, ma di amplificarne la voce. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università facciamo appello a tutti e a tutte le docenti affinché continuino a presentare mozioni e a non lasciarsi intimidire, nella convinzione che rivendicare gli spazi di libertà, di partecipazione e di libero confronto è un altro modo di demilitarizzare la scuola, mentre tacere sul genocidio in atto è un modo per diventarne complici. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Nonviolenza a scuola: un’urgenza, non un’utopia
Gruppi di insegnanti ricercano insieme per costruire e condividere pratiche di pace e nonviolenza a scuola da mettere a disposizioni di ogni docente. Mentre il dibattito pubblico sembra spesso dividersi tra muri, conflitti e linguaggi d’odio, nelle scuole italiane c’è chi sceglie di remare in direzione opposta. Non si tratta di slogan, ma di un lavoro quotidiano, fatto di pratiche educative che mettono al centro la persona, la trasformazione nonviolenta dei conflitti e la costruzione di comunità inclusive. I gruppi di ricerca sulle pratiche a scuola per un’educazione nonviolenta, coordinati dalla rete Edumana in collaborazione con il Polo Europeo della Conoscenza, sono un antidoto silenzioso ma potentissimo alla cultura della sopraffazione. Nascono dall’ascolto di insegnanti che chiedono strumenti reali per portare la nonviolenza in classe. “I gruppi stanno lavorando insieme per creare una biblioteca digitale open source di pratiche e materiali per diffondere un’educazione nonviolenta, usufruibile da ogni docente autonomamente, dare coraggio a chi porta avanti queste esperienze e costruire comunità di sostegno contro l’isolamento”, dice Annabella Coiro, tra le coordinatrici dei gruppi. “È un atto politico, nel senso più profondo: lavorare per una scuola che non insegni solo nozioni, ma anche convivenza e giustizia sociale. Una scuola che sappia ricucire quel filo che unisce tutti gli esseri umani. In un Paese in cui la scuola viene troppo spesso ridotta a terreno di scontro ideologico o di emergenza burocratica, parlare di pace sembra un lusso. E invece è l’opposto: è un’urgenza. La violenza verbale e fisica, le disuguaglianze, le guerre si contrastano anche con pratiche che cambiano il clima relazionale, che permettono un’esperienza quotidiana concreta di pace e nonviolenza.” I gruppi, formati da docenti provenienti da tutta Italia, sono già più di 150 e si riuniscono online. Il prossimo appuntamento è il 2 settembre, per incontrarsi poi tutti in presenza sabato 8 novembre 2025 nella seconda edizione del Forum nazionale ‘Scuole per un’educazione nonviolenta’; la prima edizione si è tenuta lo scorso anno a Milano.  Un’occasione per allargare questa rete e trasformare la scuola in un presidio civile, un luogo dove bambini, bambine, ragazze e ragazzi imparino che la forza non sta nel dominio, ma nella cooperazione. La partecipazione ai gruppi è individuale e gratuita; per iscriversi c’è un semplice form, qui le informazioni: https://edunonviolenza.altervista.org/gruppi-di-ricerca-sulle-pratiche-di-pace-e-nonviolenza-a-scuola/ Se la società appare ogni giorno più frammentata, la sfida di questi gruppi è radicale e concreta: educare alla nonviolenza non come un capitolo opzionale, ma come una grammatica del futuro.     Redazione Italia
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Il gruppo scuola dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha messo a punto una documento da sottoscrivere da parte dei/delle docenti a inizio anno scolastico per assumere un preciso indirizzo didattico pacifista e, al tempo stesso, esprimere una dichiarazione d’intenti per rifiutare che i propri studenti e […] L'articolo Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università su Contropiano.
Webinar di Docenti per Gaza – Francesca Albanese incontra le scuole
RILANCIAMO UN INTERESSANTE VIDEO DI FRANCESCA ALBANESE A CURA DI DOCENTI PER GAZA, CHE SOSTENIAMO ATTIVAMENTE, IN CUI LA RELATRICE SPECIALE DELL’ONU PER IL TERRITORIO PALESTINESE OCCUPATO INCONTRA DI STUDENTI E LE STUDENTESSE DELLE SCUOLE ITALIANE PER RACCONTARE L’ECONOMIA GENOCIDARIA DELLO STATO D’ISRAELE. Il 26 marzo 2025 la relatrice speciale delle Nazioni Unite per il territorio palestinese occupato, Francesca Albanese, ha incontrato più di 3000 studenti in tutta Italia (una media di 180 classi partecipanti), introducendo la questione palestinese da un punto di vista storico, culturale e rispondendo con grande professionalità e disponibilità alle tante domande inviate dagli studenti stessi. Dopo una breve presentazione della sua formazione come figura professionale, delle sue esperienze in campo di migrazione e diritti umani, ha tracciato un quadro storico della questione palestinese per far capire ai ragazzi il contesto storico, sociale e culturale di riferimento. Questa introduzione è stata necessaria alla comprensione tanto delle parole chiave sulle quali ha strutturato il suo stimolante intervento, quanto sull’approccio critico essenziale per una corretta conoscenza dell’argomento. Clicca sull’immagine per il video. Francesca Albanese DALL’INTERVENTO DI FRANCESCA ALBANESE: 10 PAROLE CHIAVE 1. Colonialismo 2. Antisemitismo 3. Palestina 4. Occupazione militare 5. Diritto internazionale 6. Apartheid 7. Autodeterminazione 8. Resistenza 9. Tensione tra diritto e politica 10. Genocidio BIBLIOGRAFIA Francesca Albanese, Palestinian Refugees in International Law Francesca Albanese, Inside, quando il mondo non dorme Eduardo Galeano, Le vene aperte dell’America Latina Menachem Klein, Lives in Common Benny Morris, The Birth of the Palestinian Refugee Problem Frantz Fanon, I dannati della terra Antony Loewenstein, Laboratorio Palestina Samah Jabr, Sumud. Resistere all’oppressione SITOGRAFIA https://bdsitalia.org https://forensic-architecture.org https://www.instagram.com/laboratorioebraicoantirazzista https://www.breakingthesilence.org.il FILMOGRAFIA Farah Nabulsi, The present (2020) Farah Nabulsi, The teacher (2023) Rakan Mayasi, The key (2023) Bruno Sorrentino, Rooted in the West Bank (2024) Erin Axelman e Sam Eilertsen, Israelism (2023) Basel Andra, Yuval Abraham, Rachel Szor, Hamdal Ballal, No Other Land (2024)
Proposta documento per Collegi Docenti: “Noi siamo docenti Pacefondai”
IL GRUPPO SCUOLA DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ HA MESSO A PUNTO UNA DOCUMENTO DA SOTTOSCRIVERE DA PARTE DEI/DELLE DOCENTI A INIZIO ANNO SCOLASTICO PER ASSUMERE UN PRECISO INDIRIZZO DIDATTICO PACIFISTA E, AL TEMPO STESSO, ESPRIMERE UNA DICHIARAZIONE D’INTENTI PER RIFIUTARE CHE I PROPRI STUDENTI E LE PROPRIE STUDENTESSE SVOLGANO ATTIVITÀ CHE PREVEDANO LA PARTECIPAZIONE DIRETTA O INDIRETTA DI POLIZIA DI STATO, ARMA DEI CARABINIERI, GUARDIA DI FINANZA, POLIZIA PENITENZIARIA, POLIZIA LOCALE, FORZE ARMATE ITALIANE E/O DI ALTRE NAZIONI. SI INVITANO I/LE DOCENTI A SCARICARE IL PDF IN FONDO, A SOTTOSCRIVERLO IN MANIERA COLLETTIVA E INVIARLO AL NOSTRO INDIRIZZO OSSERVATORIONOMILI@GMAIL.COM. Istruzione, formazione, inclusione, autonomia, crescita personale e, soprattutto, far sì che ragazze e ragazzi possano presentarsi al mondo adulto come cittadine e cittadini: questi sono i compiti fondamentali della scuola italiana. In tutti gli ordini e gradi di scuola noi docenti, al di là della specifica disciplina insegnata, dobbiamo contribuire al raggiungimento di questi obiettivi. E dobbiamo farlo subito con consapevolezza, se vogliamo impedire che le tragedie del secolo scorso, il colonialismo, la Prima e la Seconda guerra mondiale, il genocidio di gruppi di persone largamente riconducibili a categorie razziali, culturali, etniche e religiose, possano ripresentarsi oggi. Per questo vogliamo ricordare, in particolare, il “Mai più” risuonato nel Preambolo della Carta dell’UNESCO, che ha trovato fondamento nella Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio dell’ONU entrata in vigore nel 1951, il quale all’articolo II riporta: «Nella presente Convenzione, per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale: a) uccisione di membri del gruppo; b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo; e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro». A partire da queste evidenze giuridiche, come docenti, come educatori ed educatrici che vogliono costruire un’umanità di pace, non possiamo non condannare i fantomatici progetti di fare di Gaza la riviera balneare del continente asiatico con la conseguente deportazione del popolo palestinese altrove. Non possiamo non condannare quello che per la Corte Penale Internazionale e per accreditate ONG, tra cui Amnesty International, viene rubricato come genocidio nei confronti di tutta la popolazione palestinese, affamata e privata di ospedali, cure mediche essenziali, scuole e università. Non possiamo non guardare con preoccupazione alla folle corsa al riarmo, che punta all’investimento del 5% del PIL nazionale in spese legate alla difesa e alla sicurezza, mentre le nostre scuole avrebbero bisogno di interventi strutturali per rendere più decoroso il nostro lavoro e più sicura la permanenza degli studenti e delle studentesse nelle aule. Il rischio che si intravede è che, oggi come un secolo fa, la mediocre normalità diventi abulia morale anche nell’ambito dell’educazione, giacché è proprio nell’abulia dei molti che trova spazio l’affaccendarsi violento e spregiudicato di pochi avidi di potere, mentre la consapevole scelta partigiana di pace viene messa costantemente sotto scacco. Come docenti, come educatrici ed educatori, noi ci opponiamo a questa deriva con questo documento che sottoscriviamo. Lavoriamo per costruire convivenze pacifiche, abilità nella cooperazione, pace come modello di vita autentica, fatta di responsabilità condivise. Insegniamo che ogni persona ha diritto a vivere con dignità, a immaginare un futuro migliore, a coltivare sogni e quindi non accettiamo che questi valori vengano calpestati. Esistono alternative alla violenza: gli strumenti del diritto internazionale, le vie diplomatiche, le forme di pressione nonviolenta, come il disinvestimento o il boicottaggio, e di questo vogliamo farci portavoce con il nostro lavoro. Noi siamo lavoratori e lavoratrici per la diffusione della cultura, della libertà, della dignità umana, della ricerca della giustizia. Noi siamo docenti Pacefondai. Noi siamo docenti pacefondaiDownload
Argentina. Gli stipendi degli insegnanti arretrano di due decenni
In Argentina, gli insegnanti affrontano stipendi che nella maggior parte delle province non bastano a coprire le necessità di base. Guadagnano meno di vent’anni fa, non arrivano a fine mese e affrontano condizioni lavorative sempre più precarie. La crisi docente attraversa tutto il paese e mette in luce le conseguenze […] L'articolo Argentina. Gli stipendi degli insegnanti arretrano di due decenni su Contropiano.
Documento Docenti IISS “Ragusa Kiyohara-Parlatore” Palermo per la PACE e il DIALOGO
SI AGGIUNGE ANCHE IL COLLEGIO DEI DOCENTI DELL’IISS “RAGUSA KIYOHARA – PARLATORE” DI PALERMO ALLE SCUOLE CHE HANNO PRESO LA PAROLA A SOSTEGNO DEL DIALOGO – E CONTRO OGNI VIOLENZA – PER LA RISOLUZIONE PACIFICA DI OGNI CONTROVERSIA. LO PUBBLICHIAMO AUSPICANDO CHE ANCORA ALTRE SCUOLE SI UNISCANO A QUESTI APPELLI. Il Collegio dei Docenti dell’IIS Ragusa Kiyohara – Parlatore da molti anni svolge il proprio ruolo di comunità educante nella città di Palermo. Dopo attenta riflessione, nella consapevolezza del significato di ogni parola e di ogni silenzio e nel rispetto di tutti quei valori su cui fondiamo la nostra attività quotidiana, non possiamo restare indifferenti a quanto sta accadendo in altri Paesi ai danni di uomini, donne, anziani, giovani e bambini. Pertanto ribadiamo il nostro RIFIUTO e SDEGNO assoluti e la nostra ferma CONDANNA verso ogni forma di violenza, sopraffazione, abuso e trasgressione di tutti quei diritti fondamentali, che un Paese civile, non solo non può negare, ma deve garantire giorno per giorno e che sono sanciti anche dalla Costituzione della Repubblica Italiana. Ogni giorno nelle nostre aule si lavora per accrescere la cultura, per valorizzare la bellezza e l’ingegno, per COSTRUIRE e non per DISTRUGGERE. Si educano i ragazzi al dialogo, all’integrazione e al superamento pacifico di ogni controversia e alla consapevolezza che nessuna forma di VIOLENZA possa mai essere giustificata nè tantomeno ignorata o tollerata. Albert Einstein affermava che «il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie, ma per quelli che osservano senza fare nulla» e il Collegio dei Docenti dell’IIS Ragusa Kiyohara Parlatore, decide oggi, come ogni giorno, di non restare in silenzio a osservare e CHIEDE a gran voce che sia fermato il massacro che si sta perpetrando a Gaza e confida che tutte le comunità scolastiche del Paese aderiscano ad un comune appello in nome di tutti quei valori per cui ogni giorno entriamo nelle aule. Ugualmente si impegna a garantire un’azione costante e sempre più incisiva per la sensibilizzazione dei giovani, affinchè tutti tengano sempre ben presente l’importanza della pace e del dialogo, senza cedere alla corsa all’aggressione. Infine si chiede a gran voce la condanna di tutte le attività belliche, che minano i precari equilibri della nostra epoca. In qualità di fucina di civiltà e umanità, ci appelliamo al senso di responsabilità che deve animare tutti i Paesi nell’operare scelte che tendano alla risoluzione pacifica di ogni controversia.
Mozione dei docenti RSU Liceo “Danilo Dolci” di Palermo sulla drammatica situazione di Gaza
Riceviamo e pubblichiamo la mozione approvata all’unanimità dal Collegio dei docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo, con l’auspicio che tante altre scuole prendano la parola contro «il crescente rischio di normalizzazione di atteggiamenti discriminatori, razzisti o indifferenti di fronte alla sofferenza umana», sensibilizzando le comunità entro cui operano. Il Collegio Docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo, riunitosi in data 13 giugno 2025, considerato che:  * la tutela dei diritti umani è un principio universale sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) e da numerose convenzioni internazionali ratificate dall’Italia, tra cui la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (1989);  * il contesto internazionale attuale e, in particolare, quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza, presenta una drammatica emergenza umanitaria che coinvolge migliaia di civili, tra cui un numero elevatissimo di bambini e bambine, vittime dirette e indirette della violenza;  * l’art. 11 della Costituzione Italiana afferma il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;  * l’educazione alla pace, alla solidarietà e al rispetto reciproco è parte integrante delle finalità della scuola italiana;  * il crescente rischio di normalizzazione di atteggiamenti discriminatori, razzisti o indifferenti di fronte alla sofferenza umana impone un chiaro posizionamento etico e pedagogico delle istituzioni educative. Delibera quanto segue:  Il Collegio dei Docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo:  * esprime ferma condanna verso ogni forma di guerra, violenza indiscriminata contro i civili e violazione dei diritti fondamentali;  * ribadisce il ripudio della guerra e di ogni forma di razzismo, apartheid o discriminazione etnica, religiosa o culturale;  * sostiene il diritto dei bambini e delle bambine, in ogni parte del mondo, a vivere in sicurezza, salute, istruzione e dignità, come previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia;  * si impegna a promuovere, nell’ambito delle attività scolastiche ed educative, iniziative, percorsi didattici, momenti di riflessione, manifestazioni o eventi che contribuiscano a formare una coscienza civica, critica e solidale, nel pieno rispetto del pluralismo e della missione educativa della scuola,  * invita tutte le componenti della comunità scolastica a partecipare attivamente e responsabilmente a tali iniziative, promuovendo il dialogo, la pace e la cooperazione tra i popoli.  Come Istituzione scolastica impegnata da sempre nella lotta contro ogni tipo di razzismo, discriminazione e segregazione e ispirata, com’è doveroso che sia, ad educare le giovani generazioni ai valori di rispetto, solidarietà, giustizia, spirito critico, propri della nostra Costituzione, con particolare riferimento alla crisi umanitaria in atto nella Striscia di Gaza, esprimiamo lo sdegno per il massacro della popolazione palestinese, chiediamo la fine dei bombardamenti su Gaza, chiediamo che cessino gli attacchi condotti dall’esercito israeliano contro scuole, università, moschee, ospedali e altri edifici civili che, così come documentato da una Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, costituiscono un «attacco sistematico contro le infrastrutture essenziali della vita civile».  Chiediamo che cessi il blocco imposto dalle autorità israeliane che impedisce l’ingresso di aiuti e beni essenziali alla popolazione della striscia di Gaza, in conseguenza del quale il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite e le cucine comunitarie in tutta la Striscia hanno esaurito il cibo e sono stati costretti a interrompere le operazioni. Tale blocco sta determinando, secondo quanto dichiarato da Ahmad Alhendawi, Direttore regionale per Medio Oriente, Nord Africa ed Europa dell’Est di Save the Children, «una catastrofe umanitaria deliberata», con i bambini che «vengono affamati di proposito, sotto l’assedio totale delle autorità israeliane».  La fame come arma di guerra è severamente vietata dal diritto internazionale ed è codificata come crimine di guerra, così come la negazione dell’assistenza umanitaria è una violazione del diritto internazionale umanitario.  Noi, come dichiarato da Ahmad Alhendawi, «non possiamo stare a guardare mentre un’intera popolazione viene affamata sotto gli occhi di tutti».