CHIAPAS: LIBERATI I DUE COMPAGNI DELLE BASI D’APPOGGIO ZAPATISTE SEQUESTRATI A FINE APRILELiberati in Chiapas i due compagni delle Basi d’Appoggio Zapatiste sequestrati
dal governo federale del Messico e da quello statale del Chiapas il 26 aprile
2025.
José Baldemar Sántiz Sántiz e Andrés Manuel Säntiz Gómez sono stati liberati, a
seguito delle pressioni in particolare del Centro per i diritti umani Frayba,
che in una nota fa sapere: “vi informiamo con gioia che per l’innocenza
inconfutabile dei compagni. Si è così dimostrata con forza e dalle azioni
persistenti di coloro che si sono mobilitati: persone individuali, collettive,
organizzazioni”.
Su Radio Onda d’Urto il nostro collaboratore, Andrea Cegna, con un aggiornamento
sulla vicenda dal Messico. Ascolta o scarica
Di seguito, il comunicato diffuso dall’EZLN:
“ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
Maggio 2025
Ai firmatari della Dichiarazione per la Vita:
Alla Sexta Nazionale e Internazionale:
Al Congresso Nazionale Indigeno:
Ai popoli del Mesico e del mondo:
Compagne e compagni, sorelle e fratelli:
Vi spieghiamo cosa è successo ai due compagni basi di appoggio zapatiste, José
Baldemar Sántiz Sántiz e Andrés Manuel Säntiz Gómez, illegalmente detenuti e
sequestrati dalle forze congiunte del governo federale e statale il 26 aprile
2025.
Desaparecidos da 55 ore, sono stati condotti davanti alle autorità corrotte solo
grazie alle pressioni del Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de Las
Casas. Erano accusati di sequestro di persona aggravato nei confronti di Pedro
Díaz Gómez.
Durante l’arresto, le forze della Guardia Nazionale, l’esercito federale e le
cosiddette Forze di Reazione Immediata Pakal hanno approfittato della situazione
rubando beni e stipendi delle persone coinvolte e della comunità. Hanno rubato
un’auto, una moto e una grossa somma di denaro.
Mentre il governo supremo giocava con la vita, la libertà e i beni dei due
detenuti illegalmente, le autorità autonome zapatiste portavano avanti le
proprie indagini sotto la guida di Verità e Giustizia in comune.
Vi ricordo che, in quanto comunità organizzate in comune, abbiamo principi e
regole. È vietato attentare alla vita, alla libertà e alla proprietà altrui,
indipendentemente dall’ideologia, partito politico, religione, orientamento
sessuale, colore della pelle, razza, lingua, nazionalità o posizione sociale. In
caso di omicidio, rapimento, aggressione, stupro, falsificazione e rapina, si
tratta di reati gravi. Inoltre è proibito il traffico di droga, la sua
produzione e il suo consumo. Oltre all’ubriachezza e ad altri reati che sono
determinati in comune.
Ogni compagno o compagna, indipendentemente dalla sua posizione o grado, che
commetta crimini gravi è espulso dal movimento zapatista.
Dopo aver appreso dell’arresto e delle gravi accuse mosse ai due compagni, il
GALEZ ha avviato un’indagine per accertare se fossero coinvolti nel rapimento.
La struttura organizzativa incaricata dell’indagine è giunta alla conclusione
che i due compagni sono innocenti.
Così è stato fatto sapere al Frayba.
Non soddisfatte, le autorità autonome hanno continuato le indagini e hanno
confermato il coinvolgimento di altri due individui nel crimine. I due criminali
sono stati arrestati e, nel rispetto dei loro diritti umani, sono stati portati
in custodia in una delle comunità zapatiste.
I due criminali hanno confessato il rapimento e l’omicidio di Pedro Díaz Gómez e
indicato il luogo esatto in cui avevano seppellito il corpo. Hanno segnalato la
complicità di altre persone.
Così è stato fatto sapere al Frayba che lo ha comunicato alle autorità del
malgoverno.
Rendendosi conto che si sarebbero nuovamente resi ridicoli, le autorità corrotte
si sono affrettate a mobilitare le loro forze e arrestare uno dei sospettati che
era in fuga. Questa persona ha confermato quanto confessato alle autorità
zapatiste. E così si è giunti al luogo in cui era sepolto il corpo della vittima
del crimine.
Tutti e tre i livelli di governo erano a conoscenza di tutto questo, ma non
hanno fatto nulla. Invece di liberare immediatamente i nostri compagni
innocenti, hanno temporeggiato e proposto uno scambio di prigionieri. In questo
modo avrebbero potuto ingannare i media e vendere loro la storia che il merito
era tutto della giustizia statale e federale. Ed avrebbero potuto anche tenersi
quello che avevano rubato ai poveri indigeni che avevano subito l’aggressione.
Il malgoverno ha nuovamente inviato le sue forze repressive alla ricerca di un
quarto colpevole. Ma non solo non lo hanno preso, ma approfittarono della
situazione per continuare a rubare i beni della comunità.
Nel frattempo, le autorità federali e statali facevano pressione e minacciavano
i difensori dei diritti umani perché la loro denuncia li avrebbe smascherati per
quello che sono realmente: repressori di innocenti e fabbricanti di colpevoli.
Nelle prime ore del 2 maggio 2025, i due rei confessi detenuti dagli zapatisti
sono stati consegnati al Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas
per verificare il loro stato di salute e accertare se i loro diritti fossero
stati rispettati. Il Frayba ha proceduto a consegnare i colpevoli all’autorità
ufficiale.
Nella mattinata del 2 maggio sono stati liberati i nostri compagni Baldemar e
Andrés. Ma i ladri del governo si rifiutano di restituire tutto ciò che hanno
rubato.
I governi della cosiddetta 4T mentono in tutto ciò che dicono sui popoli
originari e sui movimenti sociali. Sono uguali o peggiori dei precedenti governi
del PRI e del PAN. Quei numeri di cui si vantano come “arresti” per compiacere
Trump sono per la maggior parte innocenti. Invece di comprarsi i giudizi
favorevoli sui media e sui social network, i malgoverni dovrebbero pagare meglio
le loro forze di repressione in modo che non siano costrette a derubare chi ha
meno o niente.
Ciò che è accaduto non riguarda solo i nostri territori. In tutta la geografia
chiamata “Messico”, comunità originarie, difensori della Madre Terra, difensori
dei diritti umani, movimenti e organizzazioni sociali, migranti e persino
persone comuni che lavorano giorno dopo giorno per guadagnarsi onestamente il
sostentamento quotidiano, vengono estorti, attaccati, rapiti, fatti sparire,
imprigionati e assassinati da un governo desideroso di ingraziarsi il potere del
denaro.
Non c’è scampo.
Il sistema capitalista è nato sbagliato, frutto di ingiustizia, sangue e furto.
E continua così fino ad oggi, indipendentemente dalle bandiere sotto cui si
nasconde. Il suo segno è la morte e così lo porterà fino alla fine dei suoi
giorni.
Come popoli zapatisti, abbiamo pensato a un modo per combattere l’impero della
morte.
Chiamiamo questo percorso “Il Comune”.
E in questa dolorosa situazione passata, si è visto che Il Comune persegue la
verità e la giustizia.
Il risultato della liberazione dei nostri due compagni innocenti è stato il
frutto di un triplice sforzo: quello dei difensori dei diritti umani, quello
della solidarietà e del sostegno nazionale e internazionale e quello della
giustizia autonoma.
È tempo di non dimenticare le altre nazioni sorelle, vicine e lontane, che
subiscono gli attacchi mortali del sistema malvagio. Non dimentichiamo i popoli
originari, i desaparecidos e coloro che li cercano, i difensori della Madre
Terra, coloro che sono solo un numero nelle statistiche della criminalità, il
popolo palestinese.
Per la vita: giustizia e verità in Comune.
Dalle montagne del Sudest Messicano.
Subcomandante Insurgente Moisés
Messico, maggio 2025″