Resistere per una scuola pubblica e democraticaSabato 31 maggio alle 10.00 alla Scuola Di Donato, nel quartiere Esquilino a
Roma, si terrà la prima assemblea nazionale della Rete per la Scuola Pubblica.
La Rete nasce a seguito dell’assemblea romana tenutasi il 6 aprile, sempre alla
scuola Di Donato, convocata in reazione alla pubblicazione della bozza delle
nuove Indicazioni Nazionali da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Le Indicazioni Nazionali – per chi non fosse addentro al mondo dell’istruzione –
sono il documento di indirizzo elaborato dal Ministero e periodicamente
aggiornato, che dal 2007 ha sostituito i famosi “programmi” da svolgere in
classe.
Sono un documento teoricamente più leggero, che vuole dare l’orizzonte entro cui
muoversi, nell’ottica di costruire percorsi formativi più inclusivi, più
flessibili, più aperti all’iniziativa della docente e alla specificità di un
territorio, tutti elementi che invece mancavano nei vecchi, rigidi programmi
scolastici. Le Indicazioni Nazionali sono il documento a cui si ispira il
curricolo di ogni scuola e sono pure la linea a cui si adattano i libri di testo
delle varie case editrici.
> Le ultime Indicazioni sono recenti, del 2018, ma Valditara nel 2023 ha
> creato un gruppo di lavoro fortemente caratterizzato in senso conservatore che
> ha redatto la nuova versione, a breve definitiva.
Il gruppo era coordinato da Ernesto Galli della Loggia e ha concluso le
indicazioni per Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado. Sono in fase di
elaborazione anche quelle per la Secondaria di secondo grado. Fin dalla prima
diffusione di questa bozza di Indicazioni, un ampio spettro di soggetti del
mondo della cultura e della scuola hanno espresso una netta contrarietà nei
confronti della bozza, frutto di una cultura reazionaria e disciplinante oltre
che nazionalista e razzista. Su Dinamo abbiamo ospitato il contributo della
società delle storiche in merito. Inoltre va sottolineato che questa bozza è
tutt’altro che un documento leggero nell’impostazione – come nell’idea della
riforma che portò al primo documento del 2007 – ma ricalca la pesantezza
strutturale dei vecchi programmi.
L’assemblea del 6 aprile è nata su iniziativa del nodo romano del Movimento per
la Cooperazione Educativa, e ha visto l’immediata adesione di decine di sigle e
di singoli. Nel frattempo ci sono state assemblee territoriali e confronti
nazionali online. L’assemblea di sabato 31 vuole fare un passo ulteriore e
costruirsi come spazio nazionale di confronto e mobilitazione verso l’autunno.
L’assemblea del 6 aprile a Roma ha avuto due grandi meriti, il primo è di porre
al centro la necessità di una forte mobilitazione rispetto al documento proposto
dal Ministero, perché la gravità dello stesso è tale da rendere indispensabile
una presa di parola netta e allargata. Il secondo è di non essere una assemblea
settoriale, ma di riuscire a raccogliere un variegato mondo che include
insegnanti, genitori, studentesse e studenti, associazioni che lavorano in
collegamento al mondo della scuola, collettivi, doposcuola popolari e molto
altro ancora. Pertanto si è assunto in forma collettiva il problema di queste
Indicazioni, perché se non ci sarà una radicale revisione delle stesse, a
subirne le conseguenze è la società di questo Paese nel suo complesso, visto
quanto quel documento può incidere nei percorsi formativi culturali e umani
delle giovani generazioni.
Inoltre, pur riconoscendo centralità alla mobilitazione contro le Indicazioni,
la Rete ha assunto le problematiche che vive oggi la scuola italiana in senso
ampio, a partire da quelle storiche, quali le modalità di avviamento
all’insegnamento, il precariato, i bassi salari. Parimenti, al centro
dell’attenzione si sono pure poste le urgenti problematiche determinate da
questo ministero, quali la riforma delle linee guida per l’educazione civica, il
nuovo codice di comportamento per dipendenti pubblici, la riforma del voto di
condotta. Tutte queste sono misure parallele e complementari alle nuove
Indicazioni e sono atte a consolidare l’impianto fortemente autoritario e
repressivo del sistema formativo, tanto nei confronti di chi insegna quanto nei
confronti di chi studia.
> Infine, è stata scelta come data il 31 maggio per porsi in assonanza con la
> mobilitazione pomeridiana contro il DL sicurezza approvato di recente dal
> governo, frutto della stessa matrice autoritaria e fascista che ha generato le
> Indicazioni.
Il documento di lancio dell’assemblea di sabato 31 scrive «Da più parti è
emersa la necessità di ricostruire reti per rivendicare i problemi reali della
scuola partendo dalle voci e dalle pratiche di chi la vive, la attraversa e ci
lavora quotidianamente. L’assemblea romana ha dichiarato l’urgenza di aprire
spazi di discussione e presa di parola orizzontali, sia a livello locale che
nazionale, di costruire contro-narrazione e percorsi di resistenza per la scuola
pubblica e democratica. Rete per la scuola pubblica vuole essere lo strumento
per rispondere a questa urgenza».
La sfida pertanto è indubbiamente ambiziosa, ma la motivazione e la
determinazione della assemblee preparatorie fanno ben sperare che possa emergere
un percorso virtuoso e combattivo: ce ne è estremamente bisogno.
Immagine di copertina di Rete per la scuola pubblica
SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS
Per sostenere Dinamopress abbiamo attivato una nuova raccolta fondi diretta. Vi
chiediamo di donare tramite paypal direttamente sul nostro conto bancario,
Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno
utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i
e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno
L'articolo Resistere per una scuola pubblica e democratica proviene da
DINAMOpress.