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Documento Docenti IISS “Ragusa Kiyohara-Parlatore” Palermo per la PACE e il DIALOGO
SI AGGIUNGE ANCHE IL COLLEGIO DEI DOCENTI DELL’IISS “RAGUSA KIYOHARA – PARLATORE” DI PALERMO ALLE SCUOLE CHE HANNO PRESO LA PAROLA A SOSTEGNO DEL DIALOGO – E CONTRO OGNI VIOLENZA – PER LA RISOLUZIONE PACIFICA DI OGNI CONTROVERSIA. LO PUBBLICHIAMO AUSPICANDO CHE ANCORA ALTRE SCUOLE SI UNISCANO A QUESTI APPELLI. Il Collegio dei Docenti dell’IIS Ragusa Kiyohara – Parlatore da molti anni svolge il proprio ruolo di comunità educante nella città di Palermo. Dopo attenta riflessione, nella consapevolezza del significato di ogni parola e di ogni silenzio e nel rispetto di tutti quei valori su cui fondiamo la nostra attività quotidiana, non possiamo restare indifferenti a quanto sta accadendo in altri Paesi ai danni di uomini, donne, anziani, giovani e bambini. Pertanto ribadiamo il nostro RIFIUTO e SDEGNO assoluti e la nostra ferma CONDANNA verso ogni forma di violenza, sopraffazione, abuso e trasgressione di tutti quei diritti fondamentali, che un Paese civile, non solo non può negare, ma deve garantire giorno per giorno e che sono sanciti anche dalla Costituzione della Repubblica Italiana. Ogni giorno nelle nostre aule si lavora per accrescere la cultura, per valorizzare la bellezza e l’ingegno, per COSTRUIRE e non per DISTRUGGERE. Si educano i ragazzi al dialogo, all’integrazione e al superamento pacifico di ogni controversia e alla consapevolezza che nessuna forma di VIOLENZA possa mai essere giustificata nè tantomeno ignorata o tollerata. Albert Einstein affermava che «il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie, ma per quelli che osservano senza fare nulla» e il Collegio dei Docenti dell’IIS Ragusa Kiyohara Parlatore, decide oggi, come ogni giorno, di non restare in silenzio a osservare e CHIEDE a gran voce che sia fermato il massacro che si sta perpetrando a Gaza e confida che tutte le comunità scolastiche del Paese aderiscano ad un comune appello in nome di tutti quei valori per cui ogni giorno entriamo nelle aule. Ugualmente si impegna a garantire un’azione costante e sempre più incisiva per la sensibilizzazione dei giovani, affinchè tutti tengano sempre ben presente l’importanza della pace e del dialogo, senza cedere alla corsa all’aggressione. Infine si chiede a gran voce la condanna di tutte le attività belliche, che minano i precari equilibri della nostra epoca. In qualità di fucina di civiltà e umanità, ci appelliamo al senso di responsabilità che deve animare tutti i Paesi nell’operare scelte che tendano alla risoluzione pacifica di ogni controversia.
Mozione dei docenti RSU Liceo “Danilo Dolci” di Palermo sulla drammatica situazione di Gaza
Riceviamo e pubblichiamo la mozione approvata all’unanimità dal Collegio dei docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo, con l’auspicio che tante altre scuole prendano la parola contro «il crescente rischio di normalizzazione di atteggiamenti discriminatori, razzisti o indifferenti di fronte alla sofferenza umana», sensibilizzando le comunità entro cui operano. Il Collegio Docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo, riunitosi in data 13 giugno 2025, considerato che:  * la tutela dei diritti umani è un principio universale sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) e da numerose convenzioni internazionali ratificate dall’Italia, tra cui la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (1989);  * il contesto internazionale attuale e, in particolare, quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza, presenta una drammatica emergenza umanitaria che coinvolge migliaia di civili, tra cui un numero elevatissimo di bambini e bambine, vittime dirette e indirette della violenza;  * l’art. 11 della Costituzione Italiana afferma il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;  * l’educazione alla pace, alla solidarietà e al rispetto reciproco è parte integrante delle finalità della scuola italiana;  * il crescente rischio di normalizzazione di atteggiamenti discriminatori, razzisti o indifferenti di fronte alla sofferenza umana impone un chiaro posizionamento etico e pedagogico delle istituzioni educative. Delibera quanto segue:  Il Collegio dei Docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo:  * esprime ferma condanna verso ogni forma di guerra, violenza indiscriminata contro i civili e violazione dei diritti fondamentali;  * ribadisce il ripudio della guerra e di ogni forma di razzismo, apartheid o discriminazione etnica, religiosa o culturale;  * sostiene il diritto dei bambini e delle bambine, in ogni parte del mondo, a vivere in sicurezza, salute, istruzione e dignità, come previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia;  * si impegna a promuovere, nell’ambito delle attività scolastiche ed educative, iniziative, percorsi didattici, momenti di riflessione, manifestazioni o eventi che contribuiscano a formare una coscienza civica, critica e solidale, nel pieno rispetto del pluralismo e della missione educativa della scuola,  * invita tutte le componenti della comunità scolastica a partecipare attivamente e responsabilmente a tali iniziative, promuovendo il dialogo, la pace e la cooperazione tra i popoli.  Come Istituzione scolastica impegnata da sempre nella lotta contro ogni tipo di razzismo, discriminazione e segregazione e ispirata, com’è doveroso che sia, ad educare le giovani generazioni ai valori di rispetto, solidarietà, giustizia, spirito critico, propri della nostra Costituzione, con particolare riferimento alla crisi umanitaria in atto nella Striscia di Gaza, esprimiamo lo sdegno per il massacro della popolazione palestinese, chiediamo la fine dei bombardamenti su Gaza, chiediamo che cessino gli attacchi condotti dall’esercito israeliano contro scuole, università, moschee, ospedali e altri edifici civili che, così come documentato da una Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, costituiscono un «attacco sistematico contro le infrastrutture essenziali della vita civile».  Chiediamo che cessi il blocco imposto dalle autorità israeliane che impedisce l’ingresso di aiuti e beni essenziali alla popolazione della striscia di Gaza, in conseguenza del quale il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite e le cucine comunitarie in tutta la Striscia hanno esaurito il cibo e sono stati costretti a interrompere le operazioni. Tale blocco sta determinando, secondo quanto dichiarato da Ahmad Alhendawi, Direttore regionale per Medio Oriente, Nord Africa ed Europa dell’Est di Save the Children, «una catastrofe umanitaria deliberata», con i bambini che «vengono affamati di proposito, sotto l’assedio totale delle autorità israeliane».  La fame come arma di guerra è severamente vietata dal diritto internazionale ed è codificata come crimine di guerra, così come la negazione dell’assistenza umanitaria è una violazione del diritto internazionale umanitario.  Noi, come dichiarato da Ahmad Alhendawi, «non possiamo stare a guardare mentre un’intera popolazione viene affamata sotto gli occhi di tutti». 
Lettera aperta ai Dirigenti e ai Presidenti dei Consigli d’Istituto: MASSACRO DI GAZA, PRENDERE PAROLA
PUBBLICHIAMO CON L’AUSPICIO CHE VENGA EMULATA IN ALTRE SCUOLE LA LETTERA APERTA RIVOLTA DA GIUSTO CATANIA, DIRIGENTE SCOLASTICO, E STEFANIA TRANCHINA, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO DELL’I.C. “GIULIANA SALADINO” DI PALERMO, AI DIRIGENTI SCOLASTICI E AI PRESIDENTI DEI CONSIGLI D’ISTITUTO DELLA SCUOLA ITALIANA: “SUL MASSACRO DI GAZA DOBBIAMO PRENDERE PAROLA”. Care colleghe e cari colleghi, il dramma della popolazione di Gaza non può lasciare indifferente il mondo della scuola. I numeri del massacro sono impressionanti: 54.000 morti, tra cui 15.000 bambine e bambini; 14.000 bambini orfani; 130.000 feriti; oltre un milione di minori necessita di sostegno psico-sociale; un’intera popolazione rischia di morire di fame e di sete. Sono stati distrutti oltre 2.300 spazi educativi, tra edifici scolastici ed aule universitarie. Siamo davanti ad una catastrofe umanitaria che avrà ripercussioni gravi anche nel futuro. Il Collegio dei docenti e il Consiglio d’istituto dell’Istituto Comprensivo Giuliana Saladino di Palermo hanno sentito l’urgenza di prendere parola, di esprimere la propria voglia di pace, di mobilitarsi perché non si può rimanere inermi davanti all’orrore di questi mesi. Abbiamo esposto un lenzuolo sulla facciata della nostra scuola per chiedere la fine del bombardamento su Gaza; abbiamo organizzato un girotondo rumoroso attorno ai nostri plessi scolastici perché riteniamo necessario rompere il silenzio; abbiamo chiesto agli abitanti del quartiere di esporre un lenzuolo sui balconi per condividere l’impegno della scuola. Il lenzuolo è bianco è un simbolo di pace e di riscatto, anche per la nostra scuola. Fu proprio Giuliana Saladino, dopo la strage di Capaci del 1992, a far diventare il lenzuolo bianco simbolo della mobilitazione popolare contro la mafia. Chiediamo al mondo della scuola di prendere parola, di urlare lo sdegno per il massacro della popolazione palestinese, di chiedere la fine dei bombardamenti su Gaza, di riprendere in mano la bandiera della pace. Questo è compito della scuola che, se non si occupa del presente, rischia di rendere inutile lo studio della Storia. I bambini e le bambine palestinesi sono nostri alunni, sono nostri figli e non vogliamo sentirci colpevoli del reato di indifferenza. La Storia ricorderà chi ha parlato e chi è rimasto in silenzio. Questo nostro impegno è perfettamente inscritto nella missione educativa della scuola della Repubblica, in ottemperanza agli obiettivi prioritari delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, secondo i quali bisogna: “Diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell’attuale condizione umana (…) possono essere affrontati e risolti attraverso una stretta collaborazione non solo tra le nazioni, ma anche fra le discipline e fra le culture.” Prendiamo parola, è il compito principale che ha la scuola italiana. Presidente del Consiglio d’Istituto Stefania Tranchina Dirigente scolastico Giusto Catania
Università USA, denunce, arresti e veglie di protesta
Gli studenti dell‘UCLA (Università della California – Los Angeles) che lo scorso anno sono stati violentemente attaccati da una folla pro-Israele senza che gli agenti di polizia intervenissero hanno intentato una causa contro lo Stato della California. L’azione legale denuncia l’eccessiva violenza degli agenti della polizia di Los Angeles nei confronti dei manifestanti pacifici, colpiti da circa 50 proiettili rivestiti di gomma, riportando gravi lesioni. La legge californiana proibisce alla polizia di usare proiettili di gomma se non in circostanze straordinarie. In una vittoria del movimento di protesta dei campus, l’Università di San Francisco ha annunciato il disinvestimento da quattro aziende statunitensi che hanno contratti con l’esercito israeliano, a seguito di una campagna sostenuta dagli studenti. Nello Stato di Washington, la polizia ha arrestato una trentina di studenti attivisti dopo che questi avevano occupato la facoltà di ingegneria dell’Università di Washington per protestare contro i suoi legami con il produttore di armi Boeing. Il gruppo Students United for Palestinian Equality and Return chiede “che i soldi delle nostre tasse scolastiche e della nostra ricerca non vengano usati per finanziare e alimentare un genocidio”. In Pennsylvania, nove persone sono state violentemente arrestate sabato allo Swarthmore College mentre la polizia scioglieva un accampamento di solidarietà con Gaza che era stato chiamato “Zona liberata Hossam Shabat”, in onore del giornalista palestinese di 23 anni ucciso da Israele a marzo. Gli studenti chiedono di “disinvestire dall’occupazione, dall’aggressione e dall’apartheid israeliani e di dichiararsi un campus rifugio”. A New York, decine di docenti e personale della Columbia University vestiti di nero hanno sfilato in corteo e si sono fermati fuori dal campus lunedì per chiedere il rilascio di Mahmoud Khalil, laureato della Columbia  e di altri che sono stati presi di mira per aver difeso i diritti dei palestinesi. Veglie coordinate si sono tenute anche alle università di Tufts, Georgetown e Boston, dove gli studenti Rümeysa Öztürk e Badar Khan Suri sono stati recentemente arrestati dall’ICE. L’azione congiunta delle università si terrà ogni settimana. “Oggi abbiamo organizzato una veglia nel nostro campus contemporaneamente a gruppi di docenti delle Università di Tufts, Georgetown e Boston per denunciare la detenzione dei membri della nostra comunità. In questo Paese studenti e docenti vengono trasformati in prigionieri politici semplicemente per aver parlato a favore della causa palestinese” ha dichiarato Joseph Howley, professore di letteratura della Columbia University. Democracy Now!