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PALESTINA: CRESCE IL MOVIMENTO BDS IN ITALIA “SERVE UN AZIONE URGENTE PER FERMARE IL GENOCIDIO A GAZA”
Mentre a Gaza continua il genocidio per mano israeliana, in Italia si intensificano le iniziative della campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) contro l’apartheid israeliana. Dall’appello per chiudere i porti italiani al transito di armi, alle adesioni in costante aumento alla rete degli Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana (SPLAI), la mobilitazione dal basso si ferma. Negli ultimi mesi, la campagna ha registrato un coinvolgimento crescente da parte di collettivi, associazioni, realtà culturali e cittadini comuni, sempre più decisi a chiedere la fine della complicità dell’Italia. La richiesta è chiara: fermare ogni forma di sostegno, diretto o indiretto, al regime israeliano e agire subito. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Raffaele Spiga di BDS Italia. Ascolta o scarica.
FREEDOM FLOTILLA: CONTINUA LA NAVIGAZIONE VERSO GAZA PER ROMPERE L’ASSEDIO ISRAELIANO
La Madleen, nave umanitaria della Freedom Flotilla è in navigazione verso Gaza, determinata a rompere l’embargo disumano che da anni soffoca la popolazione palestinese della Striscia di Gaza. Attiviste e attivisti stanno quindi proseguendo la navigazione con un obiettivo preciso: portare aiuti umanitari e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione drammatica del territorio palestinese. La nave si trova attualmente nelle acque territoriali egiziane e la traversata, con le condizioni di navigazioni favorevoli attuali, si prevede possa durare ancora circa tre giorni. La missione continua ad essere costantemente monitorata da droni non identificati, suscitando preoccupazione per possibili azioni di ostacolo o violenza. La Madleen infatti potrebbe essere oggetto di attacchi da parte delle forze israeliane, che in passato hanno già intercettato e fermato simili missioni, arrestando l’equipaggio e distruggendo le comunicazioni. Le minacce, stavolta, sono più gravi, con l’ipotesi di azioni violente che potrebbero avvenire “nel silenzio”, senza preavviso, come già successo in altre occasioni. Mentre si avvicinano alla destinazione, cresce l’appello alla comunità internazionale di mantenere alta l’attenzione, affinché la missione possa proseguire senza ulteriori ostacoli. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto gli aggiornamenti con Michele Borgia, del gruppo comunicazione di Freedom Flotilla Italia. Ascolta o scarica.
PALESTINA: SOLIDARIETÀ SENZA FRONTIERE. DELEGAZIONE ITALIANA IN PARTENZA PER IL VALICO DI RAFAH E LA STRISCIA DI GAZA
Martedì 13 maggio, alle ore 13, presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana in via delle Botteghe Oscure 54 a Roma, si è svolta la conferenza stampa promossa dall’Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale, Arci e Assopace Palestina, per la presentazione della delegazione italiana che partirà dal 16 al 19 maggio per il valico di Rafah e la Striscia di Gaza. Al convoglio umanitario parteciperanno, oltre agli operatori e alle operatrici delle organizzazioni della società civile, anche 15 parlamentari, 2 eurodeputati, 13 giornalisti, accademici ed esperti di diritto internazionale. Durante la conferenza stampa sono stati presentati gli obiettivi umanitari, le finalità politiche e il programma della missione. La trasmissione è stata realizzata con le voci di Silvia Stilli, presidente dell’Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale, che ha riportato il messaggio di Issam Younis, direttore dell’Al Mezan Center for Human Rights di Gaza, Cecilia Strada, membro del gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, e con gli interventi durante la conferenza stampa e le interviste realizzate dal nostro collaboratore Stefano Bertoldi. Ascolta o scarica. La nota stampa diffusa in seguito alla conferenza stampa: “Roma, 13 maggio 2025 – Si è tenuta oggi a Roma la conferenza stampa di presentazione della missione che, dal 15 al 19 maggio, vedrà una delegazione composta da rappresentanti di AOI, ARCI, Assopace Palestina, 14 parlamentari dell’Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina, 3 eurodeputati, 13 giornaliste e giornalisti, accademici ed esperte di diritto internazionale, raggiungere Rafah e la Striscia di Gaza. A un anno dalla Carovana Solidale “Gaza oltre il confine” — la delegazione più numerosa mai arrivata a Rafah — le organizzazioni promotrici tornano al confine per testimoniare ancora una volta la situazione drammatica in cui versa la popolazione palestinese. “Già un anno fa il quadro che ci venne restituito era apocalittico. Oggi, le previsioni più catastrofiche si sono tragicamente avverate”, ha dichiarato Alfio Nicotra di AOI. “Dal 2 marzo la Striscia è completamente sigillata: non entra nemmeno uno spillo. Le vittime per fame, sete e malattie aumentano ogni giorno in modo esponenziale. Voltarsi dall’altra parte, fingere di non vedere il genocidio in atto, è una forma di disumanità, una resa morale inaccettabile”. La tregua annunciata il 19 gennaio 2025 non ha prodotto alcun passo avanti concreto: né verso un cessate il fuoco permanente, né per garantire la protezione della popolazione civile. Al contrario, dal 18 marzo la ripresa dei bombardamenti e la nuova offensiva di terra da parte dell’esercito israeliano hanno aggravato ulteriormente la crisi, segnando una pericolosa deriva verso un progetto di pulizia etnica apertamente sostenuto da esponenti dell’amministrazione Trump e da una larga parte della coalizione di governo di Netanyahu. “Torniamo a Rafah perchè dal marzo scorso nulla è cambiato, tutto è drammaticamente peggiorato e non possiamo stare solo a guardare. Torniamo al confine per far sentire la nostra voce per chi non ha più voce e speranza di futuro. Chiediamo ancora una volta la fine dell’assedio, un cessate il fuoco immediato e l’apertura di tutti i valichi per l’ingresso degli aiuti umanitari. Vogliamo continuare a tenere acceso un faro su una apocalisse che sta distruggendo un popolo, una cultura e tutta l’umanità che ci condannerà indistintamente nella storia. ”, ha aggiunto Walter Massa, presidente di ARCI. Le organizzazioni denunciano come Israele continui deliberatamente a colpire la popolazione civile, utilizzando la fame, la sete, il blocco degli aiuti e l’assenza di carburante e cure mediche come armi di guerra. “Netanyahu sta attuando un terrorismo di Stato, con disprezzo assoluto per la vita umana e per il diritto internazionale. Il genocidio è sotto gli occhi di tutti, ma il mondo ha scelto di voltarsi dall’altra parte. Insieme alle oltre 52mila vittime palestinesi, a Gaza è morta anche la moralità dell’Occidente”, ha denunciato Stefania Ascari, deputata M5S e coordinatrice dell’Intergruppo parlamentare. Sulla stessa linea le parole di Laura Boldrini, deputata PD: “Come se non bastassero i bombardamenti indiscriminati e la Striscia rasa al suolo, a Gaza si muore di fame, di sete e di malattie per un piano preciso e dichiarato del governo Netanyahu. Un piano criminale che prevede anche l’invasione totale della Striscia e la deportazione dei palestinesi. Nel silenzio complice della comunità internazionale, è necessario tenere alta l’attenzione sullo sterminio in corso, vedere con i propri occhi, raccontare e denunciare i crimini che Netanyahu e il suo governo stanno compiendo”. Durante la missione, la delegazione incontrerà attivisti palestinesi, operatori umanitari, agenzie internazionali e delle Nazioni Unite, per raccogliere testimonianze dirette dai sopravvissuti e da chi da oltre 18 mesi lavora al fianco della popolazione civile, tanto a Gaza quanto in Cisgiordania. “Sono appena rientrato dalla missione Occhi in Palestina in Cisgiordania, dove l’occupazione si è fatta ancora più violenta dopo il 7 ottobre”, ha dichiarato Marco Grimaldi, deputato di AVS. “Ora ripartiamo verso quei valichi che rappresentano oltre 580 giorni di crimini contro l’umanità. Vogliamo entrare a Gaza e non ci fermeranno. Il disegno di annessione e pulizia etnica è ormai evidente, anche attraverso gli sfollamenti forzati. Speriamo che quei varchi si aprano prima del nostro arrivo e che venga interrotto l’uso dell’ignobile arma letale del blocco degli aiuti”. Nette le parole di Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, che ha lanciato un appello alle istituzioni italiane ed europee: “Basta complicità: si agisca ora per fermare il genocidio e la pulizia etnica e ristabilire il rispetto del diritto internazionale. Non è più il tempo delle dichiarazioni di principio né delle condanne generiche: servono atti concreti. L’Italia e l’Unione Europea devono sospendere immediatamente ogni fornitura militare a Israele e adottare sanzioni economiche e diplomatiche efficaci, come previsto dal diritto internazionale nei confronti di chi si rende responsabile di crimini di guerra e contro l’umanità”. A concludere la conferenza, è intervenuta l’europarlamentare Cecilia Strada, rilanciando l’allarme sull’inerzia dell’Europa di fronte alla catastrofe umanitaria: “Sotto le macerie di Gaza sta morendo anche l’Europa. I governi e le istituzioni europee che non fanno nulla per fermare Netanyahu rivelano tutta la loro ipocrisia. Così facendo, ci stanno consegnando ai libri di storia come complici di un genocidio”.
BRESCIA: DAL 6 AL 9 MAGGIO 2025, TENDA DI SOLIDARIETÀ CON LA POPOLAZIONE E IL PERSONALE SANITARIO PALESTINESE
Sanitari per Gaza organizza  una “Tenda di solidarietà con la popolazione civile e con il personale sanitario detenuto illegalmente nelle carceri israeliane”. L’iniziativa si svolgerà dal 6 al 9 maggio 2025, 24 ore su 24, nel piazzale degli Spedali Civili a Brescia. Le motivazioni alla base di questa iniziativa sono le stesse che spingono da tempo il gruppo Sanitari per Gazza, poiché, nonostante precedenti iniziative, la situazione drammatica a Gaza non cambia, né per la popolazione civile né per il personale sanitario: il sistema sanitario è  al collasso, con ospedali completamente distrutti e con una grave mancanza di medicinali. La popolazione manca di carburante, acqua potabile, fonti di cibo, e l’ingresso degli aiuti umanitari è bloccato. L’iniziativa ha scelto di posizionare la tenda di fronte all’ospedale, un luogo simbolico per denunciare la crisi sanitaria. Un focus particolare è posto sul sostegno ai medici e agli operatori sanitari che, oltre a essere arrestati illegalmente e torturati, sono presi di mira dall’occupazione israeliana. Viene chiesta la libertà per tutti i detenuti del settore sanitario e per i detenuti civili ritenuti illegalmente o ingiustamente dall’esercito israeliano. Tra le richieste avanzate anche la richiesta di un cessate il fuoco permanente per permettere l’ingresso degli aiuti umanitari e l’evacuazione dei circa 13.000 feriti che necessitano di cure fuori dalla Striscia. Presentiamo l’iniziativa con Muhannad Abuhilal di Sanitari per Gaza. Ascolta o scarica  e con Mariam dei Giovani Palestinesi e del Coordinamento Palestina di Brescia che aderiscono all’iniziativa. Ascolta o scarica