Tag - ungheria

LETTERATURA: L’INTERVISTA A RADIO ONDA D’URTO (2013) AL NEO PREMIO NOBEL LAZLO KRASZNAHORKAI
Il Nobel per la letteratura 2025 va allo scrittore ungherese Lazlo Krasznahorkai per, spiega l’Accademia di Svezia, “la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte”. Nato a Gyula nel 1954, Krasznahorkai è uno dei maggiori scrittori ungheresi viventi, già vincitore del Man Booker Prize nel 2015 e finalista al Premio Strega Europeo 2017. Tra i suoi libri ci sono Satantango, Melancolia della resistenza, Il ritorno del barone Wenckheim, Guerra e guerra e Seiobo è discesa quaggiù. Alcuni dei suoi lavori sono stati trasposti – a partire dall’esordio, Satantango – in opere cinematografiche, in particolare dal regista ungherese Béla Tarr. Dopo l’annuncio del Nobel, a Krasznahorkai sono arrivati i complimenti del premier magiaro di estrema destra, Viktor Orbán. “Lo ringrazio – la replica dello scrittore – per le sue congratulazioni, ma mi opporrò sempre alle sue idee e azioni politiche. Rimango uno scrittore libero”. Un ritratto della figura e della poetica di Krasznahorkai, su Radio Onda d’Urto, con Francesco Cataluccio, critico e autore, esperto di letteratura est-europea e magiara, già direttore dei Tascabili Feltrinelli, ex docente di Letterature comparate alla facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano e collaboratore della Fondazione Gariwo – La foresta dei Giusti. Ascolta o scarica Nel 2013 Radio Onda d’Urto aveva intervistato lo scrittore ungherese Lazlo Krasznahorkai , in occasione del Festival Letteratura di Mantova. Ascolta o scarica.
SÌ ALL’IMMUNITÀ PER ILARIA SALIS, L’EURODEPUTATA: “QUESTO VOTO DIMOSTRA CHE LA RESISTENZA FUNZIONA”
A Strasburgo, la Plenaria dell’Europarlamento ha respinto a scrutinio segreto e per un solo voto la revoca dell’immunità dell’europarlamentare AVS, Ilaria Salis, che resta quindi in carica e soprattutto libera, anzichè finire – come voleva Orban – nelle galere ungheresi per la mobilitazione antifascista durante il cosiddetto Giorno (neonazista) dell’onore, nel febbraio 2023. L’eurodeputata Ilaria Salis ha ottenuto il sì della plenaria dell’Eurocamera alla sua immunità per una sola preferenza: 306 favorevoli e 305 contrari, 17 gli astenuti, un centinaio gli assenti. “Una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto, l’antifascismo. Questo voto dimostra che la resistenza funziona. Ma la lotta non è finita”, scrive in una nota l’esponente di Avs che rischiava di finire nuovamente in carcere. L’eurodeputata e antifascista monzese è stata in carcere in Ungheria dal 15 febbraio 2023 e poi ai domiciliari fino a giugno 2024, tornando in Italia il 17 giugno, giorno del suo 40esimo compleanno. Nel carcere ungherese resta Maja, antifascista detenuta con l’accusa di terrorismo e in attesa di un processo che potrebbe condannarla a 24 anni di carcere. A fine settembre 2025, la Commissione giuridica del Parlamento europeo aveva già respinto la richiesta ungherese di revoca dell’immunità all’eurodeputata con 13 no e 12 sì. Scontro interno alla destra di governo italiana: Salvini va all’attacco dei franchi tiratori del centrodestra: ‘Con il trucchetto del voto segreto, qualcuno che si dice di centrodestra ha votato per salvare la signora Salis dal processo. Vergogna!’. ‘Le calunnie non le accettiamo, gli insulti non li accettiamo. Non c’è nessuno che tradisce, nessuno che fa giochi strani’, la replica di Tajani. Le prime parole di Ilaria Salis alla stampa dopo il voto dell’Eurocamera. Ascolta o scarica.
Free All Antifas: aggiornamenti su Maja, Tobi, Gabri e Hannah
Aggiornamenti dai processi contro gli/le Antifas Maja, Tobi, Gabri e Hannah, ne parliamo con un compagno. Ieri Maja è stat* trasferit* d’urgenza in un ospedale carcerario al confine con la Romania, a seguito di un peggioramento critico delle sue condizioni di salute dopo 27 giorni di sciopero della fame. Un trasferimento che, tuttavia, potrebbe esporl* a ulteriori rischi, considerando che in Ungheria il governo di Viktor Orbán continua a smantellare lo stato di diritto, limitare la libertà di stampa e perseguitare oppositor* e attivist*. Proprio in questi giorni, oltre 200.000 persone hanno sfilato per le strade di Budapest in un Pride non autorizzato, sfidando il divieto imposto dalle autorità per reclamare diritti e libertà fondamentali. Free Maja Free All Antifas
UNGHERIA: L’ANTIFASCISTA MAJA IN OSPEDALE. DA UN MESE È IN SCIOPERO DELLA FAME CONTRO LA SUA DETENZIONE
E’ finita in ospedale Maja, l’antifascista tedesca detenuta in Ungheria per aver partecipato alle manifestazioni antinaziste a Budapest nel febbraio 2023. Maja è in sciopero della fame da inizio giugno contro le sue condizioni detentive: l’isolamento costante in cella, gli scarafaggi, le ispezioni corporali giornaliere sono solo alcuni aspetti che Maja denuncia dal carcere ungherese. Oggi, martedì 1 luglio, il ricovero in un ospedale a seguito del peggioramento delle sue condizioni di salute. Ricovero avvenuto, però, in un ospedale al confine con la Romania e a 260 km da Budapest. La sua salute, scrivono i compagni e le compagne del gruppo Free All Antifas, “è peggiorata a tal punto che è stato necessario il ricovero in ospedale”.    Free All Antifas chiede di fare pressioni sui responsabili dell’estradizione legale, in modo che Maja possa tornare in Germania. Gli aggiornamenti ai nostri microfoni con un compagno del Comitato anti repressione Milano, legato al gruppo Free All Antifas. Ascolta o scarica
UNGHERIA: IN 200.000 SFIDANO ORBAN E SFILANO AL PRIDE DI BUDAPEST. LA TESTIMONIANZA DI UNA COMPAGNA
Sono state oltre 200mila le persone che sabato 28 giugno hanno invaso la capitale ungherese per partecipare al Budapest Pride, vietato dal primo ministro nazionalista Orbán. Una partecipazione massiccia, numericamente, tanto da stupire anche chi, in arrivo da dentro e fuori i confini ungheresi, aveva deciso di sfidare apertamente il divieto imposto dal governo e le minacce dei gruppi neonazisti magiari supportati dallo stesso. Minacce trasformatesi poi, nella giornata di sabato, in veri e propri tentativi – andati a vuoto – di impedire la manifestazione, partecipata soprattutto da cittadine e cittadini magiari e da ungheresi e minoranze ungheresi residenti all’estero. Con loro, decine di europarlamentari progressisti, oltre a attivistə e compagnə provenienti da tutta Europa, Italia compresa. Orbán oggi accusa la Commissione Europea di avere “orchestrato il Pride”, ma “la realtà è che – come ha raccontato ai nostri microfoni Johanna, compagna del cs Baraonda di Segrate, presente alla manifestazione  – moltə ungheresi sono scesi in piazza non solo per difendere i diritti LGBTQIAP+, ma anche per contestare le politiche repressive del governo Orban e il genocidio in Palestina, un tema, quest’ultimo, molto difficile da toccare in Ungheria come nel resto dell’Europa centro-orientale”. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, il racconto e le riflessioni di Johanna, compagna del centro sociale Baraonda di Segrate Ascolta o scarica
Pride di Budapest: la più grande manifestazione contro Orbàn
Sabato 28 giugno si è svolto a Budapest il più grande pride della storia ungherese, più di 200.000 persone con una grande presenza internazionale ma soprattutto con una massiccia partecipazione ungherese, di tutti i movimenti sociali che si oppongono alla deriva autocratica di Orbàn. Nonostante le minacce del governo e delle formazioni neonazi la manifestazione ha sfilato tranquillamente, forte dei numeri. Ora si tratta di continuare a tenere accesi i riflettori sull'Ungheria e a intrecciare relazioni internazionaliste. Ne parliamo con Ilaria Todde di EL*C  
UNGHERIA: IL GOVERNO VIETA IL PRIDE A BUDAPEST E AUTORIZZA MARCE NEONAZISTE SULLO STESSO PERCORSO
Ungheria. Il primo ministro di ultradestra Victor Orban ha minacciato conseguenze legali per chi organizzerà o parteciperà alla manifestazione Budapest Pride, vietata dal governo ma organizzata con un escamotage dal sindaco della città. Il governo italiano è uno dei pochi che non ha condannato la limitazione delle libertà civili imposta da Orban. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Gabriele Piazzoni, segretario generale di ArciGay, raggiunto mentre si trova a Budapest, ha dichiarato che “il governo italiano si è distinto per l’ignavia. Quello italiano è stato uno dei pochissimi governi, l’unico dell’Europa occidentale e uno dei pochissimi in Europa, a non aver fatto note diplomatiche o atti ufficiali di condanna o di protesta nei confronti del governo ungherese per il divieto”. “Parliamo di negazione dei diritti fondamentali che sono alla base dello stato di diritto dell’Unione Europea di tutti i paesi membri”, ha continuato Piazzoni, facendo notare che lo spezzone italiano dovrà anche “proteggersi”, perché “mentre il Pride è stato negato, il governo invece ha ritenuto di autorizzare tre manifestazioni di vari movimenti neonazisti ungheresi nello stesso pomeriggio, fra l’altro alcuni dei quali incrociando in più punti il percorso che deve percorrere il Pride”. Ascolta l’intervista di Gabriele Piazzoni ai microfoni di Radio Onda d’Urto.  Ascolta o scarica
Da Budapest a Milano, passando per Berlino
A circa dieci mesi dall’arresto di Ilaria e Tobia a Budapest, e a qualche settimana dall’arresto di Gabriele a Milano e di Maya a Berlino, torniamo a parlare di una complessa vicenda giudiziaria che continua ad estendere le proprie maglie fuori dai confini ungheresi, e che proprio in questi giorni è finita al centro di una bagarre mediatica. Se a marzo avevamo affidato ad un compagno di Berlino… Source
In qualche modo, da qualche parte. Antifa a Budapest
Lo scorso 11 febbraio una compagna italiana e un compagno tedesco sono stati arrestati in Ungheria. Da allora si trovano nel carcere di Budapest in condizioni piuttosto difficili e con scarsissimi contatti con familiari e avvocati. L’arresto è avvenuto durante le celebrazioni della Giornata dell’Onore, da qualche anno occasione di trasferta per migliaia di neonazisti da tutta Europa, e l’accusa è… Source