Impegni non negoziabili – Elezioni Regionali Toscana 2025In autunno in Toscana ci saranno le elezioni regionali: non possiamo e non
intendiamo lasciare che il dibattito verta solo sulle alleanze e sulle
candidature senza tentare di incidere sulle cose da fare e le iniziative da
intraprendere, le responsabilità da assumere di fronte ai cittadini elettori.
Di seguito abbiamo elencato e sintetizzato gli “Impegni non negoziabili” che i
candidati dovrebbero fare propri e che il movimento si impegna a sostenere con
iniziative di lotta e di disobbedienza civile prima, durante e dopo le elezioni
regionali. Tali impegni rappresentano al contempo: un programma elettorale per
qualsivoglia forza politica, lista e candidato che voglia agire in rottura con i
poteri forti, un programma di lotta e di “irruzione” nella campagna elettorale,
un programma di governo per la Regione Toscana. La nostra proposta è convergere
nella costruzione di un Comitato di Liberazione della Toscana: per liberarci
dalle Larghe Intese che sono al servizio della NATO, del FMI, della BCE e dei
pescecani della finanza!
Il progetto è aperto: chiediamo e aspiriamo alla più ampia partecipazione!
Primi promotori
– Rete No Gesi – Rete No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante
– Carlo Volpi, aderente a PeaceLink e al Coordinamento Fiorentino contro il
riarmo
– Marco Lenzoni, aderente alla Consulta Popolare Salute, Massa – Carrara
– Comitato Lavoratori Scuola – Siena
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1. Partecipazione attiva della cittadinanza
Principi e criteri: tutto quello che è conforme agli interessi della popolazione
è legittimo. Un’amministrazione regionale deve impegnarsi a sostenere i
cittadini nelle giuste rivendicazioni in merito al diritto al lavoro, alla
difesa dei servizi e alla salvaguardia del territorio. Laddove necessario, in
coerenza con il dettame costituzionale, l’amministrazione regionale deve
assumersi la responsabilità politica, amministrativa, legale ed economica di far
prevalere in ogni caso la legittimità degli interessi dei cittadini prima e
sopra ogni altro vincolo, norma o codice di rango inferiore alla Costituzione.
Occorrono comitati e organismi di controllo popolare sull’operato della
amministrazione regionale. Per andare in questa direzione l’amministrazione deve
dotarsi di metodi e strumenti funzionali allo scopo come assemblee popolari
delle seguenti tipologie: consulte popolari, consigli cittadini, tavoli
permanenti che operano per fronteggiare specifici problemi (ordinari o
emergenziali) proponendo agli amministratori esempi di soluzioni spendibili. La
combinazione dell’opera delle tre tipologie assembleari dev’essere la linfa
vitale dell’azione amministrativa della Regione. Vogliamo vedere applicata la
convenzione di Aarhus, che in Italia è stata ratificata in legge sulla
obbligatorietà di trasparenza e partecipazione dei cittadini nei processi
decisionali che riportiamo: “La Convenzione sull’accesso alle informazioni, la
partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso
alla giustizia in materia ambientale, nota come Convenzione di Aarhus, è
un trattato internazionale volto a garantire all’opinione pubblica e ai
cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia ai
processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti
l’ambiente”.
2. Economia di pace vuol dire avere e adottare una visione evolutiva del futuro
industriale della Toscana da tradurre in politiche industriali che incoraggino
gli investimenti in produzioni sostenibili e innovative e scoraggino la
speculazione parassitaria basata sul consumo di risorse collettive a cominciare
dalla salute, la sicurezza, la bellezza, il paesaggio, il patrimonio pubblico e
la storia del nostro territorio. Come linea di condotta generale di fronte alle
crisi aziendali la futura Amministrazione regionale dovrà essere in prima linea
al fianco della mobilitazione dei lavoratori e impegnarsi a sostenere e fornire
tutti gli strumenti possibili ai medesimi al fine di progettare piani di
recupero, re-industrializzazione o riconversione degli stabilimenti a rischio di
chiusura, provare a sfruttare le opportunità offerte dalla Legge Marcora,
relazione con i corpi intermedi come la Legacoop valorizzando l’esempio e la
spinta di esperienze come quella dei lavoratori della ex-GKN.
3. Sanità e salute. La sanità rappresenta l’impegno cruciale per la Regione.
Non basta richiedere maggiori risorse, serve un impegno determinato e
coraggioso per combattere i conflitti di interesse ed invertire
il flusso di risorse finanziarie ed umane verso il sistema
privato. La prima misura da adottare è l’abolizione delle cosiddette “Aslone”
per ritornare al sistema sanitario organizzato come era prima del 2015 ovvero
in Asl provinciali così come richiesto con il referendum Consultivo
sull’organizzazione del sistema sanitario regionale.
La riforma del 2015, introdotta con la legge 84/2015, ha ridisegnato il sistema
sanitario toscano accorpando le 12 Aziende Sanitarie Locali in tre grandi ASL di
area vasta. Sul fronte della tutela della salute occorrono misure di controllo
sulla salute delle popolazioni: indagini epidemiologiche gratuite, pianificate a
cadenza regolare per monitorare gli effetti della presenza di opere impattanti,
ma anche a causa della presenza di metalli pesanti su acqua e aria, sulle
emissioni di aziende da riconvertire.
4. Ambiente, energia e territorio. Bonifica dei terreni dove risiedono aziende e
opere speculative e graduale dismissione secondo un piano deciso con gli operai
e cittadini. Manca un piano energetico su quanta energia occorre, mancano i
piani energetici territoriali e quindi in base a cosa sfruttiamo le risorse? In
base al consumo necessario a portare avanti una politica bellicista: ce lo
chiede l’Europa! La rotta va invertita: serve un piano energetico coerente con
le attività produttive e il fabbisogno per garantire una vita sana e dignitosa
alla popolazione. Bisogna difendere le nostre risorse; l’acqua sempre più
inquinata, l’aria, il bosco fondamentale per il microclima ma che in Toscana sta
subendo una aggressione senza precedenti, disboscamento selvaggio confacenti al
profitto di pochi o a quello delle multinazionali che portano avanti opere
inutili e dannose che consumano suolo e bosco. Manca un bilancio idrico
regionale e di zona che da 25 anni non viene fatto.
5. La scuola e la sanità pubbliche, la loro qualità e accessibilità sono i
cardini del modello di vita dell’Europa Continentale e di quel modello basato
sullo stato sociale, sulla solidarietà, sulla scuola pubblica e sulla sanità
pubblica, ancorché in grave difficoltà, opposto al modello anglosassone di
azzeramento del sistema di sanità e di educazione pubblica. Ebbene, questo
modello con l’affermazione dell’economia di guerra proposta da Draghi e attuata
dalle istituzioni europee rischiano di azzerare. Le istruzioni regionali
dovranno decidere se collaborare o contrastare questo piano con tutti i mezzi
possibile, compresa la inversione del flusso di risorse che da scuola,
università e sanità pubblica si trasferiscono alla speculazione finanziaria e
bellica. La Regione dovrà investire nel numero di lavoratori per scuola (sia
docente che personale ATA), supervisionare le strutture scolastiche, aiutare
all’occorrenza economicamente i comuni nella manutenzione e/o nella
ristrutturazione al fine di garantire spazi adeguati all’offerta formativa,
coordinare reti di scuole per progetti e finanziare corsi formazione che vadano
nella direzione di contrastare la guerra e la militarizzazione della scuola.
Infine serve un investimento nel DSU Toscana per sostenere le istituzioni
universitarie e rendere il percorso accademico realmente alla portate delle
fasce più povere. Riteniam necessario invertire la strada percorsa dalla Giunta
uscente che sta ridimensionando il suo servizio alloggi per gli studenti,
riducendo il numero di residenze universitarie, e creando pericolose e dannose
collaborazioni con privati pronti a speculare con chi scegli di venire a
studiare in Toscana.
6. L’amministrazione deve impegnarsi a sottrarre alle logiche di mercato la
gestione della cosa pubblica, con particolare riferimento ai servizi pubblici
essenziali. La lotta per far uscire i comuni dalla multi-utility regionale e la
sua quotazione in borsa e conseguente consegna al grande capitale finanziario di
quote importanti del reddito delle famiglie e delle imprese dev’essere una
prerogativa. I servizi pubblici in Toscana devono invece rimanere un bene
collettivo e devono essere gestiti non per generare profitti per speculatori
finanziari; le soluzioni alternative ci sono ma vanno vagliate e sostenute con
forza e potrebbero riguardare non solo rifiuti e igiene pubblica, ma anche
acqua, energia, trasporti. Le risorse vanno concentrate assicurando ad esempio
basse tariffe di abbonamento al trasporto pubblico per tutti i residenti.
A questo tema colleghiamo quello della difesa dell’Acqua pubblica rifacendoci a
quanto viene prescritto, illustrato e rivendicato dai comitati, associazioni che
si battono da anni per l’applicazione della normativa nazionale ed europea che
prevede per i servizi pubblici essenziali una società di gestione che opera
senza fini di lucro, sotto il controllo diretto degli enti pubblici, con una
politica degli utili indirizzata al massimo contenimento dei costi per l’utente
ed al miglioramento del servizio (la gestione così detta in house providing).
7. Lotta contro la NATO e per l’attuazione dell’articolo 11 della Costituzione.
L’attività della NATO stride con uno dei principi fondamentali della
Costituzione nella misura in cui esso stabilisce che: “l’Italia ripudia la
guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali”. L’azione della NATO è connotata
storicamente da una portata offensiva. L’attività della NATO, inoltre, non
assicura pace e giustizia fra le Nazioni ma persegue solo l’obiettivo dichiarato
degli USA di conservare la propria egemonia nel mondo il che rende la sua
attività incompatibile con gran parte dell’art. 11 e incompatibile con i valori
della nostra Costituzione. La NATO aggrava in modo sempre più evidente gli
effetti nel nostro paese della guerra esterna e interna.
L’impegno della regione Toscana dev’essere quindi quello di contribuire ad
attuare fino in fondo l’articolo 11 della Costituzione. La sua applicazione
sostanziale implica e coincide con l’uscita dell’Italia dalla NATO. Un governo
regionale quindi deve sollecitare, sostenere e attuare tutte quelle iniziative
istituzionali e di protagonismo popolare che vanno in questa direzione
opponendosi, tanto per cominciare ai processi di militarizzazione del proprio
territorio (si rimanda al punto 7).
8. Attività di contrasto alla guerra, all’economia di guerra e alla
militarizzazione del territorio e della società con interventi per favorire il
blocco dell’espansione delle installazioni militari a cominciare da quelle di
San Rossore e di Firenze (comando NATO caserma Rovezzano) e il ridimensionamento
o la chiusura di Camp Darby e relativo stop alla nuova darsena e canale. In
secondo luogo, poniamo il problema della smilitarizzazione completa
dell’aeroporto di San Giusto a Pisa. E’ infatti problematico fermare
l’espansione del traffico a Peretola senza la disponibilità piena di un grande
aeroporto per la Toscana. San Giusto è gravato da pesantissimi vincoli militari
che dall’oggi al domani possono trasformarsi in chiusura dell’aeroporto come già
successo un paio di mesi fa quando l’aeroporto è stato chiuso per non chiarite
ragioni di sicurezza durante le ore notturne per l’arco di due settimane.
Smilitarizzazione completa di San Giusto e stop alla dilapidazione di risorse
pubbliche negli studi di fattibilità per soluzioni precarie e mezze soluzioni di
un aeroporto come quello fiorentino che resta un modesto aeroporto di terzo
livello e tale potrebbe rimanere.
Interzo luogo, vogliamo l’istituzione di un Osservatorio regionale sulla
produzione e il transito di armi con una presenza di rappresentanti della
società civile e dei lavoratori, come ad esempio del Gruppo Autonomo Portuali di
Livorno o i Ferrovieri contro la guerra (e altri che verranno individuati) che
abbia competenze ispettive sul territorio regionale e di elaborazione di linee
guida rispetto ai processi di riconversione a produzioni a fini civili e per la
sostenibilità ambientale. Inoltre vanno sostenute tutte le iniziative che i
lavoratori metteranno in campo per contrastare il traffico di convogli che
contengono armi e armi di distruzione di massa, come l’istituzione di una legge
regionale che riconosca l’obiezione di coscienza alla guerra di tutti i
lavoratori. Questi sono alcuni dei passi concreti per fare della Toscana una
Regione denuclearizzata e attiva come operatrice di pace.
9. Palestina. Riconoscimento a livello regionale dello Stato di Palestina.
Interruzione, dove necessario per decreto, di ogni forma commerciale, di
collaborazione e di cooperazione tra tutte le articolazioni della Regione
Toscana e lo Stato d’Israele, comprese aziende e imprese israeliane, università,
enti di ricerca, istituti accademici, progetti di cooperazione istituzionale e
territoriale. Interruzione, dove necessario per decreto, di tutti gli accordi
pubblici e segreti di cooperazione militare industriale stipulati nel corso
degli anni con aziende, agenzie e istituti dello Stato sionista d’Israele su
esempio di quanto è stato fatto dal sindaco di Sesto Fiorentino (interruzione
della compravendita di prodotti farmaceutici israeliani nelle farmacie
comunali). Rimozione di Marco Carrai, proconsole di Israele, dal vertice della
Fondazione Meyer.
10. La Toscana per la pace e relazioni internazionali. In coerenza con il
dettame costituzionale la Regione Toscana e la sua Amministrazione devono avere
un ruolo attivo e propositivo per boicottare e sabotare tutte le iniziative e le
disposizioni del governo Centrale che favoriscano la partecipazione dell’Italia
alle guerre e che rafforzino la sottomissione del nostro Paese alla Nato e
all’Ue. Parimenti, l’Amministrazione Regionale dovrà attiva, instancabilmente,
nel promuovere iniziative di pace e di solidarietà fra i popoli.
L’amministrazione valuterà le forme concrete attraverso cui affermare e far
valere la sua posizione. L’Amministrazione Regionale deve essere guidata dal
fatto che la maggioranza della popolazione ha tutto da perdere e nulla da
guadagnare dalla partecipazione alle guerre a cui gli organismi sovranazionali
stanno obbligando il Paese in contrasto con quanto espresso dal dettato
costituzionale.
11. La crisi abitativa è una delle grandi crisi del nostro secolo. A fronte di
una mobilità crescente, di forti migrazioni interne ed estere, della crescente
disparità economica, tanto i grandi centri urbani, sovraffollati e svenduti,
quanto le piccole aree rurali in via di svuotamento non sono amministrate a
dovere per trovare soluzioni alle sfide del presente. Da questa situazione non
sfuggono le grandi città toscane, in particolare quelle universitarie, sempre
meno vivibili e a misura d’uomo. L’istituzione Regionale dovrebbe immediatamente
censire gli immobili pubblici inutilizzati e investire per renderli fruibili e
accessibili, serve ripartire da case popolari, creando una cultura non di
emarginazione ma anzi di programmazione di una rivalutazione di certe aree.
Serve poi porre in atto misure ferme contro i grandi proprietari di immobili che
non mettono le proprie proprietà a disposizione della collettività, con una
tassazione che disincentivi questa scelta. Serve una regolamentazione che limiti
anche gli affitti brevi, non permettendo il proliferare di inutili e dannosi B&B
al servizio di un turismo che da risorsa per la collettività diventa
speculazione per la classe più ricca. Serve inoltre lavorare per mettere un
tetto al costo degli affitti, lavorando in sinergia con le istituzioni nazionali
per proporzionare il costo di un canone di locazione agli attuali salari.
12. La difesa del territorio e delle comunità dalle calamità, i grandi rischi,
le epidemie, i cambiamenti climatici e le conseguenze di spopolamento e
invecchiamento vanno affrontati con la realizzazione di un servizio civile
regionale da finanziare anche attraverso la gestione regionale dei fondi
accantonati attraverso meccanismi di obiezione fiscale alla guerra.
Redazione Toscana