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Massa, 21 settembre: Osservatorio contro la militarizzazione alla Giornata Internazionale della Pace
Domenica 21 settembre alle ore 17, in Piazza Aranci a Massa, in occasione della Giornata Internazionale della Pace, si terrà una manifestazione con staffetta artistico-musicale e flash mob, aperta a tutte e tutti per unire le voci contro il genocidio a Gaza, la follia della guerra, il riarmo e la crescente militarizzazione delle istituzioni scolastiche. Un evento di denuncia e resistenza collettiva, organizzato dall’Associazione Mycelium, aderente all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, per affermare con forza: NON IN MIO NOME! Perché non vogliamo essere complici di un silenzio disumanizzante – e non lasceremo che questo diventi la nuova normalità.
Solidarietà ai lavoratori di Montemurlo e al Sudd cobas!
Solidarietà ai lavoratori di Montemurlo e al Sudd cobas! Il Si cobas nazionale dopo le scene  di violenza ad opera dei padroni (filmate )contro i lavoratori  nel distretto della moda di Prato(scene non nuove purtroppo) siano l’ennesima dimostrazione della connivenza  di tutte le istituzioni li presenti(dal comune alla questura, ai sindacati confederali ) che pur conoscendo queste situazioni di sfruttamento  accettano, senza far niente, questa violenza ai danni dei lavoratori e lavoratrici da parte dei datori di lavoro.  Quest’ultima  viaggia in concomitanza con la legislazione repressiva che il sistema di sfruttamento e le istituzioni borghesi hanno messo in atto e sta facendo viaggiare nell’ottica dell’attacco di classe ormai concordato e iscritto all’interno di un disegno di economia e disciplinamento di guerra. Questo è l’ennesimo atto che tende a colpire le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici che osano ribellarsi  attraverso il conflitto contro la situazione di reale schiavismo che riguarda una miriade di situazioni lavorative che viaggiano senza tutele e controlli di sicurezza e in cui la contrattualistica ormai risulta essere carta straccia e  le retribuzioni sono da fame. A tutto questo contesto il Si Cobas risponde tutti i giorni con la lotta, senza situazioni di compromesso e non può esimersi ad esprimere solidarietà ai lavoratori e lavoratrici della ditta “Alba” di Montemurlo che sono stati vittime non solo un episodio, ma che sono immersi in una catena in cui il valore della vita di un lavoratore (qui come in ogni angolo del pianeta) vale meno di un bullone o di un capo di abbigliamento, proprio perché immersi in una società in cui il capitale agisce ogni giorno con la violenza e la condizione di miseria che lo contraddistingue e per cui conta il profitto e i numeri. Sviluppare le lotte e i processi dai luoghi di lavoro in un contesto storico e sociale come quello che stiamo vivendo è necessario più che mai! Come per i proletari Palestinesi, anche per i proletari/ie è necessario sviluppare processi e progettualità di lotta di classe! Dai luoghi di lavoro, alla Palestina.. Tocca uno, tocca tutti Si cobas nazionale L'articolo Solidarietà ai lavoratori di Montemurlo e al Sudd cobas! proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Militarizzazione delle scuole in Toscana: perché dire no alla propaganda di guerra
Anche quest’anno, con la nota 0016684 del 10-09-2025 (clicca qui), l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana ha inviato a tutte le scuole della regione una serie di allegati relativi alle “attività informative di orientamento ed informazione” offerte dal  Comando Militare Esercito TOSCANA. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università aveva già approfondito la questione in due precedenti articoli  (clicca qui e clicca qui) motivando puntualmente le ragioni della sua opposizione a questo progetto. Non occorre pertanto ripetersi sull’analisi dettagliata dei documenti per la quale si rinvia ai lavori segnalati. Tuttavia, non possiamo non insistere su ciò che, a nostro avviso, anima una tale iniziativa anche alla luce di un ulteriore documento. Si tratta dell’Allegato D relativo alle possibilità per studenti e studentesse di visitare alcune unità dell’esercito. Leggiamo infatti nell’allegato: “Le visite, organizzate in occasione dell’apertura delle Caserme e/o in coincidenza di particolari Anniversari, Celebrazioni, ricorrenze storiche ed eventi, saranno finalizzate a far:  partecipare gli studenti alla solenne cerimonia dell’alzabandiera;  conoscere la storia del Reparto, i relativi mezzi e gli equipaggiamenti in dotazione di specialità;  assistere ad eventuali attività addestrative”. Si concentra in queste poche righe buona parte degli aspetti di quella militarizzazione dei luoghi del sapere che l’Osservatorio segnala da tempo. Perché in un contesto internazionale da terza guerra mondiale a pezzi studenti e studentesse dovrebbero partecipare alle cerimonie dell’alzabandiera? Per quale motivo dovrebbero conoscere i mezzi e gli equipaggiamenti militari in dotazione? A che scopo dovrebbero assistere ad attività addestrative? Perché dovrebbero assistere, come indicato in uno degli allegati introduttivi, allo svolgimento di “conferenze informative presso gli Istituti Scolastici della Toscana, su temi afferenti alla storia, ai compiti e alle “opportunità professionali” della Forza Armata”? E, soprattutto, perché le scuole toscane dovrebbero pubblicizzare queste forme di propaganda e reclutamento? Sono queste alcune delle domande alle quali urge dare una risposta al fine di contrastare il processo di militarizzazione dei luoghi di formazione in atto e proteggere la scuola come luogo di pace e di ripudio della guerra. Per questo motivo innanzitutto invitiamo le scuole toscane a non aderire a tali iniziative, eventualmente esprimendo anche una netta presa di posizione in sede di Collegio Docenti e Consiglio di Istituto.  Esortiamo, inoltre, genitori e genitrici a presentare alle scuole il documento attraverso il quale chiedere l’esonero dei propri figli e delle proprie figlie da attività che prevedano la partecipazione diretta o indiretta delle Forze Armate (clicca qui) e a prendere visione del prezioso Vademecum contro la militarizzazione delle scuole stilato dall’Osservatorio (clicca qui). Chiediamo infine a chiunque sia sensibile a questo problema di segnalarci episodi di militarizzazione nelle scuole scrivendoci al nostro indirizzo mail (osservatorionomili@gmail.com) e di collaborare con il nostro comitato iscrivendosi e partecipando ai gruppi di lavoro (https://osservatorionomilscuola.com/contatti/). È quantomai necessario opporre una decisa pratica di resistenza rispetto a quanto registriamo senza sosta quotidianamente. Nessuna linea di tangenza può esistere tra mondo militare e luoghi della formazione. firmata let_a_USR_TOSCANA_progetto_conf_scuole_e_visite_scolastiche_Anno_2025_2026Download firmato ALL_A_scheda_progetto_conf_scuole_IST_SCOL_PRIMARI_ELEMENTARI_2025_2026Download firmato ALL_B_scheda_progetto_conf_scuole_IST_SCOL_SEC_1_GRADO_MEDIE_2025_2026Download firmato ALL_C_scheda_progetto_conf_scuole_IST_SCOL_SEC_2_GRADO_SUPERIORI_2025_2026Download firmato ALL_D_scheda_progetto_visite_scolastiche_presso_le_Unita_dell_Esercito_2025_2026Download m_pi.AOODRTO.REGISTRO UFFICIALE(U).0016684.10-09-2025Download Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università 
Bergiola Foscalina (MS), 16 settembre: “81 anni dopo l’eccidio” iniziativa con Osservatorio
BERGIOLA FOSCALINA (MS), 16 SETTEMBRE 2025 PIAZZA DELLA REPUBBLICA A 81 anni dalla strage nazifascista di Bergiola Foscalina (Carrara), nella giornata dedicata alla sua memoria, il Collettivo Giovane Bergiola e la Pro Loco organizzano un incontro a cui è invitato anche l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università: un’iniziativa comunitaria dal basso, non istituzionale, per esercitare il dovere della memoria, prestando attenzione a cosa e come ricordiamo. Oggi più che mai “scegliere da che parte stare” assume l’urgenza di essere nel presente, prendendo la responsabilità di ripudiare tutte le guerre e agire come donne e uomini di pace. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Massa-Carrara
Pisa. Danneggiata nella notte la sede della Rete dei Comunisti
Questa mattina abbiamo trovato una brutta sorpresa presso la sede della Rete dei Comunisti in Via Sant’Andrea 31: qualcuno nella notte ha tentato di sfondare il vetro della porta d’ingresso. Non c’é riuscito, data la consistenza dell’infisso antisfondamento, ma il danno e’ notevole, come potrete vedere dall’immagine che alleghiamo. Il […] L'articolo Pisa. Danneggiata nella notte la sede della Rete dei Comunisti  su Contropiano.
Pisa: un minuto di silenzio non basta, ma è un buon inizio
In provincia di Pisa, numerose sono le scuole che hanno aderito al minuto di silenzio proposto da Scuola di Pace Torino e Piemonte, Docenti per Gaza e Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università esprimendo una chiara condanna verso le guerre e solidarietà verso il popolo Palestinese. Per quanto di nostra conoscenza, a Pisa: Liceo Dini, Liceo Carducci, IIS Galilei Pacinotti, Liceo Artistico Russoli; a Cascina: IIS Pesenti, IC Borsellino, IC De André; a Pontedera: IPSIA Pacinotti, ITI Marconi. Oltre 56 conflitti (di varia natura) attraversano il nostro pianeta. Una guerra mondiale a pezzi, che rischia di diventare globale. Un conflitto, vista la qualità e la quantità degli armamenti, che non avrebbe né vincitori, né vinti. La scuola, quella che non addestra, che non esalta le competenze, che non rinuncia alla riflessione e allo spirito critico, può giocare un ruolo decisivo, può provare a rovesciare la “normalizzazione” della guerra e della violenza che sembrano oggi prevalere. Non soltanto perché se si vuole la pace, occorre preparare la pace, ma perché se si mira a costruire, pensare e progettare il futuro, non si può non partire dall’articolo 11 della nostra Costituzione, dal ripudio della guerra. Ma, pur condannando tutte le guerre, dobbiamo anche affermare che non sono tutte uguali. Il genocidio in Palestina, dove non c’è uno scontro fra due eserciti rappresenta, infatti, la riproposizione di logiche e politiche che, dopo la sconfitta del nazi-fascismo, pensavamo sconfitte per sempre. Se la scuola non vuole voltarsi dall’altra parte deve impegnarsi a fianco di chi, dal basso, pratica la solidarietà (per ultima la Global Sumud Flotilla, dove tra i tanti attivisti sono presenti anche docenti dell’Osservatorio) e, soprattutto, non rinunciare alle analisi, alle riflessioni e al confronto. Bisogna essere coscienti che non basta la pace, ma occorre giustizia. Come nodo locale dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università restiamo a disposizione di docenti e studenti per approfondire insieme i processi di militarizzazione e disciplinamento del mondo dell’istruzione ed elaborare collettivamente strategie e pratiche per denunciarle e contrastarle. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università, Pisa
Educazione e Pace: la voce delle scuole contro il genocidio in Palestina e le altre guerre
COMUNICATO STAMPA In molte scuole d’Italia l’appello per un minuto di silenzio il primo giorno di scuola per le/i bambine/i di Gaza e contro tutte le guerre è stato accolto e attuato, da Torino a Trento, fino a Palermo e Catania. Anche nella nostra zona, ampia parte della comunità educante si unisce contro il genocidio in Palestina e per la pace nel mondo, in un momento comune di solidarietà e consapevolezza. In molte delle nostre scuole si è discusso e deciso con varie modalità di schierarsi e chiedere la pace. Dall’Istituto ISA 2 e il Liceo Mazzini di La Spezia, che hanno deliberato nel collegio docenti, all’Istituto Massa 6, l’Alberghiero Minuto, lo Zaccagna-Galilei, il Barsanti, Il Rossi-Pascoli, che hanno portato la drammatica situazione della Palestina e dei conflitti nel mondo all’ attenzione di tutta la comunità in questo inizio anno. Ringraziamo per la sensibilità, il profondo senso civico e l’umanità, oltre che per la consapevolezza del ruolo di educatori, tutti gli insegnanti che si sono spesi in questi giorni e non sono rimasti in silenzio. Ringraziamo anche quei DS, purtroppo non molti, che hanno dimostrato di avere a cuore la funzione più importante del nostro lavoro: generare conoscenza e comprensione in modo aperto e limpido, affinché le/i nostri studenti apprendano a fare le loro scelte. Il nuovo e forte impegno della scuola italiana per Gaza, per la Palestina, per la pace e la giustizia è cominciato. Facciamo inoltre un appello pubblico a tutte le istituzioni scolastiche, ai collegi docenti, affinché non raccolgano le proposte, già arrivate tramite solerte comunicazione da parte del Comando Militare dell’Esercito, di attività informative di orientamento ed informazione delle Forze Armate dentro le nostre scuole. Come educatrici ed educatori che desiderano costruire un’umanità di pace, non desideriamo che nella didattica entrino la cultura della difesa o l’esaltazione della disciplina e delle armi. LA CONOSCENZA NON HA NEMICI, LA CONOSCENZA NON HA BISOGNO DI MARCIARE. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Sindacato Sociale di Base – La Spezia Massa Carrara
Empoli, 18 settembre, Festival “Io Resisto”: Disarmare la scuola e il territorio
GIOVEDÌ, 18 SETTEMBRE 2025, ALL’INTERNO DEL FESTIVAL “IO RESISTO” PROMOSSO DA ANPI EMPOLI INIZIATIVA CON OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ  La cittadinanza è invitata al Festival giovedì, 18 settembre 2025, all’interno del Festival “Io Resisto” promosso da ANPI Empoli all’iniziativa con due attivisti e promotori dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università: Antonio Mazzeo, giornalista e attivista, impegnato nei temi della pace, del disarmo e dell’ambiente. Era a bordo della nave Handala, parte della Freedom Flottilla, per una missione di aiuti umanitari quando, a luglio 2025, è stata intercettata dalla marina israeliana e rimpatriato. Fausto Pascali, insegnante e attivista del Movimento No Base. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università nasce per monitorare e denunciare l’attività di militarizzazione nelle scuole e, in un secondo momento, anche delle università. Fanno parte dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università numerose associazioni e singole persone. I/le firmatari/e dell’appello, che ha costituito l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, si prefiggono una decisa e costante attività di denuncia di quel processo di militarizzazione delle nostre istituzioni scolastiche, già in atto da troppo tempo, per restituire loro il ruolo sociale previsto dalla Costituzione Italiana. Questa invasione di campo vede come protagonisti rappresentanti delle forze militari addirittura in qualità di “docenti”, che tengono lezioni su vari argomenti (dall’inglese affidato a personale NATO a tematiche inerenti la legalità e la Costituzione) e arriva a coinvolgere persino i percorsi di alternanza scuola-lavoro (PCTO) attraverso l’organizzazione di visite a basi militari o caserme. Strutture sempre più pervasive che occupano i nostri territori e violentano l’ambiente. Un’ingerenza che il Ministero della Difesa pianifica e il ministero dell’Istruzione avalla, che mira a creare consenso rispetto alle spese militari, alla corsa al riarmo, alla militarizzazione dei territori e delle coscienze e a una politica estera che vede nella la forze armate lo strumento privilegiato di risoluzione delle controversie internazionali. A tutto questo ci si può opporre e l’osservatorio mette a disposizione strumenti, campagne e azioni praticabili dalle famiglie, dalla componente studentesca, dal corpo docente per disarmare scuola e territorio.
Impegni non negoziabili – Elezioni Regionali Toscana 2025
In autunno in Toscana ci saranno le elezioni regionali: non possiamo e non intendiamo lasciare che il dibattito verta solo sulle alleanze e sulle candidature senza tentare di incidere sulle cose da fare e le iniziative da intraprendere, le responsabilità da assumere di fronte ai cittadini elettori. Di seguito abbiamo elencato e sintetizzato gli “Impegni non negoziabili” che i candidati dovrebbero fare propri e che il movimento si impegna a sostenere con iniziative di lotta e di disobbedienza civile prima, durante e dopo le elezioni regionali. Tali impegni rappresentano al contempo: un programma elettorale per qualsivoglia forza politica, lista e candidato che voglia agire in rottura con i poteri forti, un programma di lotta e di “irruzione” nella campagna elettorale, un programma di governo per la Regione Toscana. La nostra proposta è convergere nella costruzione di un Comitato di Liberazione della Toscana: per liberarci dalle Larghe Intese che sono al servizio della NATO, del FMI, della BCE e dei pescecani della finanza! Il progetto è aperto: chiediamo e aspiriamo alla più ampia partecipazione! Primi promotori – Rete No Gesi – Rete No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante – Carlo Volpi, aderente a PeaceLink e al Coordinamento Fiorentino contro il riarmo – Marco Lenzoni, aderente alla Consulta Popolare Salute, Massa – Carrara – Comitato Lavoratori Scuola – Siena *** 1. Partecipazione attiva della cittadinanza Principi e criteri: tutto quello che è conforme agli interessi della popolazione è legittimo. Un’amministrazione regionale deve impegnarsi a sostenere i cittadini nelle giuste rivendicazioni in merito al diritto al lavoro, alla difesa dei servizi e alla salvaguardia del territorio. Laddove necessario, in coerenza con il dettame costituzionale, l’amministrazione regionale deve assumersi la responsabilità politica, amministrativa, legale ed economica di far prevalere in ogni caso la legittimità degli interessi dei cittadini prima e sopra ogni altro vincolo, norma o codice di rango inferiore alla Costituzione. Occorrono comitati e organismi di controllo popolare sull’operato della amministrazione regionale. Per andare in questa direzione l’amministrazione deve dotarsi di metodi e strumenti funzionali allo scopo come assemblee popolari delle seguenti tipologie: consulte popolari, consigli cittadini, tavoli permanenti che operano per fronteggiare specifici problemi (ordinari o emergenziali) proponendo agli amministratori esempi di soluzioni spendibili. La combinazione dell’opera delle tre tipologie assembleari dev’essere la linfa vitale dell’azione amministrativa della Regione. Vogliamo vedere applicata la convenzione di Aarhus, che in Italia è stata ratificata in legge sulla obbligatorietà di trasparenza e partecipazione dei cittadini nei processi decisionali che riportiamo: “La Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, nota come Convenzione di Aarhus, è un trattato internazionale volto a garantire all’opinione pubblica e ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia ai processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente”. 2. Economia di pace vuol dire avere e adottare una visione evolutiva del futuro industriale della Toscana da tradurre in politiche industriali che incoraggino gli investimenti in produzioni sostenibili e innovative e scoraggino la speculazione parassitaria basata sul consumo di risorse collettive a cominciare dalla salute, la sicurezza, la bellezza, il paesaggio, il patrimonio pubblico e la storia del nostro territorio. Come linea di condotta generale di fronte alle crisi aziendali la futura Amministrazione regionale dovrà essere in prima linea al fianco della mobilitazione dei lavoratori e impegnarsi a sostenere e fornire tutti gli strumenti possibili ai medesimi al fine di progettare piani di recupero, re-industrializzazione o riconversione degli stabilimenti a rischio di chiusura, provare a sfruttare le opportunità offerte dalla Legge Marcora, relazione con i corpi intermedi come la Legacoop valorizzando l’esempio e la spinta di esperienze come quella dei lavoratori della ex-GKN. 3. Sanità e salute. La sanità rappresenta l’impegno cruciale  per  la Regione. Non basta richiedere  maggiori risorse, serve un impegno determinato   e   coraggioso   per   combattere   i   conflitti   di   interesse   ed   invertire   il   flusso   di   risorse   finanziarie   ed   umane verso il sistema privato. La prima misura  da adottare è l’abolizione delle  cosiddette “Aslone” per ritornare  al sistema sanitario organizzato come era prima del 2015 ovvero in Asl provinciali così come richiesto con il referendum Consultivo sull’organizzazione del sistema sanitario regionale. La riforma del 2015, introdotta con la legge 84/2015, ha ridisegnato il sistema sanitario toscano accorpando le 12 Aziende Sanitarie Locali in tre grandi ASL di area vasta. Sul fronte della tutela della salute occorrono misure di controllo sulla salute delle popolazioni: indagini epidemiologiche gratuite, pianificate a cadenza regolare per monitorare gli effetti della presenza di opere impattanti, ma anche a causa della presenza di metalli pesanti su acqua e aria, sulle emissioni di aziende da riconvertire. 4. Ambiente, energia e territorio. Bonifica dei terreni dove risiedono aziende e opere speculative e graduale dismissione secondo un piano deciso con gli operai e cittadini. Manca un piano energetico su quanta energia occorre, mancano i piani energetici territoriali e quindi in base a cosa sfruttiamo le risorse? In base al consumo necessario a portare avanti una politica bellicista: ce lo chiede l’Europa! La rotta va invertita: serve un piano energetico coerente con le attività produttive e il fabbisogno per garantire una vita sana e dignitosa alla popolazione. Bisogna difendere le nostre risorse; l’acqua sempre più inquinata, l’aria, il bosco fondamentale per il microclima ma che in Toscana sta subendo una aggressione senza precedenti, disboscamento selvaggio confacenti al profitto di pochi o a quello delle multinazionali che portano avanti opere inutili e dannose che consumano suolo e bosco. Manca un bilancio idrico regionale e di zona che da 25 anni non viene fatto. 5. La scuola e la sanità pubbliche, la loro qualità e accessibilità sono i cardini del modello di vita dell’Europa Continentale e di quel modello basato sullo stato sociale, sulla solidarietà, sulla scuola pubblica e sulla sanità pubblica, ancorché in grave difficoltà, opposto al modello anglosassone di azzeramento del sistema di sanità e di educazione pubblica. Ebbene, questo modello con l’affermazione dell’economia di guerra proposta da Draghi e attuata dalle istituzioni europee rischiano di azzerare. Le istruzioni regionali dovranno decidere se collaborare o contrastare questo piano con tutti i mezzi possibile, compresa la inversione del flusso di risorse che da scuola, università e sanità pubblica si trasferiscono alla speculazione finanziaria e bellica. La Regione dovrà investire nel numero di lavoratori per scuola (sia docente che personale ATA), supervisionare le strutture scolastiche, aiutare all’occorrenza economicamente i comuni nella manutenzione e/o nella ristrutturazione al fine di garantire spazi adeguati all’offerta formativa, coordinare reti di scuole per progetti e finanziare corsi formazione che vadano nella direzione di contrastare la guerra e la militarizzazione della scuola. Infine serve un investimento nel DSU Toscana per sostenere le istituzioni universitarie e rendere il percorso accademico realmente alla portate delle fasce più povere. Riteniam necessario invertire la strada percorsa dalla Giunta uscente che sta ridimensionando il suo servizio alloggi per gli studenti, riducendo il numero di residenze universitarie, e creando pericolose e dannose collaborazioni con privati pronti a speculare con chi scegli di venire a studiare in Toscana. 6. L’amministrazione deve impegnarsi a sottrarre alle logiche di mercato la gestione della cosa pubblica, con particolare riferimento ai servizi pubblici essenziali. La lotta per far uscire i comuni dalla multi-utility regionale e la sua quotazione in borsa e conseguente consegna al grande capitale finanziario di quote importanti del reddito delle famiglie e delle imprese dev’essere una prerogativa. I servizi pubblici in Toscana devono invece rimanere un bene collettivo e devono essere gestiti non per generare profitti per speculatori finanziari; le soluzioni alternative ci sono ma vanno vagliate e sostenute con forza e potrebbero riguardare non solo rifiuti e igiene pubblica, ma anche acqua, energia, trasporti. Le risorse vanno concentrate assicurando ad esempio basse tariffe di abbonamento al trasporto pubblico per tutti i residenti. A questo tema colleghiamo quello della difesa dell’Acqua pubblica rifacendoci a quanto viene prescritto, illustrato e rivendicato dai comitati, associazioni che si battono da anni per l’applicazione della normativa nazionale ed europea che prevede per i servizi pubblici essenziali una società di gestione che opera senza fini di lucro, sotto il controllo diretto degli enti pubblici, con una politica degli utili indirizzata al massimo contenimento dei costi per l’utente ed al miglioramento del servizio (la gestione così detta in house providing). 7. Lotta contro la NATO e per l’attuazione dell’articolo 11 della Costituzione. L’attività della NATO stride con uno dei principi fondamentali della Costituzione nella misura in cui esso stabilisce che: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. L’azione della NATO è connotata storicamente da una portata offensiva. L’attività della NATO, inoltre, non assicura pace e giustizia fra le Nazioni ma persegue solo l’obiettivo dichiarato degli USA di conservare la propria egemonia nel mondo il che rende la sua attività incompatibile con gran parte dell’art. 11 e incompatibile con i valori della nostra Costituzione. La NATO aggrava in modo sempre più evidente gli effetti nel nostro paese della guerra esterna e interna. L’impegno della regione Toscana dev’essere quindi quello di contribuire ad attuare fino in fondo l’articolo 11 della Costituzione. La sua applicazione sostanziale implica e coincide con l’uscita dell’Italia dalla NATO. Un governo regionale quindi deve sollecitare, sostenere e attuare tutte quelle iniziative istituzionali e di protagonismo popolare che vanno in questa direzione opponendosi, tanto per cominciare ai processi di militarizzazione del proprio territorio (si rimanda al punto 7). 8. Attività di contrasto alla guerra, all’economia di guerra e alla militarizzazione del territorio e della società con interventi per favorire il blocco dell’espansione delle installazioni militari a cominciare da quelle di San Rossore e di Firenze (comando NATO caserma Rovezzano) e il ridimensionamento o la chiusura di Camp Darby e relativo stop alla nuova darsena e canale. In secondo luogo, poniamo il problema della smilitarizzazione completa dell’aeroporto di San Giusto a Pisa. E’ infatti problematico fermare l’espansione del traffico a Peretola senza la disponibilità piena di un grande aeroporto per la Toscana. San Giusto è gravato da pesantissimi vincoli militari che dall’oggi al domani possono trasformarsi in chiusura dell’aeroporto come già successo un paio di mesi fa quando l’aeroporto è stato chiuso per non chiarite ragioni di sicurezza durante le ore notturne per l’arco di due settimane. Smilitarizzazione completa di San Giusto e stop alla dilapidazione di risorse pubbliche negli studi di fattibilità per soluzioni precarie e mezze soluzioni di un aeroporto come quello fiorentino che resta un modesto aeroporto di terzo livello e tale potrebbe rimanere. Interzo luogo, vogliamo l’istituzione di un Osservatorio regionale sulla produzione e il transito di armi con una presenza di rappresentanti della società civile e dei lavoratori, come ad esempio del Gruppo Autonomo Portuali di Livorno o i Ferrovieri contro la guerra (e altri che verranno individuati) che abbia competenze ispettive sul territorio regionale e di elaborazione di linee guida rispetto ai processi di riconversione a produzioni a fini civili e per la sostenibilità ambientale. Inoltre vanno sostenute tutte le iniziative che i lavoratori metteranno in campo per contrastare il traffico di convogli che contengono armi e armi di distruzione di massa, come l’istituzione di una legge regionale che riconosca l’obiezione di coscienza alla guerra di tutti i lavoratori. Questi sono alcuni dei passi concreti per fare della Toscana una Regione denuclearizzata e attiva come operatrice di pace. 9. Palestina. Riconoscimento a livello regionale dello Stato di Palestina. Interruzione, dove necessario per decreto, di ogni forma commerciale, di collaborazione e di cooperazione tra tutte le articolazioni della Regione Toscana e lo Stato d’Israele, comprese aziende e imprese israeliane, università, enti di ricerca, istituti accademici, progetti di cooperazione istituzionale e territoriale. Interruzione, dove necessario per decreto, di tutti gli accordi pubblici e segreti di cooperazione militare industriale stipulati nel corso degli anni con aziende, agenzie e istituti dello Stato sionista d’Israele su esempio di quanto è stato fatto dal sindaco di Sesto Fiorentino (interruzione della compravendita di prodotti farmaceutici israeliani nelle farmacie comunali). Rimozione di Marco Carrai, proconsole di Israele, dal vertice della Fondazione Meyer. 10. La Toscana per la pace e relazioni internazionali. In coerenza con il dettame costituzionale la Regione Toscana e la sua Amministrazione devono avere un ruolo attivo e propositivo per boicottare e sabotare tutte le iniziative e le disposizioni del governo Centrale che favoriscano la partecipazione dell’Italia alle guerre e che rafforzino la sottomissione del nostro Paese alla Nato e all’Ue. Parimenti, l’Amministrazione Regionale dovrà attiva, instancabilmente, nel promuovere iniziative di pace e di solidarietà fra i popoli. L’amministrazione valuterà le forme concrete attraverso cui affermare e far valere la sua posizione. L’Amministrazione Regionale deve essere guidata dal fatto che la maggioranza della popolazione ha tutto da perdere e nulla da guadagnare dalla partecipazione alle guerre a cui gli organismi sovranazionali stanno obbligando il Paese in contrasto con quanto espresso dal dettato costituzionale. 11. La crisi abitativa è una delle grandi crisi del nostro secolo. A fronte di una mobilità crescente, di forti migrazioni interne ed estere, della crescente disparità economica, tanto i grandi centri urbani, sovraffollati e svenduti, quanto le piccole aree rurali in via di svuotamento non sono amministrate a dovere per trovare soluzioni alle sfide del presente. Da questa situazione non sfuggono le grandi città toscane, in particolare quelle universitarie, sempre meno vivibili e a misura d’uomo. L’istituzione Regionale dovrebbe immediatamente censire gli immobili pubblici inutilizzati e investire per renderli fruibili e accessibili, serve ripartire da case popolari, creando una cultura non di emarginazione ma anzi di programmazione di una rivalutazione di certe aree. Serve poi porre in atto misure ferme contro i grandi proprietari di immobili che non mettono le proprie proprietà a disposizione della collettività, con una tassazione che disincentivi questa scelta. Serve una regolamentazione che limiti anche gli affitti brevi, non permettendo il proliferare di inutili e dannosi B&B al servizio di un turismo che da risorsa per la collettività diventa speculazione per la classe più ricca. Serve inoltre lavorare per mettere un tetto al costo degli affitti, lavorando in sinergia con le istituzioni nazionali per proporzionare il costo di un canone di locazione agli attuali salari. 12. La difesa del territorio e delle comunità dalle calamità, i grandi rischi, le epidemie, i cambiamenti climatici e le conseguenze di spopolamento e invecchiamento vanno affrontati con la realizzazione di un servizio civile regionale da finanziare anche attraverso la gestione regionale dei fondi accantonati attraverso meccanismi di obiezione fiscale alla guerra. Redazione Toscana
Docenti contro la guerra al Liceo “Chini-Michelangelo” di Camaiore (LU)
In continuità con il pronunciamento dell’ultimo collegio dell’a.s. 2024/2025, i seguenti docenti del Liceo “Chini-Michelangelo” di Camaiore (Lucca), firmatari di questo documento, denunciano con forza le atrocità che il governo Netanyahu sta perpetrando a Gaza, con l’appoggio degli USA e il silenzio-assenso di gran parte d’Europa. Non possiamo tacere di fronte ai massacri indiscriminati e intenzionali di civili, al blocco dell’ingresso degli aiuti umanitari che condanna a morte per fame e sete l’intera popolazione, alla distruzione di scuole e ospedali considerati come obiettivi militari, alla pianificazione e attuazione di ciò che le istituzioni della giustizia internazionale, organizzazioni umanitarie e governi nazionali riconoscono ormai come genocidio. Per tali gravissime violazioni dei diritti umani e crimini di guerra, chiediamo al Governo italiano di agire nel rispetto del dettato costituzionale, quindi di operare concretamente per ristabilire la pace, di sospendere ogni forma di sostegno diretto o indiretto al governo di Israele, di intervenire per aprire l’accesso agli aiuti umanitari nella striscia di Gaza e ristabilire condizioni di legalità e giustizia in Palestina, sotto il controllo degli organismi internazionali.  Inoltre, come cittadini e come docenti, ci opponiamo al riarmo europeo, che comporterà enormi tagli alla spesa sociale (comprese scuola, università e sanità), proponendoci di insegnare il rispetto dei valori affermati nella Costituzione e impegnandoci fattivamente per costruire una cultura di pace, secondo il “Mai più” sancito dalla Carta dell’UNESCO. A tale scopo, la nostra comunità scolastica si impegna affinché vengano promossi progetti didattici e di Educazione Civica volti alla formazione di una conoscenza critica e consapevole, e al rifiuto e alla condanna delle logiche di accettazione della guerra come unica soluzione possibile nel contrasto tra Stati. Esprimiamo solidarietà  verso la popolazione palestinese oppressa e ci opponiamo  a tutte le guerre che si stanno combattendo nel mondo, che hanno come conseguenza la morte di civili inermi. Chiediamo inoltre di osservare un minuto di silenzio durante il primo giorno di scuola, per ricordare tutti i bambini e le bambine, studenti e insegnanti uccisi in questo assurdo conflitto, vittime senza voce della più feroce e inaccettabile violazione dei diritti umani. SEGUONO 88 FIRME e quella della DS Monica Biagi